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lunedì 1 maggio 2017

Lara La Pera: Correre mi da un senso di benessere mentale e fisico


Bisogna focalizzarsi sul momento presente, è importante dire ora la penso così, ora ho voglia di fare questo, ora sento che questa è la mia vita, poi con il tempo cambia tutto, può cambiare passione, può cambiare umore. Nella vita ci sono momenti e treni, ci sono momenti per giocare e momenti per competere, momenti per pensare al divertimento e momenti per pensare alla performance, importante è cavalcare sempre il momento presente, seguire la direzione che vogliamo prendere verso mete e obiettivi sfidanti ma raggiungibili per sperimentare benessere fisico e mentale.
Di seguito Lara ci racconta la sua esperienza di atleta attraverso risposte a un mio questionario.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Credo che chiunque pratica sport con passione, dedizione e grandi sacrifici….abbia sognato almeno una volta nella vita di vincere una medaglia olimpica! Comunque, aldilà dei sogni, nella realtà ci sono state delle volte in cui mi sono resa conto di essere stata molto brava…ma non una campionessa.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva? “Ho iniziato a fare sport a livello agonistico a 12 anni….ne ho 41 e non ho ancora smesso. Ho iniziato con la pallanuoto, poi nuoto in acque libere e a 30 anni sono passata dall’acqua alla terra ferma, dedicandomi esclusivamente alla corsa. Ho iniziato subito a correre maratone con risultati soddisfacenti, poi mi sono dedicata alla corsa in natura (trail) su lunghe distanze.”
Quali sono i fattori che contribuiscono al benessere e performance nello sport? “Stare bene fisicamente e soprattutto mentalmente.”
Per continuare a portare avanti una passione è importante sperimentare benessere fisico e mentale, è importante avere sempre buone sensazioni fisiche e percepire benessere mentale, serenità, entusiasmo, fiducia in sé, condivisione con familiari e amici.
C’è qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance nello sport? “Mio marito che condivide con me gare e allenamenti.”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “Condividono la mia smodata passione per la corsa, quando possono vengono anche alle gare.”
Ti va di descrivere un episodio divertente della tua attività sportiva? “Mi diverto molto quando sulle lunghe distanze dopo metà gara…da lontano avvisto mio marito e lo raggiungo. Lui è più veloce di me, ma io sono più resistente e sulle lunghe distanze ha la meglio chi va piano e resiste.”
Le donne alla lunga si dimostrano più brave, resistenti, resilienti, sembrano avere una marcia di riserva in più rispetto all’uomo, succede che in gare di endurance vincono donne come è successo al Campionato Italiano di 24 ore del 2017 dove ha vinto Lorena Brusamento.

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “Ho scoperto di avere una grandissima resistenza e quando il traguardo si avvicina le forze aumentano.”
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano nello sport? “Pratico corse sia su strada che in montagna oltre i 50km, quindi è fondamentale avere pazienza, saper andare piano quando l’adrenalina è alle stelle, ed essere fisicamente progettato per resistere. E’ vero che la resistenza va allenata…ma secondo me c’è una grande predisposizione fisica e mentale all’endurance. Nel senso che ci sono persone che praticano uno sport, esempio corsa o bici, e un bel giorno cominciano ovviamente ad incrementare i km in allenamento per migliorare la loro resistenza a fare i “lunghissimi”. Io funziono esattamente al contrario….corro tanto tutti i giorni da sempre. La mia prima gara di corsa nel 2007 è stata una maratona. Se per caso  mi passa per la testa di fare una mezza maratona, per qualche settimana mi devo impegnare a correre meno e a fare allenamenti più brevi e brillanti…cosa che mi riesce difficilissima! Non mi spaventa assolutamente un allenamento di 30km a 5min/km…..ma otto ripetute da 1km a 4min/km potrebbero togliermi il sonno!”
E’ vero ognuno ha una predisposizione fisica e mentale per certe cose, ognuno è un po’ programmato geneticamente e un po’ nel corso della vita ha imparato a faticare in un certo modo e sa come funziona in allenamento e in gara, pertanto l’autoconsapevolezza aiuta a fissare mete e obiettivi e a predisporsi per trasformare sogni in realtà, questo diventa importante per gli allenatori che hanno davanti a loro non semplici persone che vogliono migliorare o vincere ma un mondo che va compreso, aiutato, sostenuto prima di preparare qualsiasi scheda di allenamento. Come dice Lara nello sport di endurance ci vuole tanta pazienza, avere un approccio meditativo e saper gestire l’attesa, devi capire che hai davanti tante ore di competizione e quindi non puoi essere esuberante, superbo, impulsivo devi tenere a bada te stesso e avanzare centellinando le tue energie.
