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martedì 25 giugno 2019

Silvano Beatrici: Il Passatore è sempre duro, ma ha sempre il suo fascino

Le gambe giravano, ma non come volevo
Matteo SIMONE 

La 47^ edizione della 100 km del Passatore è stata vinta da Marco Menegardi che ha preceduto l'ucraino Serhii Popov, il croato Dejan Radanac 7h23’37”. 

A seguire Andrea Zambelli 7h26’12” e Silvano Beatrici 7h29’45” che completano il podio del Campionato Italiano FIDAL 100km.
Al 6° posto e prima delle donne si classifica la croata Nikolina Sustic 7h31’05”, a seguire Giorgio Calcaterra e Francesco Lupo. Silvano è tesserato da diversi anni con il G.S. Fraveggio e ha un personale sulla 100km di 7h03’19” a Winschoten nel 2015, ha partecipato ai campionati mondiali di 100km con la Nazionale nel 2016. Di seguito le impressioni di Silvano attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come ti è sembrato il Passatore?Ciao Matteo, il Passatore è sempre duro, ma ha sempre il suo fascino.” 

Il Passatore è una grande gara con la partecipazione di miglia di concorrenti che si vogliono mettere in gioco attraversando paesi, città, pianure, salite e discese per arrivare a destinazione a Faenza cercando di fare del proprio meglio.
La parte più critica? La parte più bella? “La parte più critica? Sicuramente tra il km65 e 90 perché le gambe giravano, ma non come volevo… la parte più bella? Ma... ci sono molte parti che mi vengono in mente, dalla salita in cui stavo bene e l'ho corsa insieme a Marco che poi ha vinto, agli ultimi km in cui nonostante le difficoltà c'era la consapevolezza che avrei finito terzo assoluto al campionato italiano, e dopo due quarti posti non era male! All'essere accompagnato da un campione quale Hermann Hachmueller e dalla famiglia.”

Una prova di forza e resistenza per mettersi in mostra, per essere selezionati dai tecnici della Nazionale Italiana di 100km e poter partecipare a competizioni internazionali con la maglia azzurra. Per ottenere la massima performance non solo deve andare tutto liscio ma bisogna fare qualcosa di superlativo, qualcosa che va oltre, che permette di primeggiare concludendo la gara non solo davanti a migliaia di atleti ma con un crono che non si distanzi troppo dalle 7 ore ma comunque si tratta di un terzo posto tra gli Italiani in una gara che ha valore.
Prima, durante, dopo com'è stato?Prima, una grande preparazione, sono arrivato però un po' stanco e quindi con tanti dubbi come è normale prima di una gara così. Durante, le difficoltà e l'euforia dei diversi momenti. Dopo, la soddisfazione per il risultato comunque ottenuto, e qualche acciacco fisico ai tendini che ormai trascino da anni.”

La 100km del Passatore è una gara molto seguita da tanti runner e dagli osservatori della Nazionale, avere un buon piazzamento o un buon tempo è un gran biglietto da visita che rientra nel curriculum dell’atleta di ultramaratona. 
Partecipare significa prepararsi bene prima di tutto fisicamente e mentalmente ma anche dal punto di vista dell’integrazione alimentare e della gestione della condizione atmosferica. Ci si arriva il più preparati possibile, nel migliore dei modi, ma si mette sempre in conto un dubbio, un pensiero, qualcosa che non è curato a puntino soprattutto con l’avanzare dell’età che se da una parte l’esperienza è molto utile ma la carrozzeria deve sempre essere messa in tiro e ben lubrificata con coccole, massaggi, fisioterapie.
A chi dedichi questo arrivo?Sicuramente questo arrivo lo dedico alla mia famiglia, perché mi ha seguito e supportato, ma soprattutto perché non è facile condividere una passione come questa. Il tempo che richiedono gli allenamenti, soprattutto nel fine settimana, si aggiunge a una vita abbastanza intensa e non è sempre facile trovare il giusto equilibrio. Oltre a correre, infatti, lavoro come libero professionista gestendo uno studio tecnico, sono impegnato come consigliere nell'Ordine degli Ingegneri della mia provincia e come Assessore in un comune con più di 5000 abitanti, ti lascio immaginare.”

Lo sport è un hobby importante ma la pratica dell’ultramaratona diventa una grande passione e forse a volte una missione da parte degli atleti che si immergono negli allenamenti per tanto tempo al di fuori degli altri contesti vitali relazioni quali quello familiare e lavorativo ma che produce effetti benefici per la persona che la pratica e imparando a gestire situazioni, diventando sempre più consapevoli, fiduciosi e resiliente. 
Tutto ciò incide poi negli altri contesti, diventando sempre più responsabili, produttivi ed efficaci.
Un’intervista a Silvano è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline. 
Silvano è menzionato nel mio ultimo libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.

Matteo SIMONE - 21163@tiscali.it
+393804337230 Psicologo, Psicoterapeuta

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