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martedì 21 marzo 2017

Francesca Innocenti, ultrarunner: Il sogno da realizzare ha la priorità su tutto

Matteo SIMONE

Le donne sembrano essere un po’ più resistenti con il fisico, il cuore e la testa rispetto agli uomini. In gare di distanze lunghe, negli sport di endurance, a volte è la donna che arriva prima di tutti, anche prima degli uomini.

Domenica 12 marzo a Cesano Boscone si è corsa la 24 ore di corsa a piedi. Gli ultramaratoneti si sono contesi il titolo Italiano su questa specialità e si sono messi anche in evidenza per ambire a un posto nella Nazionale azzurra ai prossimi campionati mondiali a Belfast.
Tra le donne ha avuto la meglio Lorena Brusamento, preceduta in classifica generale da tre uomini mentre, totalizzando 210 km, la vice Campione è la giovanissima e promettente Francesca Innocenti che totalizza 202 km, al terzo posto si classifica Sonia Lutterotti, categoria F55, che totalizza 195 km. Non riesce a salire sul podio Sara Lavarini con 188 km.  
Complimentissimi alla vice campionessa Italiana Francesca Innocenti che si conferma una specialista della 24 ore. Ho sempre qualche domanda pronta, forse le solite ma ogni esperienza può dare diverse risposte. Riporto di seguito alcune sue risposte ad alcune mie domande in modo da illustrare il fantastico e bizzarro mondo degli ultramaratoneti a cui mi sto interessando da un po’ di anni partecipando a gare, intervistando atleti e scrivendo articoli e libri.
Ciao Francesca, vice campione Italiana? Com'è andata?Ciao Matteo, sono felicissima di essere riuscita a raggiungere l'obiettivo che con Luca Sala che ci eravamo prefissati in questi 6 mesi di preparazione, fatti di tanto tempo trascorso per strada e di allenamenti impegnativi. Devo dire che non ho vissuto questi mesi come un sacrificio, anche andare a correre appena tornata dal lavoro e dopo la sveglia alle 6:30 per fare 20/30 km non mi ha pesato, il sogno da realizzare è troppo grande e ha la priorità su tutto.”

Ciò sta a testimoniare quello che si insegna ai master, ai seminari, ai convegni, alle varie lezioni di psicologia dello sport, e cioè l’importante lavoro del goal setting, della definizione di obiettivi difficili, sfidanti ma raggiungibili, dell’importanza della motivazione non solo estrinseca, non solo per i riconoscimenti esterni ma anche intrinseca, il vero piacere di fare qualcosa, inoltre il duro lavoro paga sempre e per finire “together is better”, insieme è meglio, sia con un allenatore che segue i tuoi lavori, le tue gare, sia un fidanzato che condivide e comprende la tua forte passione.

Soddisfatta, hai sofferto? Ti aspettavi di salire sul podio?E' stata una gara con tantissimi partecipanti, tutti motivati a raggiungere lo stesso obiettivo e c'erano diverse atlete molto più esperte di me in questa disciplina. Non era facile andare a podio, nella prima parte di gara ero quinta ma poi con l'arrivo del tramonto sono salita di posizioni, stavo bene ed è da lì che ho sperato di arrivare a podio, il recupero di posizioni mi ha dato tanta forza.”

Più fai bene e più aumenta l’autoefficacia, più fai bene e più ti rimangono in memoria i ricordi positivi e più diventi resilienti, più facilmente riesci a superare eventuali momenti o periodi bui.
Hai avuto momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la gara?La notte l'ho affrontata abbastanza bene, non ho sofferto il sonno come durante la 24 ore di Montecarlo ma come allora ho avuto due episodi di vomito dovuti alla fatica, questa cosa purtroppo la temo sempre ed è un inconveniente che mi è capitato in tutte e tre le 24 ore che ho fatto. Il riso in bianco e le patate lesse mi hanno aiutato tanto a riprendermi dopo, cosa che mi ricorderò anche per le gare future.

Si può ancora perfezionare, si può ancora far meglio, si impara sempre, c’è ancora tanta strada da fare per conoscersi meglio e per lavorare su inconvenienti spiacevoli per accoglierli meglio, prevenirli o temerli meno.
Avevi abbigliamento e integrazione idonei, ti è mancato qualcosa che non avevi considerato?Mi ero portata diversi tipi di abbigliamento per affrontare l'abbassamento della temperatura durante la notte e poi finire la mattina con la temperatura di nuovo mite, da questo punto di vista è andato tutto bene. Anche per quanto riguarda l'alimentazione il ristoro di gara era fornitissimo. Tuttavia mi ero portata, da lasciare al ristoro personale, frutta secca, patatine, anacardi e noccioline, gallette di riso, wafer, cioccolata...ma ho riportato a casa gran parte delle cose.”
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, durante, dopo la gara?I giorni prima della gara per non emozionarmi troppo cercavo di non pensare alla gioia che avrei provato se fossi riuscita a percorrere 200 km, "bisogna farli e non è facile", pensavo. Durante la gara ho alternato momenti in cui sono stata concentrata con l'obiettivo ben fissato in testa a momenti in cui mi chiedevo come stesse Marcello perché non ci stavamo incontrando mai in gara e, per consolazione, pensavo alle cose che mi fanno stare bene: a mio nipote Francesco e alla mia famiglia, alle mie più care/i amiche/i e colleghe/i di lavoro con cui passo metà della mia giornata al Dipartimento di Salute Mentale della Valdichiana Aretina (Sonia, Paola; Barbara; Paola, Marco; Luca) e che sono sicura, mi stavano facendo il tifo da casa, ai profumi della natura, al profumo che immaginavo potessero avere i fiori che vedevo nell'erba e negli alberi del parco, ai gatti che sono gli animali che più adoro. Dopo la gara immensa gioia e gratificazione per quello che ero riuscita a fare, ormai ‘non era più speranza di poter gioire ma realtà!’.

