Mio
marito dice che posso fare di meglio, e raramente si sbaglia
Matteo SIMONE
Silvia Trigueros di Euskadi (Paesi Baschi) è la vincitrice del Tor des Géants 2019.
Corsa a piedi di 330 km con
dislivello positivo di circa 24.000 m, con partenza ed arrivo a Courmayeur, attraversa
il territorio di 34 comuni, si svolge in una sola tappa, in un tempo limitato
di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, comprende numerosi passaggi in
altitudine, anche oltre i 3000 metri di quota.
Silvia conquista per la terza volta
consecutiva il podio classificandosi 2^ nel 2017 e bissando la vittoria del
2018, impiega 85h23’15” classificandosi al 6° posto nella classifica generale e
ottenendo il record della 10^ edizione del Tor des Geants, precedendo
Jocelyne Pauly 94h22’02” e Chiara Boggio 96h55’05”. Il precedente record di
85h23’15” apparteneva a Francesca Canepa nel 2012.
Quando ti sei
sentita campionessa nello sport? “La verità è che non mi sono mai
sentita una campionessa, anche se i miei risultati sono buoni, ho un ambiente
che mi fa essere nella realtà e non mi credo più di quello che sono.”
Com'è
stato il tuo percorso per diventare un atleta? “Ho iniziato per caso nel
mondo delle corse in montagna, accompagnando uno dei miei cognati. Ho sempre
praticato l'alpinismo fino a quando non ho avuto i miei figli, e il tempo non è
bastava per tutto, quindi correre attraverso le montagne mi ha aiutato a
rimanere in forma e godermi le montagne.”
Molto Gentile Silvia a rispondere alle mie
domande e molto umile nelle sue risposte che denotano un amante dello sport di
montagna protratto per tanto tempo ma con semplicità godendosi i tantissimi
chilometri di paesaggio che portano al traguardo a essere acclamata da tanta
gente ma sempre restando con i piedi per terra non sentendosi né un
extraterrestre e nemmeno una campionissima. Super modesta, parla di buoni
risultati in realtà ha portato a termine vincendo con supremazia una gara
tostissima, una delle più dure al mondo di ultratrail. Complimenti.
Quali fattori e
persone contribuiscono al tuo benessere e/o prestazioni nello sport?
“Nel tempo, intorno a me è stata costruita una squadra, ma il più importante
è senza dubbio mio marito, Asier, mi aiuta quando sono più debole, mi motiva,
mi dà ragioni per voler fare bene, è il mio supporto nelle gare. Ci sono anche
il mio allenatore Kepa Larrea e il medico sportivo Alberto Garai, entrambi
della società Athlon, e di recente ho iniziato con una nutrizionista Aurora Cid
che mi sta aiutando molto.”
Supportata da chi? “In questo momento
ho i seguenti supporti: la mia famiglia, senza di loro sarebbe impossibile; Athlon
KOOP Elkartea, il mio allenatore e il mio medico sportivo; Land Sports, la mia
squadra, attrezzature sportive e aiuti finanziari; Palacios Alimentación, supporto
finanziario; Fullgas Sport Nutrition, nutrizione sportiva; e Julbo Eyewear, attrezzature
sportive.”
La gara in cui hai vissuto le emozioni più belle? “Ho già
una lunga carriera sportiva ed è difficile scegliere una sola gara, ma il Tor
potrebbe essere uno di questi. Hai tempo per tutto, ridi, piangi, pensa alla
famiglia, agli amici, a coloro che non ci sono più.”
In effetti in una gara durissima della
durata di più di 85 ore per la vincitrice femminile che corrisponde a più di 3
giorni in movimento tra le montagne attraversando luce e buio, giorni e notti,
salite e discese, crisi e gioie, si attraversano anche un mondo di suoni,
colori, sensazioni, emozioni, una ricca e intensa esperienza sportiva che fa
riflettere, fa apprezzare anche il senso della vita che passa, che corre, che
va avanti nonostante tutto e tutti.
