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venerdì 24 luglio 2015

La formulazione degli obiettivi (goal setting): Obiettivi, Risorse, Autoefficacia

“Ho cercato, sin da piccolo, di vedermi in campo l’ultima domenica di Wimbledon giocare la finale, per me è sempre stato l’obiettivo numero uno”.
       DJOKOVIC (1)


La formulazione degli obiettivi (goal setting): definizione degli obiettivi attraverso un lavoro di conoscenza delle proprie risorse e potenzialità, un lavoro di consapevolezza volto a sviluppare un senso di autostima e sicurezza nei propri mezzi.
Ricerca, installazione, potenziamento delle risorse: è possibile utilizzare un approccio di “Eye Movement Desensititation Reprocessing” (EMDR) per cercare di individuare e potenziar le risorse occorrenti per una prestazione immediata ottimale.
Autoefficacia: cercare di aumentare l’autoefficacia personale attraverso tecniche adeguate come visualizzazioni, memorie di prestazioni positive, l’individuazione di modelli vincenti per noi rappresentanti un punto di riferimento.
Siamo tutti in grado di perseguire i nostri sogni e raggiungere obiettivi significativi: “important it is to have clear goals (importante è avere chiari gli obiettivi)”.
E’ necessario innanzitutto formulare obiettivi a breve, medio e lungo termine, obiettivo a breve termine scadenza uno o due mesi, obiettivo a medio termine sei mesi , quello a lungo termine un anno.
Gli obiettivi devono essere significativi, stimolanti, chiari, difficili ma non inarrivabili, mirati al miglioramento graduale della prestazione più che al risultato
“Quando ti dai obiettivi troppo elevati e non sei in grado di raggiungerli, il tuo entusiasmo si trasforma in amarezza. Cerca una meta più ragionevole e poi gradualmente sorpassala. È il solo modo per arrivare in vetta.” (Emil Zatopek)
Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.
F.Cantaro e G.Guastalla, nel loro testo Il segreto della PNL, illustrano l’importanza di avere chiari gli obiettivi: “Solo con una chiara e dettagliata idea di quelli che sono i tuoi propri obiettivi la mente riesce ad organizzare comportamenti in funzione del raggiungimento dell’obiettivo stesso.
Descrizione in termini multisensoriali: quanto più i tuoi sensi sono coinvolti nella descrizione precisa dell’obiettivo tanto più ti sentirai motivato, e più facile sarà attingere alle tue risorse interne per perseguire le mete desiderate.”
L’autoefficacia è la convinzione della propria capacità di fare una certa cosa, o in altre parole, di raggiungere un certo livello di prestazione. L’autoefficacia viene definita dallo psicologo Albert Bandura come: “La fiducia che una persona ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico.
Le fonti delle convinzioni di efficacia
Affrontare con successo una situazione è la via più proficua per acquisire un forte senso di efficacia.
I successi determinano una solida fiducia nella propria efficacia personale. I fallimenti invece la indeboliscono, in particolar modo qualora si verifichino prima del costituirsi di un saldo senso di efficacia. L’acquisizione di un solido senso di efficacia richiede il superamento di ostacoli per cui è necessaria la perseveranza nell’impegno.
La seconda delle principali vie per la creazione e il rafforzamento delle convinzioni di efficacia è costituita dall’esperienza vicaria fornita dall’osservazione di modelli. Vedere persone simili a sé che raggiungono i propri obiettivi incrementa nell’osservatore la convinzione di possedere anch’egli le capacità necessarie a riuscire in situazioni analoghe.
La persuasione è il terzo mezzo capace di consolidare la convinzione delle persone di essere in possesso di ciò che occorre loro per riuscire. Le persone che sono state convinte verbalmente di essere in possesso delle capacità necessarie per compiere efficacemente determinate attività hanno più probabilità di attivare un impegno maggiore e più prolungato.