Francesca oramai conosce bene la sua condizione, ha lavorato molto sull’autoconsapevolezza, conosce le proprie capacità e i propri limiti, era abbastanza sicura di poter fare bene ma ha ragione si tratta di gare lunghissime e faticosissime dove il minimo imprevisto può compromettere l’intera prestazione. In questo tipo di gare bisogna avere un approccio attentivo ma anche distrattivo, momenti bisogna essere focalizzati sul momento presente, sul gesto atletico, sull’obiettivo da portare a termine, ma ogni tanto bisogna distrarsi, allontanarsi, per non sentire la fatica, per evadere, una sorta di depersonalizzazione, di derealizzazione, di fuga dalla sofferenza. Inoltre è importante non solo il lavoro muscolare e fisico ma anche il lavoro dei sensi che si nutrono di colori e odori.
Hai scoperto ancora qualcosa di nuovo in te stessa, negli altri atleti?Su di me ho scoperto che sono riuscita a migliorarmi ancora dopo quei 180 km fatti a Novembre e la cosa non era così scontata. So di essere determinata e di accettare consigli, due aspetti del mio carattere positivi.  Sugli altri atleti ho respirato di nuovo il clima di solidarietà tipica delle ultra-maratone. Certo c'era anche tanta competizione positiva e più che legittima per questo appuntamento così importante.”

La gara è gara, non è come gli altri sport dove a volte si evitano gli sguardi, o ci si guarda in cagnesco, ci si vuole bene, si fa il tifo l’uno per l’altro, ma comunque si vuole primeggiare rispetto all'avversario, si vuole ambire a un posto in nazionale rispetto ad altri prescelti.
Come vedi le atlete più giovani più grandi di te? Ti senti un atleta promettente, nuova leva?Sapevo che questa era l'occasione giusta per 'rubare con gli occhi' l'approccio alla gara delle atlete più esperte di me e così è stato. Ho ammirato Lorena Brusamento per la sua tecnica di corsa e ho avuto modo in gara di parlarci un po', una grande atleta e una grande donna. La stimo tanto come Sonia Lutterotti e Ilaria Fossati, due atlete Nazionali più grandi di me che a noi più giovani e meno esperte hanno tanto da trasmettere. Mi sento abbastanza giovane, anche se in gara c'erano anche atlete più giovani di me, alcune all'esordio che hanno ottenuto lodevoli risultati.

Possiamo dire che si tratta di un movimento ultra in crescita e che comunque sembra che ci sia una squadra, la voglia di far bene da parte di giovani e meno giovani, ognuno può dare un apporto suo.
Organizzata bene la gara, pacco gara, percorso, ristori, premiazioni?Gara organizzata benissimo, senza dubbio la migliore delle tre 24 ore che ho fatto finora. Percorso scorrevole, ottimi ristori (anche con pasti caldi come patate lesse, zuppa di zucca e riso in bianco) e premiazioni molto gratificanti.”

Queste sono le gare che vogliamo, che ci fanno venire la voglia di partecipare, di stare in piedi le 24 ore per non perderci ogni momento dell’esperienza dalla fatica condivisa, alla gioia e stanchezza del dopo gara.
Tifo, sostegno, famiglia, amici, com'era?Tifo immenso che ci ha accompagnato per tutte le ore di gara. Grazie ai ragazzi dell'organizzazione che hanno disposto anche lanterne nei tratti meno illuminati. Ci incitavano ad ogni passaggio chiamandoci per nome, è stato molto emozionante!

Il popolo degli ultrarunner sta crescendo sia come partecipanti atleti, sia come supporter e sia come allenatori sempre più disposti ad allenarsi e occuparsi di questo settore a volte trascurato.
Cambia qualcosa dopo questa prova? Sponsor, convocazioni?Sponsor no. Non sono il tipo di andarmeli a cercare e la nostra è una specialità poco nota, non credo ne avrò. Spero tanto con i 202,3 km percorsi di essere convocata per il Mondiale che si svolgerà a Belfast il prossimo 1° Luglio.”

Mi auguro di sì, sembra davvero meritata la convocazione sia per il titolo di vice campionessa Italiana, sia come prestazione chilometrica totalizzata, sia come giovane atleta capace di crescere.
Prossime gare, obiettivi a breve, medio, lungo termine? Sogni da realizzare?Farò con il mio fidanzato Marcello Spreafico la 12 ore Franciacorta al lago d'Iseo ad Aprile e dopo non so. Programmo in genere non più di una gara per volta, preferisco vedere sempre come riesco a recuperare, essendo tutte gare molto impegnative per il fisico. Il mio sogno è quello di poter indossare la Maglia Azzurra, se dovesse accadere quello sarà il giorno più bello della mia vita.”

Francesca parla sempre del suo fidanzato anch’egli atleta ultrarunner molto bravo così come Marcello è molto fiero di avere una fidanzata bravissima da supportare.
Interviste a Francesca sono riportate nei libri: 
“Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”, Matteo Simone, pubblicato da Progetto Cultura.
“Il piacere di correre oltre” (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport). 
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022. 
“Il piacere di correre oltre” a Più Libri Più Liberi. Il tema di quest'anno è "Perdersi e ritrovarsi" 
Ci vediamo a Più Libri Più Liberi presso l’Eur, alla Nuvola, Salone del libro “Più libri, più libero”, mercoledì 7 ore 14.30 al Piano Forum, Stand Regione Lazio L05.
 

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR https://ilsentieroalternativo.blogspot.com/ http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo

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