venerdì 5 luglio 2019

Matteo Raimondi, corsa in montagna e trail: Se ci si impegna, si può ottenere tutto

I sogni si possono raggiungere attraverso l’impegno e la pazienza
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

Interessanti i punti di vista degli atleti che si appassionano a uno sport, lo praticano, traggono insegnamenti per migliorare nello stesso sport in allenamento e in gara e anche insegnamenti per la vita parallela quotidiana familiare, lavorativa, relazionale.

Di seguito l’esperienza di Matteo Raimondi attraverso riposte ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Campione no, buon atleta si.” 
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica?Ho iniziato a correre a 16 anni seguendo le indicazioni di un inserto della Gazzetta (prima solo camminate in montagna e sci di fondo con i miei genitori la domenica). Il primo giorno ho corso 15’ e ho avuto mal di gambe per 3 giorni. Dopo una settimana ho incontrato per caso il mio allenatore che mi ha proposto di far parte della sua squadra. Nel giro di 2-3 anni ho aumentato i giorni di allenamento da 3 a 7-10 a settimana. A 19 anni ho smesso perché non mi andava che qualcuno mi dicesse cosa dovessi fare e ho ripreso 1-2 anni dopo da solo non smettendo più (se non durante i numerosi infortuni e malanni di stagione). Prima gare corte, mezze e poi gare di corsa in montagna e trail.”

Interessante questa testimonianza che depone a favore di scritti sullo sport e sulle buone prassi. A volte articoli e libri sono letti da persone che mettono in pratica quanto consigliato e poi si decide il da farsi in base all’esperienza fatta. A volte si inizia per caso e si scopre di aver talento o comunque si scopre che un’attività praticata produce benessere o buone sensazioni e si continua cercando di fare sempre meglio.
Nello sport quali fattori e persone hanno contribuito al benessere e performance ? “Credo che principalmente sia la passione e la libertà che mi dà la corsa e, subito dopo, il vedere che nelle gare facevo bene, mi spronava ad allenarmi di più. Sicuramente il mio primo allenatore di quando ho iniziato a correre, che mi ha insegnato ad allenarmi. Poi, negli anni, ho aperto anche un blog dove racconto le mie gare come delle storielle, e dove pubblico un calendario gare della nostra zona. Lavoro, inoltre, in un negozio sportivo nel reparto running. Il tutto mi ha fatto entrare ancora di più in questo mondo del running e conoscere un’infinità di amici che hanno la mia stessa passione per la corsa.”

Nella vita si devono incastrare delle cose, a volte si scopre una passione che si riesce a coltivare grazie anche a persone che consigliano e sostengono.
Quale esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare nello sport e nella vita?Una esperienza vera non c’è ma solo la convinzione che se ci si impegna, si può ottenere tutto, sia nella vita che nello sport, basta avere pazienza, costanza e passione. Se faccio una cosa mi piace farla bene e non in modo banale.” 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
I miei genitori non mi hanno mai imposto od ostacolato in uno sport (come d’altronde nelle scelte della vita). La corsa l’ho scelta io. Dopo tanti anni, mio padre mi segue ancora alle gare come primo tifoso ma sia che vinco sia che perdo è sempre lì che mi aspetta contento. Lo stesso fanno i miei amici o colleghi di lavoro che si informano se ho gareggiato e come sono andato.”

Lo sport, a volte, diventa un mondo interessante, competitivo, partecipativo ed è importante il benessere che ne deriva che si estende anche alle persone che circondano l’atleta che si interessano e sostengono.
“Quali risorse, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport?So di essere competitivo nelle gare brevi di 5-10 km su strada o, meglio ancora, su sterrato, dove si parte a un ritmo forte e si tiene fino all’arrivo (la volata è però il mio punto debole). Più la gara è collinare e meglio mi esprimo, anche se, negli ultimi anni, ho perso un po’ di velocità andando spesso ad allenarmi sui sentieri, cosa che mi dà più libertà. Ultimamente mi esprimo bene nei trail di 20-25 km dove bisogna usare un po’ più la testa e gestirsi. Noto spesso però, che se si vuole far bene in gara, bisogna volerlo. Negli anni passati spesso mi è capitato di vincere proprio perché quel giorno volevo vincere (o piazzarmi).

Per ottenere qualcosa oltre all’impegno e alla costanza bisogna anche credere in se stessi.
Che significa per te praticare attività fisica? “Libertà, avventura, obbiettivi da raggiungere, solitudine, scoprire posti nuovi e amici nuovi con cui battagliare o incontrare alle gare. Ormai da anni fa parte della mia quotidianità.” 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport?Il principale è la sensazione di libertà, di appagamento nello sforzo e la consapevolezza che se mi alleno meglio posso raggiungere i miei obbiettivi.” 
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A a cosa devi fare attenzione ?Più si è in forma e più si è al limite dell’infortunio. Bisogna stare attenti a dosare bene i carichi e gli scarichi. Negli ultimi anni passo sempre l’inverno infortunato per una causa o l’altra. Poi personalmente sono sempre soggetto a numerose tonsilliti che mi fanno stare fermo 4-5 volte all’anno.”