Chi è abile nel migliorare il senso di efficacia fa in modo che non si cimentino prematuramente in situazioni che hanno buone probabilità di condurre a frequenti insuccessi. Incoraggia, inoltre, a misurare i propri risultati in temini di miglioramento personale piuttosto che di confronto competitivo con gli altri.
Anche l’umore entra in gioco: lo stato d’animo positivo aumenta il senso di autoefficacia e quello negativo lo diminuisce, le persone dotate di un buon senso di efficacia considerano il proprio stato di attivazione emotiva come qualcosa che facilita l’azione dando energia, mentre quelle sfiduciate vivono la stessa attivazione come debilitante.
Quando il paziente viene in terapia non riesce più ad usare in modo utile per sé le sue risorse, a volte è convinto di non possederne affatto, il terapeuta dovrà invece essere in grado di vederle.
Le risorse di cui il paziente ha bisogno risiedono nella sua storia personale.
Migliorare la prestazione con l’EMDR
Si tratta di una metodologia che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione ritmica destro–sinistra per trattare disturbi legati ad esperienze passate o a disagi presenti dei soggetti.
L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR) è un approccio psicoterapeutico integrato e trasversale che si focalizza sulla risoluzione delle problematiche, conflitti, disagi attuali considerando che ciò che accade ora deriva dalle informazioni, ricordi del passato, antichi che sono stati congelati nella memoria.
Dal lavoro con l’EMDR, i ricordi, le informazioni, vengono rielaborate dal paziente con l’aiuto di appropriate stimolazioni bilaterali e si passa ad un lavoro sul futuro.
La focalizzazione dell’EMDR è sul ricordo dell’esperienza o esperienze traumatiche che hanno contribuito a sviluppare la patologia o il disagio che presenta il paziente per elaborarla a livello emotivo, cognitivo e a livello delle sensazioni corporee.
L’obiettivo dell’EMDR è di riprendere l’informazione, l’immagine, il ricordo originale e permettere al paziente di rielaborarlo in modo che l’informazione congelata diventi adattiva nel presente.
Negli ultimi anni ci sono stati molti studi e ricerche scientifiche sull’EMDR che hanno confermato la sua efficacia nel trattamento del trauma e dello stress.
Il modello di riferimento è conosciuto come Elaborazione Adattiva dell’Informazione, Si assiste ad una risoluzione adattiva quando avvengono collegamenti con associazioni adeguate e l’esperienza è usata in modo costruttivo da parte del soggetto e viene integrata in uno schema emotivo e cognitivo positivo.
Dal lavoro con l’EMDR, i ricordi, le informazioni, vengono rielaborate dal paziente con l’aiuto di appropriate stimolazioni bilaterali e si passa ad un lavoro sul futuro, su come il paziente vorrebbe affrontare le prossime situazioni dove in genere si trova in difficoltà e, quindi si invita il paziente ad immaginare come potrebbe sperimentarsi nel futuro prossimo adesso che le sue convinzioni, le sue credenze, i suoi blocchi sono cambiati, che cosa potrebbe cambiare, cosa si immagina in quelle situazioni.
La pratica dell’EMDR è anche un metodo di MENTAL TRAINING finalizzato al benessere del singolo e al miglioramento della prestazione. Essa è stata recentemente applicata agli ambiti sportivi con notevole successo.
Può essere usato anche con professionisti che non hanno tempo per un’ampia preparazione. Innanzitutto aiutare la persona a sviluppare una fiducia in se stesso per un impegno imminente.
Il terapeuta aiuta la persona a valutare quello che già sa fare ai fini di una Prestazione Ottimale e rimane focalizzato sulla prestazione imminente del paziente. Qualsiasi cosa che vada al di fuori del presente compito è considerata una distrazione. Le distrazioni interne, quali dubbi su se stessi o preoccupazioni è meglio metterle da parte.
Si spiega che si lavorerà sui temi del passato quando si avrà più tempo, ora è opportuno focalizzarsi sull’evento imminente, quindi concentrarsi sulla prestazione imminente e rinforzare quello che sa già fare.

(1) Corriere sport stadio 2.7.2011.
(2) F.Cantaro, G.Guastalla, Il segreto della PNL, Sonda, 2009, p. 109.


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