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martedì 26 giugno 2018

Paolo Morelli: La foto del giorno, anzi, della notte, dell'anno e della vita ce l'ho

Matteo SIMONE

Il mondo dello sport non è fatto solo di atleti ma anche di foto che esprimono il vissuto dell’atleta, che serve a trasmettere sensazioni ed emozioni sperimentate oltre a ciò che viene verbalizzato ed è importante anche per i fotografi avere una passione per fare al meglio questo lavoro molto utile per gli atleti e per gli spettatori. 

Di seguito Paolo racconta la sua esperienza nel catturare preziose immagini rispondendo ad alcune mie domande.
In che modo ti sei avvicinato allo sport?Ho iniziato da bambino, giocando a calcio nel campetto vicino a casa. Sono trascorse molte estati in cui l'adrenalina che provavo ogni volta che si avvicinava il momento di giocare si spandeva fuori e dentro di me. Sensazioni indimenticabili.”

Lo sport apre ed espande le menti, lo sport sviluppa consapevolezza, lo sport cambia e trasforma le percezioni sensoriali.
In che modo lo sport contribuisce al tuo benessere?Ora lo sport contribuisce al mio benessere fisico mentale grazie alla consapevolezza di potermi muovere in completa autonomia, al senso di libertà che regala il raggiungere qualsiasi meta con le proprie gambe ed andare praticamente ovunque senza limiti, nemmeno mentali.”

Catturare è una passione e diventa anche un lavoro che comporta il voler fare qualcosa di speciale, di unico attraverso la pianificazione e la programmazione di uscite al di fuori dell’ordinario.
Quale esperienza ti dà la convinzione che ce la puoi fare? Quali sogni hai realizzato?Colpo di fortuna unico a Capraia. Venerdì 23 marzo siamo arrivati sull'isola dell'arcipelago toscano nel tardo pomeriggio. Domenica 25 c'è il Capraia Rock Trail, organizzato dagli amici della Leopodistica. Oltre che agli atleti, avevo in mente di scattare qualche foto notturna al Semaforo, uno dei simboli storici di Capraia. La vecchia e decadente struttura si trova sul monte Arpagna, a quasi 400 metri di quota. 
La Marina Militare l'ha realizzata agli inizi del 1900 e la utilizzava per osservazione e segnalazione marittima. Nel 1943 è stata abbandonata, e da allora è iniziato il suo lento declino. I venti registrati qui arrivano fino a 150 km. Le lamiere che la rivestivano sono state strappate dallo scheletro arrugginito e giacciono tutt'attorno. Il soggetto mi pareva interessante per essere ripreso con la Via Lattea, che in questo periodo inizia a presentarsi ad arco orizzontale. Il problema è che sorge tardino, verso le 3.30 del mattino e rimane visibile fino all'alba. Il percorso per arrivarci è pieno di insidie. Il primo tratto è una strada romana costruita in ciottoli, che poi continua su un tracciato simile realizzato sempre dalla Marina Militare per arrivare alla struttura. Questo secondo tratto è un trabocchetto continuo per le caviglie. Quasi 4 km di una mulattiera fatta di pietre sporgenti incastrate fra loro."

Lo sport permette di conoscere luoghi e paesaggi, la cosa interessante dello sport non è solo l'allenamento o la gara ma tutto ciò che sta intorno, sia persone che strutture o paesaggi, lo sport diventa un'occasione per viaggiare e conoscere. 
Continua Paolo il suo interessante racconto dove traspare una passione estrema per il suo lavoro e la voglia di fare il meglio che può per rendere fruibile la sua arte anche ad altri: "Venerdì sera, dopo cena, scruto il cielo sereno. Stelle magnifiche su di uno sfondo con inquinamento luminoso molto basso. Sono tentato di partire, ma sentendo il parere di chi ci era già stato e valutandone i rischi, quella sera ho deciso di non andare. Meglio fare prima un sopralluogo di giorno per vedere preventivamente il percorso. Sperando che anche la notte di sabato fosse libera da nubi, me ne vado a letto. Il mattino partiamo con un gruppetto nutrito di atleti per fare un giro esplorativo tranquillo fino al monte Arpagna. Camminando con calma arriviamo in vetta in 1 ora e 45 minuti circa. La salita è tosta ed il percorso è difficile. Ad ogni passo bisogna guardare dove mettere i piedi. Le pietre non sono simmetriche e c'è da lasciarci una caviglia. La fatica per arrivarci è ampiamente ripagata dal panorama. Spettacolare anche di giorno. A destra la Corsica, a sinistra l'Elba e la costa Italiana."