La tua carriera più difficile? “Ce
ne sono molte, la mia prima partecipazione a HK1OO, a Hong Kong. Ho viaggiato fino
a lì con grande entusiasmo e ben preparata e sono stata 3 giorni prima della
gara senza poter uscire dal bagno. Partii per la gara e dopo 2 km ho dovuto
ritirarmi perché sapevo di essere disidratata, è stato un duro colpo
emotivamente.”
Cosa hai scoperto di te nell'attività fisica? "Ho
scoperto di avere un livello molto elevato di sofferenza."
Purtroppo succede, a volte il corpo accusa
il colpo, dobbiamo fare i conti con ogni cambiamento di condizioni sia
atmosferiche che di fuso orario e capire quanto tempo abbiamo per acclimatarci
o adattarci a una certa situazione o condizione, comunque tutto fa esperienza e
si torna sempre a casa con insegnamenti utili per cercare di fare meglio la prossima
volta.
Quale tua esperienza può darti la convinzione di potercela fare?
"Avendo vissuto situazioni fisiche difficili, riesco sempre a
relativizzare il dolore e sapere che è temporaneo."
Concordo, questo è un grande insegnamento
di vita, qualsiasi dolore fisico o mentale di solito non è permanente, quindi
si sa che poi passerà, si tratta di essere fiduciosi e pazienti e saper
aspettare il momento migliore, intanto si fa quel che si può accettando la
situazione e cercando di far qualcosa per alleviare o risolvere il dolore o la
situazione scomoda e/o dolorosa, apprendendo sempre dall’esperienza che in
genere fa diventare più forti, resistenti e resilienti.
Quali sensazioni
provi quando fai sport (pre-gara, gara, post-gara)? “I giorni precedenti, a
seconda del tipo di gara, a volte ansia, scontrosità non appena vado a correre
mi passa, e in gara provo di tutto, momenti buoni e cattivi e dopo le gare, mi
piace sempre analizzare dove ho fatto errori, soprattutto per imparare e non
ripeterli di nuovo. Mi piace ricordare i bei momenti e soprattutto le amicizie
che ho stretto."
Partecipare a gare, soprattutto
internazionali e competitive è una grande ricchezza per l’atleta, si scopre
tanto di se stessi per come si attende il giorno della gara, per come si
affrontano i momenti che precedono la gara, la gara in se stessa che può durare
anche più giorni come il Tor, la grande opportunità di conoscere tanta gente
con la stessa passione e la voglia di portare a termine la gara, di, un mondo
molto ricco e prezioso per l’atleta che arricchisce nell'interiore e fa
apprendere soprattutto dagli errori e dalle situazioni più difficili.
Quali
sono le difficoltà e i rischi nel tuo sport? “Per quanto riguarda le
difficoltà, la cosa più difficile è giorno per giorno, combinando il lavoro con
la vita familiare e continuando a trovare la motivazione per allenarsi. Il
rischio in questo sport è credere che tu faccia qualcosa di importante, ed è
ancora uno sport, qualcosa che mi piace."
Molto interessante e utile la
testimonianza di Silvia, trattasi di un’atleta che ha vinto una delle gare più
dure al mondo di corsa a piedi in montagna, di ultratrail ma nonostante
volasse sulle cime delle montagne lei resta sempre con i piedi per terra, se
che la sua vita è terrena, senza vantarsi troppo e senza pretendere di vivere
con lo sport, la sua vita è quella quotidiana di una lavoratrice, moglie e
mamma poi c’è la sua grande passione che l’aiuta a vivere pienamente con
entusiasmo e coraggio sempre, in ogni situazione perché se ce la fa in montagna
ce la può fare anche tra le mura domestica o quelle del suo ambiente
lavorativo, complimenti.
