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giovedì 6 febbraio 2014

Libro “Psicologia dello sport e non solo”

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta

E’ libro tecnico ma anche divulgativo, per: atleti professionisti ed a livello amatoriale, praticanti sport individuali o di squadra; psicologi, studenti di psicologia, tecnici e staff medico di società sportive, famigliari di sportivi.
Argomenti trattati nel libro sono lo sport, la psicologia dello sport, la psicoterapia della Gestalt, la psicologia dell’emergenza, l’EMDR, l’incontro con l’altro, la maratona, il doping.
Vengono illustrati l’approccio, le metodiche e le tecniche per l’ncremento della performance sportiva e per il migliorare della prestazione anche attraverso l’EMDR“Eye Movement Desensitization and Reprocessing”.
Nel testo si parla di incontro di professionalità, di mondi, l’atleta porta il mondo dello sport fatto di sudori, delusioni, infortuni, incoraggiamenti, rinunce, pressioni, lo psicologo porta il mondo psicologico teorico esperienziale e quindi il relazionarsi, l’accogliere, l’invitare l’altro, il contatto, il dialogo, le metafore.
Quando si parla di psicologia dello sport si parla di diversi incontri dello psicologo con la squadra, con l’atleta, con il team, con un famigliare e quindi hanno valore il rispetto, l’interessamento, la fiducia, la scoperta nell’altro, negli altri e in se stessi. Questo avviene in uno spazio di manovra abitabile dai diversi attori in campo dove può avvenire, si può sperimentare un contatto, un dialogo, un espressione/comunicazione di esigenze, difficoltà, perplessità, disagi.
La risoluzione di quest’ultimi può essere proposta attraverso un lavoro, un porre l’attenzione sulla consapevolezza, responsabilità, il riconoscimento di priorità, gli investimenti, il definire gli obiettivi, il cercare le risorse disponibili e quelle da potenziare.
La visualizzazione può essere utile per diversi motivi, ad esempio nell’individuare un posto sicuro, sperimentato già o immaginario dove la persona ritiene di trovarsi in una condizione di serenità, di sicurezza, di tranquillità e qui può rifugiarsi quando ne sente la necessità, il bisogno, per recuperare le energie, le risorse per affrontare una situazione complessa, difficile che richiede una preparazione attenta e completa. La visualizzazione può essere usata come forma di allenamento ideomotorio, si può visualizzare, immaginare l’esecuzione di un gesto atletico cercando di utilizzare tutti i sensi, uditivo, tattile, visivo, olfattivo ed osservare cosa accade, dove c’è l’intoppo, dove avviene la difficoltà, l’errore e questo per cercare di correggere e superare la difficoltà. La visualizzazione può essere usata anche come anticipazione della prestazione, per sperimentare sicurezza nel compiere la prestazione, in modo che poi nella realtà ci si senta più sicuri nell’esecuzione della prestazione, della performance.
Si considerano gli obiettivi, le priorità. Obiettivi di chi? Dell’atleta, della squadra. Quanto è importante lo sport nella tua vita? Cosa sei disposto a fare o a rinunciare per raggiungere i tuoi obiettivi?
La psicologia dello sport prevede anche un lavoro sulla corretta gestione dello stress che può comportare problemi in allenamento, quando i carichi di lavoro sono o sembrano eccesivi, o non si riesce a rispettare i programmi di allenamento o ci si sente inferiori rispetto agli altri amici di allenamento; lo stesso può riguardare anche la gara, la condotta di gara, il pre-gara, si può avere il timore di non riuscire, si può non credere sulle proprie capacità, si possono temere troppo gli avversari, si può essere troppo convinti di non riuscire, di riavere un infortunio; lo stress può anche essere relativo ai famigliari, ai componenti del team che possono avere pretese, possono fare pressione, possono non apprezzare, possono non premiare; lo stress può riguardare anche la gestione del successo, di quello che ne deriva, controlli antidoping, intrusione dei mass-media, contatti eccessivi degli sponsor, degli amici, delle richieste di conferma della prestazione; lo stress può riguardare il post carriera, il sentirsi finiti, l’elaborare la fine di un mondo accogliente, sostenente, di ricchezze, di agevolazioni, ci si può sentire non essere in grado di investire in altro.
Essendo maratoneta non potevo non parlare di maratona, un obiettivo che va maturando nel corso degli anni, ci si arriva a step, ma c’è differenza tra amatori ed assoluti, per entrambi è importante la gradualità, l’impegno, lì’adattamento progressivo, quindi si passa dai 10 km, si passa per la mezza maratona per giungere alla maratona.
Mi permetto anche di dare suggerimenti circa la preparazione atletica a pag. 39: “È indispensabile fare progetti credibili a se stessi, un ottimo punto di partenza è credere di essere in grado di fare qualcosa, perché ci si sente di esserlo, perché si è sperimentato gradualmente dei miglioramenti.
Bisogna capire come impiegare le proprie risorse, su chi si può puntare, su chi si fare affidamento.
Bisogna sapersi monitorare nel corso del tempo, sapersi testare o farsi testare, saper svoltare al momento opportuno, se cambiano gli interessi, le esigenze, gli obiettivi, le situazioni.
Nella preparazione atletica è importante considerare la preparazione fisica, la preparazione nutrizionale, la preparazione mentale.”
Un capitolo è dedicato alla psicoterapia della Gestalt in cui sono specializzato, trattasi di un approccio fenomenologico, esistenziale, è un approccio diretto, immediato con la persona, informale, non necessita obbligatoriamente di un setting, quindi si può lavorare direttamente sui campi di allenamento, di gara, pone attenzione alla consapevolezza, alla responsabilità individuale.
Un capitolo è dedicato alla psicologia d’emergenza, anche nello sport si lavora in emergenza, può capitare che l’atleta voglia risolvere un problema nell’immediato e quindi come succede in emergenza è importante documentarsi, essere disponibili, essere presenti, normalizzare eventualmente un problema, un fastidio, una preoccupazione, è importare permettere ed agevolare l’espressione di richieste, e non ultimo è importante la costruzione di reti, il collegamento delle figura professionali che gravitano attorno all’atleta. Così illustro a pag. 111 quello che può avvenire in un contesto di emergenza e che può essere trasportato in un contesto sportivo.

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

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