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martedì 12 aprile 2016

Anna Giunchi: Dimostrare a me stessa di stare bene correndo una maratona

Matteo SIMONE 

Anna la maratoneta, amante della corsa, nonché collega psicologa, racconta la sua passione, l'impegno e la determinazione nella corsa.

Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Ho iniziato a dedicarmi all’attività sportiva con serietà spronata da un anziano maestro di tennis, che mi ha invitato a fare almeno 20 vasche di nuoto al giorno. Da lì ho praticato agonismo nel tennis, poi, negli anni a venire, nel calcio. Ma la scossa maggiore l’ho avuta quando, dopo una brutta crisi di anemia, mi sono posta l’obiettivo di guarire e dimostrare a me stessa di stare bene correndo una maratona. Da allora non ho mai smesso di correre. Mi piacerebbe giocare ancora a tennis.”

Il vecchio amore non si scorda mai, la passione del tennis solletica Anna, ma per ora ancora tanti obiettivi e performance nella corsa.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Lo sport mi ha dato un equilibrio, soprattutto per quanto riguarda il regime alimentare: facendo sport non mi sottopongo a restrizioni. Ho più serenità nel rapporto con gli altri e con me stessa.”

Lo sport è un valore aggiunto sia per la propria persona, per il rispetto di se stessi, per un sano stile di vita e sia per le relazioni con l’altro, il rispetto degli altri atleti, amici o avversari.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Prima di una gara assimilo carboidrati (pasta nella sera prima, fette biscottate e miele al mattino). Non uso farmaci e, in estate, reintegro con sali. Prendevo amminoacidi e carnitina anni fa, ma, non riscontrando grossi benefici, ho smesso.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere  e/o performance? “Il benessere è nato con un lungo lavoro mentale da parte di me stessa. Devo i miei migliori risultati agonistici ad un giovane allenatore: Marco Testero.

Lo sport diventa una sorta di autoterapia, si contatta se stessi, si riesce a conoscersi meglio, il proprio corpo, le proprie sensazioni corporee, lo sport aiuta a gestire lo stress, a elaborare i traumi. Mentre per la performance non bisogna sottovalutare nulla, l’alimentazione diventa importante, l’affidarsi ad un bravo allenatore, sia competente e formato ma anche sensibile che ti segua, che ti veda, che parli con te. Conosco bene Marco Testero, ho anche gareggiato con lui, è un bravo allenatore. 
La gara della tua vita dove hai dato il meglio di te e hai sperimentato le emozioni più belle? Maratona di Bari 2009: personale di 3h02'19", terza assoluta.”

Domenica 15 novembre 2009, si è svolta la maratona di Bari vinta da Paola Sanna in 2h52'13", precedendo Tatiana Betta e Anna Giunchi, Tra gli uomini ha vinto Vincenzo Guastamacchia in 2h27'20", precedendo Marcello Marroccoli e Vito Sardella.
Una tua esperienza che ti da la convinzione di potercela fare nello sport e/o nella vita? “L’esser passata da 90 flebo nel 2006, per curarmi dalla anemia, 5.3 di emoglobina, a correre maratone in tutto il mondo.”

Ciò significa essere determinati, volere ad ogni costo riuscire nei propri intenti.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “Che sono matta."
Come è cambiata la tua vita familiare e/o lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva?Sono più serena nel rapporto con gli altri. Certo, non tutti capiscono il mio entusiasmo derivato da una buona gara… così mi limito ad essere felice senza dare spiegazioni.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Innumerevoli volte che sono arrivata per miracolo alle gare…oppure quando, alla Maratona di Tokyo, mi misero per errore nella griglia delle 5 ore e corsi in mezzo a gente che partecipava con una filosofia ben diversa dalla mia.”

Domenica 28 febbraio 2010 si è svolta la Maratona di Tokyo 2010 è Anna Giunchi l’ha conclusa in 3h18’32”. A volte è importante rallentare, avere un approccio alla gara più meditativo. 
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta?Ho scoperto di essere determinata e disposta al sacrificio.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? “Determinazione, testardaggine, capacità aerobica, passione.”
Che significa per te partecipare a una gara? Partecipare a una gara per me vuol dire divertirsi mettendosi alla prova".
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? "Mi è capitato di provare esperienze estreme, soprattutto quando avevo cali di ferro e gareggiavo comunque.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, gara, post-gara?Pre-gara: cerco di esaminare il contesto. In gara: non penso: agisco. Post-gara: ripenso (anche troppo) a quello che ho fatto.”
La tua gara più estrema o difficile? Ricordo con sofferenza la Maratona sulla sabbia. Ma la conclusi, arrivando terza".

Anna ha corso anche la Maratona sulla Sabbia a San Benedetto del Tronto (AP), Domenica 11 febbraio 2007 in 3h35’01”. 
Quale gara ritieni non poter mai riuscire a portare a termine? "Non penso potrei mai portare a termine le skyraces estreme.
Quali sono le difficoltà e i rischi?  “Chiaramente devo controllare i livelli di ferro, ma anche piccoli malanni, quali la borsite retro calcaneare, che ogni tanto mi accompagna"
Quali condizioni fisiche e/o ambientali ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? "Mi ritirai solo a una gara a causa di un crampo, per il resto non mi fermano né vento, né pioggia, né grandine, né neve…Anzi, li uso come scuse nel caso la gara mi vada male.
Hai mai rischiato per infortuni o altri motivi di smettere di essere atleta?Ho pensato di smettere in certi periodi, anni fa, ma solo per rabbia, quando mi capitavano infortuni lunghi. Ora non smetterei per nulla al mondo: la corsa è radicata in me come una patologia cronica.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a uno sport di fatica, impegno, sofferenza?Sport è filosofia di vita, educazione. La fatica ripaga sempre anche se, al momento, è difficile da sopportare. Se ci si abitua a questo genere di ‘sofferenza’, tutto il resto appare come solo un gioco, e riesce con estrema facilità.”

Lo sport diventa una scuola di vita, la corsa diventa una compagna di esperienze ed è difficile disfarsene, aiuta tanto nei momenti difficili, ti fa sperimentare gioie, ti fa comprendere come superare momenti difficili, diventa un caro alleato.

C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso?. Lo sport deve allungare la vita, non accorciarla. La gioia di un successo transitorio si sconta poi con una pena sulla propria pelle.” 
Ritieni utile lo psicologo dello sport?Sì, è molto utile. Ma deve guadagnare credibilità in un ambiente ancora ostile. 
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti?Inizierei a fare atletica molto prima, innanzitutto. E studierei molto meno.” 

E’ vero, a volte conta molto più l’esperienza della teoria.
Sogni realizzati e da realizzare?Sto ancora sognando.”

Un’intervista ad Anna è riportata nel libro “Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti” di Matteo Simone. 
Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere. Data di Pubblicazione: 2018. 

Presentato l’8 marzo 2019 a Roma, via Olevano Romano, con l’intervento della stessa Anna tra le relatrici. 

Anna è menzionata nel libro “Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell'atleta” di Matteo Simone. 
Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.  
Data di Pubblicazione: 15 novembre 2017.

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