Come gestisci e superi difficoltà, crisi,
sconfitte, infortuni? "Per ora, gli infortuni mi stanno
rispettando, ma è vero che a volte il mio ambiente mi frena un po', dato che
vorrei andare a più gare e per questo motivo che vado a poche. Sconfitte? Non le
ritengo sconfitte se ti è allenato poco o se hai una brutta giornata ... e gli
altri sono più forti, e ho dato tutto, non lo considero una sconfitta. Ci sono
sempre difficoltà o crisi, nelle carriere, sul lavoro, nella vita stessa ... e
devi sempre andare avanti, non penso alla vita in nessun altro modo, non puoi
ritirarti e aspettare che gli altri risolvano il tuo problema."
Quello che afferma Silvia è interessante e
può essere utile per tanti, in effetti è meglio prevenire, meglio conservarsi,
meglio ponderare bene le gare a cui partecipare per non stressarsi troppo, per
non logorarsi e per far sì che si possano scegliere gare mirate a cui dedicarsi
investendo energie fisiche e mentali. La sconfitta è relativa, bisogna sempre
essere consapevoli di ciò che si può fare e quanto impegno dedichiamo e
accettare quello che viene per continuare a fare bene e ad andare avanti
prendendo in mano le redini della propria vita.
Un messaggio rivolto ai
giovani per avvicinarsi allo sport? “È difficile, ogni persona incontra
lo sport in diverse fasi della sua vita. Posso dire che i migliori amici li ho
conosciuto praticando sport, condividendo momenti belli e soprattutto momenti
brutti … che non sono si dimenticano mai.”
Cosa dicono famiglia e del
tuo sport? "Beh, sono un po' matta, ma si sono abituati e penso di farli
divertire un po'."
Lo sport aiuta a crescere bene in salute
ma anche insieme ad altri non solo sfidandosi ma anche faticando insieme e
affrontando e risolvendo problemi insieme sia se si tratta di sport individuale
che di squadra condividendo sempre obiettivi stimolanti da raggiungere da soli
o insieme, una grande palestra di vita da praticare già dalla tenera età per
fortificarsi e soprattutto credere in sé stessi.
C'è stato il rischio di
essere coinvolta nel doping? “No, nel mio caso non l'ho mai considerato.
Non intendo voler ingannare a me stessa, oltre che a mettere a rischio la
salute."
Un messaggio per scoraggiarne l'uso? "I
trucchi non hanno spazio nello sport, ti segneranno tutta la tua vita, non ti
perdoneranno mai, non ne vale la pena."
Lo sport si pratica prima di tutto per
passione e per avere un sano stile di vita, perché avvelenare lo sport e se
stessi, perché prendere in giro se stessi e gli altri, apprendiamo da quanto
successo finora tante persone sono passati da una vita ricca di soddisfazioni
attraverso lo sport a una vita di disperazione per colpa del doping, meglio
cercare altre strade che portino alla performance con duro allenamento fisico o
mentale.
Quali considerazioni hai dello psicologo dello sport? "Sono
stato fortunata ad avere frequentato alcuni corsi di coaching al lavoro, che mi
hanno fatto riflettere molto, e per questo motivo sono ancora così ‘testarda’ e
non gettare mai la spugna."
In gare di endurance, di ultratrail,
dove si tratta di faticare per ore e ore, per giornate intere, di andare avanti
ascoltando i messaggi del proprio corpo e tenendo a bada eventuali messaggi
negativi che gironzolano nella propria mente, è importante non solo un lavoro
fisico, un’alimentazione adeguato, un ottimo abbigliamento tecnico, ma è
preferibile anche un allenamento mentale per sviluppare sempre più
autoconsapevolezza delle proprie risorse e capacità, per tenere elevata
passione e motivazione, per sviluppare resilienza e trovare soluzioni per ogni
problema o difficoltà.
Com'è stata l'esperienza al Tor? Puoi fare di meglio?
