martedì 30 gennaio 2018

Lo sport che rende felici e resilienti e avvicina persone, culture e mondi

Matteo SIMONE 
3804337230- 21163@tiscali.it 

Quello che raccontano tante persone è che lo sport rende felici, ti libera la mente da tensioni e problemi accumulati durante la giornata o nel corso di altre attività quotidiane meno piacevoli.

Sto approfondendo argomenti che hanno a che fare con la consapevolezza, la passione e motivazione, il mettersi in moto, il costruire mete, obietti, realizzare sogni. 
Si sperimenta qualcosa che ha a che fare con la gioia di vivere, vivere intensamente, vivere situazioni forti, superare crisi e problemi, uscire dalle situazioni più disperate e più difficili. Tutto ciò diventa una palestra di vita, si trasferisce tutto sulla quotidianità familiare e lavorativa, si affronta la vita con più sicurezza, con meno ansie e paure, si riesce ad andare avanti con quello che c’è.
Si possono fare grandi cose e se arriva un impedimento per qualsiasi motivo bisogna essere resilienti e pronti al cambiamento, non abbattersi ma cambiare solamente gli obiettivi, rimodularli in base alle proprie condizioni fisiche attuali. 
Per ogni problema c’è almeno una soluzione, chiuso un portone se ne possono aprire tanti altri, comunque l’esperienza fatta fa parte del bagaglio culturale ed esperienziale dell’individuo e serve nel futuro a darti sempre una mano per andare avanti con pazienza un passo alla volta con consapevolezza e rispettando i propri limiti.
Gli atleti resilienti sono meno propensi a fare uso di sostanze dopanti, ma di fronte a sconfitte e frustrazioni si mettono sotto con l’impegno, la tenacia, la forte motivazione e fanno in modo di riuscire nel loro intento o, comunque, se non riescono possono considerare e valutare i propri limiti senza cercare di barare per superarli ed ottenere vittorie o prestazioni truccate.
E’ risaputo e sperimentato che lo sport rende felici, incrementa consapevolezza, sviluppa autoefficacia consolidando la fiducia in se stessi di poter far qualcosa, di riuscire in qualcosa, inoltre lo sport incrementa la Resilienza, si affrontano e si superano meglio i problemi, le crisi, le difficoltà, si è più attenti e gentili.
Sto continuando ad approfondire e sperimentare il mondo degli ultrarunner fatto di fatica e soddisfazioni, di programmi, di obiettivi, di percorsi, di viaggi interiori. Resilienza e autoefficacia per non arrendersi mai e per raggiungere i propri obiettivi. 
Gli atleti sperimentano sicurezza nel riuscire a portare a termine tali competizioni estenuanti, sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisione, di sentirsi leader, aumenta autoefficacia nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, si scopre di possedere capacità insospettate.
A spingere a fare sport di endurance, come Ultramaratone, è il benessere che si sperimenta, un benessere particolare che agisce sulla testa e si diffonde per tutto il corpo e rimane ancorato nella propria anima come un'arma da utilizzare nelle situazioni più difficili emotivamente. Si diventa più pazienti, insomma è un mondo da sperimentare quello delle gare estreme, da sperimentare gradualmente, con attenzione. 
Come tutte le cose ammetto che si corre dei rischi, si può osare, ci si può avvicinare al limite, ma bisogna far attenzione a non strafare. Bisogna mettere in conto una buona preparazione fisica e mentale, una preparazione nutrizionale ma anche aver cura di se stessi, del proprio corpo, della propria salute. 
E’ importante fare le cose ascoltandosi e osservandosi con attenzione a iniziare dal respiro e le sensazioni corporee, una sorta di automonitoraggio per valutare momento per momento se quello che si sta facendo è in linea con il proprio desiderio, il proprio bisogno. 
E’ un contattare le proprie sensazioni in cerca del meglio per sé e considerando gli obiettivi che si vogliono perseguire con piacere, passione, motivazione, impegno. 
In linea di massima la passione della corsa permette di sperimentarsi, di condurre un sano stile di vita, permette di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare: autoefficacia, riuscita, ma anche sconfitte e infortuni. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, dei propri limiti.
La corsa aiuta a elaborare situazioni e problemi, aiuta a trovare soluzioni, a progettare, è una stimolazione bilaterale e mette in moto emisfero destro e sinistro, integra polarità, l’emisfero destro è più immaginativo e creativo, intuitivo, impulsivo, il sinistro è più razionale, calcolatore, pianificatore, programmatore.
Ci vuole convinzione, grinta, forza, determinazione per dedicarsi ad un periodo di preparazione atletica, in base agli obiettivi, può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni.
Quindi, la cosa importante è decidere le priorità, gli obiettivi e impegnarsi per il raggiungimento, da soli è difficile, più è alto l’obiettivo, più sono le pretese, più è alto l’impegno, il costo in termini di soldi, di investimento di tempo. Il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale.
La passione e la pratica dell’ultramaratona permette di conoscere e scoprire delle risorse interne che in situazioni ordinarie sono insospettabili. L’adattamento graduale a situazioni di estremo stress psicofisico permettono di esprimere delle caratteristiche che hanno a che fare con la tenacia, la determinazione, la resilienza, che accrescono la forza mentale per andare avanti, per raggiungere un obiettivo prefissato, per superare eventuali crisi lungo il duro percorso. 
Gli ultramaratoneti sperimentano di possedere risorse insospettabili, superando le diverse crisi e situazioni lungo il loro percorso.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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