martedì 24 ottobre 2017

Ultramaratoneti e gare estreme


Nel testo parlo di passione nello sport, motivazione, superamento del limite gradualmente un passo alla volta, riportando le esperienze di tanti ultrarunner che fanno sport per ore ed anche giorni sperimentando deprivazione del sonno, partecipando a tante gare in autosufficienza, cioè provvedendo personalmente alla loro alimentazione.
Di seguito il parere di Manuel Pozzerle, Campione Nazionale di snowboard nel 2014, terzo in Coppa del Mondo di Snowboard nella stagione 2014-15, suo primo titolo mondiale a La Molina, in Spagna ai Campionati del Mondo 2015: Sebbene sia uno sport totalmente diverso dal mio, abbiamo tante cose in comune come atleti... L'ho appena iniziato ma mi intriga parecchio.”

Stralcio della Presentazione del Prof. Alberto Cei: Il libro scorre in modo interessante poiché Matteo Simone narra delle storie personali senza avere la pretesa d’insegnare cosa sia l’ultramaratona ma lasciandola scoprire al lettore attraverso le parole di chi la pratica. E’, quindi, un libro aperto a diverse soluzioni interpretative dettate dalle esperienze di chi legge e credo che questo sia il suo pregio principale.”
Stralcio della Prefazione di Sergio Mazzei: Grandi atleti che realizzano prestazioni eccezionali, fachiri capaci di sottoporsi a prove fisiche al di là dei limiti che ordinariamente conosciamo, hanno ottenuto risultati inimmaginabili con il proprio corpo.”
Stralcio della Prefazione di Prof. Riccardo Zerbetto e Dr.ssa Sonia De Leonardis: Sia i meccanismi psicologici ‘della gratificazione’ sia quelli ‘della sfida’ entrano in campo per muovere questi atleti, a livello amatoriale e a livello agonistico. Per quegli atleti che si dedicano alle ultramaratone e alle gare estreme, questa spinta procede ‘oltre’. Oltre il dolore e la sofferenza, oltre le deprivazioni - dovute alla mancanza di sonno, alle infiammazioni o agli infortuni - oltre vesciche indescrivibili ai piedi, oltre a tutto ciò, questi atleti ricavano da esperienze cosi probanti una forma di piacere. Una forma di piacere che, lungi dall’essere masochistico, riguarda quel ‘piacere di farcela’, di ‘raggiungere un obiettivo difficile e sfidante’, il piacere di sentirsi in tutto e per tutto padroni del proprio corpo, olisticamente. Una spinta dunque che si configura come un moto alla ricerca di un senso di competenza, di autoefficacia e di autodeterminazione, fino alla sensazione di sentirsi “immortali”, come moderni eroi e miti.

Tanti sono i messaggi di apprezzamento e gratitudine, da parte di tanti ultrarunner, di seguito un commento relativo al libro in questione da parte di Matteo Nocera Campione Italiano IUTA 100 miglia: “Ho appena finito di leggere il tuo libro. Spunti molto interessanti. Mi ha fatto piacere leggere concetti che quotidianamente cerco di applicare per migliorare le mie prestazioni partendo da motivazioni mentali..! Un po’ in sintesi nella lettura ho risentito le tue parole quando brevemente mentre passeggiavamo all’expo mi parlavi di serenità EQUILIBRIO.. e obiettivi da puntare volta per volta in modo graduale. Cercherò di farne tesoro. Mia moglie ha studiato un po' di discipline orientali... interessante la questione RESPIRAZIONE... tecnica che in verità cerco di adottare durante la corsa e che esercito con sedute di lavoro diaframmatico.”

Gradito anche il commento dell’ultrarunner Stefano Severoni: “Ho letto con vivo interesse il testo di Matteo Simone. Le sue 298 pagine si scorrono veloci, poiché si viene a contatto con atleti che trasmettono le esperienze che accomunano maratoneti e ultra. Certo l’Autore utilizza un metodo induttivo: non fa teoria pura, ma parte dalla pratica podistica che contrassegna un popolo di umili faticatori. La metafora che contraddistingue il mondo ultra è quella del viaggio o meglio di scoprire se stessi attraverso la percorrenza di tanti chilometri. Ma, come avvertono gli stessi corridori, la fatica quasi scompare quando si svolge un’attività che gratifica, poiché consente di stare meglio con se stessi e con gli altri, conoscere luoghi suggestivi e portare a casa sicuramente una simbolica, ma gratificante medaglia di partecipazione. Per esseri atleti ultra ‒ come segnala giustamente l’Autore, anch’egli “grande faticatore” ‒ bisogna essere resilienti ed efficaci. E dopo aver letto il libro non si potrà non cercare altri testi dello stesso Matteo. In definitiva, nella prestazione sportiva come nella vita quotidiana, la componente mentale riveste enorme importanza. Nella nostra società post-moderna e liquida, l’ultrarunner si presenta allora come colui che è in grado di gestire il proprio corpo e la propria mente, e così allungare la propria vita in uno stato di benessere. Ovviamente ‒ come in ogni campo ‒ sarà necessario equilibrio e giusta motivazione.”

Chi pratica sport di endurance incontra, gestisce e supera diversi tipi di crisi e difficoltà, si scopre che si può fare tutto con passione, dedizione, impegno, concentrazione, testa, cuore, gambe.

L’ultrarunner vegano Roldano Marzorati così commenta il mio libro:Un libro per capire e conoscere gli ultramaratoneti. Un racconto fatto di storie e donne non professionisti che han scelto di vivere la dimensione dell’ultramaratona. Matteo Simone ci introduce in questo mondo raccogliendo pensieri di questi inconsueti atleti che non avranno mai le cronache da prima pagina ma che hanno molto da trasmettere perché per molti di loro è una filosofia di vita.”
Un grazie a Nico Leonelli per la sua gentilezza e le sue cortesi parole che riporto di seguito: “Matteo è veramente uno dei pochi che ha dato voce al mondo dell'Ultramaratona.”
Nel libro enfatizzo gli aspetti della psicologia dello sport quali la consapevolezza delle proprie risorse e dei propri limiti, l’autoefficacia individuale, la resilienza che si sviluppa con la pratica dell’endurance e che diventa utile anche nella vita quotidiana, tutto diventa più gestibile ed affrontabile, si può fare tutto con studio, attenzione e senza fretta.

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