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martedì 25 aprile 2017

Franco Varesio: Conta soprattutto la testa per le ultramaratone e gli ironman

Matteo SIMONE

 
Non è resiliente chi arriva al traguardo a tutti i costi ma chi reagisce bene alle frustrazioni, chi sa riconoscere se si tratta di una crisi mentale o una vera crisi fisica, chi non si preoccupa di fermarsi quando mancano solo due chilometri, meglio ritirarsi da vivo e vegeto e non concludere con problemi vari di salute. A volte il fisico ti inganna, bisogna pazientare, rallentare e ripartire alla grande, sembra che tutto è finito, hai raschiato il barile ed invece riesci a trovare altre risorse nascoste con l’aiuto della mente, con l’autoefficacia, bisogna conoscersi bene per fare bene. E’ l’esperienza di molti atleti di endurance, ultrarunnner, ironman, di seguito l’esperienza raccontata da Franco Varesio.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Sempre un comune sportivo o meglio un grandissimo appassionato di sport.”

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e performance? “Lo sport mi rilassa e mi diverte moltissimo, anche perché condivido questa passione con amici goliardici.”

Ebbene sì, lo sport anche se può sembrare duro, pesante, stancante, diverte tanto se hai passione e diverte condividere la passione e gli aneddoti con gli amici che si trovano a sperimentare esperienze simili, di fatica, di crisi, di riuscita, aneddoti vari, visioni ma anche esperienze di finisher.

Come hai scelto il tuo sport? “La corsa per praticità, basta poco tempo per allenarsi, lo sci e il triathlon mi piacciono ancora di più ma praticarli richiede molto più tempo.”

La corsa è comoda, i corridori hanno sempre una paio di scarpe in valigia, nello zaino, al lavoro, in auto, ed una corsetta ci può sempre scappare.

Nella tua disciplina quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione? Cosa conta? “Soprattutto la testa per le ultramaratone e gli ironman. In generale sto attento a non strafare e a non rischiare troppo.”

L’attenzione per questo tipo di sport è importantissima, sia a se stesso, ai propri segnali corporei che all’esterno, più si è stanchi per i tanti chilometri percorsi e più bisogna fare attenzione, a tutto, alle indicazioni stradali, a dove si mettono i piedi, alle condizioni climatiche all’integrazione opportuna, fare tanta attenzione a prevenire qualsiasi difficoltà, crisi, disguido.

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Cerco sempre di alimentarmi in modo naturale con le cose che mette a disposizione l’organizzazione di gara e privilegiando gli alimenti più digeribili prima durante ma anche dopo.”

E’ importantissimo anche il dopo, c’è tanto bisogno di integrare quanto speso dal punto di vista energetico, in genere l’organismo sa quello che vuole, cibi diversificati da prediligere liquidi, cereali, proteine e tanto altro per alcuni giorni a volte.

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Quando non mi sento bene preferisco sempre mollare per non rischiare, anche se inevitabilmente poi subito dopo mi pento.”

Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Lo sport lo mollo solo quando ne sono costretto per motivi di salute o di impegni troppo gravosi.”

Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Mi ispiro agli amici più esperti, ascolto con attenzione i loro consigli.”

Questa è astuzia, lo faccio anch’io, mi arricchisco dai racconti e dalle esperienze dei più esperti, quelli che ci sono già passati, quelli che hanno già toppato o sbagliato o che hanno fatto bene e si traggono notevoli insegnamenti. Diventano libri aperti.

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Ultra Trail Mont Blanc 2007 e Ironman Zurich 2010.”

Sicuramente sono due gare toste, ci si arriva con preparazione oculata senza improvvisare e in ottima salute fisica e mentale, ed il segno che ti lasciano è come una cicatrice emozionale positiva, resta sulla pelle a vita e fa bene, quando c’è maltempo o situazioni non tanto positive si risveglia la cicatrice e ti dice che hai sperimentato tanto benessere, tante capacità ti ricorda che sei stato grande che se vuoi ce la fai a superare tutto.

