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martedì 19 dicembre 2017

La cosa importante è lavorare per obiettivi


La cosa importante è lavorare per obiettivi, focalizzarsi sull'obiettivo più importante e sul prossimo obiettivo. 

Cercare di fare sia un lavoro di allenamento fisico che un lavoro di allenamento mentale. Per quanto riguarda l'allenamento mentale è importante essere convinti di quello che si fa e di quello che si può riuscire a fare, importante sviluppare la propria consapevolezza corporea e delle proprie capacità e caratteristiche.
Mettersi in gioco in allenamenti e gare molto dure e impegnative. Importante essere positivi, così si riesce a faticare e superare carichi di lavoro enormi. Importante rispettare gli opportuni recuperi e riposi per ristabilire il fisco e la mente. Importante fare allenamenti di gruppo.
Nelle gare di 24 ore, per esempio, bisogna iniziare a meditare per poter superare i momenti di crisi in modo da non fermarsi, fortificarsi con lavori sul respiro, sviluppando attenzione nei confronti di se stesso e sapendo che si può superare tutto, bisogna correre momento per momento senza pensare il finale della gara.
Importante è anche l'alimentazione e l'abbigliamento, provare in allenamento ad alimentarsi mentre si fanno sedute di lunghissima durata e anche provare l'abbigliamento adatto.
Importante migliorare la fiducia in se stessi e la consapevolezza di sé, di seguito Matteo Nocera racconta la sua esperienza dopo la vittoria di una gara di corsa a piedi di 24 ore: “Adesso prendo un piccolo periodo di pausa per preparare bene la 24h di Torino il 21 Aprile. Dopo Lavello ho una forte determinazione e convinzione di poter far bene su questa distanza. Proverò a fare 220 230km così da poter conquistare (spero) la nazionale. A maggio ci sono gli Europei a Timisoara voglio esserci, mi impegnerò come sempre ma adesso sulla base di quest'anno che comunque mi ha regalato quattro vittorie ci proverò.

La formulazione degli obiettivi (goal setting), siamo tutti in grado di perseguire i nostri sogni e raggiungere obiettivi significativi, di seguito l’obiettivo dell’ultramaratoneta Matteo Colombo: Quali sono i prossimi obiettivi?Per quanto riguarda le competizioni di ultramaratona (24ore) il "progetto azzurro" è tra i miei obbiettivi imminenti (è il sogno di chiunque viva di sport).

Obiettivo a breve termine scadenza uno o due mesi, obiettivo a medio termine sei mesi, quello a lungo termine un anno, di seguito Stefano Fantuz illustra i suoi obiettivi: Quale ritieni sia la tua prossima gara importante? Ci sono diverse gare importanti a cui vorrei partecipare nella prossima stagione ed in questi giorni sto definendo il calendario con il mio allenatore. C’è da dire che ci sono in ballo le convocazioni per il prossimo mondiale trail in Spagna e potrebbe essere quella la prossima gara importante, vedremo.”

Massimo Buccafusca all’indomani della sua vittoria alla 1^ "6 Ore di Mondello ecco cosa dice a proposito del sognare i propri obiettivi: “Un mio detto, cosa voglio fare da grande, non smettere mai di sognare. Ciao a presto.”

Interessanti le parole di Marco Lombardi all’indomani del secondo posto alla 100km delle Alpi: Nuove consapevolezze, mete, obiettivi? Comunque la cosa più bella e avvincente di tutto ciò è che gli stimoli spesso si trovano grazie a queste circostanze: è proprio così che ci si pongono nuovi obiettivi cercando, sempre con il sorriso sulle labbra, di lottare come leoni per raggiungerli, e se poi non ci riusciamo al 100%, ne usciamo comunque Vincitori, arricchiti dal grande bagaglio di esperienze che ci siamo costruiti.

Per approfondimento può essere utile leggere L’ultramaratoneta di Corato. Esperienze, sensazioni, emozioni e aspetti psicologici di un atleta di corsa delle lunghe distanze. Autore: Matteo Simone e Giuseppe Mangione.

