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martedì 12 dicembre 2017

Importante, nelle ultramaratone, il riposo e la cura per il proprio corpo


La cosa importante è lavorare per obiettivi, focalizzarsi sull'obiettivo più importante e sul prossimo obiettivo. Cercare di fare sia lavori di allenamento fisico che lavori di allenamento mentale. L'allenamento fisico consiste nelle sedute di allenamento di lunghe distanze o la partecipazione a gare di lunga distanza, è importante confrontarsi con campioni dello stesso livello o di livello di poco superiore e fare gare insieme per testarsi e anche per prendere spunti dagli altri.

Per quanto riguarda l'allenamento mentale è importante essere convinti di quello che si fa e di quello che si può riuscire a fare, importante sviluppare la propria consapevolezza corporea e delle proprie capacità e caratteristiche. Mettersi in gioco in allenamenti impegnativi di lungo chilometraggio e lunga durate e mettersi in gioco in gare molto dure e impegnative.
Importante essere positivi come, così si riesce a faticare e superare carichi di lavoro enormi. Importante rispettare gli opportuni recuperi e riposi per ristabilire il fisco e la mente. Importante fare allenamenti di gruppo.
Nello sport di endurance, gli infortuni si mettono in conto ed è importante essere disposti a fermarsi un po’, oppure a rallentare i ritmi. Si spera che non giunga mai il momento per smettere, significherebbe smettere di vivere, divertirsi, gioire, mettersi alla prova, conoscersi, sperimentarsi, relazionarsi, scoprire.

Nelle gare di 24 ore bisogna iniziare a meditare per poter superare i momenti di crisi in modo da non fermarsi, fortificarsi con lavori sul respiro, sviluppando attenzione nei confronti di se stessi e sapendo che si può superare tutto, bisogna correre momento per momento senza pensare al finale della gara.

Importante è anche l'alimentazione e l'abbigliamento, provare in allenamento ad alimentarsi mentre si fanno sedute di lunghissima durata e anche provare l'abbigliamento adatto.

Cosa spinge a partecipare a maratone e ultra? Certo non solo la performance ma la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionare; anche la voglia di fidarsi e affidarsi a qualcuno che ti fa compagnia, che ti porge una bevanda, che ti aspetta; una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a stare nel gruppo che contiene e sostiene, per non mollare, per occuparsi di se stessi e degli altri, per raccontarsi, per far parte di un gruppo, una squadra con progetti di gare, per ricordare momenti passati insieme, per condividere momenti, pregara fatti di viaggi e incontri, per superarsi, questo è lo sport che vogliamo che incrementa consapevolezza, autoefficacia, resilienza e spirito di squadra e appartenenza. Chiamateli pure masochisti o incoscienti, ma in realtà quello che emerge dalle varie storie e testimonianze è che si tratta di un mondo fantastico e sorprendente, affascinante.

Si fa tutto con cautela e attenzione, fidandosi e affidandosi iniziando a piccoli passi lenti con minimi obiettivi e poi ognuno prende la sua strada più o meno lunga, più o meno difficile.

Per ottenere qualcosa bisogna crederci, essere consapevole delle proprie capacità e limiti, impegnarsi duramente, essere determinato, mettere in conto infortuni, avversari più forti, sconfitte e momenti bui, rialzarsi sempre e ripartire sempre con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà, rispettando gli altri e vivendo sempre l'esperienza che da frutti importanti da portare a casa serenamente, fidarsi e affidarsi, questo è lo sport che vogliamo.

Lo sport non sempre ti dà cose positive ma a volte ti toglie anche salute e benessere, dipende da come ti poni con lo sport, come investi nello sport, cosa vuoi dallo sport; a tutto c’è un limite, bisogna sempre stare in contatto con i propri bisogni ed esigenze e comprendere quello che si può fare e come, bisogna sviluppare tanta consapevolezza delle proprie risorse e capacità ma anche dei propri limiti.

Nello sport di lunga distanza bisogna sapersi gestire, diventare manager di se stessi, conoscersi bene sia le proprie forze e potenzialità sia i propri limiti e cosa ancor più importante bisogna saper essere pazienti, umili e istruiti sul da farsi e documentarsi bene sui percorsi, sull’abbigliamento tecnico, sulla temperatura atmosferica, sull’alimentazione e idratazione necessaria.

Con la forte passione e giusta motivazione si può avere la capacità di gestire momento per momento eventuali imprevisti o crisi ed andare avanti nello sport e nella vita. Essere resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio, affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali e relazionali. La pratica dell’ultramaratona permette di conoscere e scoprire delle risorse interne che in situazioni ordinarie sono insospettabili.

Tenacia, determinazione, resilienza accrescono la forza mentale per andare avanti, per raggiungere un obiettivo prefissato, per superare eventuali crisi lungo il duro percorso. Il non fermarsi davanti a imprevisti, il non mollare, il “piegarsi ma non spezzarsi”, l’essere resilienti permette di rialzarsi più forti e determinati di prima permette di ricominciare con più entusiasmo di prima, con più coraggio, con più esperienza, con più sicurezza.

L’essenza della vita è sperimentare le proprie capacità personali misurarsi con l’impossibile, l’incerto, sfide continue, un viaggio interiore alla ricerca di se stessi, conoscere se stessi, rialzarsi quando si casca, ci si infortuna.

http://www.psicologiadellosport.net

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