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sabato 30 aprile 2016

Alessia Urbinati: Trovare la giusta strategia per far passare la palla oltre il muro

Matteo Simone 

Sport come metafora della vita per Alessia Urbinati, giocando a pallavolo se trovi davanti a te il muro devi capire come fare per andare oltre-

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Alessia attraverso risposte ad alcune ime domande. 
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Pur non avendo giocato ad altissimi livelli mi è capitato almeno un giorno nella vita di essermi sentita una campionessa nel mio sport (la pallavolo). Durante il secondo set di una partita, la mia squadra e quella avversaria erano in una situazione di parità. Toccava a me andare alla battuta. Non nego che la paura di sbagliare era tanta, ma fortunatamente grazie a quella battuta sono riuscita a far guadagnare alla squadra il punto decisivo per vincere il set. 

venerdì 29 aprile 2016

Il talento senza un duro lavoro non ti porta lontano



Psicologo, Psicoterapeuta

 

Ci vuole convinzione, grinta, forza, determinazione per dedicarsi ad un periodo di preparazione atletica, in base agli obiettivi, può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni.

Quindi, la cosa importante è decidere le priorità, gli obiettivi e impegnarsi per il raggiungimento, da soli è difficile, più è alto l’obiettivo, più sono le pretese, più è alto l’impegno, il costo in termini di soldi, di investimento di tempo.

Il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale.

 Lo dice Vincenzo Abbagnale in un intervista riportata su Ideasport: «Il talento conta molto, ma senza un duro lavoro non ti porta lontano. Di me penso che la natura qualcosa mi ha dato, ma tutto quello che ho conquistato in questo anno è stato frutto del lavoro svolto, che è fondamentale». (1)

Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l'autoefficacia dell'atleta.

Franco Draicchio, runner: Siamo noi che dobbiamo far sì che i sogni si avverino


Seconda edizione della 6 ore de' Conti, organizzata dalla ASD Poditica Valmisa, sabato 2 luglio 2016 con partenza alle ore 18:00 per terminare alle ore 24:00.

Serra de Conti, incantevole borgo in provincia di Ancona, anche per quest’anno è stata confermata la collaborazione con le Grotte di Frasassi che metterà a disposizione di tutti gli iscritti un buono per visitare le grotte. Tutte le informazioni sul sito www.seioredeconti.it di seguito si racconta uno degli organizzatori Franco Draicchio.
Ti puoi definire ultramaratoneta?Credo di sì ormai alla soglia delle 111 maratone e ultra.”
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Per me essere ultramaratoneta non è solo percorrere una distanza superiore alla maratona ma riuscire a pensare di correre visto i miei 100 kg.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?Sono partito correndo nel quartiere dove abitavo ma sentivo da subito il richiamo della maratona.”

giovedì 28 aprile 2016

Roberto Brunori: Ho realizzato il sogno di vincere un Campionato Italiano con record


L’anno 2015 ho partecipato alla mia prima gara di nuoto un 1.500, per molti una gara lunghissima, ma per me abituato alle utramaratone si trattava solamente di 60 vasche non avevo fretta, gli altri si e infatti quest’anno hanno eliminato questa gara lunghissima perchè ci ho impiegato 40’ mentre è stata vinta da Roberto Brunori in 18’ e lì che l’ho conosciuto ed ho scoperto che era un fenomeno di fama Mondiale. Leggiamo come si racconta.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Mi sono sentito un campione ogni volta che ho stabilito un record Italiano, anche se di categoria, sensazione bellissima e indispensabile per continuare ad allenarsi con voglia e metodo.

Paolo Aiudi: Ho sofferto di più il viaggio in aereo di 2 ore, che percorrere i 490 km di corsa

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it

Paolo Aiudi, come tanti ultrarunner, piano piano si appassiona alla corsa a piedi. Viene quasi rapito dalla corsa a piedi. Attraverso la corsa paolo sperimenta benessere, una sorta di autoterapia. Di seguito si racconta.

Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?E' stato un percorso graduale che ho conosciuto e mi ha affascinato strada facendo.”
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?Il fascino di provare ogni volta esperienze nuove che mi fanno sentire bene fisicamente e mentalmente.”
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?A volte ci penso, ma rimando sempre a quando non so.
Cosa ti spinge a continuare a essere ultramaratoneta?Il motivo principale è di carattere personale. E cioè ne sento il bisogno in momenti particolari, ogni volta decido d partire per l'ennesima avventura-vacanza di circostanza e benessere mentale.

