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sabato 22 ottobre 2016

Nico Leonelli: I percorso per arrivare alle ultramaratone è stato abbastanza naturale e veloce

Matteo SIMONE 

Il 22 ottobre 2016, in Francia, ad Albi, ore 10.00 partenza Campionato Europeo 24h corsa a piedi su strada, su circuito di 1120m metri. 180 sono i corridori iscritti in rappresentanza di 24 paesi.

In assenza del campione in carica, il tedesco Florian Reus vincitore lo scorso anno a Torino, sulla carta il favorito in campo maschile è Bela Mazur (HUN) è il top runner con un personale di 247,040 km, i due principali suoi avversari sembrano essere Zoltan Csecsei (HUN) e Dietmar Korntner (AUT) con record personali rispettivamente di 243,460 km e 243.068km. 
A contendersi la vittoria maschile ci sono anche James Elson (GBR) con un personale di 242,490 km ottenuto nel 2016 e il veterano corridore Irlandese Eoin Keith con un personale stagionale di 241,938 km. 
In campo femminile, Maria Jansson (SWE) difenderà il suo titolo di Campionessa Europea a Torino lo scorso anno. Quest'anno ha ottenuto un personale di 242.686km. Le Ungherese Viktoria Makai e Boglarka Vago con le loro mimgliori prestazioni rispettivamente di 225,600 km e 223,540 km, saranno le dirette avversarie. Altre topo runner in campo femminile sono Anne Marie Vernet (FRA) con 222,419 km quest'anno ed Amy Masner (IRL) con 217,068 km quest'anno.
Una gara ti testa, la mente guida il corpo, sono stati selezionati atleti capaci atleticamente e mentalmente, atleti con elevata consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti, capaci di focalizzarsi per l'impegno fisico e mentale prolungato nel tempo, atleti con elevata esperienza in gare che possono essere considerate anche alienanti, che hanno sviluppato elevata autoefficacia e resilienza attraverso lunghi viaggi anche interiori che l'ultracorsa ti porta a fare, atleti che sanno gestire il momento presente e il tempo che passa in modo performante, atleti che sanno accogliere, affrontare, gestire e prevenire crisi o difficoltà, atleti che sanno prendersi cura di se stessi anche dal punto di vista nutrizionale che diventa fondamentale in questo tipo di gara, atleti che sanno accogliere parole e suggerimenti di partner e tecnici per andare avanti senza mollare.
La squadra italiana è rappresentata dai seguenti 12 atleti: Marco Bonfiglio (DK Runners Milano), Diego Ciattaglia (Bergamo Stars Atletica), Nicola Leonelli (ASD Liberi Podisti Abruzzesi), Nerino Paoletti (Bergamo Stars Atletica), Paolo Rovera (ASD Dragonero), Andrea Zambon (ASD Pavanello), Paola Addari (GS Runners Cagliari), Monica Barchetti (ASD Podistica Lippo Calderara), Lorena Brusamento (GS Gabbi), Maria Ilaria Fossati (Bergamo Stars Atletica), Chiara Milanesi (Runners Bergamo), Luisa Zecchino (Team Pianeta Sport Massafra).
Per quanto riguarda Nico Leonelli, finalmente il sogno che aveva da bambino si realizza, Nico racconta la voglia di mettersi sulla strada e camminare, girovagare ad iniziare dai paesi vicini, e sempre di più ha coltivato questa passione del camminare, dell’allontanarsi, di andare alla ricerca di altro, di nuovo, di diverso, per scoprire altro ed anche per scoprire se stesso.
Ecco di seguito come si racconta Nico, quali sono le sue passioni, sogni, limiti.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?Quando ero bambino sognavo spesso di arrivare ai paesi vicini a piedi. Per cui da adulto, quando ho iniziato a correre, il percorso per arrivare alle ultramaratone è stato abbastanza naturale e veloce.”
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? Mi piace pensare che potrei attraversare paesi ed anche regioni, avendo come unico mezzo le gambe. Mi piacerebbe che questa capacità la mantenessi ancora per tanti altri anni.”
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?Ho pensato spesso di smettere con le gare, ma mai di non correre più lunghe distanze per conto mio.”
Cosa ti spinge a continuare a essere ultramaratoneta? Il fatto che ci sono tanti altri traguardi da vivere ed assaporare.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?A ogni gara Ultra ho sempre creduto di aver raggiunto il limite per poi scoprire in seguito che quello non era il mio limite.”
Quali meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme?Non avere la reale consapevolezza di quello che starò per fare.”
C’è una gara estremi che non faresti mai?Soffro il freddo in maniera patologica, per cui iscrivermi ad una gara in Alaska è l'ultimo dei miei desideri.”
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici?
Credo che sia una cosa innata nell' uomo. Se l'uomo non avesse questa tendenza, la scienza non sarebbe arrivata a questo livello e noi ora non avevamo neppure il Garmin.

Cosa pensano familiari e amici della tua partecipazione a gare estreme?C'è chi ammira e chi ne deride...è normale!
Che significa per te partecipare ad una gara estrema?Non c'è un sempre un unico significato. A volte c' è la predominante agonistica ed altre volte c'è la curiosità di una nuova esperienza.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta?Ho scoperto che se qualcosa nella mia vita non va come vorrei, è solo perché non ci ho messo la giusta forza e determinazione.”
Ai fini del certificato per idoneità attività agonistica, fai indagini più accurate? Quali?Fortunatamente stanno nascendo centri medici sportivi che per rilasciare il certificato agonistico, non si limitano solo a farti salire sulla cyclette, ma approfondiscono con ecografie ed analisi specifiche.”
Hai un sogno nel cassetto?Certamente, quello che si ha da bambino e cioè fare un mondiale.”

Forza ragazzi! E' arrivato il lungo momento!
Nico è menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline. 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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