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martedì 24 ottobre 2017

Sandro: Essendo io un ipovedente era impensabile correre per me

Dott. Matteo Simone

L’esperienza di guida con atleti con disabilità visiva, uniti con un laccetto.

Fidarsi e affidarsi, sintonizzarsi sui passi dell’altro, guidare, sentire la propria e l’altrui fatica.
Gente altruista, gente che vuol fare un’esperienza insieme ad altri.
E’ importante solamente essere presenti senza distrazioni, badare a te stesso e l’altro, segnalare dossi, curve, radici, ostacoli e avanzare sempre, se cadi non diventa un problema, si sorride ci si rialza e si riprende, la vita diventa più facile e a misura di tutti, ti ringraziano e ti arricchisci dal punto di vista emozionale diventa qualcosa che non fai solo per loro ma anche per te e sentirti una persona migliore più ricca dentro, meno competitiva e più partecipativa, vedrai che ti cambia la vita, eserciterai la lentezza e l’attenzione nel fare le cose.
Affidarsi e fidarsi, è quello che si può sperimentare nello sport, è quello che si sperimenta correndo e camminando con gli atleti con disabilità visiva.
Siamo tutti in grado di poter competere, partecipare, eccellere, basta volerlo. Non aspettare il momento migliore, è sempre il momento per mettersi in gioco e apprendere dall'esperienza.
Sport e aggregazione, fidarsi e affidarsi, guide e atleti con disabilità visiva. Anything is possibile, together is much better (Ogni cosa diventa possibile, insieme è più facile).
C’è la possibilità di mettersi a disposizione per un allenamento di corsa o camminata.  Ti aspettiamo!
Come dico sempre io “Together is much better” ed infatti da soli le persone con disabilità hanno difficoltà a fare sport o sono quasi impossibilitate, ed allora perché non offrire un po’ del nostro tempo per dedicarsi a questa attività? 
Insieme si ottengono risultati importanti un miglioramento della prestazione sportiva e del benessere della persona non vedente ma diventa anche una messa alla prova per le guide, per sperimentarsi accanto agli altri, provare a guidare un’altra persona, stargli accanto, sintonizzarsi sullo stesso respiro, sulla sua fatica, sui suoi ritmi, e la competitività ed il benessere oltre che individuale diventa duale e poi di gruppo, di squadra.
Tra i tanti che si sono avvicinati alla corsa c’è anche Sandro che di seguito racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Come hai scelto il tuo sport?  Volevo intraprendere un'attività sportiva che richiedesse uno sforzo moderato ma costante e, grazie alla generosità degli atleti dell'associazione sportiva La Sbarra, ho iniziato a praticare la corsa. 
Essendo io un ipovedente ho grande difficoltà nel muovermi in autonomia per cui era impensabile correre per me.”
Nella tua disciplina quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione?Nella mia condizione di ipovedente per correre ho bisogno di affidarmi al 100x100 a un atleta guida. 
Ciò significa che io, prima di tutto, devo sviluppare da subito un principio di intesa col mio accompagnatore. 
Devo essere sempre attento alle segnalazioni che mi vengono comunicate relative a variazioni di terreno, deviazioni di percorso, ostacoli improvvisi e non. Per cui prima del fisico io ho bisogno di allenare l'affiatamento con la persona che mi guida per trovare una buona sintonia.
Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance?
Fortunatamente sono venuto a conoscenza del progetto Achilles International… 
Ed eccoci qua: atleti volontari dell'Associazione Sportiva La Sbarra & I Grilli che aiutano atleti non vedenti e ipovedenti a correre. 
Sia in allenamento che in gara Atleta Guida e Atleta non vedente procedono affiancati, uniti polso a polso attraverso un cordino. 
Ci vuole accortezza e sensibilità e i ragazzi de La Sbarra & I Grilli riescono a compiere l'impresa di guidare un atleta disabile per mano fino al traguardo. E' una cosa molto impegnativa ma sanno farla con naturalezza e delicatezza.”

Urge aiuto di persone generose e disponibili disposte a dedicare tempo per allenarsi con atleti con problemi visivi. 
Tali atleti per partecipare a diverse attività agonistiche ed amatoriali, necessitano di allenarsi e, quindi, essere accompagnati in queste attività da 'guide sportive' ossia persone, disponibili ad indicargli il percorso, a porgergli un braccio, a farli evitare buche ed ostacoli.
Ognuno di noi si può sperimentare come guida negli allenamenti e in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con generosità e scoprendo cosa significa correre con una disabilità come la vista.
Un’intervista a Sandro è riportata nel libro “Sport benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta”, di Matteo Simone (Autore), Prospettiva Editrice, 2017.  
Sollecitato da un amico triatleta ho pensato di scrivere un libro che parli non solo di campioni, ma anche dell’atleta comune lavoratore, il quale deve districarsi tra famiglia e lavoro per coltivare la sua passione sportiva, per trovare il tempo per allenarsi, praticare sport, stare con amici atleti, partecipare a competizioni.

Dott. Matteo Simone 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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