sabato 2 febbraio 2019

Intervista doppia ai maratoneti Libera Caputo e Luciano Raffaele

Matteo Simone 

Lo sport permette di mettersi alla prova, di decidere e pianificare obiettivi sfidanti, difficili e anche complessi, lo sport permette di sperimentarsi e mettersi in gioco, di sfidare se stessi e altri amici o avversari. 

Di seguito Libera e Luciano raccontano la loro esperienza di atleti rispondendo ad alcune mie domande:.
Qual è stato il tuo percorso sportivo?
Libera:Ho iniziato a correre dopo un momento particolarmente delicato della mia vita. Ho iniziato a correre da sola, poi sono stata avvicinata da una società, mi sono tesserata e da lì ho iniziato a partecipare alle gare podistiche. Lo stesso percorso l'ho fatto nel triathlon.”
Luciano:Ho iniziato con le maratone, poi ho corso una 50 km, poi un’altra 50 km, poi una 6 Ore.”

Le donne che fanno sport, soprattutto le triatlete, diventano appetibili per le società, è importante per le società avere nella propria squadra donne. A volte ci sono gare di società e presentarsi con una rosa di atleti maschi e femmine più o meno motivati e intenzionati è un grande vantaggio.
Quale è stata la tua gara più difficile?
Libera:La gara più difficile alla quale ho partecipato è stata una gara di 13 km, che avevo già fatto con ottimi risultati, ma quest anno è stata particolarmente dura a causa di un problema fisico che mi ha impedito di correre al meglio per qualche mese.”
Luciano: Nella 6Ore, ha avuto al 59° km, un problema al ginocchio destro che mi ha bloccato per mezz’ora costringendomi a camminare.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Libera:Un episodio su tutti è quello accaduto alla corsa del ringraziamento del 30 dicembre. Ho corso 26 km in compagnia di alcuni amici podisti, con un’andatura importante, nonostante tutto abbiamo parlato tutto il tempo, scherzato e ricordato episodi della stagione appena conclusa.
Luciano: Nella prima 50km, al 45°km, non riuscivo a correre come volevo, mi sono inventato un’intervista con una giornalista sportiva, che mi rivolgeva una serie di domande, partendo da ‘cosa spinge un ragazzo di 29 anni a correre 50 km??’, fino a domande sul personale. Ha funzionato. Ho ripreso a correre senza problemi, e non nascondo che le domande me le faccio ancora quando sono in difficoltà o quando fatico a prendere sonno.”

C’ero anch’io alla corsa del ringraziamento, ottima organizzazione, partenza dalla grotta naturale di San Michele Arcangelo in Monte Sant’Angelo, un paese ancora incontaminato rimasto come una volta soprattutto il centro storico, percorso verso San Giovanni Rotondo attraversando discese, pianure e salite, incontrando tanti animali soprattutto mucche con corna altissime che ti vedevano correre e sfilare lungo i chilometri che dividono i due paesi mete di tantissimi pellegrini.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara)?
Libera:Innanzitutto una sensazione di benessere fisico, a volte ansia nel pre-gara, in qualche appuntamento importante, appagamento per il risultato ottenuto. Nel post-gara c’è sempre la voglia di fare sempre meglio.”
Luciano: Quando mi iscrivo ad una ultramaratona, cerco di immaginare il percorso mentale che farò in gara, la gioia della partenza, il rivedere gli amici, le difficoltà, la lotta mentale tra ‘fermati che ti fai male  e addio corsa’ e ‘dai che tutto passa anche questi 5 minuti in cui stai pensando di mollare’ e la voglia di arrivare; dopo il via della gara mi sembra di essere isolato dal mondo, corro con me stesso, inizia un viaggio di conoscenza interiore che mi sta aiutando tantissimo a migliorarmi e a smussare aspetti del mio carattere, oltre che ad affrontare le difficoltà quotidiane.”

Ricche sensazioni ed emozioni nel mondo dello sport, una ruota che gira ogni volta prima della gara ognuno ha le sue sensazioni, rituali, fissazioni; durante la gara in genere si scioglie tutto e si lascia fare al proprio corpo, e poi si fa il punto della situazione, si tirano le somme, si valuta l’accaduto per apprendere sempre e cercare di migliorare.
Cosa pensano familiari e amici circa il tuo sport?
Libera:Mi sostengono nella pratica sportiva.”
Luciano: Semplicemente che ‘c’è qualcosa che non va’. Dopo la prima 50 km, mia madre non mi ha parlato per una settimana. Poi però mi ha detto: “ascolta il tuo fisico e non esagerare, questa per la corsa è una passione, non deve diventare una droga.”

In famiglia si accorgono che si viene assorbiti dallo sport, soprattutto dalla corsa delle lunghe distanze dove si passano tante ore ma poi riconoscono che si fa per passione e con attenzione e allora i famigliari decidono di sostenerti.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?
Libera:Grazie allo sport ho capito che posso arrivare dove voglio. Ho scoperto di avere una grinta e una determinazione che non pensavo di avere, e che sto mettendo in pratica nella vita di tutti i giorni.
Luciano: Nelle tre ultra che ho concluso, ho approfondito la conoscenza di me stesso, ho imparato a conoscere i miei limiti e superarli, rispettando il mio corpo. A livello mentale, ho imparato che con il sacrificio, e il duro lavoro posso raggiungere qualsiasi obiettivo, quelli che sembrano ostacoli insormontabili, paure che destabilizzano, possono essere superati con la volontà di arrivare e di superarsi.”

E’ una continua ricerca e una continua crescita sia dal punto di vista atletico sportivo che a livello personale, atttraverso la pratica dello sport si riesce a conoscersi sempre di più, le proprie risorse personali, capacità, caratteristiche individuali, i propri limiti.
Hai mai pensato di smettere di fare sport?
Libera:No, lo sport è parte integrante della mia vita.”
Luciano: Non smetterò di essere ultramaratoneta, il percorso di crescita e conoscenza interiore è appena iniziato, i limiti da superare sono tanti, i km che voglio percorrere, per migliorarmi sono tanti, e li voglio percorrere tutti.”

E’ come intraprendere una psicoanalisi ma forse è più una psicoterapia esperienziale, in quanto il percorso è si lungo ma non si tratta di stare sdraiati sul lettino, ma ci si mette in gioco come succede con la psicoterapia della Gestalt che diventa un laboratorio vivo, una terapia esperienziale, si esce fuori dalla zona di confort disposti a sbagliare per imparare, ad andare in crisi per capire come superarle, come uscirne fuori.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
Libera:Il mio prossimo obiettivo è migliorare il personale nella mezza maratona e nella maratona. Inoltre vorrei concludere il mio primo Full Ironman.”
Luciano: L’obiettivo più vicino è scendere sotto le 3 ore in maratona e poi concentrarmi sulla 100km.”

Per raggiungere obiettivi difficili e sfidanti non è sufficiente solo allenamento fisico ma anche l’aspetto mentale conta tanto. Lo sport permette di crescere come persona, come atleta, nelle relazioni, permette di condividere allenamenti, gare e obiettivi con altri atleti, bella sfida il full ironman, ne so qualcosa, grazie mille Libera e Luciano.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

 

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