Altro interessante libro è Ultramaratoneti e gare estreme. Nel testo parlo di passione nello sport, motivazione, superamento del limite gradualmente un passo alla volta, riportando le esperienze di tanti ultrarunner che fanno sport per ore ed anche giorni sperimentando deprivazione del sonno, partecipando a tante gare in autosufficienza, cioè provvedendo personalmente alla loro alimentazione.
Di seguito il parere di Manuel Pozzerle, Campione Nazionale di snowboard nel 2014, terzo in Coppa del Mondo di Snowboard nella stagione 2014-15, suo primo titolo mondiale a La Molina, in Spagna ai Campionati del Mondo 2015: Sebbene sia uno sport totalmente diverso dal mio, abbiamo tante cose in comune come atleti... L'ho appena iniziato ma mi intriga parecchio.”
Stralcio della Presentazione del Prof. Alberto Cei: Il libro scorre in modo interessante poichè Matteo Simone narra delle storie personali senza avere la pretesa d’insegnare cosa sia l’ultramaratona ma lasciandola scoprire al lettore attraverso le parole di chi la pratica. E’, quindi, un libro aperto a diverse soluzioni interpretative dettate dalle esperienze di chi legge e credo che questo sia il suo pregio principale.”
Stralcio della Prefazione di Sergio Mazzei: Grandi atleti che realizzano prestazioni eccezionali, fachiri capaci di sottoporsi a prove fisiche al di là dei limiti che ordinariamente conosciamo, hanno ottenuto risultati inimmaginabili con il proprio corpo.”
Stralcio della Prefazione di Prof. Riccardo Zerbetto e Dr.ssa Sonia De Leonardis: Per quegli atleti che si dedicano alle ultramaratone e alle gare estreme, questa spinta procede ‘oltre’. Oltre il dolore e la sofferenza, oltre le deprivazioni - dovute alla mancanza di sonno, alle infiammazioni o agli infortuni - oltre vesciche indescrivibili ai piedi, oltre a tutto ciò, questi atleti ricavano da esperienze cosi probanti una forma di piacere. Una forma di piacere che, lungi dall’essere masochistico, riguarda quel ‘piacere di farcela’, di ‘raggiungere un obiettivo difficile e sfidante’, il piacere di sentirsi in tutto e per tutto padroni del proprio corpo, olisticamente.

Gradito anche il commento dell’ultrarunner Stefano Severoni: “Ho letto con vivo interesse il testo di Matteo Simone. Le sue 298 pagine si scorrono veloci, poiché si viene a contatto con atleti che trasmettono le esperienze che accomunano maratoneti e ultra. Certo l’Autore utilizza un metodo induttivo: non fa teoria pura, ma parte dalla pratica podistica che contrassegna un popolo di umili faticatori. La metafora che contraddistingue il mondo ultra è quella del viaggio o meglio di scoprire se stessi attraverso la percorrenza di tanti chilometri. Ma, come avvertono gli stessi corridori, la fatica quasi scompare quando si svolge un’attività che gratifica, poiché consente di stare meglio con se stessi e con gli altri, conoscere luoghi suggestivi e portare a casa sicuramente una simbolica, ma gratificante medaglia di partecipazione. Per esseri atleti ultra ‒ come segnala giustamente l’Autore, anch’egli “grande faticatore” ‒ bisogna essere resilienti ed efficaci. E dopo aver letto il libro non si potrà non cercare altri testi dello stesso Matteo.

Chi pratica sport di endurance incontra, gestisce e supera diversi tipi di crisi e difficoltà, si scopre che si può fare tutto con passione, dedizione, impegno, concentrazione, testa, cuore, gambe.
L’ultrarunner vegano Roldano Marzorati così commenta il mio libro:Un libro per capire e conoscere gli ultramaratoneti. Un racconto fatto di storie e donne non professionisti che han scelto di vivere la dimensione dell’ultramaratona. Matteo Simone ci introduce in questo mondo raccogliendo pensieri di questi inconsueti atleti che non avranno mai le cronache da prima pagina ma che hanno molto da trasmettere perché per molti di loro è una filosofia di vita.”

Un grazie a Nico Leonelli per la sua gentilezza e le sue cortesi parole che riporto di seguito: “Matteo è veramente uno dei pochi che ha dato voce al mondo dell'Ultramaratona.”

Nel libro enfatizzo gli aspetti della psicologia dello sport quali la consapevolezza delle proprie risorse e dei propri limiti, l’autoefficacia individuale, la resilienza che si sviluppa con la pratica dell’endurance e che diventa utile anche nella vita quotidiana, tutto diventa più gestibile ed affrontabile, si può fare tutto con studio, attenzione e senza fretta.

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