La fatica diventa una cara alleata, per ottenere un risultato eccellente bisogna impiegare il tempo occorrente e bisogna faticare per guadagnarsi il lavoro finito degno di attenzione e apprezzamento, di seguito Paolo continua a raccontare la sua interessante esperienza: "Al ritorno cerco di memorizzare il percorso per non perdermi durante l'uscita notturna successiva. Per fortuna il Trail domenica mattina farà il medesimo tragitto, quindi è tutto segnalato. Dopo cena mi preparo e parto con il mio solito zaino fotografico caricato come quello di un alpino. E' l'una e mezza di notte, e lungo il sentiero la falce di luna mi accompagna nel silenzio totale. Ho una torcia con me. Nei tratti migliori cerco di risparmiarla approfittando del chiarore lunare. L'isola in primavera è un'erboristeria all'aperto. Un mix di profumi invade l'aria fra Mirto, Elicrisio, Rosmarino del Raganico ed altre centinaia di piante in piena attività."


La natura offre sempre possibilità di un vivere intenso percependo suoni e odori straordinari che ti fanno apprezzare i tuoi intenti insoliti di uscire in orari non ordinari e bisogna sempre saper gestire momenti e situazioni di temperatura atmosferica o di fatica fisica per arrivare lucidi e concentrati al momento dell'azione che nel caso di Paolo è uno scatto ispirato e magico per catturare qualcosa di straordinario e unico: "Dopo mezzora dalla partenza mi accorgo di aver sbagliato abbigliamento. Temendo di avere freddo mi sono vestito troppo per camminare cosi veloce. Inizio a sudare. Mi tolgo la giacca ma non è sufficiente a refrigerarmi. La salita aumenta di pendenza e continuo ad espellere acqua dalla schiena. Nelle gambe ho anche il giro della mattina, ma tengo il passo per non arrivare troppo tardi. A metà strada vedo foschia alzarsi proprio sul lato dove sorgerà la via Lattea. Penso, tra me e me, che la solita sfiga che spesso mi accompagna in queste occasioni, oggi ha deciso di non restare a casa. Ormai sono in ballo e non torno certo indietro a mani vuote. Mal che vada farò uno star trail alla stella polare. "


A volte si fa bene a seguire l'intuito anche perché dietro l'intuito di solito c'è una inconscia sicurezza che deriva da esperienze e competenze che a volte la coscienza tiene a bada per insicurezza o scarsa fiducia: "Tenendo un buon passo supero gli interminabili rettilinei in salita sulle pietre e arrivo in vetta dopo 1 ora e 15 minuti. Tira un vento discreto. La temperatura è bassa, a occhio 3-4 gradi. La mia canottiera impregnata di sudore non mi aiuta. Mi infilo la giacca e tiro fuori anche il giubbotto d'emergenza che l'esperienza mi aveva consigliato di portare, nonostante il peso aggiuntivo. Indosso i guanti, berretta e buff ed inizio a montare il Minitrack, l'inseguitore per fotografare le stelle con tempi molto lunghi."