“Nell'aver avuto 4 partecipazioni al Tor, ognuna diversa, ho imparato
qualcosa da tutte. Mio marito dice che posso fare di meglio, e raramente si
sbaglia, ma la situazione attuale influenzerà molto il mio allenamento e
suppongo che sarà difficile arrivare a Tor 2020 nel migliore dei modi, ma se ci
provo, proverò a fare del mio meglio.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati
e da realizzare? "Bene, in questi tempi difficili del Coronavirus,
lascia che passi il più presto possibile e colpisca le persone il meno
possibile. Penso di aver realizzato i miei sogni in questo sport, vorrei
poter fare una gara prima di lasciarlo, la ‘Diagonal des Fous’ in Reunion
accompagnata dalla mia famiglia, e spero di poterlo realizzare."
Certo, in questo momento presente è
importante focalizzarsi sul grande problema umanitario che sta facendo tante
vittime e tanta sofferenza bisogna avere un obiettivo unico e condiviso cercare
il meno possibile di propagare il virus, quindi si resta in attesa di tempi
migliori cercando di fare del proprio meglio per sé stessi e per gli altri per
andare comunque avanti nella vita che sta cambiando per tutti.
A cosa devi
prestare attenzione? "Mi piace preparare bene le gare, guardare
video, il cibo, cerco di prendermi cura di tutto."
Come ti vedi a
50 anni? "Mi vedo in montagna, con il mio grande zaino, facendo
lunghi viaggi e godendo il paesaggio e la tranquillità."
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Tor des Géants 2019: Silvia Trigueros Garrote
vince con record e 6^ assoluta
Mi
marido dice que puedo hacerlo mejor, y pocas veces se equivoca
Matteo SIMONE
¿Cuándo te sentiste campeón en el deporte?
“Lo
cierto es que nunca me he sentido campeona, aunque mis resultados son buenos
tengo un entorno que me hace estar en la realidad y no creerme mas de lo que
soy.”
¿Cómo fue tu camino para convertirte en
atleta? “Empece de casualidad en el mundo de las carreras
por montaña, acompañando a uno de mis cuñados. Yo siempre he practicado
montañismo hasta que tuve a mis hijos, y el tiempo no daba para todo, asi que
correr por el monte me ayudaba a mantenerme en forma y disfrutar de la montaña.”
¿Qué factores y personas contribuyen a su
bienestar y/o rendimiento en el deporte? “Con el tiempo se ha
hecho un equipo a mi alrededor, pero el mas importante sin duda es mi marido,
Asier, el me ayuda cuando estoy mas floja, me motiva, me da razones para querer
hacerlo bien, es mi apoyo en la carreras. Tambien estan mi entrenador Kepa
Larrea y el medico deportivo Alberto Garai, ambos de la empresa Athlon, y
recientemente he empezado con una nutricionista Aurora Cid que me esta ayudando
mucho.”
¿La carrera donde experimentaste las
emociones más bellas? “Ya llevo una larga trayectoria
deportiva y es difícil elegir una sola carrera, pero el Tor puede ser una de
ellas. Tienes tiempo para todo, reir, llorar, pensar en la familia, los amigos,
los que ya no estan.”
¿Tu carrera más difícil? “Hay
varias, mi primera participación en la HK1OO, en HONG KON. Viaje hasta allí con
mucha ilusión y bien preparada y estuve los 3 dias previos a la carrera sin
poder salir del baño. Sali a la carrera y a los 2kms me tuve que retirar porque
sabia que iba deshidratada, fue un golpe muy duro emocionalmente.”
¿Qué experiencia tuya puede darte la
convicción de que puedes hacerlo? “Haber vivido
situaciones físicas duras, siempre me hace relativizar el dolor, y saber que es
pasajero.”
¿Qué sentimientos experimentas haciendo
deporte (ora, en la carrera, después de la carrera)? “Los
días previos, según el tipo de carrera, a veces ansiedad, malhumor en cuanto
salgo a correr se me pasa, y en carrera pues de todo, momentos buenos y malos y
despues de las carreras, siempre me gusta analizar donde he cometido errores,
sobre todo para aprender y no volver a repetirlos. Me gusta recordar los buenos
momentos y sobre todo las amistades que he hecho.”