Lo sport può diventare uno stile di vita, un’opportunità per sfidare se stessi e gli altri, un modo per tenersi sempre in allenamento alla ricerca di buon sensazioni,
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dell'attività fisica?Le condizioni fisiche sono gli infortuni e le numerose tonsilliti. Il variare delle condizioni ambientali (caldo, freddo, pioggia, sole, altitudine) invece mi piace molto perché rende ogni allenamento meno monotono e spesso avventuroso.” 
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato di mollare?
Ormai la corsa è parte quotidiana della mia vita indipendentemente dal prepararmi alle gare o meno. Penso quindi di continuare a correre fino a che il corpo me lo consentirà. Poi camminerò o mi appassionerò a qualche altro sport.”

E’ importante sempre conoscersi bene, sviluppare sempre più la consapevolezza delle proprie capacità e limiti per capire in ogni momento cosa si può fare rimodulando sempre i propri obiettivi, mete, percorsi.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti ed in quali fasi?Penso che possa essere utile per chi vuole raggiungere un obbiettivo e prendere coscienza dei propri mezzi e delle proprie capacità per poi lasciarlo ‘libero’ di proseguire da solo con queste nuove consapevolezze su di se.”
Qual è stata la gara dove hai dato il meglio o hai sperimentato le emozioni più belle?Tante gare, se devo dirne una i campionati italiani assoluti di Trail sui sentieri dove di solito mi alleno in cui sono arrivato 5° assoluto oppure le belle battaglie per la vittoria finale con l’amico Brambilla in molte edizioni del Giro del Varesotto (un giro a tappe della nostra zona).”

Partecipare ai campionati italiani è sempre un bel prestigio e sono intense le sensazioni ed emozioni soprattutto se si arriva nelle prime posizioni, viene sempre di più la voglia di impegnarsi e far meglio.
Quale è stata la tua gara più difficile?Sinceramente non ricordo. Qualche gara sotto le aspettative ma erano buone per spronarmi a ritornare ad allenarmi meglio.” 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Sconfitte ed infortuni sono parte integrante dello sport e come tali vanno presi. Le sconfitte mi spronano ad allenarmi di più per ritrovare la forma. Per gli infortuni invece bisogna avere pazienza anche se manca la libertà ed i sogni di avventure che sa dare la corsa. Ma so che prima o poi passano e poi è bello, quando riprendo, sentire pian piano il corpo che ritorna in forma.

C’è un tempo per tutto, è importante non attaccarsi né ai momenti belli né ai momenti brutti, tutto passa, passa la gloria così come passa la sconfitta o l’infortunio, per ogni cosa c’è un tempo dedicato e un insegnamento dia per la vittoria che per la sconfitta dalla quale si apprendono anche lezioni importanti per progredire lungo la via della consapevolezza e del “goal setting” (pianificazione degli obiettivi).
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?Lo sport ti fa sognare, ti fa crescere. Certo, ti fa conoscere anche la fatica, le sconfitte ma sono sconfitte e fatiche belle, piene di amici veri, di avventure, d’imprese. Avevo scritto una volta un articoletto sul mio blog dal titolo: 'A te che non ci hai mai provato'

Matteo Raimondi nel suo articolo parla di libertà, che lui sperimenta in corsa. Di osare, permettersi di sbagliare per apprendere sempre una nuova lezione, rialzarsi sempre ad ogni sbaglio, ogni sconfitta, ogni sconfitta, interessante il suo blog.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l'uso?Per fortuna non mi è mai capitato. Dove sarebbe la sfida con se stessi se si prendono scorciatoie? Fa male al fisico ma fa male ancora di più al proprio io che sa di aver barato soprattutto verso se stessi. Per migliorare di quel 1% (si perché poi ti devi lo stesso allenare) non vale la pena perdere la salute e la faccia.” 
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?Ho imparato a conoscermi. Sei obbligato a conoscerti visto che tutti i giorni dell’anno ti trovi almeno quella mezz'oretta a stare solo con te stesso. Ho scoperto che i sogni si possono raggiungere attraverso l’impegno e la pazienza.”

Non bisogna aver fretta e non bisogna arrivare primi a tutti i costi, la fatica e la sofferenza è il vero valore dello sport che fa crescere e maturare le persone diventando più responsabili, consapevoli e riconoscenti per quello che riescono a fare, tutto il resto è finzione non è vera vita, si è morti viventi.
Hai un modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?Sinceramente no. Però ammiro l’impegno e l’umiltà di molti atleti. Nella corsa ad esempio ci sono Kilian Jornet, Giorgio Calcaterra e Marco Olmo.” 
C'è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed impegnarti?No, anche se mi piace leggere le imprese alpinistiche e le biografie degli atleti da cui traggo sempre voglia di avventura e di allenarmi.”

Siamo fortunati ad avere tanti esempi e racconti di atleti e loro imprese, ne è un esempio il nostro Giorgio Calcaterra che ha vinto 12 volte consecutive la 100km del Passatore e vedendolo correre trasmette serenità, umiltà e modestia, questo è lo sport che vogliamo oppure tanti che corrono nei deserti o tra i sentieri di montagna con la grande passione che diventa il loro motore senza bisogno di tanti soldi per spingerli, tanta motivazione intrinseca e poca motivazione estrinseca è la chiave del benessere e del successo allo stesso tempo.
Prossimi obiettivi e sogni realizzati e da realizzare?Poter correre è già il mio sogno e farlo sui sentieri di montagna ancora di più. I prossimi obbiettivi sono quelli di allungare il chilometraggio nei trail estivi.”

Sembra che il meglio debba ancora arrivare per Matteo Raimondi alla scoperta della grande fatica attraverso lunghissimi sentieri di montagna che fanno contattare il vero sé nel più profondo essere.

Nessun commento:

Translate