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lunedì 22 maggio 2017

Vincenzo Santillo, ultrarunner: Con la testa si può arrivare dovunque

Matteo Simone

A volte lo sport rimette al mondo, fa risperimentare entusiasmo e vitalità. 

Succede ad esempio che la corsa permette di sentirti utile e capace, da un senso a una vita che sta attraversando un periodo difficile. Di seguito l’esperienza di Vincenzo Santillo che si racconta rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell’attività fisica?Il mio percorso è cominciato così, avevo un edicola che ho chiuso per fallimento e mi sono trovato senza lavoro. Mangiavo sempre, fumavo e non ero mai stanco, così decisi di andare a camminare un po' di mattina presto. 
Da lì ho conosciuto tantissimi amici che mi hanno portato a iscrivermi a una società e a partecipare a gare. Sono stato per più di due anni senza lavoro e posso dire la corsa mi ha aiutato tantissimo a sopravvivere , a volte mi domando, chissà se non cominciavo a correre che fine avrei fatto.”
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare?Il Passatore, è stata la gara che mi ha regalato mille emozioni.”

Il Passatore è una gara di corsa a piedi della distanza di 100 km con partenza da Firenze ore 15 e arrivo a Faenza con un tempo massimo di percorrenza di 20 ore dove il primo arrivato ci impiega meno di 7 ore e da 11 anni a questa parte c’è l’unico vincitore che è Giorgio Calcaterra.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica?Ho scoperto che con la testa si può arrivare dovunque e i dolori che possono comparire durante una gara o un allenamento vanno risolti di testa.”

A volte si e a volte no, a volte i dolori sono sabotatori, ce li cerchiamo noi, siamo indecisi, siamo negativi, siamo svogliati e stiamo lì ad attendere un dolore per poterci fermare e allora diventa importante un lavoro mentale di confronto di nostre diverse polarità opposte per trovare un compromesso, un accordo per  continuare la nostra esperienza sportiva fino al traguardo. 
Altre volte il dolore può indicarci una vera sofferenza e allora si è forti se ci si ferma, se si è troppo ostinati si continua senza considerare i messaggi di aiuto del corpo.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere?Ho capito che divertendomi affronto le gare con facilità, questo l'ho capito dopo che avevo preparato una maratona, feci 3 mesi di preparazione, ripetute, fartlek, alimentazione controllata, e niente arrivai benissimo alla maratona ma al km 22 crampi e da che volevo fare sotto le 3 ore feci sotto le 4 ore, da allora ho abbandonato tutti i tipi di allenamenti, esco tutte le mattine alle 5, due ore di corsa solo a sensazioni.

A volte la competizione non è salutare, a volte è importante sentirsi liberi da tempi e orari, diventa più salutare sperimentare il gesto atletico, l’avanzare nel percorso di allenamento o di gara, notare il nostro mondo interno e anche ciò che ci circonda, notare la fatica che si sente ma non crea problemi, il sudore che ci inumidisce ma che ci appartiene, fa parte della nostra esistenza.
Che significa per te praticare attività fisica?Significa scaricare tutti i problemi lavorativi che ho. I problemi lavorativi sono tanti, anche oggi ho un lavoro che non mi permette di vivere serenamente, ma la corsa mi aiuta tantissimo e ringrazio Dio di avermi fatto scoprire questo sport.”

Lo sport e la corsa in particolare a volte diventa terapeutico, ti fa scaricare tensioni legate ai problemi quotidiani, ti permette di elaborare situazioni che stazionano nella mente perché non hanno al momento una valida soluzione.
Quali sensazioni sperimenti facendo attività fisica?La mattina mi piace uscire presto e ascoltare il silenzio mattutino, mi ricarica per la giornata che affronterò.”

Questo è il bello dello sport e della corsa in particolare provare sensazioni ed emozioni, sperimentare, uscire a ore insolite e notare che effetto fa vedere colori dell’alba, il fresco della mattina, il silenzio ed altro.
Quali sono le difficoltà, i rischi? A cosa devi fare attenzione nella pratica della tua attività fisica?Il rischio più forte è reale è la maledetta sigaretta, non riesco a smettere, la odio quando corro, prometto di non fumare più, ma dopo corso non è più così.

Per ora Vincenzo è in una fase contemplativa, è consapevole che la sigaretta fa parte di uno stile di vita non proprio salutare ma ancora non ha la forza, il coraggio, la spinta motivazionale per passare nella fase successiva che è quella dell’azione e cioè cestinare le sigarette. Quando farà un primo passo verso il non fumare il passo successivo sarà la fase del mantenimento e cioè non comprare più sigarette o comprarle e non fumarle.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dell’attività fisica?Il caldo, perché uscendo sempre alle 5 non sono abituato a correre col sole.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare attività fisica?Mollare per adesso mai, continuare sempre perché sto appena all'inizio e ce ne sono ancora a migliaia di gare che voglio fare, tanto nella corsa c'è sempre tempo, si può correre ad ogni età ed io ho appena 37 anni.”

La corsa ti permette di fare sport liberamente con diverse modalità, puoi correre velocissimo o a bastanza veloce, puoi rallentare e recuperare, puoi fare soste e camminare, in base alla forma, al periodo che stai attraversando, alla motivazione è possibile esprimersi in diverso modo.
Ritieni utile lo psicologo dello sport nella pratica dell’attività fisica?Mio fratello prima del Passatore mi fece leggere una frase del libro, resisto dunque sono, penso che alcune frasi dette da persone competenti aiutino molto.”

Come nella vita, nello studio, nel lavoro è importante l’apprendimento dall'esperienza diretta ma anche diventa importante l’aiuto di persone competenti che per quanto riguarda l’allenamento fisico sono allenatori e preparatori atletici e per quanto riguarda l’allenamento mentale che forse passa in primo piano in gare di endurance può essere importante il confronto con uno psicologo per gestire diversi aspetti che vanno dall'insicurezza, dalla gestione dell’ansia di prestazione, dal superare infortuni e sconfitte, dal gestire la pretesa di riconfermarsi o il fine carriera.
Sogni realizzati e da realizzare?Quello realizzato è il Passatore, ma come ho detto prima, c'è tempo e voglio godermi questa passione senza strafare, ma un poco alla volta.

"Un poco alla volta" è un buon approccio e diventa anche un’ottima strategia di gara soprattutto per quelle lunghissime, un po’ alla volta si riesce a ottenere grandi risultati e a fare grandi cose.
Un’intervista a Vincenzo è riportata nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100 km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100 km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100 km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. 
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. 
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.

Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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