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giovedì 3 maggio 2018

Armando Quadrani, Ultra Milano San Remo: Soddisfatto della mia prestazione

E' doveroso ringraziare Enrico Togni, Gianluca Adornetto ed Ivan Adornetto
L’Ultramaratona Milano San Remo (UMS), ideata e organizzata da “Impossible Target”, attraversa tre regioni d'Italia, 54 comuni. Nel 2014 sì è disputata la prima edizione, le ore messe a disposizione per completare il percorso di 285 chilometri sono 48.
La gara è stata vinta dal russo Zaborskiy Ivan che è partito sabato 28 aprile alle ore 10:00 ed è arrivato domenica 29 aprile alle ore 15:44 impiegando in totale 29 ore e 44 minuti, precedendo il portoghese Oliveira Joao 31h07’ e il primo italiano Moreno Nadal.
C’è tanto nella mente dell’ultramaratoneta prima, durante e dopo una lunga gara della durata di quasi due giorni per percorrere la distanza di 285 km che separano la Darsena dei Navigli di Milano e il mare di San Remo. Dietro, attorno e con l’ultramaratoneta c’è anche un mondo di persone che si preoccupano, tifano e sostengono l’atleta da casa con i social e a volte anche sul posto seguendolo e occupandosi delle sue esigenze del momento.
Di seguito, Armando racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande: Che sapore ti ha lasciato questa gara?Senza dubbio molte sensazioni positive: per la bellezza del percorso: correre lungo i navigli, salire su' fino al Turchino per poi proseguire lungo la costa ligure è qualcosa che ti riempie gli occhi! Il piacere che fa nel rivedere gli amici che condividono con te questa passione. La gioia nel vedere gli occhi, seppur stanchi, degli amici organizzatori colmi però di soddisfazione per questa gara che è riuscita molto bene, nonostante le tante ovvie difficoltà. La felicità nel condividere questi giorni con la mia crew che mi ha accompagnato ma anche il sostegno da casa dei tantissimi amici che mi incitavano via social per 2 giorni di fila, rinunciando in alcuni casi pure ad andare a dormire. Inutile negarlo, sono anche soddisfatto della mia prestazione.

Gli ultramaratoneti sono sempre alla ricerca di nuove sfide, di gare più estreme, per misurare le proprie capacità e possibilità, cercando gradualmente di alzare l’asticella delle difficoltà, sperimentandosi nel tempo un po’ per volta: Che significato ha per te questa gara?Averla portata a termine è sicuramente qualcosa che mi inorgoglisce. Leggevo della sua durezza nei report di chi la ha corsa negli anni passati. Poi percorrere 285 km non è da tutti i giorni.”

Lunghe gare di ultramaratona mettono alla prova corpo e testa, si tratta di attraversare periodi di tempo dove il clima può variare e si possono percepire calore elevato o eccessivo freddo; qualcuno soffre il caldo, altri il freddo, ognuno conosce se stesso, sa come funziona ed è adeguatamente preparato e organizzato per superare i momenti più difficili e a volta terribili. Ognuno sa che si tratta di attraversare momenti a volte considerati d’inferno per poi sentire la sensazione di avercela fatta anche questa volta, di aver superato ogni disavventura, sono proprio le disavventure che a volte diventano lo stimolo per immergersi in questa attività di endurance, la scoperta di se stessi nell’affrontare, gestire e superare la difficoltà: Avuto problemi, criticità?Il caldo. E' qualcosa che mi uccide. Io non vado neanche al mare l'estate perché lo soffro terribilmente. Chiaramente, poi, con il passare dei chilometri, la stanchezza che inevitabilmente sopraggiungeva. Alla fine ho sofferto anche un po’ il sonno ed aver riposato per ben 4 volte mi ha agevolato.”

