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giovedì 3 agosto 2017

Il mondo degli ultrarunner fatto di fatica e soddisfazioni


A spingere a fare sport di endurance come ultramaratone, faticando anche nelle salite è il benessere che si sperimenta, un benessere particolare che agisce sulla testa e si diffonde per tutto il corpo e rimane ancorato nella propria anima come un'arma da utilizzare nelle situazioni più difficili emotivamente.

In effetti è risaputo e sperimentato che lo sport rende felici, incrementa consapevolezza, sviluppa autoefficacia consolidando la fiducia in se stessi di poter far qualcosa, di riuscire in qualcosa, inoltre lo sport incrementa la resilienza, si affrontano e si superano meglio i problemi, le crisi, le difficoltà.
Sto continuando ad approfondire e sperimentare il mondo degli ultrarunner fatto di fatica e soddisfazioni, di programmi, di obiettivi, di percorsi, di viaggi interiori.
Sto continuando l'approfondimento sia in modo diretto, partecipando ad alcune gare, sia attraverso interviste, racconti e testimonianze da parte di atleti di queste discipline di sport di endurance e di ricerca personale.
Tra le tante testimonianze interessante quella di Vincenzo Luciani, uno dei primi ultramaratoneti che ho conosciuto tantissimi anni fa, quando ancora era temuta la maratona e le ultramaratone sembravano qualcosa di inavvicinabili. La sua società sportiva Atletica del Parco, di cui Vincenzo era presidente, era la prima squadra che io conoscevo di ultramaratoneti, atleti che mi parlavano del Passatore, del caldo, delle flebo, dei piatti alla 5^ partecipazione del passatore, dei cibi, della 50km di Romagna, insomma altri tempi.

Vincenzo ha portato con lui tanti atleti a sperimentarsi nelle lunghe distanze e ora ecco come risponde alla domanda: Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Un motivo di orgoglio e di autostima; l’acquisizione di una mentalità da ultramaratoneta nel senso di capacità di autoregolazione delle proprie energie fisiche e di autocontrollo psichico sperimentato sulla lunga durata della prestazione sportiva; una capacità di saper “soffrire”, tener duro e saper resistere ad uno sforzo prolungato.”

Una bella definizione, una bella testa, partecipare a tante gare impegnative per tante edizioni portando con se tanti atleti, significa veramente credere in se stesso e mettersi alla prova.
Interessante anche l’esperienza di Roberto d’Uffizi, ecco come risponde alla domanda: Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta?Lo sforzo organico prolungato nel tempo e il dover in qualche modo farvi fronte anche per mezzo della mente, rappresentano un’ottima scuola di vita per affrontare positivamente e costruttivamente gli imprevisti che ci capitano davanti nella vita di tutti i giorni: le mie motivazioni sono quindi anche indipendenti dall’aspetto sportivo.”

Scoprire questo mondo a volte ti cambia la vita, di seguito la testimonianza di Romualdo Pisano attraverso la risposta alla seguente domanda: C’è qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance nello sport?Da quando ho scoperto il mondo delle ultramaratone spesso dico di avere trovato il mio posto. In effetti ho avuto modo di salire sul podio solo ed esclusivamente su questo tipo di gare. Ma in realtà alle spalle c'è la consapevolezza e l'appoggio di mia moglie Silvia e dei miei figli che sono entrato in un mondo dove mi basta prepararmi chiudere gli occhi e correre...e spesso vincere. Non posso non menzionare colui che ha creduto in me dal nulla e mi riferisco al mio preparatore Faustini Osvaldo, presidente della FO Running team nonchè Presidente; capitano della nazionale Italiana nel 1987 quando l'Italia vinse la Coppa del Mondo a squadre a Seul; più volte corso la maratona di New York insomma mi sento di dire di essere seguito da un vero pezzo da 90.”

Per approfondimenti sugli ultrarunner segnalo Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida 

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