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venerdì 28 febbraio 2014

Come si possono trarre lezioni preziose dalla scuola della vita



I momenti brutti passano, proprio come quelli belli, l’importante è non mollare, avendo fiducia e pazienza, perché con il lavoro i   risultati prima o poi arrivano.
 
Michele Fontana
(pluricampione italiano in pista e nel cross)

 
Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso.
William Hart  

  

In fisica il termine resilienza indica la proprietà di un materiale di resistere a stress, ossia a sollecitazioni ed urti, riprendendo la sua forma o posizione iniziale.

Generalmente la persona resiliente tende a “leggere” gli eventi negativi come momentanei e circoscritti e ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda (locus of control interno-dipende da me); inoltre, tende a vedere i cambiamenti come una sfida e un’opportunità, piuttosto che come una minaccia. Di fronte a sconfitte e frustrazioni questi individui sono capaci di non perdere la speranza.

Abraham Maslow: “Lo stress è in grado di annientare le persone se queste sono fin dall’inizio troppo deboli per tollerare l’ansia e le difficoltà; altrimenti, se sono già sufficientemente forti da affrontare le avversità a viso aperto, esse le supereranno e si ritroveranno rafforzate, temprate e ancora più forti”

Lo psichiatra William Glasser ha intervistato decine di persone uscite in eccellenti condizioni da svariate esperienze di pressione estrema, nel tentativo di scoprire come hanno fatto a evitare l’esaurimento (il cosiddetto burnout).

E’ emerso che la maggior parte di costoro era affetta da una sorta di “dipendenza positiva”, ossia avevano  un’attività prediletta, come per esempio la bicicletta o il jogging, che si sentivano tenuti a praticare.

Tra le attività emozionali gradevoli si possono annoverare iniziative come trascorrere del tempo in compagnia di un caro amico, portare i figli in posti che amano, cucinare una cenetta per una persona che ci piace, godersi una festa in famiglia, vedere un film divertente o fare qualcosa di speciale con la persona che si ama. Ridere è una potente medicina!

Le persone più resilienti sono come bambini mai cresciuti, uno spirito curioso e giocoso contribuisce direttamente alla resilienza, perché il non prendere le cose troppo sul serio e il  porre domande aiuta a scoprire come uscire da circostanze difficili.

Gli individui che dopo aver vissuto un evento negativo attivano un processo resiliente non rimangono “intrappolati” nel dolore ma risanano le ferite assumendosi il controllo della propria esistenza e riorganizzando la propria vita.

Essere resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio, affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali, relazionali e contestuali.

Se un atleta è fortemente motivato nel voler praticare il suo sport che comporta lavori, sacrifici, rinunce, affronterà le sconfitte a testa alta, complimentandosi con se stesso per quello di buono che è riuscito a fare finora, complimentandosi con l’avversario per la bravura dimostrata in quell’occasione, anche perché prima o poi lo trovi uno più forte o che comunque riesce a batterti; in questo caso un aspetto importante del vero campione è la resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza; il concetto di resilienza è presente anche nelle persone che subiscono traumi, quelli che possiedono questa caratteristica non vanno incontro a stress acuti, o disturbi post traumatici di stress, ma ne escono più forti, con un valore aggiunto.

Il dottor Siebert, psicologo clinico fondatore del Resiliency Center of Portland, spiega come si possono trarre lezioni preziose dalla scuola della vita in cinque passi:

·         Passo 1: dopo aver avuto un’esperienza importante, rivivetela mentalmente, in modo da chiarirvi bene cosa è accaduto. Poi ripercorrete la scena come un osservatore esterno.

·         Passo 2: descrivete l’esperienza. Raccontatela a u amico o riportatela sul diario. Siate osservatori obiettivi. Non si impara né quando si giustificano le proprie azioni né quando si è ipercritici nei confronti di se stessi. Quando riuscite a osservarvi con distacco vi ponete in condizione di elaborare delle opzioni di comportamenti diversi.

·         Passo 3: domandatevi: “Che cosa posso imparare da questa esperienza? Se ricapitasse la stessa cosa, che cosa potrei fare in modo diverso e che cosa alla stessa maniera?”

·         Passo 4: Immaginate di parlare o agire con maggiore efficace la prossima volta.

·         Passo 5. Provate a raffigurarvi mentalmente la vostra risposta migliore e più efficace. Nella vostra immaginazione, guardatevi compiaciuti mentre, la prossima volta, padroneggiate al meglio la situazione.


Essere resilienti significa essere duttili e flessibili, accettando di sbagliare, sapendo di poter rivedere e correggere le proprie azioni.

Sentimenti come il piacere, l’allegria, l’appagamento, la soddisfazione per il proprio lavoro, l’amore e l’affetto, unitamente a qualche bella risata e a momenti calorosi trascorsi con gli amici, rafforzano le capacità mentali essenziali alla soluzione dei problemi.

Alcuni tipi di attività gradevoli accrescono la forza di resilienza, il gioco, per esempio, contribuisce a sviluppare capacità fisiche, autocontrollo e conoscenze, oltre a migliorare la salute. I piacevoli momenti trascorsi con gli amici rafforzano il sistema immunitario e arricchiscono il patrimonio di risorse sociali cui si può attingere in tempi difficili.

Tra i fattori individuali che promuovono la resilienza vi sono: avere relazioni sociali intime, flessibilità/adattabilità (essere cooperativi, amabili e tolleranti e inclini al cambiamento), essere assertivi e saper chiedere aiuto, sensibilità interpersonale, autoefficacia, locus of control interno, capacità di porsi degli obiettivi e di trovare strategie adeguate per conseguirli, progettualità futura, ottimismo, senso dell’umorismo, rete sociale di supporto informale.

Tutte queste caratteristiche possono essere incrementate con un lavoro di mental training che permette al campione di eccellere partendo da un lavoro di autoconsapevolezza per individuare e cercare le proprie risorse personali e proseguendo con un lavoro sul goal setting e sviluppo di autoefficacia personale.

Bibliografia

Hart W., LA MEDITAZIONE VIPASSANA come insegnata da S.N. Goenka Un’arte di vivere, Edizioni ARTESTAMPA, 2011, Modena.

Sielbert A., Il vantaggio della resilienza, come uscire più forti dalle difficoltà della vita. Edizioni AMRITA, Torino, 2008.

Simone M., Psicologia dello sport e non solo, Aracne editrice, Roma, 2011.

Simone M., Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale, Sogno Edizioni, Genova, 2013.

Simone M., O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Edizioni ARAS, Fano, 2013.

 


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