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mercoledì 24 settembre 2014

Lo stile di vita degli over 60 per vivere in salute e serenamente

Le abitudini degli over 60 che possono aumentare il livello di stress possono essere, per esempio, la convinzione di essere saturi di conoscenze, competenze e quindi il non lasciare spazio a nuove nozioni, le più strane, le più sorprendenti, le più elementari. Gli over 60 dovrebbero essere più propensi ad ascoltare ed avvicinarsi alle persone più lontane culturalmente da loro, con umiltà cercando di apprendere sempre di più e di essere disposti a valutare di cambiare una propria abitudine, una propria convinzione consolidata nel tempo. E ciò sia riguardo all’alimentazione, per esempio è importante scoprire gusti nuovi, alimenti nuovi e non ancorarsi alle proprie preferenze, ai gusti consolidati nel tempo. Gli over 60 devono ritagliarsi più tempo per stare con persone che vogliono bene o con le quali stanno bene assieme, devono imparare ad imparare, ad apprendere nuove modalità per trascorrere il tempo libero.
Per star bene gli over 60 devono dedicare del tempo agli altri, quindi dare e ricevere, trasmettere competenze, informazioni e ricevere sorrisi, saluti, ringraziamenti; devono diventare consulenti della vita, dei saggi che raccontano aneddoti, episodi, ridendo di quello che gli è accaduto, di quello che hanno rischiato.

domenica 21 settembre 2014

Una metafora sull’autocarro per comprendere il proprio comportamento


Importante per la persona l’attenzione verso le cose che si fanno o che si evitano, importante fare le cose con un’attenzione ed un interesse costante e non per abitudine, accorgersi di quello che si fa.

Una possibilità di esplorare la realtà interiore e di percorrere il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente, è illustrata da William Hart nel libro LA MEDITAZIONE VIPASSANA -  Un’arte di vivere (1):

 “Questo istante, il presente, è proprio il più importante. Non possiamo vivere nel passato, perché se ne è andato. Non possiamo vivere nel futuro, perché ancora non esiste. Possiamo vivere solo nel presente.

Se siamo inconsapevoli delle nostre azioni presenti, siamo condannati a ripetere gli errori del passato, e non potremo mai riuscire a realizzare i nostri sogni nel futuro. Se siamo in grado di sviluppare la capacità di essere consapevoli del momento presente, possiamo servirci del passato, come guida, per regolare le nostre azioni future.

Questo è il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente.”

Per comprendere il nostro comportamento riporto una metafora illustrata da Mark Nickerson ad un Congresso Nazionale sull’EMDR: “

Io non mi fermavo mai, nemmeno al buio, mi sforzavo di essere sempre al massimo. Brutto tempo o strade brutte, non mi fermavo mai, ero un pericolo vagante.

E infine, mi sono schiantato, in quel momento ho capito che dovevo cambiare qualcosa, avevo bisogno di aiuto.

Ho compiuto un passo grande e ho trovato un terapeuta. Un passo alla volta, ho iniziato a fare dei progressi. Ora tengo il mio parabrezza pulito, così posso vedere dove sto andando.

Ho imparato a condividere la strada con gli altri, ho imparato a fidarmi della mia parte più saggia in caso di aiuto.

Staffetta podistica dedicata agli atleti che sono deceduti durante la pratica sportiva


Il 13 settembre 2014 a Roma presso lo Stadio Nando Martellini, alle Terme di Caracalla, alle ore 08,00 ha preso il via la diciannovesima edizione della la staffetta podistica dodici per un’ora “Memorial Alberto Rizzi” Trofeo Acsi Campidoglio Palatino, organizzata dall’ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani). La gara è stata valida anche come campionato italiano Acsi dell’ora di corsa.