C’è un’esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Nelle due gare sopra elencate è stata la resilienza a portarmi al traguardo e lo è spesso anche nella vita nelle situazioni difficili con le quali purtroppo spesso mi imbatto.”

Lo sport, soprattutto quello di endurance, incrementa autoefficacia e sviluppa resilienza. Se avete problemi con qualcuno a casa o al lavoro mandatelo a correre, a fare sport, fategli sperimentare la fatica ma anche la gioia, le sensazioni collegate all’impegnarsi, all’essere determinati, fategli nascere una passione, la voglia di essere, di sperimentare, di essere presente, di occupare spazio. Ritornerà a casa o al lavoro più responsabile, più maturo, più collaborativo, più persona. La palestra dello sport forgia e costruisce non uomini duri ma sensibili, rispettosi e collaborativi.

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “Qualche anno fa mi giudicavano fanatico di sport, poi quasi tutti (mia moglie resiste ancora) hanno capito che per me è principalmente un piacevole svago.”

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Ai campionati del mondo di 24 ore di Torino 2015 anno ho gareggiato nella gara open e, per via della mia passione per le foto, in molti mi hanno scambiato per un giornalista e prima durante e dopo la gara continuavano a rilasciarmi dichiarazioni stampaJ.”

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Che sono molto resiliente, resistente, motivato e divertito.”

L’essere resistente, motivato e divertito è la strada per la resilienza. E’ possibile approfondire l’argomento della resilienza sul testo Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport. MJM http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “In tutte le ultramaratone e ultratrail vedo chiaramente il mio limite e cerco di starci appena appena sotto.”

Quali sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo sport: pregara, in gara, post gara? “Pregara attenzione maniacale ai particolari logistici e organizzativi, in gara concentrazione e divertimento, post gara condivisione esperienze e foto e tanta birra con gli amici.”

Più è intensa l’attività fisica, più le competizioni sono prolungate nel tempo, più si tratta di sport di endurance e più le esperienze sono intense, ricche di emozioni.

Quali sono i tuoi pensieri in gara? “Soprattutto arrivare al traguardo in condizioni accettabili.”

Quale è stata la tua gara più difficile? “UTMB2006.”

Hai dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Ho dovuto abbandonare totalmente lo sport per lunghi periodi quando ho avuto le due figlie, quando ho lavorato in consulenza, quando ho avuto la lombo sciatalgia e ora che mi è venuta una patologia autoimmune.”

C’è un messaggio che vorresti dare a chi fa uso di doping per sconsigliarne l’uso? “Doparsi è da sfigati, è un danno che prima di tutto uno fa a se stesso.”

Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Con la consapevolezza che prima o poi passa a con il lavoro si ritorna come prima o meglio di prima.”

Bisogna essere pazienti e fiduciosa ed a volte è importante fermarsi, riposarsi, recuperare.

Hai mai rischiato per infortuni di smettere di essere atleta, hai mai pensato di smettere? “Facendo sport amatoriale se non ne sarò nuovamente costretto non smetterò mai volontariamente.”

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti? “È sicuramente fondamentale per gli atleti professionisti e molto importante per gli amatori che ambiscono a esplorare i propri limiti.”

Quale può essere un tuo messaggio ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport? “Lo sport è vita!”

Prossimi obiettivi lungo, medio, breve termine? Quali sono i sogni da realizzare? “Mi piacerebbe continuare a fare ogni anno almeno una gara lunga (ultramaratona, ultratrail o ironman) e qualche gara nuova in una bella località.”

Una l’anno e continuare a viaggiare si augura Franco e perché no.
Per approfondimenti sul fantastico, sorprendente, bizzarro e straordinario mondo degli ultrarunner è possibile consultare il mio libro dal titolo "Ultramaratoneti e gare estreme", Prospettiva editrice
http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
https://www.ibs.it/ultramaratoneta-analisi-interminabile-libro-vari/e/9788898615872

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