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sabato 8 agosto 2020

Roberto Mastrotto, ultrarunner: La fatica è più bella se affrontata con il sorriso

 Cerco di sorridere sempre, anche nei momenti di crisi 
Matteo Simone 

Lo sport è una grande bella passione da coltivare cercando di raggiungere risultati prestigiosi allenandosi con costanza e credendoci sempre. 

Di seguito Roberto Mastrotto della Vicenza Marathon e del Team La Sportiva International racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Ciao Roberto, come hai gestito il periodo del Covid? “È stato come per molti atleti un periodo non semplicissimo, reso difficile dal clima di tensione che si respirava soprattutto nei confronti di chi usciva a correre, seppur se nei 200m dall'abitazione e bardati di guanti, mascherina e tutto quel che via via le direttive prevedevano. Ciò nonostante è stato un buon periodo, diverso sicuramente, ma che mi ha fatto capire ancor più quanto siam fortunati della possibilità di correre in montagna”.  

È stata dura un po’ per tutti, ognuno si è organizzato un po’ a modo suo cercando di andare avanti e fare un minimo di attività fisica con attenzione e come dice Roberto abbiamo tratto tanti insegnamenti utili, apprezzando soprattutto quello che in genere abbiamo a disposizione, quello che facciamo quotidianamente che diamo per scontato e quello che potremmo fare di meglio. 
Come hai tenuto alta la motivazione per continuare ad allenarti seriamente? “La motivazione non è mai stata un problema, considerando che il 2019 per me è stato un anno funesto a dir poco, decisamente peggiore rispetto a questo bizzarro 2020. Esattamente un anno prima al posto che in quarantena mi trovavo in un letto d'ospedale incapace non solo si allenarmi, ma di camminare. Quindi ripensando a tutto ciò diciamo che le motivazioni per allenarmi c'erano tutte. 
Inoltre a inizio 2020 mi son dovuto nuovamente rifermare con la corsa per una frattura da stress e avevo ripreso a correre giusto prima del lockdown, dopo un paio di mesi già spesi in ‘allenamenti alternativi’ tra rulli in bici ed esercizi di rinforzo in casa, che tanto sono andati di moda durante il periodo di quarantena. La molla per allenarmi e correre nonostante le limitazioni era veramente molto carica!”.  

Veramente una dura prova per Roberto dagli infortuni al lockdown ma ha trovato il modo per sperimentare anche una performance e credere di poter rimettersi in riga, di poter ripartire alla grande nonostante infortuni e lockdown. Infatti nell’arco del 2019 è riuscito a fare un paio di prestazioni eccellenti con il personal best alla maratona di Pisa in 2h34’45” e una bella vittoria all’Ultrabericus 34 km e 1400 m D+, precedendo Christian Modena e Giovanni Paris.   
Come ne sei uscito fuori?  “Ho sfruttato appieno ogni virgola di libertà che ci veniva concessa, e per settimane ho macinato giorno per giorno 20km intorno a casa su un loop di 500m circa, per mantenere una forma accettabile e al tempo stesso scaricare le tensioni della giornata. Non sono mancate le situazioni più o meno grottesche con qualche grido isterico dai balconi o qualche stop dalle forze dell'ordine per verificare che tutto fosse in regola”. 

È stata un po’ l’esperienza comune di tanti runner e le reazioni sono state diverse in base allo stato emotivo del momento e l’approccio dell’atleta, c’era chi comprendeva le preoccupazioni di coloro che urlavo contro e chi rispondeva e contrattaccava le loro accuse, una vera prova di nervi e ognuno ne è uscito con nuove consapevolezze e apprendimenti su  stesso e su gli altri. 

Sei più motivato, entusiasta, affaticato? Sono assolutamente più motivato e più entusiasta, ogni uscita in natura sui sentieri ha un sapore diverso dopo un periodo di privazioni e limitazioni come quello che abbiamo affrontato”. 

Vero, la libertà non ha prezzo e si apprezza di più quando si è sperimentato deprivazioni e costrizioni, la corsa in montagna è una vera terapia naturale e fa sentire vivi davvero. 
Sei ancora pronto per una best performance su distanze ultra? In queste settimane mi son già rimesso in gioco in due competizioni, prima in Croazia su una 42km 2600+ e poi in Svizzera la scorsa settimana su una 68km 2800+. Prendiamo via via le varie occasioni che si presentano, la voglia è tanta e la condizione in grande miglioramento. Speriamo ora in un’apertura di qualche evento più importante per quest'autunno”.

