venerdì 3 agosto 2018

Daniele Cappelletti: Il mio prossimo obbiettivo è il mondiale skyrunning in Scozia

Un sogno sarebbe quello di raggiungere una bella medaglia, almeno a livello di squadra

A settembre 2018 si svolgerà il campionato mondiale Skyrunning in Scozia. Verranno assegnati titoli e medaglie in ogni disciplina e un titolo combinato basato sui migliori risultati del Vertical e Skyrace.

13 settembre, Vertical: Salomon Mamores VK, 5 km e 1.000 m di dislivello verticale, record: Stian Angermund 42'04 "(2017); Laura Orgué 52'22 "(2017).
14 settembre, Ultra: Salomon Ben Nevis Ultra: 52 km, dislivello verticale 3.820 metri, punto più alto 1345 m, tempo limite 16 ore.
15 settembre, Skyrace: Salomon Ring of Steall Skyrace, 29 km, dislivello verticale 2.500 m, record Stian Angermund 3h24'51" (2017), Laura Orgué 4h05'12" (2017).
Attraverso risposte ad alcune mie domande, approfondiamo la conoscenza di Daniele Cappelletti, 36 anni, allenatore di scialpinismo di III° livello, Skyrunning e Scialpinismo, convocato per la prova di Skyrace.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? Sì, nel 2011 quando ho avuto la fortuna di vincere la Limone Extreme. Due anni dopo il catalano Burgada ha impiegato il mio stesso tempo, quindi solo lì mi sono reso conto di quanto ero andato forte.  Un'altra occasione nella quale mi sono sentito tale, risale a due anni fa, quando mi è stato proposto di correre a scopo benefico con il pettorale della LIFC (Lega Italiana Fibrosi Cistica) alla scialpinistica del Monte Vioz, che ho vinto per la sesta volta consecutiva. Ci sono molti atleti forti in circolazione, ma per sentirsi ed essere campioni è necessario avere un po' di umiltà.”

Lo sport permette di fare delle cose incredibili che finché non si fanno sono considerate quasi impossibili ma se veramente si vuole si riesce a fare tutto con una buona programmazione del tempo, pianificazione degli impegni, forza mentale e curando tutti gli aspetti che hanno a che vedere non solo con la performance sportiva ma anche con il benessere dell’atleta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Alle scuole elementari e medie giocavo a calcio nella squadra del paese. In inverno ho partecipato a corsi di sci di fondo iniziando anche con le prime gare giovanili. Col passare del tempo ho deciso di buttarmi sulla corsa, perché nelle gare scolastiche mi piazzavo sempre bene ed avevo più soddisfazione da uno sport individuale che di squadra. Nell'individuale sei tu che ti dai da fare e sei tu che raggiungi l'obbiettivo; in quello di squadra dipendi anche dagli altri.

Dietro l’atleta c’è un mondo di persone, una rete sociale che supporta, sostiene, consiglia, coccola l’atleta, perché l’atleta per faticare e fare carichi enormi di allenamento ha bisogno anche di sperimentare periodi di serenità e riposo per rimboccare i serbatoi energetici ed emozionali.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o alla tua performance?Sicuramente ci sono molti fattori. I più importanti sono quelli umani, quelli emotivi. In base alla mia esperienza il più importante è quello di avere accanto una persona (fidanzata o moglie) che ti aiuta e ti capisce anche nei momenti un po' più complicati. Poi c'è anche chi ha la fortuna di essere seguito/a da un preparatore, adeguato ovviamente.

Lo sport permette di sperimentare il ciclo della vita, e cioè che non è sempre rose e fiori, che non ci sono sempre vittorie così come non ci sono sempre sconfitte, e quindi quando si vince bisogna vivere al massimo godimento il momento presente con la consapevolezza che tutto passa, tutto non è permanete e accettare anche il passare degli anni, l’arrivo di atleti più forti o più giovani.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?
Limone Extreme nel 2011. Anno in cui ho esordito nel mondo dello skyrunning. Ho vinto con un netto margine sul campione italiano uscente, risultato per me sorprendente.” 
La tua gara più difficile?Le gare più difficili sono state due: - nel 2016 alla Skymarathon del cielo, prova di selezione per la squadra Nazionale, mi trovavo in seconda posizione e quando, ad 1,5km dall'arrivo, pensavo fosse fatta, ho avuto un calo di concentrazione cadendo rovinosamente a terra; lesione di due legamenti e frattura dell'astragalo. E' stato il km più lungo della mia vita, ma ho guadagnato un posto ai Mondiali che ovviamente non ho mai corso. Al Giir di Mont di quest'anno. A metà gara ho dovuto fermarmi causa crampi; non riuscivo a ripartire e sarebbe stato saggio fermarsi del tutto. Ho però continuato fino alla fine sopportando i dolori e fermandomi ripetutamente. Ho ancora concluso nei dieci!”

Mi verrebbe da pensare che Daniele abbia voluto far vincere suo papà portando i suoi avversari fuori pista. In gare di corsa in montagna o ultra maratone a volte succede che i percorsi non sono ben segnalati, oppure il personale di vigilanza sia distratto, o comunque atleti siano tanche e non attenti nel seguire il percorso, a volte alcuni atleti pensano di ritirarsi e tagliano il percorso per arrivare prima, a volte si fanno più chilometri e si perdono vittorie altre voglie si accorciano chilometri e si vince facile, importante è sempre essere positivi e mettere in conto qualsiasi inconveniente e rifarsi la volta successiva.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Qualche anno fa stavo conducendo in testa una gara di corsa con le ciaspole, assieme al campione del mondo di corsa in montagna; mi stavo quindi giocando la vittoria. Arrivati ad un bivio mal segnalato ci siamo parlati ed abbiamo deciso di proseguire a destra, sbagliando. Molti atleti ci hanno seguiti. A danno ormai compiuto, gli organizzatori hanno apposto le bandierine, proprio nel momento in cui transitava mio padre che si è così aggiudicato la competizione. Il giorno dopo il giornale scriveva: "All'arrivo aspettano il figlio, ma arriva il padre!” Hahahahahahahahaha ha.”