Che significato ha per te praticare il tuo sport? “Per me la corsa è vita, libertà, sfuggire al tempo che trascorre inesorabile. Da bambina i miei genitori mi chiamavano “Moto perpetuo” perché non stavo mai ferma. A 41 anni credo che la mia natura sia ancora quella.”
Meno male che da piccola i genitori non hanno somministrato farmaci a Lara per tenerla buona, per cercare di fermarla, ognuno ha i suoi tempi, i suoi spazi, le sue modalità di essere al mondo, le sue curiosità, e ben venga uno spirito libero che sperimenta alta vitalità con intensità e con passione.
Quali sono le sensazioni che sperimenti nello sport? “Corro tutti i giorni innanzitutto per me stessa, poi per raggiungere determinate prestazioni sportive. Correre mi da un senso di benessere mentale e fisico aldilà dell’agonismo che comunque ha sempre avuto un aspetto importante per me nella pratica dello sport.”
A cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport? “La corsa in natura ed in particolare in montagna è soprattutto rispetto assoluto della natura che comunque vince sempre. Quindi bisogna rispettare determinate norme di sicurezza e valutare sempre le proprie condizioni fisiche prima di imbattersi in corse di 50/100km che ti portano spesso oltre i 2500m di altitudine. Personalmente sto molto attenta in montagna alle discese, quelle troppo tecniche e ripide mi fanno un po’ paura….quindi penso prima alla mia sicurezza e poi all’avversario che mi insegue.”
Va bene tutto, ma come dice Lara con estrema attenzione e consapevolezza delle proprie capacità e i propri limiti, anche il Re della 100km Giorgio Calcaterra mi disse che lui teme le gare di ultratrail perché in discesa non vuol rischiare e poi perché c’è sempre il rischio di sbagliare strada e perdersi.
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti ostacolano nella pratica del tuo sport? “Fisiche il mal di pancia, ambientali il troppo caldo.”
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica, hai rischiato di mollare di fare sport? “Non ho mai pensato di mollare. Sono passata da uno sport come il nuoto alla corsa senza prendermi pause. Lo sport è una parte integrante della mia vita e del mio essere.
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi al tuo sport? “La vita è movimento, non è staticità. La vita è luce, aria, è il cuore che batte, è avere un obiettivo e lottare per raggiungerlo facendo anche grandi sacrifici. La vita non è ipnotizzarsi su quei dannati smartphone…quella è una vita finta, virtuale. Arriveranno a quarant’anni che avranno messo milioni di “mi piace” su facebook e non sapranno mai cosa sono le emozioni vere. Quando a 13 anni giocando una partita di campionato a pallanuoto, ho segnato il mio primo gol….ho provato un’emozione che mi è rimasta appiccicata all’anima e che probabilmente ha contribuito a fare di me quella che sono oggi. Avevo fatto tanti sacrifici per guadagnarmi quel posto da titolare ed ero pure riuscita a contribuire alla vittoria della mia squadra…..era un motivo per continuare con lo stesso impegno, anzi di più….perchè mettere la palla in rete mi piaceva da morire.”
Lara con i suoi racconti mi aiuta a spiegare una delle quattro fonti dell’autoefficacia che consiste nelle precedenti esperienze di successo, nel caso suo è il suo primo gol all’età di 13 anni, questa è un’esperienza che non va mai dimenticata, sempre tenuta a memoria, ogni tanto bisogna chiudere gli occhi e visualizzare quell’esperienza e sentire in questo momento le sensazioni sperimentate, infatti le sensazioni sperimentate in occasioni di successo rappresentano la seconda fonte di autoefficacia.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? “Sicuramente può essere utile per gli adolescenti e per gli atleti professionisti che subiscono quotidianamente fortissime pressioni che alle volte li può spingere a errori clamorosi come l’uso di sostanze dopanti.”
Vero non bisogna aspettare di avere problemi quali l’ansia di prestazione per rivolgersi allo psicologo dello sport ma ci deve essere una mentalità predisposta al lavoro mentale che aiuta a gestire sconfitte, infortuni ma anche vittorie, aiuta a pianificare, programmare, valutare e modulare mete e obiettivi con atleta e allenatore e tanti altri aspetti da curare.
