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venerdì 25 marzo 2016

Matteo Colombo vince il Trail Ballando 2016, 30km e 1200mt d+



 

Matteo Colombo vince in 2 ore e 24 minuti il Trail Ballando 2016, 30km e 1200mt d+ lungo sentieri e boschi delle colline di Rivergaro e del Monte Denavolo. MATERIALE OBBLIGATORIO CONTROLLATO ALLA PARTENZA DA GIUDICE UISP: Giacca antivento, riserva idrica mezzo litro, 1 barretta energetica, telo termico, fischietto, scarpe rigorosamente da…TRAIL.

Matteo Colombo, un atleta amante della montagna, dei sentieri, delle ultra trail e ultra sky marathon, una sorta di superman della corsa capace di correre in libertà nei boschi, sentieri e montagne alla ricerca di sensazioni particolari, per sperimentare sempre nuove emozioni ed alla caccia della pura adrenalina che va in circolo e ti permette di andare avanti instancabilmente.

Un po di tempo fa ho invitato Matteo a rispondere a un questionario che ho predisposto che mi sta permettendo di conoscere questo fantastico ed affascinante mondo degli ultrarunner di strada, di sentieri, di pista. Ecco cosa raccontava Matteo Colombo del TEAM TECNICA ITALIA:

Che significa per te partecipare ad una gara estrema?

“Correre mettendomi sempre in gioco con me stesso, con gli altri e con la mia mente, la quale governa sempre il mio corpo.”

In effetti emerge la sfida a sfidare se stessi, mettersi alla prova, ma anche sfidare gli altri, arrivare prima dell’altro, riuscire in una gara dove un altro non riesce.

Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?

“Ho iniziato con il mezzofondo ed il fondo su strada per poi appassionarmi e dedicarmi quasi ed esclusivamente alla corsa in montagna su distanze ‘ultra’.”

Come tanti si inizia a correre da ragazzi in strada o su una pista di atletica se vi è una disponibile e poi pian piano se la distanza chiama ci si inoltra in percorsi sempre più ardui e difficolosi come salite impervie o sentieri di montagna.

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?

“In primis la passione e l’amore per la corsa e la montagna; poi, indubbiamente, il piacere di competere con me stesso e con gli altri corridori, oltre al fatto di poter raggiungere obbiettivi importanti… Tuttavia, la mia prerogativa più importante, a prescindere dalla distanza, è il piacere di correre in mezzo alla natura e di condividere momenti di gioia e di euforia con chi assieme a me corre con questo spirito.”

Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?

“Non sposto in avanti nessun limite fisico… corro tanto perché mi piace e più corro più il mio corpo, la mia mente ed il mio spirito stanno bene e sono in pace con il mondo.”

Se ti avvicini all’ultramaratona è difficile poi staccarsi, è come una droga, una dipendenza, ti va sperimentare sensazioni particolari che vuoi sempre risperimentare, ti fa trovare in situazioni difficili dalle quali ne vuoi uscire ma per ritornarci sempre.

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?

“E’ sempre stata mia abitudine non andare mai a ridosso del mio limite estremo … cerco sempre di conservare quel 5% delle mie energie per poi sfruttarlo appieno nel recupero post-ultra e per potermi allenare anche nei giorni seguenti alla mia gara.”

Matteo è molto oculato, calcolatore, previdente, cerca di non osare, di non strafare e sa rispettare i momenti di recupero.

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?

“La mente umana è già di suo un abisso da scoprire, se poi cerchiamo di capirla durante la corsa di lunga distanza, la questione si fa molto molto complicata !!! Ti posso dire che quando sono nelle situazioni di difficoltà (crisi di stanchezza, fame, sonno ecc…) la mia mente elabora e pensa a dei rinforzi positivi e/o negativi tale per cui il mio corpo riesce a superare la crisi reagendo alla difficoltà. Quando invece sono in una situazione di relax e calma cerco il più possibile di sgomberare i pensieri, distendo la mente e godo delle bellezze e delle magnificenze di Madre Natura.”

Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile?

“Ronda Dels Cims 170 km 14000mt D+ (Andorra Ultra Trail); Ultra Trail di Corsica 110 km e 8000mt. D+ “

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?

“Ho scoperto di avere una bella capa dura, di avere un fisico che è predisposto a questa tipologia di imprese e ho imparato a gestire e a controllare le mie emozioni e miei stati d’animo soprattutto nei momenti di difficoltà e debolezza… per me correre significa anche migliorarmi in qualità di persona nel mio quotidiano e nella mia vita privata, lavorativa, sociale, famigliare ecc… “

Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa?

“Mi alleno tutti i giorni e anche quando lavoro “mi alleno” (insegno corsi di aerobica, step e Total Body nelle palestre della zona in cui vivo!!!)… correre è diventato uno stile di vita, una bella abitudine giornaliera !!! Ovviamente cerco sempre di ponderare bene le mie energie senza strafare…Correre fa bene al mio corpo, al mio spirito, alla mia mente… e rinforza il mio carattere… cerco sempre di vivere alla giornata senza trascurare nessun aspetto importante della mia vita privata. E’ giusto e doveroso dare spazio ed attenzioni a tutto ciò e a chi è parte integrante della mia vita!!!”

Ai fini del certificato per attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali?

“Due volte all’anno sono monitorato e testato in Aeronautica militare all’Istituto di Medicina Legale Angelo Mosso a Milano dove sono sottoposto a test cardiologico incrementale e massimale e ad ecocardiografia.”

Hai un sogno nel cassetto?

“Come tutti del resto, io in particolar modo ne ho 3, che ovviamente non svelo. Sono scaramantico!!!

L’ultramaraona è impegnativa, è faticosa, comporta anche un investimento in termini di tempo, ma se c’è la passione, non ti ferma più nessuno, con il cuore, la testa e le gambe vai ovunque, inoltre l’amicizia aiuta in questo tipo di sport, la condivisione della fatica, della difficoltà unisce ed avvicina.

 



 

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