Lo sport permette di conoscersi approfonditamente sia a livello di testa che di fisico, permette di sperimentare sensazioni ed emozioni forti e intense.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara? Allenamenti: nei lenti cerco di rilassarmi e godermi il panorama, la natura, tutto ciò che vedo e sento. In quelli più intensi cerco di capire come reagisce il mio fisico e soprattutto la mia mente, chiave di questo complicato sistema. Pregara: ricerco la massima concentrazione e preferisco starmene da solo presentandomi in partenza all'ultimo momento. Gara: provo un senso di liberazione subito dopo il VIA. Scarico subito la tensione accumulata precedentemente e sfrutto al meglio le energie che ho in corpo pensando a ciò che sto facendo. Post gara: se è andata bene me la gusto e cerco di capire come fare per migliorarmi ulteriormente. Se è andata come non volevo, aspetto il giorno successivo e analizzo la situazione.”

Lo sport, soprattutto quello in montagna dove c’è da attraversare sentieri e dislivelli altimetrici di percorso, aiuta a sviluppare resilienza con attenzione e osservazione dentro se stessi, nell’ambiente circostante, nei confronti degli altri atleti sia compagni di squadra che avversari per apprendere sempre e continuare ad andare avanti verso la meta o il traguardo.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?Praticando sport di montagna le difficoltà sono rappresentate dalle condizioni meteorologiche (specialmente in inverno) e dal terreno caratteristico dell'ambiente nel quale mi alleno. Molte volte mi trovo nei boschi oppure in quota su pendii rocciosi, creste e anche crepacci presenti in ghiacciaio. Di conseguenza i rischi di incorrere in infortuni più o meno gravi sono reali come d'altro canto rischiare di affaticarsi troppo portando il fisico ad affrontare sforzi troppo intensi.” 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
Con molta forza di volontà, cercando di restare lucido e calmo. Agitarsi ed innervosirsi peggiora solo la situazione. In caso d'infortunio, in base alla gravità, penso sempre che c'è qualcuno che sta peggio di me. Mi rimbocco le manche e ricomincio un po' alla volta.” 
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Lo SPORT è una SCUOLA DI VITA! Ti insegna e ti aiuta a superare le difficoltà quotidiane, piccole o grosse che esse siano.”

Lo sport fa sperimentare benessere e diventa come un orto da coltivare dove bisogna innaffiare anziché acqua tanto impegno e passione per continuare a fare le cose bene senza scorciatoie ed essendo sinceri con se stessi e gli altri.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?Sono affascinati e prendono esempio per la passione e l'impegno che ci metto. Tutto questo perché ciò che pratico mi fa stare bene con me stesso.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping?
Qualche anno fa sono stato avvicinato da alcune persone presenti a delle gare di corsa; mi hanno lanciato delle frecciatine, ma hanno subito capito che con me non attacca. Purtroppo però c'è sempre qualcuno che ci "casca"!” 
Un messaggio per sconsigliarne l’uso?Il FISICO è solo uno e la VITA anche, se sbagli nessuno te li ridà indietro!

Lo sport sviluppa tanta consapevolezza nelle proprie capacità possibilità, caratteristiche; inoltre incrementa la fiducia in sé nel sapere di poter riuscire a portare a termine una certa gara sperimentando sia benessere che performance ciò influisce anche sull'autostima.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?
Già sapevo di essere tenace, ma nel tempo, praticando questi sport ho rafforzato il mio carattere e soprattutto la fiducia in me stesso.”
Una tua esperienza che ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?Sono maestro di sci nordico e nel 2016 ho acquisito la specializzazione dell'insegnamento ai disabili. Ce la fanno loro, non vedo perché non dovrei riuscirci io che sto bene fisicamente.”

A volte lo sport mette sotto pressione gli atleti, soprattutto ad alti livelli dove molti sentono di dover dimostrare quello che valgono, a volte gli atleti sentono la pressione della gara perché bisogna confermare di valere una maglia azzurra, a volte quando si è sempre il numero 1 è difficile pensare di poter sbagliare, una non vittoria potrebbe essere considerata un fallimento. Bisognerebbe avere sempre la consapevolezza che ognuno ci mette il proprio lavoro, passione, impegno e poi quello che viene bisogna accettare, tutto lo staff dovrebbe essere dalla parte dell’atleta, dovrebbe tutelarlo nelle sue ansie e incertezze.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?
Secondo me è una figura fondamentale. Ad esempio, molti atleti forti non riescono ad esprimere le proprie potenzialità proprio per il fatto di non saper gestire situazioni emozionali come l'agitazione, l'ansia, la paura di non riuscire, ecc. Con l'appoggio di uno psicologo le supererebbero facilmente raggiungendo così gli obbiettivi prefissati.”

Nella mente degli atleti ci sono sempre sogni e obiettivi da portare a termine, più è grande la sfida e più è entusiasmante il percorso che porta al giorno della partenza, insieme la squadra sperimenta una viaggio di condivisione e aggregazione.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?
Il mio prossimo obbiettivo importante è il mondiale di skyrunning in Scozia.  Un sogno sarebbe quello di raggiungere una bella medaglia, almeno a livello di squadra.

Psicologo, Psicoterapeuta
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