Si fa sempre in tempo per ripartire e aver fiducia nel prossimo futuro, dopo il lockdown Roberto ha ottenuto un grande risultato alla Davos Swissalpine K68 chiudendo i 68km 2800+ in 6h28’ e in 6^ posizione. Nel 2012 partecipai alla durissima maratona di Davos, posto molto spettacolare ricco di gente che incoraggiavano, chiamavano per nome che leggevano sul pettorale ed era un continuo ascoltare “hop, hop, hop”.   


Famiglia e amici in che modo si interessano a te e ti supportano? La mia famiglia e molti amici e conoscenti mi supportano moltissimo da casa, in particolare durante le trasferte. Non sarebbe la stessa cosa senza tutti loro. Poi ho mio zio in particolare che spesso e volentieri mi segue fisicamente in gara per farmi da assistenza per la logistica e per i ristori, unico!”.

Bella squadra, interessante e stimolante essere seguiti da casa e sul posto, si è più felici e disposti a faticare per  stesso e per gli altri.
Hai in mente eventuali prossime gare e/o eventi importanti? “Al momento poche certezze in merito ai prossimi eventi. Ho in programma la 100 Miles of Istria a fine settembre, che sarebbe la prima tappa dell'Ultra Trail Wolrd Tour a esser disputata post pandemia. Per il resto son in attesa di capire anche le disposizioni della FIDAL per un eventuale data per il campionato italiano trail e per una eventuale prova di selezione per il mondiale 2021. Vedremo lungo il percorso, spero già nelle prossime settimane, in modo da cercare di programmare un minimo gli appuntamenti”. 
 


Sono tanti i progetti e le aspettative di Roberto, si tratta solo di mettersi a tavolino e organizzare un piano di allenamento e gare da partecipare, possibilmente vincere o andare a podio e cosa più importante cercare di indossare la maglia azzurra. 
Cosa diresti a Roberto di 10 anni fa? “Inizia a correre!”. 
Quanto conta il sostegno di famiglia, amici e dei tuoi fan e come contraccambi? “Moltissimo, li ringrazio sempre sui social e soprattutto di persona, anche se so che il rapporto è molto sbilanciato, sono fondamentali per me soprattutto nelle occasioni importanti”. 

È importante avere qualcuno che incoraggia, stimola, aiuta, sostiene e aspetta e Roberto non deve essere bravo solo a correre ma anche a sdebitarsi con familiari, amici e fan attraverso messaggi dal vivo o sui social. 
Ora su cosa ti focalizzi? Forza, resistenza, tecnica? “Sto continuando a lavorare molto su tutti gli stabilizzatori d'anca, che han subito il forte colpo dell'infezione avuta l'anno scorso. Oramai ci siamo, però c'è ancora qualche virgola da regolare per tornare ad erogare tutto quel che potrei”. 

C’è sempre qualcosa da migliorare, da potenziare, da studiare, da non trascurare. 
È uno studio continuo attraverso allenamenti e gare e con l’aiuto di figure professionali competenti. 
Quanto e come soffri e gioisci negli allenamenti e gare? “Cerco di sorridere sempre, anche nei momenti di crisi. La fatica è più bella se affrontata con il sorriso. Se non ci si diverte mentre si fa ciò che si ama, allora qualcosa non va per il verso giusto”. 

Concordo con Roberto, bisogna avere la capacità di saper faticar ma con il sorriso, sapendo che la fatica aiuta ad arrivare, a vincere, a migliorarsi. 
A quale campione del passato o del presente ti senti più vicino? “Ho tanti riferimenti a cui mi ispiro e che mi han motivato soprattutto nei momenti più difficili. Kilian Jornet è sicuramente di grande ispirazione per tutto quel che ha fatto, in montagna dalla corsa su breve e lunghissima distanza allo scialpinismo. Per restare in Italia il buon Dega (Marco De Gasperi), con cui recentemente ho potuto condividere diversi km a Cortina, durante i quali ho cercato di scucirgli quanti più trucchi del mestiere possibile”. 

È
 importante avere riferimenti da copiare, imitare, seguire e farsi consigliare. 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta 
21163@tiscali.it +393804337230 

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