Riporto le parole di uno degli ideatori di questo Memorial, Vincenzo Rizzi: “Tutto inizia dopo una tragica giornata di uno spaventoso giovedì del 14 settembre del 1995 quando alle otto di mattina, in un splendita giornata di sole, nostro fratello Alberto Rizzi veniva travolto da un autocarro sulla Via Ardeatina mentre percorreva in bicicletta, insieme a due compagni, fortunatamente illesi, quella maledetta strada che lo avrebbe dovuto portare da Ostia fino a Rocca di Papa.

Alberto scompariva all’età di 41 anni, il più piccolo di 14 tra fratelli e sorelle della Famiglia Rizzi. Era un medico del pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia, appena aperto e volle sempre operare al pronto soccorso, amato da colleghi e pazienti che gli hanno dedicato una targa proprio nel pronto soccorso ben visibile ancora oggi. Da allora, come famiglia Rizzi, abbiamo cercato un modo adeguato e diverso per poterlo ricordare e, grazie all’intuizione di Enrico Pitti, tecnico di atletica allo stadio delle Terme di Caracalla e Mario Placidini, giornalista, appassionato di atletica che conosceva molto bene Alberto, decidemmo di dedicargli una manifestazione podistica.

Nel dicembre del 1995 decidemmo di riprendere la staffetta dodici per un’ora che era stata sospesa da diversi anni. La prima edizione si disputò proprio Sabato 14 settembre del 1996.


Supportare l’allenatore e gli atleti


E’ importante innanzitutto impostare una buona relazione con l’allenatore, sarebbe opportuno fare con lui un lavoro sulla consapevolezza; a fine partita o comunque appena possibile sarebbe da chiedergli come si sente, come si è sentito, quali sono stati i momenti più entusuasmanti o più difficili per lui durante, prima o dopo la partita. Un altro momento importante è prima della partita, sentire lui cosa potrebbe preoccuparlo e di cosa è sicuro, è importante far leva sia sulle sue risorse, sui punti di forza, sia sulle sue preoccupazioni. Poi si lavora su come fare per ovviare ai punti di debolezza, quali sono le qualità, caratteristiche da potenziare.

Importante osservarlo durante gli allenamenti. Proporgli di scrivere su quello che è avvenuto durante l’allenamento, durante la gara. Fargli parlare dei vari giocatori cosa fanno di buono, se migliorano, le differenze tra i vari ragazzi. Chiedere dei suoi obiettivi, cosa vorrebber aggiungere, come si vede tra qualche anno.

Poi è importante lavorare anche con i ragazzi, innanzitutto è importante dargli la disponibilità di poter parlare fissando un incontro anche informale, perché potrebbero temere, soprattutto all’inizio di essere visti e quindi giudicati deboli psicologicamente.

Ogni atleta desidera essere rinforzato per la qualità della sua prestazione più che per la vittoria.

Talvolta, invece, l'allenatore è più preoccupato a vincere o a non perdere piuttosto che essere interessato alla prestazione dei suoi atleti.

MOVE Week: settimana dedicata a sport e attività fisica


Nella settimana dedicata allo sport, il più grande evento europeo Now We Move coordinato in Italia dall’Uisp, ha l’obiettivo di combattere la sedentarietà e rendere “100 milioni di cittadini europei in più attivi entro il 2020”.

MOVE Week si svolge quest’anno dal 29 settembre al 5 ottobre ed è un momento dedicato alla celebrazione dello sport e dell’attività fisica. Unisce eventi di sport ed attività fisica in tutta Europa offrendo opportunità di partecipazione e allo stesso tempo dando dimostrazione dei benefici che sport e attività fisica possono portare ai singoli cittadini e alla società intera.

UNISCITI ALLA MOVE Week 2014

Di seguito alcuni eventi che saranno organizzati a Roma dall’associazione di promozione sociale IL CORTILE COLORATO:

29 settembre e 01 ottobre ora 20.00-21.30 La Capoeira: sport e non solo

Roma Laboratorio permanente di arte - circonvallazione Casilina 119/A - zona Pigneto

Psicologia dello sport e non solo: libro tecnico ma anche divulgativo


E’ libro tecnico ma anche divulgativo, per: atleti professionisti ed a livello amatoriale, praticanti sport individuali o di squadra; psicologi, studenti di psicologia, tecnici e staff medico di società sportive, famigliari di sportivi.

