A cura di Matteo Simone, psicologo e psicoterapeuta Gestalt ed EMDR. Responsabile Nazionale Sezione Sport Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta (CISOM). Atleta e dirigente dell’ASD Atletica La Sbarra. Triatleta di Podistica Solidarietà. 21163@tiscali.it - 3804337230
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domenica 1 ottobre 2017
Alessio Peddis, runner: Il corpo fa quello che la mente le ordina
Lo sport non sempre ti dà cose positive ma a volte ti toglie anche salute e benessere, dipende da come ti poni con lo sport, come investi nello sport, cosa vuoi dallo sport; a tutto c’è un limite, bisogna sempre stare in contatto con i propri bisogni ed esigenze e comprendere quello che si può fare e come, bisogna sviluppare tanta consapevolezza delle proprie risorse e capacità ma anche dei propri limiti.
Di seguito l’esperienza di Alessio attraverso risposte ad alcune mie domande.Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Il mio percorso è stato semplice. Ho
iniziato per star bene fisicamente, poi mi ha preso la voglia di fare di più,
mi sono iscritto ad una società
sportiva, ho corso per 10/anni come amatore master.”
Vito e Palas in mountain bike sul Cammino di Santiago
Vito e Palas sono abituati ad imprese sportive molto difficili multisport e anche in autonomia, si spostano in bici, di corsa, a nuoto, e soprattutto Vito partecipa a gare estremissime come l’Ultraman, una gara composta da 10km di nuoto, 420 di bici e 84km di corsa, cosa impensabile per i comuni mortali ma anche impensabili per runner, maratoneti e ultramaratoneti, così come ha portato a termine la Race Across America in meno di 12 giorni, percorrendo circa 5.000km, la media di più di 400km al giorno, cose bizzarre e straordinarie con l’assistenza della moglie e di un team preparato.
martedì 26 settembre 2017
Marco Stravato: Ritornare al nostro mondo, lasciando indietro il “sapore del Tor”
Un paio di anni feci a
Marco la seguente domanda: “Hai un sogno
nel cassetto?” La sua risposta fu la seguente: “La nove colli running, ma di più l’UTMB e la TDG, il trail, come dicevo
lo preferisco ultimamente.” Ora toccherebbe rifare la stessa domanda a
Marco per la TDG ossia il Tor Des Geants
che tradotto significa il Giro Dei Giganti, Marco l’ha portato a termine e
quindi, ora è il momento di riorganizzarsi, per pianificare nuovi obiettivi
sfidanti e prendere la direzione per conseguirli trasformano sogni in realtà.
Di seguito Marco ci
racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande: Come hai deciso di
fare questa gara?
“E' l'evoluzione del mio essere, non fermarsi mai e cercare sempre nuovi
orizzonti, da podista di strada sono partito, come quasi tutti, con la 10 km,
la ½ maratona, la maratona, e a questo punto c'è chi si ferma o torna alle
origini e chi è portato mentalmente ad andare oltre, ultra come la 100 km del
Passatore. Da trailer è stata un po'
la stessa cosa, ecomaratona del Chianti, 100 km del Sahara, poi un bel giorno
un mio amico mi spinge a partecipare alla 130 km delle vie di San Francesco, lì
forse è partita la testa, ho corso per 3 anni continuativi la 100 km Tuscany Crossing oltre a partecipare a
molte gare un po' più corte, nel frattempo ho saggiato il monte Bianco con la
TDS 2014, l'anno scorso la UTMB e quest'anno ho provato la preiscrizione e sono
stato estratto, veramente già avevo provato nel 2015 e per fortuna che non sono
stato sorteggiato, visto che è stato annullata durante lo svolgimento, per mal
tempo.”
domenica 24 settembre 2017
Cavalcare in modo resiliente l'onda del cambiamento
Psicologo, Psicoterapeuta
Tutto
passa, tutto cambia, importante cavalcare in modo resiliente l'onda del
cambiamento, individuare sempre nuove mete, nuove possibilità, nuove sfide e
prendere la direzione verso dove vogliamo andare, dove vogliamo arrivare e
come, cosa vogliamo raggiungere con la consapevolezza delle proprie capacità e
dei propri limiti credendo sempre più in se stessi, fidandosi e affidandosi,
together is much better.
Si
possono fare grandi cose fino a che arriva un impedimento per qualsiasi motivo
ed allora bisogna essere resilienti e pronti al cambiamento, capire cosa si può
fare, non abbattersi ma cambiare solamente gli obiettivi, rimodularli in base
alle proprie condizioni fisiche attuali. Per ogni problema c’è almeno una
soluzione, chiuso un portone se ne possono aprire tanti altri, comunque
l’esperienza fatta fa parte del bagaglio culturale ed esperienziale
dell’individuo e serve nel futuro a darti sempre una mano per andare avanti con
pazienza un passo alla volta con consapevolezza e rispettando i propri limiti.
Il passaggio alle ultra ti fa maturare, ti fa scoprire il vero sé, ti fa
contattare la tua propria essenza, essendo davvero un viaggio dentro di te
introspettivo alla ricerca dei come e dei perché senza giudizio.
Scegliamo la vita anche se comporta il mettersi in gioco e il rischiare di sbagliare
Siamo
noi che possiamo scegliere la direzione e mobilitare le energie per andare dove
vogliamo, verso un maggior benessere verso mete e obiettivi difficili e
sfidanti ma raggiungibili, cercando di trasformare sogni in realtà e se non ci
riusciamo sorridiamo e riproviamo in modo diverso apprendendo dall'esperienza e
non isolandoci in una zona di troppo confort, scegliamo la vita anche se
comporta il mettersi in gioco, il rischiare di sbagliare.
Riporto
la breve testimonianza di Loredana Gabrieli : “Io sto
raggiungendo obiettivi che mai avrei pensato, basta provarci e non arrendersi.”
Ci vuole convinzione, grinta, forza, determinazione per dedicarsi ad un periodo di preparazione atletica. Il percorso per raggiungere obiettivi può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni.
L'esercito dello sport grazie ai selfie
Puoi scegliere se poltrire e chattare o metterti in movimento alla ricerca di persone in carne ossa, salire sul treno dello Sport, faticare in compagnia, confrontarti con gli altri, condividere albe e tramonti, parchi e ville, strade, sentieri e piste.
Allenamenti
e gare e poi quanto meno porti a casa un po' di selfie che fanno parte
dell'allenamento così come lo stretching, le andature, le ripetute, il fartlek,
la progressione, il lento.
Grazie
ai selfie riesci a rendere gradevole l'allenamento, a memorizzare momenti
importanti di fatica, gesti atletici più o meno performanti, in certo qual modo
allenamento e fatica vengono assorbiti e metabolizzati, ti puoi vedere e
rivedere come fatichi, puoi studiare il tuo gesto atletico e quello degli
altri, puoi apprendere dall'esperienza, ti puoi rivedere domani e dopodomani,
puoi essere auto-ironico e umorista, puoi superare momenti difficili ridendo del
passato trascorso con amici di avventura, questo è lo sport che vogliamo noi
amatori, per i professionisti tutto cambia, tutto è diverso, si fa sul serio.
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