Su consiglio di un mio amico e collega ho visto questa
stupenda produzione cinematografica dal titolo “Ferro 3 – La casa vuota”: questa
favola del regista coreano Kim Ki-Duk mi ha incuriosito moltissimo. Ma al di là
del grande valore artistico che una pellicola del genere può avere (rimando ai
siti specializzati e a critici più esperti di me in questo settore per una
analisi dettagliata), quello che mi piacerebbe condividere con voi in questa
sede è una chiave di lettura più “gestaltica” che ha reso questo film, per me
studioso del settore, un esempio fiabesco di una piena integrazione della
personalità, obiettivo auspicato in ambito psicoterapeutico da cliente e
terapeuta.