Paolo ha i suoi motivi, fa dei viaggi attraverso la corsa, gli serve per distrarsi, per allontanarsi, per incontrare se stesso.

martedì 26 aprile 2016

Fabio Fioravanti: alla soglia dei 49 anni ho scoperto il triathlon




 

 

Nel lontano settembre 1995 ho avuto modo di allenarmi un periodo con Fabio Fioravanti e Riccardo De Paolis, due campioni laziali dell’atletica leggera in quegli anni, e quello che mi ha aiutato è stato fare dei tratti di ripetute in allenamento con loro, ma non solo. 

Cosa succede in questi casi? Innanzitutto hai un riferimento, una consegna da rispettare, un’indicazione di persone esperte e competenti che non solo ti dicono quello che devi fare ma ti incoraggiano, si rendono disponibili a darti consigli.

Il risultato è che ti senti sicuro di quello che ti appresti a fare e quindi la mente è libera, devi solo impiegare sforzo fisico, energie dei muscoli, ed in più c’è un valore aggiunto che è il fatto di correre accanto a campioni e quindi fai una piccola esperienza da protagonista, da campioncino e puoi notare che effetto ti fa; in genere fa star bene, fa credere che un giorno potresti essere anche tu protagonista, potresti essere un riferimento per altri, e tutto ciò può portare ad un benessere psicofisico nel senso che fai un lavoro motorio che è compensato dallo sperimentarti auto-efficacia, sicuro di te in quel momento, in quei tratti di ripetute. 

Ed è giunto il giorno per parlarvi di una persona serena, umile, corretto, ma allo stesso tempo campione nello sport e nella vita.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Mi sono sentito un campione ogni volta che ho concluso una gara o un grande allenamento perché ha sempre rappresentato il risultato di un grande sacrificio, soprattutto per chi pratica sport non da professionista.”

Ricordo alcuni allenamenti impegnativi di Fabio su è giù per delle scale con gradini alti per diversi piani.

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Il benessere psicoficsico ottenuto dalla mia pratica sportiva ha contribuito notevolmente a migliorare le capacità decisionali nella vita quotidiana. I fattori che hanno contribuito al benessere e performance sono la passione verso tutte le attività che si svolgono nella natura ed anche le forti motivazioni agonistiche rafforzate dalle soddisfazioni sopraggiunnte.”

Lo vedevo sempre con il sorriso, rispettoso pronto a salutarti, a darti consigli, circondato da amici che gli volevano bene, era un leader per loro.

lunedì 25 aprile 2016

Federico Crotti, ultratrail: Sto imparando a conoscere veramente il mio corpo

Non ero mai salito su un podio, a 50 anni è proprio una bella soddisfazione 
Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta

Federico Crotti alla ricerca sempre delle gare più dure, difficili, estreme, si è imbattuto nella Madeira Island Ultra Trail (Portogallo) e ha scelto giustamente la distanza più lunga: 115km e 7000m di dislivello con partenza a mezzanotte.
A fine gara l’ha definito: “Il trail più duro mai fatto per condizioni climatiche, pendenze, dislivelli. Paesaggi incredibili unici.”

Vince Zach Miller in 13h50, tra gli Italiani eccellentissima prova di Fulvio Dapit sempre tra i primi si classifica 6° in 14h40.
Federico arriva felicissimo come un bimbo, 2° di categoria, la prima volta sul podio a 50 anni.
Anche l’amico Germano Dotto sale sul podio della gara minore di 85 km ma sul gradino più alto. categoria M55.

sabato 23 aprile 2016

Antonio Gallone: Fa un bell’effetto arrivare primo M50 alla maratona di Roma

Matteo Simone 

Si parla sempre dei campioni famosi ma ci sono tanti campioncini che fanno sport al di fuori della giornata lavorativa con passione, impegno, determinazione, ottenendo anche eccellenti risultati ma spesso restano sconosciuti ai tanti.

