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lunedì 6 luglio 2015

Marco Albertini: Ultramaratoneta grazie ai miei spingitori

Ho visto Marco Albertini durante la durissima gara ultramaratona di 50 km Pistoia Abetone. 

Marco era spinto da due validissimi atleti Daniele Cesconetto e Antonio Mammoli, Salivano e correvano come un treno, ed io affannavo piano piano un passo alla volta per portarmi avanti fin su al traguardo.
Successivamente ho contattato Marco per rivolgergli alcune domande interessanti per la stesura del mio libro Ultramaratoneti e gare estreme ed ecco le interessanti risposte alle mie domande:
Ti puoi definire ultramaratoneta? Si, credo che io possa definirmi un ultramaratoneta visto che, grazie ai miei spingitori ho potuto partecipare a: 3 Pistoia-Abetone, 2 Trasimeno e 1 Passatore, finora.

Nonostante la sua disabilità, Marco sta dimostrando che si può partecipare a gare estreme grazie a persone che dedicano il loro tempo a fare uno sport assieme, a condividere la fatica per raggiungere un obiettivo difficile, sfidante ma raggiungibile ed in modo anche divertente ed insolito.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? Per me essere un ultramaratoneta significa avere un’opportunità unica nel suo genere, data la mia ‘condizione fisica’ ahahahah.

Marco è davvero una persona speciale, si diverte tantissimo facendo sport e facendo fare sport estremo ad i suoi accompagnatori.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? Ho iniziato a partecipare a delle maratone facendomi spingere da un gruppo conosciuto tramite amici, nel giro di 3 anni, da questo si è creata un’importante associazione a Prato. Successivamente, siccome io volevo partecipare a gare di diverso tipo rispetto a quelle che organizzavano loro per le persone disabili, appunto le ultramaratone, sono uscito dall’associazione è ho continuato per conto mio con un amico che mi spinge.”

Come tutti gli ultramaratoneti, Marco non si accontenta ma piace andare oltre, non gli basta partecipare a semplici gare podistiche ma vuole di più, a Marco piace osare, a Marco piacciono le sfide e per affrontare queste sfide ha degli amici accompagnatori che lo sostengono, lo spingono, lo supportano, sono felici con lui, con il suo sport, assieme portano in giro il messaggio che con la disabilità si può fare tante cose, le più impensabili, le più sorprendenti, le più difficili.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?
 
La motivazione principale ad essere ultramaratoneta penso sia il fatto che non è sicuramente qualcosa di ‘ordinario’, soprattutto considerando la mia disabilità.”

Il segreto di questa passione sta nell’andare oltre l’ordinario, nel fare qualcosa di non routinario, nel dimostrare che una persona considerata disabile non deve per forza stare ferma a casa o al lavoro ma può coltivare passioni, può svagarsi, correndo, in qualsiasi modo ed in ogni posto sia possibile ed accessibile e il mondo questo lo deve sapere e deve prepararsi ed attrezzarsi per far si che tutti con ogni modalità possano partecipare a qualsiasi competizione.
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?
 
Beh quello che mi spinge a continuare è il divertimento e il fatto che ogni gara è sempre diversa dalle altre.”

Marco quando gareggia è sempre sorridente, si diverte a vedere le persone che lo circondano sorprendersi della sua performance atletica assieme ai suoi spingitori, cerca le gare le più estreme, le più difficili, a Marco piace vedere altri soffrire, mentre lui viene portato in carrozza dai suoi spingitori molto aitanti e fieri di fare anche loro qualcosa di più estremo.
C’è una gara estremi che non faresti mai? "Credo sia un esempio, la Nove Colli, per problemi logistici.”

Marco è consapevole dei suoi limiti, ma credo che se i suoi accompagnatori gli propongono di fare anche la Nove Colli Running di 202 km, lui accetterebbe la sfida per divertirsi faticando per un tempo anche di 30 ore.
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme? Devo dire che chiunque ha appoggiato sempre la mia decisione.”

