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mercoledì 13 gennaio 2016

Pasqualino Onofrillo: Sperimenterò i miei limiti nell'attraversare l'Appennino Tosco-Romagnolo!


Pasqualino è un Avvocato, podista, scrittore che ho conosciuto in occasione di una gara della distanza superiore della maratona svoltasi a Lucera a dicembre 2015.

In questo tipo di gare a circuito, si ha l’occasione di conoscere se stessi, di come rapportarsi alla fatica, ma si ha l’occasione di conoscere anche gli altri partecipanti, di scambiare informazioni, suggerimenti, incoraggiamenti e si instaurano anche belle relazioni, così ho avuto modo di approfondire la conoscenza di Pasqualino a cui ho posto alcune domande relative alla sua passione di corridore che riporto di seguito.
Ho avuto modo di leggere anche il suo libro “10 anni di corsa”, molto leggero e scorrevole e scritto benissimo, una sorta di elogio alla maratona ed alla sua squadra Podistica San Salvo, anche belle foto.
Ti puoi definire ultramaratoneta?Attualmente ancora no. Sono sicuramente un maratoneta, visto che ho corso 35 maratone e, come "regalo" per i miei 50 anni, ho deciso di disputare la 100 km del Passatore. Ovviamente ciò comporta che io debba allenare tanto la testa oltre che il fisico e così ho provato a compiere il primo passo nel modo delle 'ultra' con la '6 Ore Sveva' a Lucera.”
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Non posso rispondere a questa domanda essendo la mia esperienza di ultra maratoneta agli albori e, onestamente, devo anche ammettere di non essere molto attratto da questo mondo. Quel che mi affascina e mi attrae è l'impresa nella sua unicità, ovvero, cerco di spiegarmi meglio, non mi attrae il mondo delle "ultra" inteso nel disputare un certo numero di sei ore o dodici ore o addirittura la 24 ore ma vengo attratto dalla gara specifica (nel mio caso la 100 km del Passatore) che ha sicuramente qualcosa di affascinante, epico ed eroico. Partire da una città bella e ricca di storia come Firenze in direzione Fiesole per poi "scavalcare" gli Appennini (sul Passo Colla) per poi scendere per la bassa emiliana fino a giungere a Faenza mi stuzzica non poco, in quanto l'essenza del corridore (inteso come colui che corre con gli occhi rivolti al paesaggio, alle città, alle persone che sono affacciate alle finestre delle loro case) non è tanto quello di guardare l'orologio per poter vantare la prestazione super ma è quello di "assaporare" il paesaggio fotografandolo con lo sguardo della fatica (non necessariamente con una macchina fotografica o con un cellulare).
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
Sono praticamente, ai primi passi. Per preparare il Passatore 2016 ho svolto la mia prima sei ore in dicembre dopo aver disputato in Settembre la maratona del Piceno, in Ottobre la maratona di Pescara ed in Novembre la Verona Marathon. Prima del Passatore vorrei disputare almeno un paio di sei ore per poter abituare il mio fisico ad un impegno prolungato.

Pasqualino ha capito che questo sport è una sfida su se stesso, è qualcosa di importante e bisogna arrivare preparati dopo aver stilato un buon programma di preparazione step by step.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?Posso rispondere, anche in questo caso, in parte. In ogni caso la motivazione principe ad essere un maratoneta/ultra maratoneta è unicamente quella di stare bene fisicamente (tenendo sotto controllo tutti i valori principali che dopo una certa età cominciano ad alterarsi) e psicologicamente (il giorno seguente ad una maratona/ultra disputata in una certa città, ti senti il Re di quella città).”
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?Ho appena cominciato e, spero, di poter continuare al meglio questa esperienza, almeno fino al mio obiettivo primario: la Firenze-Faenza.”

Pasqualino ha scoperto la corsa, il lungomare dove allenarsi, gli amici di allenamento, la sua squadra di appartenenza, le gare in giro per il mondo, la famiglia disposta a seguirlo, ed ora non è disposto assolutamente a mollare l’amore per la sua passione corsa.
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta?Chi corre sa benissimo che questo inconveniente è sempre dietro l'angolo. Per fortuna con l'esperienza (e di solito l'ultramaratoneta ne ha da vendere) spesso si riesce a gestire questa problematica, aumentando i riposi e non esagerando in certi frangenti.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?Beh, con molta semplicità credo che sperimenterò i miei limiti nell'attraversare l'Appennino Tosco-Romagnolo!”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano a partecipare a gare estreme?Sicuramente quello dei ‘piccoli passi’, ovvero dopo la prima fase di riscaldamento/rodaggio porsi come primo obiettivo il passaggio ad uno step intermedio (ad es. i 21 km della mezza maratona), dopodiché cercare di fare più km possibili entro le tre ore di gara; successivamente concentrarsi sulla maratona, ossia cercare di chiudere i 42 km in un tempo ‘decente’; cercare di arrivare alle 5 ore con un chilometraggio pari almeno a 50 km (6' al km.) e infine porsi come obiettivo mantenere quel ritmo di gara tenuto fino a quel momento fino alla fine della competizione. Ovviamente se si riesce a fare una buona parte di ciò che ho appena descritto, ossia il 70/80 %, è già un risultato soddisfacente.”
 