Gare di ultramaratone diventano sempre ricche esperienze dalle quali si apprende tanto e che a volte lasciano il segno, ci si augura sempre qualcosa di positivo come i ricordi di situazioni affrontate e superate; colori, suoni e odori particolari lungo le tante ore di gara, attraversando strade e monti; e importante diventa il supporto di amici a cui affidarsi, a volte, per condividere momenti speciali e straordinari, a volte terribili; amici con i quali si lega tantissimo e si tengono nel cuore: Cosa lasci e cosa porti a casa? Lascio le tensioni, i dubbi accumulati nel pre-gara e nella preparazione della stessa. Porto a casa una grande soddisfazione personale che è pari al piacere che ho provato nel condividere questa esperienza con gli amici che hanno fatto parte della mia crew, i quali mi hanno accudito come un fratello minore, persone fondamentali che rimarranno per forza e per sempre nel mio personale ricordo di questo evento.”

Sono sempre tanti gli incontri che si fanno, in gare durissime di ultramaratone, con atleti già conosciuti di persona o di fama e diventa interessante condividere con loro la partecipazione a una manifestazione podistica definita tra le più lunghe e difficili in Europa di corsa su strada: Hai conosciuto altri atleti?A parte i molti che già conoscevo ho potuto essere a contatto con dei veri e propri "mostri sacri" di cui avevo in precedenza sentito parlare per le loro imprese leggendarie.”

Archiviate le esperienze e di gare, metabolizzata l’esperienza si pensa alla successiva, a nuove direzioni, mete e obiettivi da raggiungere che siano sfidanti o meno l’importante è esserci e condividere l’esperienza con i tanti appassionati per confrontarsi sulle esperienze fatte, per farsi un po’ di foto insieme, per passare ore di sport serenamente e faticando felicemente: Quali sono ora tue mete, direzioni, obiettivi? "Le mie mete rimangono sempre le stesse. Da umile podista cerco sempre il divertimento nelle gare alle quali partecipo. Il mio obiettivo, ma forse sogno, rimane sempre lo stesso, ossia la partecipazione alla Spartathlon, dove per due anni non sono andato oltre il ballottaggio.”

Da non sottovalutare l’integrazione alimentare adeguata e personalizzata, ogni persona richiede il suo alimento preferito, ogni corpo sa di cosa ha bisogno e se a vote non lo sa prova a ingurgitare qualcosa fino a trovare l’alimento giusto che diventa il carburante per avanzare, per avvicinarsi al traguardo, per arrivare fino in fondo: C'è un alimento particolare che hai assunto in gara?Sì i ghiaccioli. In quantità industriale. A parte le battute solo miele ed integratori, con frutta secca. Solo una volta, all'ultimo check point, la pasta.”

Dopo la gara, messi a tacere tutti i dubbi e le tensioni ci si può rilassare e approfittare per recuperare e rimettersi in forma per prepararsi ad affrontare nuove sfide: Come ti prendi cura di te ora dopo questa gara di corsa?Per due settimane voglio staccare un po' la spina e ricaricare le pile, sia fisicamente che mentalmente.”

Inoltre, dopo aver portato a termine gare di ultramaratone, considerate imprese difficili, la cosa bella è raccontare ad amici, familiari e conoscenti le avventure e disavventure in cui si è andati a cacciarsi e sono d’obbligo i ringraziamenti a coloro che hanno permesso che tutto ciò avvenisse meno indolore possibile: Cosa hai raccontato a casa, al lavoro, agli amici dopo la gara di corsa?Essenzialmente della bellissima esperienza vissuta in compagnia con la mia crew che è stata per me come una 'piccola famiglia'. Mi hanno accudito come un fratello minore, faticato con me e più di me per far in modo che tutto andasse per il verso gusto. E' veramente doveroso, da parte mia, ringraziare, in rigoroso ordine alfabetico Enrico Togni, Gianluca Adornetto ed Ivan Adornetto.”

Armando è menzionato nel libro “Ultramaratoneti e gare estreme”, edito da Prospettiva Editrice.
Armando è menzionato anche nel libro “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida” edito da Edizioni Psiconline

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Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta

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