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giovedì 24 dicembre 2020

Marco Rech Daldosso, Tennistavolo: Una grossa difficoltà è la tenuta emotiva

 Un sogno ancora da realizzare è andare alle olimpiadi
Matteo SIMONE 21163@tiscali.it 

Marco Rech Daldosso, Tennistavolo da piccolo ha fatto parte della nazionale giovanile e dal 2009 fa parte della nazionale assoluta partecipando a Campionati Europei e Mondiali. 

Dal 2011 fa parte del Gruppo Sportivo Aeronautica Militare. Nella gara a squadre ai Giochi del Mediterraneo del 2013 ha conquistato la medaglia d'Argento di squadra.
Ha conquistato i seguenti titoli: Medaglia d'Oro ai Campionati Italiani Assoluti 2014, 2015, 2016, 2017 (Doppio Misto; Doppio Maschile); Medaglia d'Oro ai Campionati Italiani Assoluti 2016 (Singolo); Medaglia d'Oro ai Campionati Italiani Assoluti 2018 (Doppio Maschile), Medaglia d'Oro alla Coppa Italia Assoluta 2020.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Marco attraverso risposte ad alcune mie domande di nu po’ di qualche anno fa.
Come hai scelto il tuo sport?
Iniziando a casa con mio padre e mio fratello, mi sono definitivamente convinto con le prime vittorie nelle categorie giovanili”.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?Mi ha aiutato ad essere più sicuro di me ed anche a credere di più in me”.

Lo sport a volte può essere considerato un veicolo di consapevolezza, autoefficacia e resilienza. Se si inizia da piccoli in famiglia o a scuola poi si può scoprire di avere potenzialità e passione e gradualmente si può sperimentare di eccellere vincendo abbastanza facilmente e si può pensare che lo sport possa diventare un lavoro redditizio come è avvenuto con Marco riuscendo ad arruolarsi presso il Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Quali abilità bisogna allenare?
Sicuramente una grossa difficoltà è la tenuta emotiva e la capacità di restare sempre molto concentrati durante un intero incontro. Bisogna essere poi bravi (questo sotto un punto di vista più tecnico) a cambiare la tattica di gioco durante la partita se si nota non essere efficace”.

Interessante e utile la testimonianza di Marco, come nella vita anche nel tennis bisogna saper gestire una partita cercando di essere abili nel cambiamento, in sostanza bisogna sviluppare e praticare resilienza per cercare di spiazzare l’avversario, così come nella vita bisogna essere pronti a cambiare la routine quando si presentano imprevisti e avversità come in questo lungo periodo di pandemia dovuto al COVID, dove tutto ciò che era certo, ora è insicuro e confuso e bisogna rimodulare propri piani programmi e obiettivi senza mollare con fiducia e resilienza.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?
Oltre alla ovvia passione e al piacere che mi da giocare, credo che una forte spinta a continuare è la soddisfazione che provo nel vincere degli incontri. Direi quindi i risultati”.

La passione è un grande motore che spinge a fare sport, poi se si è in grado di eccellere e vincere gare prestigiose nazionali e internazionali si è spinti sempre più a continuare e cercare di fare sempre meglio potenziando anche eventuali aspetti critici.
Pensi che potrebbe essere utile lo psicologo dello sport?Penso possa essere utile, ma non fondamentale per tutti”.
Quali persone contribuiscono nello sport al tuo benessere e/o performance?Sono molte, dalla famiglia ai dirigenti della società fino ai compagni di squadra. Direi che sono tutte quelle persone che hanno creduto e credono in me”.
 

Dietro l’atleta ci sono persone che incoraggiano, sostengono, consigliano, coccolano l’atleta cercando di farlo sentire sereno ed entusiasta delle sue prestazioni.
Un’esperienza che ti può dare la convinzione che ce la puoi fare?Le vittorie. Il ricordo di alcune vittorie porta la sicurezza necessaria per convincermi che ‘posso farcela’”.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?I recenti Campionati Italiani Assoluti (03/2016)”.

