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giovedì 30 maggio 2019

Paolo Bravi, ultrarunner: Ho sempre dato tutto per ottenere il massimo

Ho sempre dato tutto per ottenere il massimo in quello che faccio
Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta

Foto di Sandro Marconi (Scrotofoto)
La 22^ edizione della Nove Colli Running di 202,4km con partenza è stata vinta da Paolo Bravi 19h42'09" che ha preceduto Matteo Grassi 20h40'19" e Luca Verducci 21h16'16" allenato dallo stesso Paolo Bravi. 
Tra le donne ha vinto Maria Ilaria Fossati in 24h13'52" che ha preceduto l’italo-polacca Emilia Aleksandra Kotkowiak 26h57'35" e l’italo-albanese Mirela Hilaj 27h 51' 54".
Di seguito Paolo Bravi descrive le sue impressione rispondendo ad alcune mie domande.
Eri consapevole che avresti potuto vincere? "E’ partito tutto per scherzo. Luca, uno dei miei amici di allenamento, amici nella vita perché per noi la corsa è vita, mi ha spinto in questa esperienza però poi dal momento dell’iscrizione allo start il pensiero è cambiato. 
Foto di Sandro Marconi (Scrotofoto)
Sono sciocco se dico no non ero consapevole…sono partito tanto per…No sapevo che avrei potuto vincere solo se partivo per vincere, che avrei vinto solo se lo volevo io. Nella vita di tutti i giorni come nello sport ho sempre dato tutto per ottenere il massimo in quello che faccio…quindi quando il pettorale è attaccato al petto…lotto fino alla fine per ottenere il massimo…è in questo caso il massimo era vincere.”

In effetti non si inventa niente soprattutto se si tratta di ultramaratone e in particolare la Nove Colli Running che prevede un percorso lungo di 202,4km attraversando 9 irti e lunghi colli dove bisogna essere allenati e preparati non solo fisicamente ma anche mentalmente dal punto di vista della fiducia in sé, della condotta di gara oculata per far sì che le energie a disposizione non vadano disperse con troppo anticipo ma durino fino alla fine della lunga gara.
Come è andata? Criticità, difficoltà, crisi? Sto piano piano metabolizzando la gara e analizzando questo viaggio sulle mie gambe lungo circa 20 ore. Direi che è andata bene, per carità le difficoltà ci sono ma appunto si chiamano difficoltà, si possono e si devono superare. Dei momenti di crisi fisica, mentale, energetica ci sono ma si superano …sono difficoltà non impossibilità!”

Sono tanti le fasi che attraversa un campione, un vincente soprattutto di gare estreme, soprattutto quando si sta fuori dal giro dei vincenti da un po’ di tempo e fa piacere ritornare a respirare l’aria del successo. Tante fasi che vanno dall’incredulità, gioia, emozione intensa a volte anche regressione, si piange come bambini, vengono in mente tante immagini, tanti episodi e poi si ripercorre tutto l’accaduto nei momenti e giorni successivi di giorno e di notte così come succede per i traumi fisici e mentali.
Soddisfatto della prestazione del tuo allievo?Luca è una grande persona, umile…si fida ciecamente dei miei consigli, è stato bravissimo, ha corso la seconda parte veramente forte…Ero pronto anche all’articolo …l’allievo supera il maestro ma finché riesco mi piace rimandare tale situazione…anche per me questo è uno stimolo…per battere il maestro è l’allievo che deve andare più forte del maestro no il maestro più piano dell’allievo.

Doppia veste per Paolo alla Nove Colli, da atleta e da allenatore, con il pensiero della sua prestazione e di quella del suo allievo che avrebbe anche potuto raggiungerlo e tagliare il traguardo con il suo maestro. Insomma una storia di allievo che si nutre dell’esempio del maestro che sul campo mostra come andare a prendersi una vittoria.
Eri più preoccupato per te o per il tuo allievo? Da allenatore si è più preoccupati degli allievi che di se stessi…io percepisco le mie sensazioni ma non riuscirò mai a percepire quelle dei miei allievi…il Mister soffre di più! Chiedevo spesso informazioni ai miei amici, Laura la moglie di Luca mi veniva spesso a incoraggiare lungo il percorso e mi portava i suoi saluti e io facevo altrettanto. A un certo punto mi avevano detto che stava male … ero sicuro che Luca a quel punto della gara non si sarebbe arreso…e infatti è ripartito alla grande.”