Uno di questi è Gallone Antonio che corre per puro divertimento al di fuori dell’attività giornaliera lavorativa ma ottiene eccellenti performance nonostante sia entrato nei cinquant'anni. 
Di seguito leggiamo come si racconta.
Sei andato fortissimo, 1° di categoria alla maratona Internazionale di Roma, la più partecipata in Italia, sei uno degli M50 più forti d'Italiache effetto ti fa?Fa un bell'effetto arrivare primo di cat. M50 alla maratona di Roma, lo scorso anno come M45, mi gratifica molto!

giovedì 21 aprile 2016

Agite con costanza fino all’obiettivo che vi siete prefissati




 

Siate flessibili come una canna, che quando il vento é forte sa piegarsi ma non si spezza (Frederic Lenoir, L’anima del mondo, Bompiani, Milano, 2015)

 

 

Si definisce resilienza la capacità di resistere alle frustrazioni, agli stress, in generale alle difficoltà della vita. La resilienza permette la ripresa dopo un evento traumatico, dopo un infortunio, dopo una sconfitta. La persona resiliente possiede propensione a ricercare strategie creative di fronte alle difficoltà. Di fronte alle difficoltà si studia, ci si documenta, ci si informa su cosa fare, come fare, a chi rivolgersi e ci si impegna per questo, per recuperare, per ripartire, per aggiustare il tiro, per essere protagonista, per riuscire nell’impossibile.

Coltivate la perseveranza, vale a dire la pazienza nel lavoro e negli sforzi. Agite con costanza fino all’obiettivo che vi siete prefissati e non cedete al minimo ostacolo o scoraggiamento (Frederic Lenoir)

Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work, afferma nel mio testo Sviluppare la resilienza, che: “Evidentemente il senso della resilienza in buona sostanza equivale all’avere coraggio, all’insistere nel raggiungere il proprio scopo e dunque al non sottrarsi alla propria esperienza, qualunque essa sia, al non censurare o negare la propria verità, allo stare con il proprio dolore e impedimento, al tener duro anche se le circostanze sembrano insostenibili.”

Il keniano Amos Kipruto in 2h08’12” e l’etiope Rahma Tusa in 2h28’49” si sono imposti nella XXII Acea Maratona di Roma

a cura di Stefano Severoni




Il keniano Amos Kipruto in 2h08’12” e l’etiope Rahma Tusa in 2h28’49” si sono imposti nella XXII Acea Maratona di Roma, che quest’anno si è corsa il 10 aprile, un’edizione particolare nell’anno del Giubileo straordinario.

UOMINI  La gara maschile si è sviluppata su passaggi da 20 km/h: 15’00 al 5° km, 30’05” al 10° e 1h03’40” ai 21,097 km, quando i primi erano ancora in linea per attaccare il primato della corsa (2h07’17”). Dopo il passaggio al 30° km in 1h30’43” e l’abbandono dell’ultima lepre al 32° km, Kipruto ha sferrato l’attacco decisivo. Il parziale tra il 30° e il 35° è stato di 14’49”. Il keniano ha staccato il 21enne etiope Birhanu Achamie, il quale come nella precedente edizione si è dovuto accontentare del secondo posto, benché con il record personale di 2h09’27”. Al terzo posto è giunto il 25enne keniano Dominic Ruto, che ha superato allo sprint l’altro etiope Beyu Megersa Tujuba (2h09’28” per entrambi). Il campione mondiale di corsa in montagna, il 29enne cuneese Martin Dematteis è il primo italiano, con un esordio da  2h18’20”. Il suo commento: «Dedico questa gara a mio figlio che nove mesi fa è andato in cielo. Ora tornerò alla mia corsa in montagna, ma non escludo, in futuro, di dedicarmi di più alla corsa su strada».

DONNE  La Tusa ha fatto una gara tutta d’attacco, passando a metà gara in 1h14’24”. Già al 25° km è rimasta da sola ed è riuscita a chiudere in 2h28’49”, migliorando il suo personale di quasi 5’, pur soffrendo nel finale. Seconda si è classificata la 23enne connazionale Mulu Melka Duru (2h29’59”). La sorpresa è giunta dal 3° posto dell’algerina Kenza Dahmani, che con il tempo di 2h33’53” si è migliorata di quasi 6’. La prima italiana al traguardo è stata la 28enne veneziana in forza alla Forestale, Giovanna Epis la quale, dopo un passaggio di 1h18’31”, è riuscita a migliorare il suo primato con 2h38’20”.