Certo, essere campione italiano per 3 volte lo stesso anno (doppio maschile, misto e singolo) significa risperimentare più volte euforia e sensazioni molto intense che ripagano la fatica degli allenamenti e danno la carica per continuare a crederci e impegnarsi per il futuro da solo e in coppia consolidando amicizie e relazioni.
Quali meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport?La voglia di voler dimostrare che potevo riuscire”. 
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport?
Che la determinazione nel perseguire un obiettivo può farti far cose che normalmente non riusciresti a fare”.
Quali sono i tuoi pensieri relativi a quanto investito in termini di allenamenti?Nell’ultimo anno penso di aver raggiunto certi risultati solo per la voglia di dimostrare che potevo farcela, e zittire che pensava il contrario”.

Se veramente si vuol ottenere qualcosa di importante bisogna impegnarsi duramente senza evitare la fatica e crederci sempre.
Quali sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara)?Le sensazioni cambiano in base all’importanza dell’incontro o della gara che sto preparando. Ultimamente mi è capitato di essere molto nervoso nei giorni precedenti alla gara per poi invece arrivare al giorno prima della gara o la mattina stessa molto tranquillo e sereno. Gli allenamenti a ridosso di una gara importante mi spronano a fare sempre una qualcosina in più”.
Quale è stata la tua gara più difficile?
La gara più difficile, e credo che sia così per ogni atleta, è la capacità di reagire ad un insuccesso. La voglia di rimettersi in gioco e vincere”.

In ogni incontro l’atleta può uscirne vincente o sconfitto ed è dura poi riprendersi pensando che bisogna continuare a lavorare duramente e cercare e capire cosa si può migliorare, cosa bisogna apprendere da quell’incontro, a cosa è servito perdere l’incontro è un lavoro minuzioso e delicato da fare insieme a un allenatore, un compagno, uno psicologo.

Hai dovuto scegliere lasciare uno sport a causa di studi o carriera lavorativa?Per ora non ho ancora rinunciato a niente. Faccio attività sportiva a tempo pieno e allo stesso tempo porto avanti gli studi universitari (seppur molto a rilento)”.

Hai rischiato di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?No. Non ho mai neanche pensato di poterlo fare”. 
Riesci a immaginare una vita senza sport?Qualche volta provo ad immaginare come potrebbe essere (o come sarebbe stata) la mia vita senza sport, ma mi è difficile. Potrei cambiare lavoro, non dedicare più tutta la mia giornata agli allenamenti, ma credo che non potrò mai eliminare completamente lo sport dalla mia vita”.

A volte lo sport diventa un grande compagno di vita, una necessità vitale come respirare, bere, mangiare. Una pratica quotidiana e salutare, uno stile di vita da cercare di conservare il più a lungo possibile.
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Con pazienza. E con la voglia di tornare”.
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? Momenti difficili ci sono stati e i dubbi su cosa fare e come organizzare la vita anche…ma con pazienza (e grazie anche a certi risultati) ho ritrovato la fiducia necessaria per andare avanti”. 

Con l’esperienza l’atleta impara a mettere in conto crisi e infortuni, periodi più o meno bui e bisogna avere pazienza e fiducia nel saper aspettare e nell’espettarsi di riuscire a riprendersi dimostrando a sé stesso e agli altri che si può sempre riprovare in modo diverso e che la perseveranza paga sempre.
Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport?Questa domanda mi viene fatta ogni volta e penso sempre sia la più difficile. Ad un ragazzo consiglierei il nostro sport per due motivi: il primo è che il nostro è uno sport individuale e quindi quando vinci, sei tu che vinci; il secondo è che (sempre perché è uno sport individuale) ti responsabilizza molto, perché sei tu che devi prepararti per una gara e non potrai nasconderti dietro a nessuno se non lo farai al meglio”.
Obiettivi a breve, medio e lungo termine? Sogni realizzati e da realizzare?
Un sogno realizzato è sicuramente l’aver vinto il titolo italiano quest’anno. Mentre un sogno ancora da realizzare è andare alle Olimpiadi. Per quanto riguarda gli obiettivi, non mi pongo dei limiti e spero di fare sempre il massimo. Spero di raggiungere risultati importanti a livello internazionale, magari sfruttando il buon momento già dai prossimi Campionati Europei di singolo.

Un’intervista a Marco è riportata nel mio libro “Sogni olimpici Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”. Presentazione: Isabel Fernandez. Prefazione di: Sonia De Leonardis. 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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