Grande compito con relativa apprensione per l’allenatore, ancora forte atleta, Paolo Bravi, gestire la sua gara e interessarsi della gara del suo allievo monitorando due situazioni ma andando avanti sempre con l’obiettivo di esprimersi al meglio tentando il colpo grosso della vittoria.
Cosa racconti ai ragazzi che segui dopo questa vittoria?Una grande esperienza. Mi piace condividere tutto ciò con i nostri amici il nostro gruppo…questa esperienza non è la mia o la mia e di Luca ma di tutti noi…E’ il nostro modo di essere…condividiamo gli allenamenti, ci aiutiamo, ci prendiamo in giro, ci facciamo compagnia negli allenamenti. Quante volte tra noi abbiamo detto…voglio fare questo, voglio fare quello, un giorno se riesco faccio, provo… poi magari non si fa …invece questa volta l’abbiamo fatto …volere è potere! L’idea ‘scellerata’, perché far correre al proprio fisico 202km è in sè un’idea scellerata, si può concretizzare.”

Una bella prova di forza fisica e mentale di una copia allenatore atleta che tornano a casa entrambi vincenti e soddisfatti per trasmettere ad amici e conoscenti che l’ultramaratona oramai non è più qualcosa di sconsiderato e di sconsigliato ma che si può preparare così come si prepara una maratona e quindi sono disponibili sul campo anche allenatori disposti a consigliare un progetto di allenamento preparazione per obiettivi sfidanti ma non impossibili.
Che sapore ha questa vittoria? Che significato ha per te?Ha un significato importante … nello sport cosi come nella vita non bisogna mai smettere di sognare. Oltre a mancarmi l’adrenalina della competizione, mi mancava un qualche cosa di strano…era come se non percepivo più dove era quella famosa asticella, dove era il mio vero limite. E’ come se la vittoria mi faccia superare i miei limiti, se supero i miei limiti vinco. Ogni volta che alzo l’asticella o ogni volta che imparo qualcosa di nuovo allora sto vincendo. Certo per superare i propri limiti, bisogna essere disposti ad impegnarsi, a mettersi in discussione e a credere moltissimo in se stessi. Devi quindi essere disposto a combattere sfide importanti e devi anche essere disposto a perdere. Ma una volta superato un mio limite mi sento una persona migliore, aumento l’autostima e sono caricato di nuovo entusiasmo e passione.”

Interessante e ricca testimonianza dove emerge cosa c’è nella mente dell’ultrarunner, soprattutto di un atleta che ha sperimentato presenze in nazionale in competizioni internazionali e per lo più con la responsabilità di capitano della squadra Italia. Nella mente dell’atleta ci possono essere sabotatori che possono suggerire di mollare, di dare spazio agli altri emergenti più giovani, di dedicarsi ad altro, ma a volte l’atleta sente che può dare qualcos’altro di importante e si mette in gioco con consapevolezza, impegno, fiducia e determinazione ottenendo cose non del tutto scontante e quasi inaspettate come vincere una gara ultra con un crono importante.
Quali sono ora tue mete, direzioni, obiettivi?Adesso è un ‘bel problema’ … mi sembra di essere tornato bambino…con quella voglia di fare…di correre di pensare alla prossima…di divertirmi…si correre in fondo mi diverte ancora come quando ero bambino…. Sarà brutto dirlo ma io non ho mai visto un bambino che si diverte perdendo.”

Bisogna sempre comprendere cosa si può fare partendo dal momento presente con nuove consapevolezze per prendere sempre direzioni consone alle nostre capacità, passioni e motivazioni per arrivare dove vogliamo con fiducia e impegno.
Interviste a Paolo e Luca sono riportate nel libro "Il piacere di correre oltre".
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022. 
Paolo Bravi è menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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