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giovedì 18 agosto 2016

Enrico Mandile, gara della vita: la più dura, la 100miglia del Magredi

Matteo Simone 

A volte si cerca di cambiare stile di vita, per esempio si arriva alla consapevolezza che il fumo tutto sommato può nuocere alla salute e allora può capitare di incontrare la corsa che all’inizio può sembrare faticosa, noiosa ma poi gli allenamenti e le gare diventano come ciliegie l’una tira l’altra.

Di seguito l’esperienza dell’ultrarunner Enrico Mandile.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Gradualmente, prima come alternativa al fumo, dopo come piacere.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance?Non avendo mai praticato la corsa, ho scoperto un mondo nuovo. Le lunghe distanze sono arrivate poco dopo quando ho iniziato gradualmente ad aumentarle.

La gradualità è fondamentale per innamorarsi di qualcosa come può essere anche un’attività fisica come la corsa.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori?Uso soltanto delle maltodestrine tre giorni prima per far il carico di carboidrati. Non utilizzo nessun integratore, non seguo nessuna alimentazione particolare se non mangiare normalmente moltissima frutta e verdura (ma non sono vegetariano). In gara mangio di tutto (viste anche le lunghissime distanze percorse).

Nelle lunghe distanze ho sperimentato anch’io che si può mangiare di tutto, anzi più è varia l’alimentazione e meglio è, l’organismo sa più di noi di cosa ha bisogno e quindi variare tanto, i ritmi sono più lenti ed il sangue può affluire in parte ai muscoli, in parte all’intestino.

Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o performance? “Nessuno. Mi autogestisco in tutto, il bello è farcela da soli!”.
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle?Probabilmente la più dura, la 100miglia del Magredi.”   

La Magredi Mountain Trail è una gara di ultra trail di 160,5 km e D+ 7.200 mt di dislivello positivo con partenza ed arrivo a Vivaro (PN). Il tempo massimo della competizione è di 45 ore. Enrico l’ha portata a termine tra il 2 e il 4 ottobre 2015 in 42h14’53”. 
A volte più dura è la lotta e più grande è il trionfo, stabilire un obiettivo difficile e stimolante ma raggiungibile ti aiuta a darti da fare ed allenarti bene per trasformare il tuo sogno in realtà, e quando ci riesci si cambia, si ha qualcosa in più dentro di sé, sono sensazioni da provare e sperimentare.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare?L’aver superato senza problemi un gravissimo infortunio ad una mano senza mai perdere l’ottimismo.”
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?Pensano che io sia pazzo, l’unica che mi incita e apprezza è mia moglie (psicologa anche lei!)”.

Sicuramente la moglie psicologa incita Enrico per poi esercitarsi nel provare curarlo, per provare a riportarlo ad una vita ordinaria accettata dalla maggior parte delle persone, ma il rischio è che anche lei si faccia contagiare in questo mondo ultrarunner e ultraterreno bizzarro ma interessante.
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Un giorno mentre correvo con le cuffie per la musica ho sentito uno strano rumore, mi sono girato ed avevo un caprone che mi rincorreva da almeno 5 minuti…recentemente siamo stati attaccati da un tacchino domestico di nome Tachiboy che passeggiava con la padrona sul percorso!”.

Ecco perché vietano le cuffie non tanto perché la musica è stimolante ma perché quando si fa qualcosa bisogna metterci tanta attenzione, focalizzarsi sul gesto atletico, su ciò che ti circonda sulle proprie sensazioni corporee.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport?La tenacia.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere?Ho scoperto quello che da piccolo pensavo di non possedere, la resistenza fisica. Ho una soglia del dolore altissima e la testa molto dura che mi permette di superare le crisi che man mano di presentano.”

L’ultracorsa è un catalizzatore di conoscenza personale, nell’arco della vita si fa esperienza e si impara da ciò, si impara ad affrontare persone e situazioni, la corsa prolungata ti fa incontrare fin da subito molte problematiche che possono accadere nel corso di una lunga vita, diventa un workshop esperienziale da poter trarre molti insegnamenti con poca teoria e con tanta pratica.
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva?Una sfida mista a piacere.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?Si, dopo due notti insonni.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, in gara, post-gara?Nel pre-gara sono generalmente molto concentrato, in gara alterno momenti di puro piacere ad altri di sofferenza, nel post gara sto benone per aver concluso la corsa.”
La gara più estrema o più difficile?Per ora la Cromagnon.”

Il Grand Raid du Cro-Magnon (Cro) è un ultratrail di 115km km e circa 5500 m di dislivello in salita che si svolge fra Limone Piemonte (CN) e Cap d'Ail (Francia). Enrico l’ha portato a termine il 9 luglio 2016 in 28h06’31”. 
A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?Devo dosare le forze per non rischiare di dovermi ritirare, devo mangiare e bere costantemente facendo attenzione a non crear problemi allo stomaco.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?Il caldo torrido che soffro in modo particolare.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?Ho mollato una sola volta e l’ho rimpianto per un anno. Pensavo alla famiglia a casa e ho perso la concentrazione per continuare.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Stando fermo il più possibile, dando così il tempo al fisico di poter recuperare.”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Lo sport come scuola di vita. Chi fa sport, soprattutto a livello amatoriale, vive di sani principi.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping?No mai.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Si, probabilmente ad alti livelli.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti?Non inizierei più a fumare.”
Sogni realizzati e da realizzare?Ogni nuova gara è un sogno. Spero di poter aiutare la gente meno fortunata di noi raccogliendo fondi tramite le corse.”

Molto sensibile Enrico, sono tanti i corridori e soprattutto gli ultrarunner che corrono per beneficienza raccogliendo soldi per i più disagiati.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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