Penso che i famigliari e gli amici di Marco, forse inizialmente sono stati un po scettici rispetto alla partecipazione a gare podistiche ma poi hanno scoperto una nuova vita di Marco e sono orgogliosi e forse anche un po invidiosi rispetto alle sue performance ed alle persone che gli dedicano tempo.
Ti va di raccontare un aneddoto? Ci sarebbero tanti di aneddoti da raccontare, ma credo che fare gli ultimi 600 metri della penultima Pistoia-Abetone, con la gomma bucata, non ha prezzo.”

Gli imprevisti si mettono sempre in conto ma l’importante è avere il giusto approccio e non scoraggiarsi mai, essere sempre positivi e rialzarsi da qualsiasi caduta, Marco lo farebbe ogni volta con sorriso ed allegria, inoltre immagino un rapporto stupendo con i suoi angeli spingitori.
Hai un sogno nel cassetto? Sinceramente no, ma non escludo di poterne avere in futuro.

Credo che se gli venga proposto da organizzatori o dai suoi cari amici spingitori di fare qualcosa di estremo, non si tirerebbe mai indietro, oramai credo che si fidi ed affidi ai suoi sostenitori.

Un'intervista a Marco è riportata nel mio libro Ultramaratoneti e gare estreme, Prospettiva editrice, Civitavecchia, 2016.
Sport & Benessere 1 | | ed novembre 2016
Chi sono gli ultramaratoneti? Cosa motiva questi atleti? Quali meccanismi psicologici consentono loro di affrontare gare estreme? Cosa li spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
Questi i quesiti che si è posto l’autore Matteo Simone per stendere questo libro, si parla di ultramaratone e di gare estreme per lunghezza kilometrica, per condizioni fisiche-naturalistiche e metereologiche nelle quali si affrontano i percorsi, per le richieste mentali poste a questi atleti. Il testo consente di calarsi nella realtà degli ultramaratoneti, grazie all’esperienza diretta dell’autore ed al contributo di centinaia di atleti intervistati che hanno condiviso le loro esperienze di gara. Vi sono i racconti di amanti della corsa e di atleti professionisti. In primo piano è il vissuto esperienziale degli atleti, le loro problematiche, le loro convinzioni, le loro paure, le loro esperienze di vita e i loro successi. Come ci ricorda la psicoterapia della Gestalt è nell’esperienza che risiede la conoscenza. Un libro affascinante che riporta le motivazioni di queste persone, che tratteggia le loro strutture caratteriali. Un testo che permette di avvicinarsi a questo tipo di discipline considerate estreme e impossibili.

Marco è menzionato nel mio libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida
Articolo acquistabile con 18App e Carta del Docente. Editore: Psiconline
Collana: Punti di vista. In commercio dal: 13 giugno 2019
Descrizione
La Resilienza e l'Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo. Il termine Resilienza deriva dalla metallurgia; indica la proprietà di un materiale di resistere a stress, ossia a sollecitazioni e urti, riprendendo la sua forma o posizione iniziale, così come le persone resilienti possono affrontare efficacemente momenti o periodi di stress o disagio. Così come avviene negli sport di endurance, resistere e andare avanti, lottare con il tempo cronologico e atmosferico, con se stessi, con i conflitti interni; a volte sei combattuto e indeciso, tentato a fermarti, a rinunciare. Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l'autoefficacia personale nell'ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l'ultracorsa diventa una palestra di vita. Si impara a valutare che per ogni problema c'è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze. La pratica dell'ultramaratona permette di conoscere e scoprire delle risorse interne, che in situazioni ordinarie sono insospettabili. L'adattamento graduale a situazioni di estremo stress psicofisico permette di esprimere delle caratteristiche che hanno a che fare con la tenacia, la determinazione, la resilienza, che accrescono la forza mentale per andare avanti, per raggiungere un obiettivo prefissato, per superare eventuali crisi lungo il duro percorso

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