Quali sono i prossimi obiettivi, sogni che hai realizzato e da realizzare? “Il mio prossimo obiettivo è chiudere una gara, l’Etnatrail 90km, dalla quale lo scorso anno mi sono ritirata. E’ stato l’unico ritiro della mia vita…che ancora mi brucia. Ma alle volte ritirarsi è da saggi, andare avanti ad oltranza è da stupidi. Ho appena realizzato un sogno…la settimana scorsa ho corso la Tuscany Crossing 103Km, gara che preparavo da mesi e che speravo di chiudere in 12h30’. Ero consapevole che era un tempo molto ambizioso ma non impossibile. Ho tagliato il traguardo dopo 12h30’18’’.”
Concordo con Lara, non mollare va bene ma è importare sapersi monitorare, comprendere se durante una gara c’è una crisi solo mentale o una crisi fisica che può compromettere un muscolo, o altro organo cardiaco o renale, o qualcos’altro, si può fare tutto, superare i limiti ma con estrema attenzione e prendendosi cura di se stessi. Lo sport da tanto e a volte toglie anche.
Sei consapevole delle tue possibilità, capacità, limiti? “Assolutamente si. Praticare uno sport di endurance aiuta tantissimo a conoscersi e a sperimentare quotidianamente i propri limiti.”
Quanto ti senti sicuro, quanto credi in te stesso? “Sulle lunghe distanze credo molto in me stessa e nella mia capacità di resistere. Sulle brevi distanze invece no. Anche il mio approccio alle gare under 50km e molto insicuro perché la mia caratteristica principale è la resistenza, no la velocità. Nella vita in generale credo molto in me stessa….la vita è una lunga corsa.”
Qual è una tua esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Sono nata e cresciuta in Sicilia, ho sempre vissuto sul mare, da bambina i miei genitori mi portavano sempre e solo in vacanza al mare….la montagna non la prendevano nemmeno in considerazione. Adesso in età adulta ho affrontato corse su montagne difficili come il Monte Bianco o le Dolomiti, percorsi over 100km completamente sola di giorno e di notte…raggiungendo sempre il traguardo. Per noi “Gente di mare” che ci alleniamo su colline alte 500/600m  non è una cosa scontata.”
Più dura è la lotta, più grande è il trionfo, questo sembra essere il motto di Lara nello sport e nella vita. Sembra essere molto resiliente, decisa, determinata, sa quello che vuole e come ottenerlo.
Quali sono le sensazioni relative a precedenti esperienze di successo? “Quando un gara va bene sono sempre molto soddisfatta ma non sono il tipo di persona che spiattella i suoi successi su Facebook o ne parla…e qualche gara nella mia vita l’ho anche vinta. Ma credo che la gloria più intensa sia quella che si assapora in completa solitudine.”
Hai un modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno? “Mio padre che non c’è più da 11 anni….lui mi ha insegnato ad amare il movimento, lo sport, la competizione.”
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed impegnarti? “Einstein e il calabrone : La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso. Ogni tanto faccio il calabrone….e spesso ci riesco a volare!”
A volte i limiti sono mentali, soprattutto nella nostra cultura occidentale dove tutto è stabilito, si sa dalla nascita quello che possiamo e dobbiamo fare, come dobbiamo essere.
Come hai superato eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà? “Ho avuto solo un infortunio nella mia carriera sportiva ed è stato molto lungo. Un banale strappo muscolare non è stato diagnosticato nel modo giusto e mi ha costretta a uno stop di 5 mesi…in quel periodo mi sono un po’ depressa perché non né venivo fuori a causa del medico che non aveva capito assolutamente nulla. Poi un bravissimo preparatore atletico mi ha tirato fuori da questo tunnel di incomprensione del problema e mi ha ridato fiducia in me stessa. Da allora ho iniziato a studiare molto per cercare di capire quali sono tutti i processi meccanici e fisiologici a cui il nostro corpo va incontro quando corriamo. La comprensione del problema e la conoscenza mi hanno dato la serenità per andare avanti, superare l’infortunio e ripartire. Adesso in generale nello sport e nella vita se ci sono dei  momenti di difficoltà, invece di andare avanti a oltranza, mi fermo e cerco di capire. Se capisco mi sento padrona della situazione e riesco a gestirla.”
Quando c’è un problema, una difficoltà, una crisi, si tratta di fermarsi e organizzarsi, comprendere quello che c’è e capire cosa fare per poter risolvere con pazienza e cercando aiuto adeguato.
Testimonianze di atleti mi hanno permesso di scrivere il libro "Ultramaratoneti e gare estremeProspettiva Editrice.
3° nella classifica Bestseller di IBS Libri - Sport - Atletica e sport da campo e da pista - Maratona e corsa campestre
https://www.ibs.it/ultramaratoneti-gare-estreme-libro-matteo-simone/e/9788874189441.

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