GARA HANDBIKES/WHEELCHAIRS  Alex Zanardi, 49enne ex pilota e ora atleta paralimpico bolognese, ha centrato il quinto successo a Roma (2010, 2012, 2013, 2014 e 2016), polverizzando il precedente record che già gli apparteneva (1h11’46”, 2012). Secondo Mauro Cratassa (1h16’49”) e terzo Vittorio Podestà (1h23’00”). Il commento appena tagliato il traguardo di Zanardi:

   «Sono andato molto forte. Vincere qui ha un sapore differente. Una gara meravigliosa. Sono molto felice della gara che ho fatto, un tempo eccezionale, ma su un percorso straordinario come questo che conosco a memoria lo considero un risultato che era alla mia portata. Sono arrivato in ottima forma, un tempo così mi fa ben sperare per le Paralimpiadi. A Rio non avrò avversari? Beh, correrà su un percorso che non conosco e contro tanti validi avversari. Certo però dopo il risultato di oggi ho buone sensazioni».

   Tra le donne, prima la traguardo Katarzyna Zubowicz in 1h51’17”, 12a assoluta su 18 atleti al traguardo.  

mercoledì 20 aprile 2016

Vincenza non molla, si piega ma non si spegne


Vincenza abituata a superare i muri delle maratone del 30-35° km insiste e non molla, ed ogni volta le tocca superare il muro dei medici, degli ospedali che inizialmente l’accolgono ma poi non hanno risposte certe.
Racconta la sua situazione attuale rispondendo ad un’intervista a cura di Francesca Monti del Giornale Il Popolo Veneto “Sono all’ospedale di Padova da 15 giorni e sono seguita dalla Dott.ssa Pegoraro e dal Dottor Gianni Sorarù. Abbiamo parlato tanto, perché la mia situazione peggiora giorno per giorno. La Dott.ssa Pegoraro è una persona splendida, dolcissima e ha preso molto a cuore la mia situazione e mi ha detto che anche attraverso le sue conoscenze farà il possibile per aiutarmi. Dopodiché se non si riuscirà a trovare una soluzione, voglio andare all’estero, perché in Italia le ho provate tutte. Ho fiducia nella Dott.ssa Pegoraro, lei è molto brava e poi di qualcuno mi devo fidare, anche se io vorrei che tutti i giorni facessero qualcosa. La Fidal ha già contattato un centro a Houston, inoltre stanno facendo una raccolta fondi per pagare le spese di un eventuale viaggio all’estero. Voglio potermi fidare dei medici anche se non aspetterò tanto, a Pisa sono stata due mesi a letto senza fare nulla”.
Segnali di vicinanza da parte dell’opinione pubblica ci sono, da parte della FIDAL anche, ed  anche da parte di atleti di interesse pubblico come la Levorato, ex Campionessa Italiana specialista nella velocità.
Soprattutto runner ed ultrarunner si stanno mobilitando attraverso tante iniziative, raccogliendo fondi attraverso la rete del dono come hanno fatto gli organizzatori della gara più lunga di Europa la Milano San Remo di 280km dall'8 al 10 Aprile. Per poterla aiutare, oltre ai pensieri positivi, oltre che a pregare per lei, oltre che ad inviarle messaggi di solidarietà, è possibile fare una donazione http://bit.ly/1Uc4nWw
Il fine è unico aiutare Vincenza che per il momento sta male, di un male che appare raro, quasi inspiegabile dalla medicina e richiede ulteriori accertamenti e cure adeguate possibilmente all’estero come spesso avviene.

martedì 19 aprile 2016

Mary Moor: Sai di essere un ultra e come tale non ti arrendi ma combatti

Matteo Simone 

Aumentano anche le donne che si affacciano nel mondo delle ultramaratone, in occasione della 100km del Gargano, ho auto modo di incontrare Maria Moramarco facendo dei tratti di corsa assieme ed osservando la sua corsa, il sostegno da parte di amici che riceveva.

Osservando questo mondo sembra impossibile percorrere queste lunghissime distanze ma bisogna sapere che ci si arriva a piccoli passi, step by step, rispettando i propri tempi.

Daje Vincenza Sicari! Il mondo dello sport ti sta vicino, forza mitica runner!

Matteo Simone 

Forza Vincenza! Ce la faremo. Lo spera tanto Vincenza, intanto sta smuovendo montagne. 

Io ci credo, un piccolo passo alla volta troveremo una stradina giusta con un piccolo spiraglio di luce. Bisogna tenere alto il livello mediatico per far conoscere la storia e sensibilizzare qualche centro medico mirato a prendersi carico del suo caso.
Bisogna solo non abbassare la guardia e pian piano interessare anche testate più importanti.