Pasqualino si è fatto il suo programma mentale di avvicinamento all’obiettivo prefissato, step by step, una cosa alla volta pian pianino, gradualmente lo porterà a concludere la sua impresa.
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile?La 'Sei Ore Sveva' a Lucera e qualche maratona svolta con una condizione precaria.”
Quale gara estrema ritieni non poter mai riuscire a portarla a termine? “Quella per la quale non sono adeguatamente preparato fisicamente/mentalmente.
C’è una gara estremi che non faresti mai?Si quella dove ci sono troppi rischi legati al percorso (corse estreme in montagna) o alle condizioni atmosferiche (quelle nel deserto).”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?Il fatto di poter pensare che con l'andare avanti con l'età (quest'anno compirò i fatidici 50 anni) c'è sempre un traguardo ambizioso/impegnativo da raggiungere. Avere un obiettivo da raggiungere è il sale della corsa ma, forse, è anche della vita!”
Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme?Lasciamo perdere...riassumo l'argomento con una fotografia di casa mia: la domenica mattina puntualmente al mio ritorno dal lungo (20/25 km.) vado a svegliare mio figlio quindicenne che non ne vuole sapere di alzarsi dal letto e dopo ampia discussione si giustifica dicendomi ‘mamma mia che mal di schiena che ho stamani’, ma non dispero, prima o poi lo convincerò ad iniziare a correre così come ho fatto (parzialmente) con la mamma.
Che significa per te partecipare ad una gara estrema?Significa compiere l'impresa di partire in un determinato luogo ed arrivare ad un altro attraversando paesaggi e territori particolari. Nello specifico devo confessare che Il Passatore ha qualcosa di affascinante: ricordo che quando ero bambino (10/12 anni) guardavo alla TV il programma sportivo delle 18,30 circa chiamato SPORT SERA ed in una puntata ricordo benissimo il servizio su questa gara podistica chiamata con il nome di un brigante. Ricordo nitidamente il volto di colui che tagliò per primo il traguardo (ovviamente non ricordo il suo nome) e la cosa strana è che fin da allora non mi ha fatto mai tanta impressione sapere che esisteva una gara di 100 km, quasi fosse una cosa normale.”
Ti va di raccontare un aneddoto?
Ne avrei tanti da raccontare ma quello al quale sono più legato è l'aneddoto capitatomi al 35^ km della Miami Marathon che ho disputato nel Gennaio 2009. Disputai quella maratona con una canotta tricolore (ero uno dei pochissimi italiani in gara su oltre 8000 partecipanti) allorché vidi da lontano un signore anziano (over 70 anni) che mi fissava: più mi avvicinavo e lui più lui mi guardava; giunto in prossimità mi gridò con un forte accento meridionale ‘Italia’, ‘Italia’, ‘Italia’. Io sorrisi e lo salutai con un bel ‘Ciao’."
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?La capacità di sopportare sopportare tutto, non solo la fatica della gara, ma sopportare tante cose del mio quotidiano, in particolare del mio lavoro. Inoltre, credo di aver affinato la capacità di arrivare ad un obiettivo senza mollarlo, in quanto prima che iniziassi a correre ero più fatalista invece adesso mi impegno molto, intensamente (soprattutto mentalmente) a perseguire il risultato prefissato, ovviamente tenendo conto dei miei limiti.

Pasqualino assorbe tanto dalla corsa in termini di risorse personali e capacità che gli permettono di essere più resistente anche nel lavoro e nell’impegnarsi a raggiungere i suoi obbietti e ad ottenere quello che ambisce.
Come è cambiata la tua vita famigliare e lavorativa?In famiglia occorre essere degli equilibristi, mi spiego meglio. Avendo una famiglia che tendenzialmente non ama correre è sempre difficile spostarla con me in occasione di manifestazioni sportive. Allora il segreto è fare scegliere a loro (moglie + figli) dove il papà dovrà svolgere la prossima maratona, tanto per me saranno sempre 42 km di corsa, mentre per loro ci sarà una nuova città da visitare! Dal punto di vista lavorativo è cambiato poco, in quanto il tempo che dedico alla corsa è marginale (week end in particolare), mentre in settimana, a fine giornata lavorativa, svolgo qualche seduta nella mia personale palestra.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti?
Rifarei tutto quello che ho fatto....anche perché non è granché .!!! Forse avrei cercato di fare qualche maratona in più, per esempio quella di New York che purtroppo manca nel mio palmares.”
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?L'unico farmaco che prendo prima di una maratona è un ‘Aulin’ per il mio mal di schiena, stare quattro ore in piedi (di corsa) non è proprio una passeggiata per la mia schiena un po' malandata. In estate faccio uso dei normali integratori che ci danno nelle gare per combattere la disidratazione, ma nulla più anche perché sono convintissimo che tutto il resto servirebbe a ben poco. Se potessi far uso di qualcosa di ‘illecito’ vorrei rubare un po' di tempo per averne di più per allenarmi, mi basterebbe per prepararmi meglio alle maratone-obiettivo!”


Pasqualino è consapevole che la bellezza dello sport non è solo la gara ed il suo risultato ma anche gli allenamenti lo svolgere sedute di allenamento impegnative e quindi perché sottrarsi a tutto ciò con sostanze o altri metodi dopanti c per ottenere risultati finti che non si reggono sulla tua preparazione?
Ai fini del certificato per idoneità attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali?
No nulla in particolare. Tengo sotto controllo la mia pressione arteriosa, che mi fa dannare non poco. Inoltre, essendo un donatore di sangue abituale, faccio le analisi di routine.

Hai un sogno nel cassetto?Disputare una maratona con almeno uno dei miei figli, sarei disposto a correrla anche in ginocchio!

Riporto un'intervista a Pasqualino nei miei libri:
“Sport, Benessere e Performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta" edito da Prospettiva Editrice. 
“La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.

Pasqualino è menzionato nei seguenti miei libri: 
“L’ultramaratoneta di Corato. Esperienze, sensazioni, emozioni e aspetti psicologici di un atleta di corsa delle lunghe distanze” di Matteo Simone, Giuseppe Mangione. 
“Cosa spinge le persone a fare sport?”, Aracne Editrice. 

Matteo SIMONE 380.4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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