Quando arriva il momento dell'azione tutto deve essere chiaro e organizzato per la performance che nel caso di Paolo è la cattura dell'immagine come se fosse un agguato pianificato e organizzato: "Sono stanco, assonnato e un po’ deluso dalla foschia che si è piazzata esattamente di fronte al punto che mi interessava. Nel frattempo la luna è calata all'orizzonte sparendo sul mare. Mentre sistemo l'attrezzatura, la torcia si spegne e non dà più segno di vita. Sogghignando mi do del deficiente. Ho lasciato la pila di scorta a casa. Termino le operazioni con l'applicazione torcia del cellulare. Se anche lui si scarica, sono nel buio totale e mi tocca aspettare per forza l'alba per rientrare. 
Con quel clima mi immagino già rannicchiato dietro ad una roccia a battere i denti, inattesa dei primi raggi di sole. Appena pronto inizio a fare qualche scatto di prova, fino a che mi posiziono di fronte alla struttura inquadrando il cielo verso sud - sud-ovest. Decido di fare uno scatto selfie con la struttura illuminata sempre con la luce del telefono. Poi mi serve uno scatto per il cielo stellato, da unire al primo in post produzione. Grazie all'inseguitore, posso esporre per 4 minuti, raccogliendo molti dettagli sui corpi celesti. Sono le 3 e 23 minuti del 24 marzo 2018."

A volte quando pensi che tutto è perduto la situazione si ribalta forse perché si molla la tensione e l'ansia da prestazione dando spazio alla serenità e all'incoscienza creativa e allora ti accorgi che le cose possono cambiare e ribaltarsi, a volte bisogna essere più sereni e fiduciosi: "La proverbiale sfiga decide di abbandonare il campo in favore di un colpo di fortuna che probabilmente non mi ricapiterà mai più nella vita. Ho la reflex montata con l'otturatore aperto e sta registrando lo scatto sul cielo. Dal settore a nord-ovest intravedo una flebile luce puntiforme con scia che viaggia a forte velocità verso sud. Si intensifica fino a diventare luminoso come un punto di saldatura. Quello che inizialmente mi pareva un meteorite, pareva non esserlo affatto. La scia di fumo che lasciava dietro di sé veniva illuminata dai bagliori della combustione, che brillava intensamente ed in maniera irregolare. 
Entrando in mesosfera sulla Francia aveva iniziato a bruciare per il contatto con essa. Durante i circa 20 secondi che ha impiegato a percorrere il mio campo visivo, non gli ho staccato gli occhi di dosso. Quando mi sono reso conto che l'oggetto aveva attraversato esattamente l'inquadratura che stavo riprendendo, per giunta perfettamente in mezzo alla struttura arrugginita, mi sentivo come Fantozzi con un 13 sulla schedina totocalcio
."

Grande Paolo, sembra quasi prendersi in giro ma traspare una competenza e una conoscenza estrema, traspare un'elevata consapevolezza del suo potenziale di artista: "Ho pensato potesse trattarsi di un pezzo della stazione spaziale cinese, di cui avevo sentito notizie al tg che la davano in caduta in questi giorni. Ma in realtà il suo rientro era previsto dopo il 28 marzo. Per cui non so cosa fosse, molto probabilmente un altro detrito orbitale che rientrava. L'atmosfera di quel luogo era surreale. Mi sentivo un esploratore imbattutosi per caso in tracce di una remota civiltà in declino, dove persino le sue opere di più alto ingegno stavano precipitando inesorabilmente. Ritornando in me, mi ricordo di avere molto freddo. Il vento non molla e la canottiera non si sta asciugando. La foto del giorno, anzi, della notte, dell'anno e della vita ce l'ho e posso levare velocemente le tende, anche se il posto meritava molte altre inquadrature. Alla luce del cellulare, per cercare di riscaldarmi in fretta, mi incammino in discesa alla massima velocità che riesco a tenere senza cascare per terra. Alle 5,30 del mattino sono a letto, alle 9.00 si ricomincia con le foto per il Trail. Nottata unica e memorabile.”

E tutto finisce bene per ricominciare il giorno successivo con il ricordo di un sogno un po' incubo ma che ti dà la carica giusta per dedicarti agli scatti sportivi. Una storia davvero interessante, dove si percepisce l’importanza della passione e della motivazione che ti porta a fare cose considerate incredibili e che danno valore a paesaggi e soggetti intenti a trasformarsi con il passare del tempo o attraverso un movimento volontario o meno. Quello che interessa è il senso che si dà alle immagini, la passione che porta a impegnarsi e a fare le cose fatte bene, interessante è quello che trasmettono le immagini.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

 

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