Sonia Lutterotti (km 179,902) vince la 24 ore di Villeneuve




 

 

Villeneuve, è un piccolo comune svizzero sul Lago Lemano nel cantone di Vaud. La 24 ore di Villeneuve si è disputata lungo un anello di 1764 metri. La gara è stata vinta dal ceko Petr Valek (km 201,127) davanti alla coppia di ultramaratoneti Roldano Marzorati e Sonia Lutterotti (km 179,902 entrambi). Al 4° posto si classifica lo svizzero Philippe Rosset (km 171,138) che precede il ceko Jan Hanousek (km 162,317). Al 6° ancora un Italiano Giuliano Pavan ha percorso 157,25.

Lo sport accomuna, unisce, crea legami, sono tante le coppie di sportivi che portano avanti la loro passione per il benessere e la performance e ciò serve da collante alla loro relazione, per saldare e rafforzare i loro rapporti, in particolare per le ultramaratone ci vuole tanto supporto e tanto accudimento l’un l’altro per i periodi di preparaizone a gare lunghissime ed impegnative come possono essere quelle della durata di 24 ore, 36 ore fino ad arrivare alle 6 giorni di corse.

Tra le tante coppie sono specialisti in questo Sonia Lutterotti e Roldano Marzorati, loro sanno come organizzare la preparazione per le loro gare, come gestire le gare, come leccarsi le ferite a fine gara, è un rispetto reciproco, un accudirsi, un confrontarsi, un consigliarsi, a turno tifano l’uno per l’altro e fanno le loro strategie, tutto ciò serenamente con competizione ma con tanta passione.

In questo sport di lunga durata, lunghe distanze, bisogna essere pazienti, avere un approccio meditativo e considerare che le crisi, come gli infortuni, come arrivano così se ne vanno, quindi bisogna essere cauti e sereni.

Lo sport prolungato prevede delle strategie mentali che ti permettano di non abbandonare la gara anzitempo, riesci a mettere in atto dei meccanismi mentali che ti riportano al qui e ora e al momento presente a correre, a stare sveglio o a distrarti per avanzare con i metri e i chilometri e a trascorrere tanto tempo in piedi facendo sport osservando, facendo attenzione, alimentandoti ed avendo comunque un approccio meditativo.

Partecipare a una gara diventa un progetto, uno studio del territorio, delle difficoltà, delle risorse personali possedute che ti possano permettere di portare a termine la gara.

Sonia e Roldano hanno tanta esperienza ed hanno imparato ad addomesticare la fatica, a trattare la crisi, a rimodulare gli obiettivi in caso di difficoltà, a trovare comunque le loro motivazioni nel portare a termine le gare, nell’andare avanti con fiducia e determinazione.


Achilles International, correre e camminare insieme, guida e non vedente

Matteo SIMONE

Finalmente è arrivato Achilles International, naturalmente di corsa! Unisciti ad Achilles, il programma che in tutto il mondo permette di correre e camminare insieme, guida e non vedente.
Per info achillesinternationalroma@gmail.com o 3931053915.  Ti aspettiamo!
Urge aiuto di persone generose e disponibili disposte a dedicare tempo per allenarsi con atleti con problemi visivi. Tali atleti per partecipare a diverse attività agonistiche ed amatoriali, necessitano di allenarsi e, quindi, essere accompagnati in queste attività da “guide sportive” ossia persone, disponibili ad indicargli il percorso, a porgergli un braccio, a farli evitare buche ed ostacoli.

lunedì 18 aprile 2016

Marinella Satta nel guinness dei primati: La maratoneta con due palle da basket

Matteo SIMONE 

Ce l’ha fatta Marinella Satta a trasformare il suo sogno in realtà, con impegno, determinazione e crederci tanto con l’aiuto di tanti supporter. 

E’ entrata nel guinness dei primati correndo la maratona Rimini palleggiando con due palle da basket in 6h31’.
Ecco la sua testimonianza: “E’ stato un po' faticoso perché non abituata a palleggiare per molte ore, dopo km 21 avevo una mezza intenzione di continuare con un solo pallone, però a km 25 avevo i ragazzini che mi aspettavano con pallone da basket, per correre con me circa 1,5km, non potevo deluderli, quindi km dopo km, si è riusciti ad arrivare al traguardo. Pensavo di farla in meno tempo, però mi sentivo stanca, quindi ho preferito farla più tranquilla, alternando corsa e cammino e recupero, per poter arrivare al traguardo, soddisfatta.”