¿Cuáles son las dificultades y los riesgos
en tu deporte? “En cuanto a dificultades, lo mas duro
es el dia a dia, compaginar el trabajo la vida familar y seguir encontrando
motivación para entrenar. El riesgo en este deporte, es creer que haces algo
importante, y no deja de ser un deporte, algo que me gusta.”
¿A qué debes prestar atención? “Me
gusta preparar bien las carreras, mirar videos, la alimentación intento
cuidarlo todo.”
¿Cómo manejas y superas dificultades,
crisis, derrotas, lesiones? “Por ahora, las lesiones me estan
respetando, pero es cierto que a veces, mi entorno me frena un poco, ya que
iria a mas carreras, y eso que no voy a pocas. Derrotas? No considero
que haya tenido derrotas, en este deporte no hay secretos, si se ha entrenado
poco o tienes un mal dia…y las demás estan mas fuertes. Y yo lo he dado todo,
no considero que sea una derrota. Dificultades o crisis hay siempre, en las
carreras, en el trabajo, en la propia vida y siempre hay que seguir adelante,
no me planteo la vida de otra manera, no te puedes retirar y esperar a que
otros te solucionen el problema.”
¿Un mensaje dirigido a los jóvenes para
acercarse al deporte? “Es difícil, cado persona encuentra el
deporte en diferentes etapas de su vida. Yo puedo decir, que los mejores amigos
los he hecho practicando deporte, compartiendo
momentos buenos y sobre todo malos momentos….eso nunca se olvida.”
¿Existía el riesgo de estar involucrado en
el dopaje? “No, en mi caso nunca me lo he planteado. No
entiendo querer engañarse a uno mismo, además de poner en riesgo la salud.” ¿Un
mensaje para desaconsejar su uso? “Los tramposos no tienen cabida en el
deporte, te marcara toda la vida, no te perdonaran nunca, no merece la pena.”
¿Qué dicen tus familiares y amigos sobre
tu deporte? “Pues que estoy un poco loca, pero se
han acostumbrado y creo que he conseguido que disfruten un poco, como yo.”
¿Qué descubriste de ti mismo en la
actividad física? “He descubierto que tengo muy alto el
nivel de sufrimiento.”
¿Qué consideraciones tienes del psicólogo
deportivo? “He tenido la suerte de tener algunos curso de
coaching en el trabajo, que me han hecho reflexionar mucho, y por eso igual soy
tan “cabezota” y nunca tiro la toalla.”
¿Próximos objetivos? ¿Sueños hechos y por
realizar? “Pues en estos momentos tan difíciles del
Koronavirus, que pase cuanto antes y afecte lo menos posible a las personas. Creo
que he cumplido mis sueños en este deporte, me gustaría poder hacer una carrera
antes de dejarlo, La Diagonal des Fous en Reunion acompañada de mi famila, y
espero poder cumplirlo.”
¿Un mensaje para las mujeres del mundo? “Se
puede, si lo haces porque has decidido hacerlo, lo consiguiras.”
¿Cómo te ves a los 50? “Me
veo en la montaña, con la mochila grande, haciendo largas travesías y
disfrutando del paisaje y la tranquilidad.”
¿Cómo fue la experiencia en el Tor?
Satisfecho, crítico, ¿puedes hacerlo mejor? “En tenido 4
participaciones en el Tor, cada una diferente, de todas ellas he aprendido
algo. Mi marido dice que puedo hacerlo mejor, y pocas veces se equivoca, pero
la situación actual me va afectar mucho a mis entrenamientos y supongo que será
difícil llegar en la mejor forma al Tor 2020, pero ya de ir, intentare hacerlo
mejor posible.”
¿Apoyado por quién? “En
estos momentos tengo los siguientes apoyos: Mi familia, sin ellos seria
imposible, AthlonS, Coop. Mi entrenador y mi medico deportivo Land Sport. Mi
equipo, equipamiento deportivo y ayuda economica, Palacios Alimentacion. Apoyo
económico Fullgas Nutricion. Nutricion deportiva Montane y Julbo. Equipamiento
deportivo.”
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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