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venerdì 18 settembre 2020

Elena Costa, ultratrail: Voglio andare oltre e seguire il mio istinto

La 100 miglia la voglio dedicare ai malati come me 
Matteo SIMONE 


Lo sport permette di ritrovare se stessi, il proprio corpo, la propria anima, permette di andare oltre, di osare, di vivere intensamente. di seguito Elena racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.

Qual è stato il tuo percorso nello sport? "Ho cominciato a correre all'età di 5 anni nell'Edera Fc...una passione che mi ha accompagnata tutta la vita. Ero da prima una mezzofondista poi ostacolista fino ai 20 anni. Poi passai alla corsa su strada e ultramaratone ma mi ritrovai l'anima nel ultratrail".
Si attraversano percorsi, stadi, cicli; si cambia nel tempo e con l'esperienza, si evolve e si approda a nuove consapevolezze, nuovi sport, nuove amicizie.
Chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? "Il mio benessere penso, anzi ne sono certa, me lo sono costruito da sola con grande umiltà, stile di vita e voglia di imparare da ogni persona che poteva insegnarmi qualcosa o soltanto ascoltando attentamente i consigli dati".

Si impara e si apprende sempre mettendosi in azione e sperimentando, conoscendo persone più esperte che consigliano e suggeriscono.
Un'esperienza che ti può dare la convinzione che ce la puoi fare? "L'esperienza che ancora mi potrebbe dare positività è la 100 miglia d'Istria che correrò ad aprile prossimo…. Ora dopo i vari interventi al cuore e i 3 impianti cardiaci penso che poterla solo finire sarebbe un  traguardo meraviglioso, anzi un record davvero...nessuno al mondo ha mai azzardato tanto e anche se il timore di un arresto c'è, voglio andare oltre e seguire il mio istinto".

L'esperienza nello sport, soprattutto di endurance come l'ultratrail, permette di conoscersi sempre di più, proprie potenzialità e limiti, permette di osare conoscendosi bene e con attenzione.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? "I miei familiari mi sono stati vicino sempre… sanno che correre mi rende felice".

Ognuno ha propri bisogni e proprie esigenze, si tratta di rispettare l'altro e sostenerlo nelle sue scelte difficili e oculate che fanno star bene fisicamente e mentalmente.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? "Uh...tanti! Alla Cro-Magnon dopo tanti km arriva la notte io e altri 4 abbiamo seguito una bandella che credevamo tale per km....alla fine ritornati indietro perché accorti che era sbagliato il percorso rivediamo la " bandella"....era carta igienica sassata tra gli alberi di uno che era andato a fare pupù!".

Sono tante le esperienze estreme, bizzarre e deliranti degli ultraruner, si vedono orsi e lupi, oasi e deserti, si immagina di fare telefonate ai propri figli e ala propria famiglia anche senza possedere un telefono, deliri individuali e collettivi.
A cosa devi fare attenzione nella pratica del tuo sport? Hai rischiato di mollare? "Cosa devo fare attenzione...ho rischiato di mollare...io devo fare attenzione a tutto e di più, mentre corro sono monitorata dall'ospedale con impianto loop. Mollare? Mai. Mai pensato. Se un giorno non potrò più correre allora cambierò andatura e mi darò al trekking o anche alla mtb, ma è un evoluzione non un mollare".

Interessante la dichiarazione di Elena, infatti è importante essere in sintonia con i propri bisogni ed esigenze e valutare volta per volta cosa è meglio per noi stessi, se qualcosa non si può più fare, si può cambiare, si evolve.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e in quali fasi? "Uno psicologo è sempre utile in tutti gli sport in qualsiasi fase".

In effetti la figura dello psicologo può essere utile giù nelle fasi iniziali per cominciare a fare sport, e poi definire propri obiettivi con criterio valutando potenzialità e impegno costante per cercare di trasformare sogni in realtà passando per l'incremento della fiducia in sé e soprattutto incrementando la resilienza che bisogna avere quando ci sono crisi e avversità.
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? "Le emozioni più belle le ho vissute in tutte le gare che poi sono viaggi che noi facciamo, durano giorni e notti di condivisione con tutti gli altri atleti che incontriamo per i sentieri...tutte le gare mi hanno lasciato ricordi speciali indimenticabili".

La gara non è semplicemente una prestazione sportiva, ma una grande opportunità di esperienza, mettersi in gioco, conoscere se stesso, ambienti, luoghi e altri. si porta a casa sempre qualcosa di importante e ricordi di sensazioni ed emozioni intense che arricchiscono più di ogni moneta.
La tua situazione sportiva più difficile? "Ho vissuto diversi periodi sportivi difficili perché l'ospedale ha fatto da padrone. Ho combattuto un raro tumore linfatico dall'età di 2 anni fino ai 18 con tantissimi interventi chirurgici e terapie, ho perso un rene e poi mi sono trovata con una malattia genetica cardiaca anche questa rara il QT lungo, ovvero la sindrome della morte imminente giovanile o dell'atleta per arresto cardiaco (malattia da pochi anni scoperta) e uno lo ebbi a 13 anni dopo un allenamento in pista. Ma sono testarda, non mollo ancora!".

Elena sembra essere una persona abituata al dolore e alla sofferenza ma non molla riconosce l'importante valore e l'essenzialità della vita che è solamente una e va vissuta come meglio vogliamo anche se con attenzione ma senza privarci di esperienze forti e importanti. Una donna davvero determinata, felice e resiliente come scrivo nel mio libro "Lo sport delle donne".
Ti ispiri a qualcuno? Una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti? "Zanardi mi ha aiutata tanto si...è un motivatore Alex e quando sono in ospedale penso sempre alla sua frase 'Pensa quello che puoi fare con quello che ti è rimasto!'".

In effetti Alex Zanardi è davvero un esempio per tutti, uno che ha cavalcato l'onda del cambiamento dimostrandosi altamente resiliente cambiando sport dopo l'incidente dove gli sono stati amputate le gambe e si è rimesso in gioco nello sport con record e gare estreme come l'Ironman.

Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? "Sogni tanti!! La 100 miglia la voglio dedicare ai malati come me e con l'associazione ABRA ho aperto una raccolta fondi per le malattie cardiache e la prevenzione nelle scuole con screening fatti da medici ai bimbi per diagnosticare in tempo queste malattie di morti bianche e in più speriamo di acquistare un bel po' di defibrillatori da donare a strutture sportive e scuole che ancora non ne sono provviste con corso formazione da parte della Croce rossa. Questo il mio sogno".

Elena si dimostra molto generosa e determinata, sa quello che vuole, sa il fatto suo, si tratta solo di aspettare il momento giusto per gareggiare e portare a casa grandi risultati per lesi stesa e per altre persone che rappresenta.
Come ti vedi a 70 anni? "70 anni? Eh...non so se ci arriverò sai".

Forse dovevo chiedere: "Come ti vedi domani o tra un mese o al massimo tra un anno", non si finisce mai di imparare".
Come hai scelto la tua squadra? "La mia squadra l'ho scelta per la grande passione che ci accomuna e poi ci conosciamo  da tanti anni ..il trail running allora lo praticavano in pochissimi".

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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