Argomenti trattati nel libro sono la psicologia dello sport, la psicoterapia della Gestalt, la psicologia dell’emergenza, l’EMDR, l’incontro con l’altro, la maratona, il doping.

Sono trattate le difficoltà, disagi dell’atleta che possono essere di natura emotiva, di attivazione ottimale, di bassa autostima, possono riguardare pensieri disturbanti, le difficoltà possono anche essere relazionali, relativi ad una figura professionale che gravita attorno al mondo dell’atleta.

Essendo maratoneta non potevo non parlare di maratona, un obiettivo che va maturando nel corso degli anni, ci si arriva a step, ma c’è differenza tra amatori ed assoluti, per entrambi è importante la gradualità, l’impegno, lì’adattamento progressivo, quindi si passa dai 10 km, si passa per la mezza maratona per giungere alla maratona.

Vengono illustrati l’approccio, le metodiche e le tecniche per l’ncremento della performance sportiva e per il migliorare della prestazione anche attraverso l’EMDR“Eye Movement Desensitization and Reprocessing”.

Mi permetto anche di dare suggerimenti circa la preparazione atletica a pag. 39: “È indispensabile fare progetti credibili a se stessi, un ottimo punto di partenza è credere di essere in grado di fare qualcosa, perché ci si sente di esserlo, perché si è sperimentato gradualmente dei miglioramenti.

domenica 7 settembre 2014

MOVE Week: settimana dedicata alla celebrazione dello sport e dell’attività fisica


MOVE Week si svolge quest’anno dal 29 settembre al 5 ottobre ed è un momento dedicato alla celebrazione dello sport e dell’attività fisica. Unisce eventi di sport ed attività fisica in tutta Europa offrendo opportunità di partecipazione e allo stesso tempo dando dimostrazione dei benefici che sport e attività fisica possono portare ai singoli cittadini e alla società intera.

La visione generale della campagna NowWeMove e della MOVE Week è quella di raggiungere 100.000 cittadini europei in più attivi entro il 2020. La campagna è costruita su tre pilastri:

1. AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA sui benefici dello sport e dell’attività fisica tra gli Europei;

2. FAVORIRE una più ampia partecipazione alla pratica sportiva;

3. AUMENTARE le opportunità di accesso all’attività sportiva sviluppando nuove iniziative.

Solo l’1% degli Italiani pratica attività sportiva sul luogo di lavoro contro il 19% in Bulgaria e il 15% in Danimarca.

Pedalare contro la corrida e il maltrattamento degli animali: “BIKE FOR ANIMALS”


A primavera sono venuto a conoscenza del progetto “BIKE FOR ANIMALS” e cioè percorrere 2.500 chilometri da Torino, città del toro, a Caceres nella Regione Spagnola dell’Extremadura ed attraversando la Francia per manifestare contro la barbarie della corrida, sensibilizzando i cittadini dell’Europa al rispetto degli animali.

Ho valutato l’idea di partecipare a questo tour denominato: “BASTA CORRIDA TOUR 2014” ed ideato da Paolo Brabon, un ciclista vegano che già il 2012 ha percorso 2.200 km con altri due ciclisti per lo stesso motivo, da Torino a siviglia portando gli stessi messaggi attraverso il progetto denominato “BIKE FOR PETS”.

Fin dall’inizio mi sembrava un’impresa quasi assurda, estrema, i km mi sembnravano tantissimi, anche perché io sono maratoneta e negli ultimi anni ho sperimentato le ultramaratone, cioè distanze superiori alla maratona, di 100km ed oltre, quindi mi è capitato di fare una tipologia di sport considerata estrema in quanto si corre per tante ore, di giorno e di notte e con diverse condizioni atmosferiche.