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venerdì 15 dicembre 2017

Loris Cappanna, non vedente: L'emozione più forte è stata quando ho fatto il pacer

Essendo cieco totale, più che stare attento io, devono stare attente le mie guide
Matteo SIMONE  21163@tiscali.it 

Se si vuole si riesce a fare tante cose, importante è decidere obiettivi e mete, studiarle a tavolino e pianificare il percorso per arrivarci nel miglior modo possibile.

Fare da guida a un atleta non vedente o ipovedente è un’esperienza e un’opportunità unica e arricchente, bisogna proporsi, bisogna sperimentarsi, bisogna essere scelti per fidarsi e affidarsi.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Loris attraverso risposte ad alcune mie domande.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?Lo sport mi ha dato nuovi stimoli e opportunità.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione?Essendo cieco totale, più che stare attento io, devono stare attente le mie guide, anche se devi comunque fare sempre attenzione ai rumori che ti circondano.”

Diventa importante nello sport, soprattutto per Loris, affidarsi e fidarsi, farsi guidare da qualcun altro, da un altro atleta guida che condivide le sensazioni dello sport, che comprendono sia benessere che performance. 
Lo sport rimette al mondo.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?L'eccessivo caldo o percorso non adatto ad atleti disabili.”
Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance?Atleti guida sicuramente e il mio preparatore atletico.”

Atleti guida diventano angeli di atleti non vedenti o ipovedenti, ti guidano, ti portano, si occupano di te, sono apprensivi, fanno attenzione, non possono distrarsi.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?Ogni gara è un'emozione unica però l'emozione più forte è stata quando ho fatto il pacer alla maratona dell'Alzheimer.

Avere la responsabilità della prestazione di un altro atleta può comportare una sensazione di ansia, di insicurezza, si tratta di far bene per l’altro, di non poter fallire, ma se c’è cuore, se c’è passione, se c’è motivazione, non ti preoccupi, ti metti scarpe e completino e dai il massimo di te per l’altro, per condurre l’altro all’arrivo nel tempo prefissato.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport?La volontà di raggiungere l'obiettivo e di non mollare mai.

Questo è lo sport che vogliamo, prefissarsi una meta, un obiettivo e impegnarsi, allenarsi duramente, crederci e non mollare.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?Ne sono positivamente entusiasti ed alle volte anche increduli quando pensano alla quantità di km che faccio ogni settimana.”

Familiari e amici non possono che essere contenti della scoperta di un nuovo mondo dedicato allo sport performante che fa sperimentare benessere e sensazioni impagabili.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Le prime volte che correvo, ancora nessuno mi conosceva, alcuni arrivando da dietro vedevano il cordino che mi lega all'atleta guida e si affiancavano chiedendo: "... ma siete gay? " o domande simili, il divertimento stava nel cercare sempre la risposta migliore.”

Ora sono in aumento atleti non vedenti e ipovedenti che corrono accanto a guide atleti, le persone si stupiscono sempre di meno, certo resta l’incredulità.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?Che ho forza e volontà da vendere.”
Quali sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara)?L'emozione della partenza, l'adrenalina che ti sale in gara, la soddisfazione all'arrivo qualunque sia il risultato.”

Ho visto Loris in occasione della Spring Run a Ferrara dove lui era testimonial, l’ho visto riscaldarsi con la guida, fare gli allunghi, sempre disponibile e gentile a farsi fotografare con amici che glielo chiedevano, e poi alla partenza ascoltare le indicazioni della sua guida atleta concludendo la gara di 7km a 3.50’ al km.
Quale è stata la tua gara più difficile?La Rimini - San Marino con 3 pendenze oltre il 20% (d'altronde il primo non vedente a farla ancora mancava).”

Loris è uno tosto che ama osare un po’ per volta, per aprire nuove strade e nuovi percorsi, per tracciare la strada ad altri.
Hai rischiato di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliare il doping? "Assolutamente non ci ho mai pensato, il duro lavoro, il sacrificio e bei piatti di pasta asciutta sono il miglior doping del mondo".
Riesci a immaginare una vita senza sport?Assolutamente no.”
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Nel modo più semplice possibile, ritenendole come opportunità per migliorarmi.”
Potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi?Si potrebbe essere utile, soprattutto nei giorni pre-gara dove tutti i dubbi ti assalgono.
Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport?Preferisco considerare tutti gli sport come un mezzo di aggregazione, contatto con il mondo esterno, acquisizione di regole e soprattutto un modo di socializzare alternativo ai social.
Sogni realizzati?Aver inaspettatamente vinto i Campionati italiani di mezza maratona e maratona paralimpica.

Il 15 marzo 2015, a Palermo si sono svolti i Campionati Italiani Paralimpici di mezza maratona, organizzati dall’Associazione Siciliana Medullolesi Spinali Salvatore Balistreri ASD, in collaborazione con l’ASD Il Vento in Faccia Handbike e il Comitato Regionale della Fispes. Loris Natale Cappanna vince il titolo italiano, categoria T11 (non vedenti), in 1h29’23”, con la guida Davide Giunchia. 
Domenica 5 marzo 2017, a Oristano si sono svolti i Campionati Italiani di Mezza Maratona e Loris Natale Cappanna si è aggiudicato il titolo tricolore, categoria T11, in 1h25’36”, accompagnato dall’atleta guida Matteo Batani e dall’altra guida Andrea Onofri come riserva. 
Domenica 2 aprile 2017, a Roma si sono svolti i Campionati Italiani Paralimpici di Maratona e Loris Cappanna si aggiudica il titolo italiano paralimpico nella categoria T11, accompagnato dagli “atleti guida”, Cesar Radic, Andrea Onofri e Matteo Battani, chiudendo in 3h13’. 

Affidarsi e fidarsi, è quello che si può sperimentare nello sport, è quello che si sperimenta correndo e camminando con gli atleti con disabilità visiva.
Un’intervista a Loris è riportata nel libro “Triathlon e Ironman. La psicologia del triatleta”, Prospettiva Editrice, Civitavecchia, settembre 2019. 
Gli atleti vanno alla ricerca di sensazioni positive e di benessere, ed alla ricerca della sfida, per verificare quanto si è capaci a perpetrare uno sforzo nel tempo. 
Gli atleti considerano l’importanza del fattore mentale, affermando che non basta solamente l’allenamento fisico, ma è opportuno sviluppare anche aspetti mentali, quali la caparbietà, la tenacia, la determinazione e questi aspetti poi saranno utili anche per la vita quotidiana; infatti, essi permetteranno di saper gestire e affrontare determinate situazioni considerate difficili.
 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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