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lunedì 6 agosto 2018

Più è dura la salita e più diventa amica quando si arriva in cima

Matteo Simone 

L'amica salita più si fa sentire e più è utile per diventare sempre più resilienti e apprezzare il ciclo della vita: fatica e riposo, tensione e rilassamento, sofferenza e felicità. 

Più è ripida la salita e più si è soddisfatti quando si arriva in cima. Se si vuole, se ci si crede, tutto passa, tutto cambia; passa la fatica, passa la salita; quello che rimane è la consapevolezza della forza interiore acquisita che aiuterà non solo nello sport ma anche nella vita quotidiana, lavorativa, familiare, relazionale, individuale. La fatica davvero diventa amica dell'atleta, più è grande la fatica e più si è riconoscenti quando è finita.
Lo sport diventa allenamento alla vita, alle intemperie interiori. E tutto ciò se si affronta insieme è molto meglio, più fattibile, più affrontabile. E’ importante aiutare ad aiutarsi, fidarsi e affidarsi per diventare autonomi e più forti dentro. Insieme è molto meglio nella condivisione dell'esperienza di fatica e poi anche di gioia, entusiasmo, soddisfazione. 
Lo sport permette di sperimentarsi, mettersi in gioco, uscire fuori dalla zona di confort per apprendere sempre dall’esperienza, per conoscersi meglio, ascoltare se stessi durante la fatica, attraverso il respiro e le sensazioni corporee, sempre pronti ad emozionarsi.
Dietro lo sport c’è un mondo fatto di tanta fatica e impegno con passione e determinazione, tanti pensieri e dubbi, tante sfide e sogni da realizzare, tante prove in allenamento e gara, tante persone dietro gli atleti; chi rema a favore e chi contro, ma anche tante gioie e soddisfazione oltre a tanti aspetti da curare quali forza fisica e mentale, resistenza, fiducia in sé, clima di squadra, coordinazione, si porta a casa sempre tanti insegnamenti, esperienze che fanno crescere e maturare.
Rispetto alle salite e alla fatica affrontata insieme riporto l’esperienza di una coppia di amici Vito Rubino e Palas Policroniades che hanno partecipato al Tour Divide che è la gara di mountain bike più lunga al mondo, 4500 km non-stop e in autosufficienza sulle Montagne Rocciose. 
La gara va dal Canada al Messico e accumula 60,000 metri di dislivello. I concorrenti sono responsabili di portare tutto l’occorrente tra cui cibo, acqua, e attrezzatura da campeggio. Non è possibile avere nessun aiuto esterno preorganizzato. Vito e Palas ce l’hanno fatta, in 30 giorni e 16 ore, usando una mountain bike in versione tandem: Quale è un’immagine della fatica durante l’impresa? “Affrontare le salite più difficili della gara nelle condizioni fisiche peggiori. Dopo aver preso la giardia, io ero così debole che riuscivo a malapena a camminare. Pedalare su quelle salite sotto il sole cocente del New Mexico sarebbe stato già difficile normalmente. Noi ci siamo fatti forza l’uno con l’altro e abbiamo spinto fino a raggiungere il punto più alto alle 2 di notte, sperando che le cose sarebbero migliorate il giorno dopo. Invece sono peggiorate. Era come attraversare un inferno. Allora abbiamo pensato a quella frase di Winston Churchill: ‘Se stai attraversando l’inferno, vai avanti e non ti fermare’.”

Per ottenere qualcosa bisogna faticare, impegnarsi un po’ soffrire, incontrare discese e salite e arrivare a conclusione sperimentando soddisfazione e gioia oltre che dolore e sofferenza, questa sembra essere l’esperienza di molti atleti soprattutto degli ultrarunner o comunque atleti di endurance che fanno sport per un tempo prolungato a volte anche per giorni interi. 
Nella mente degli ultramaratoneti ci sono sempre sfide e chilometri da percorrere in allenamento e in gara. Ne è consapevole anche l’ultrarunner Paola Grilli che lo piega rispondendo ad alcune mie domande. 
Qual è stata la gara della tua vita? La gara più difficile?La gara più difficile della mia vita l’ho conclusa per la terza volta domenica 20 maggio 2018, per la terza volta ho chiuso la 9 colli running km 202.” 
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare sport?Che ogni fatica ti porta ad una gioia immensa ed a una sensibilità maggiore.

C’è sempre più consapevolezza che l’esercizio fisico è una sorta di medicinale senza effetti collaterali per il raggiungimento di uno stato di benessere psicofisico, emotivo e relazionale. E’ importante lavorare su obiettivi, superare errori e sconfitte, si impara da tutto ciò che succede e si può fare meglio in futuro come individui e come squadra conoscendosi meglio. Lo sport rende felici nonostante la fatica, nonostante le salite, nonostante le avverse condizioni climatiche. 
Per ottenere qualcosa bisogna crederci; fidarsi e affidarsi; essere consapevoli delle proprie capacità e limiti; impegnarsi duramente; essere determinati; mettere in conto infortuni, avversari più forti, sconfitte e momenti bui; rialzarsi sempre e ripartire con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà, rispettando gli altri e apprezzando sempre l'esperienza che dà frutti importanti da portare  n a casa con serenità.

Matteo SIMONE
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