Pagine

Pagine

mercoledì 29 agosto 2018

Roberto Mastrotto: La mia prima 100 miglia all’UltraTrail du Mont Blanc

La testa conta molto nello sport in generale e ancor più se parliamo di sport d’endurance
Matteo SIMONE 

C’è un mondo dietro lo sport e soprattutto dietro gare di trail ultra, sport di endurance dove bisogna essere pronti e preparati fisicamente e mentalmente il giorno della gara, dove tutti i dettagli diventano importanti e fondamentali, dall'attrezzatura e abbigliamento sportivo all'alimentazione.

Approfondiamo la conoscenza di Roberto Mastrotto, Trail/Ultra trail runner – Vicenza Marathon, attraverso alcune risposte a un mio questionario di alcuni giorni fa.
Quali sono le tue mete, direzioni, obiettivi?L’obiettivo principale rimane quello di cercare di crescere e migliorare ancora, di spostare l’asticella un po’ più in alto passo passo, cercando di godere di ogni momento di questo percorso. Poi a fine Agosto vedremo un po’ di affrontare il mio primo viaggio di 100miglia, non vedo l’ora.” 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara)?La tensione del pre-gara è la parte più complessa da gestire, pianificarsi fisicamente e mentalmente tutte le tappe di gara e mantenere la calma non è mai banale. La gara è forse la parte più facile, lì in fondo basta solo correre, fare ciò per cui ci siam preparati e che ci fa stare bene. Il post gara è un grande momento di condivisione, lì ogni tensione o paura svanisce. Per assurdo anche la fatica provata in gara fino pochi istanti prima viene meno.

Tanta testa, impegno, passione e volontà ci vuole nello sport di endurance e a proposito di ingegneria bisogna essere molto resilienti come l’acciaio piegarsi e non spezzarsi, rialzarsi sempre cavalcando l’onda del cambiamento con le risorse disponibili al momento presente.
Quali meccanismi psicologici contribuiscono al benessere o performance?La testa conta molto nello sport in generale, ed ancor più se parliamo di sport d’endurance. La testa aiuta a non mollare, tanto in gara quanto in allenamento, a spingere l’asticella sempre un po’ più in su. Ho trovato molte similitudini se devo essere sincero con l’approccio che ho impiegato durante gli anni di ingegneria.” 
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport?Non ho mai avuto occasione di confrontarmici, forse la figura più vicina a questa la vedo nel mio allenatore Dario Meneghini che considero più un fondamentale punto di confronto e di discussione nei momenti critici/di debolezza che non un mero riferimento tecnico sul lavoro da pianificare in allenamento.”

Fatica e integrazione, due aspetti al pari di quello fisico, importante una preparazione oltre che fisica anche mentale e nutrizionale, provare tutto oltre agli allenamenti lunghi e ripetute, la nutrizione durante la gara, le visualizzazioni di se stessi durante il percorso, la percezione delle proprie sensazioni, obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili, incrementare fiducia in sé e resilienza, superare gestendo situazioni e imprevisti.
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?Due cose forse sono le più complesse da gestire, la testa e la pancia. Entrambe possono attentare alla buona riuscita di una gara in diversi momenti ed entrambe sono spesso legate alle famose crisi più o meno grandi con cui bisogna convivere durante “il viaggio”.” 
C’è stato il rischio doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso?Assolutamente no, andrebbe contro la motivazione stessa che mi spinge ad allenarmi quotidianamente, sarei il primo ad essere ingannato. Non ne vale la pena, un anno di lavoro in più ma con le proprie gambe.”

Si inizia per caso, e poi ci si vuol spostare sempre più in là, più in alto, sfidando se stessi e gli altri sempre un po’ di più, incontrando sempre più se stessi e gli altri, confrontandosi sempre più con se stessi e gli altri, apprendendo sempre più dalla vita attraverso lo sport che diventa una scuola di vita.
Cosa ti fa continuare a fare sport?La ricerca del mio limite, che cerco di spingere sempre un po’ più in là. Nello sport come nella vita quando tengo ad una cosa mi ci butto a capofitto fino a che non ne esco pienamente appagato. Poi la corsa, soprattutto in natura, mi aiuta a stare meglio con me stesso e scaricare/riazzerare le tensioni della giornata.” 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Correndoci su in primis (anche su molti infortuni minori, credo molto in questo approccio), la corsa è la miglior medicina per crisi, infortuni e sconfitte varie. E poi con il supporto di molte persone che mi vogliono bene, fondamentale.”

E’ importante trovare un sano equilibrio tra sfera personale famiglia e lavoro.
Quali fattori o persone contribuiscono al tuo benessere o performance? “Penso che un fattore determinante sia avere un buon equilibrio a livello familiare e a livello lavorativo. Penso sia fondamentale la costanza e la metodica degli allenamenti, difficilmente raggiungibile senza la giusta stabilità. Inizialmente non nascondo che a casa in molti erano perplessi dopo il primo periodo di “trasformazione”, mia nonna più di una volta mi ha ripetuto “te ghe perso tutti i valori” (in rigoroso dialetto veneto), ora però sono i miei primi tifosi.”

Provarci sempre, mettere da parte qualsiasi giudizio, stare insieme faticando e divertendosi, questa è la vita attraverso lo sport. Lo sport può trasformare e arricchire dentro.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Non abbiate paura di provare, di fallire, di non essere all’altezza o peggio senza talento. L’allenamento batte certamente il talento se questo non viene allenato, quindi se ci credete a sufficienza potete raggiungere qualunque obiettivo.” 
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?Ho ritrovato nuove energie e nuove motivazioni e punti di forza che mi han migliorato anche fuori dalla sfera sportiva.”

Sempre avanti con serenità e tanta passione, sempre più obiettivi e mete sfidanti.

Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

Nessun commento:

Posta un commento