Pagine

Pagine

martedì 2 febbraio 2021

Stefano De Lorensis, atletica: Se c’è cuore, passione e motivazione dai il massimo di te

 Dare sempre il meglio che sia allenamento o gara anche nei momenti più difficili 

Nello sport si apprende a non molare e tenere duro negli allenamenti ma soprattutto in gara quando bisogna arrivare al traguardo contro avversari molto forti e in condizioni atmosferiche e ambientali anche difficili. 

Nei momenti difficili esce fuori il vero campione che non si abbatte, non demorde, non si demotiva, non si arrende e non perde di vista  stesso ma combatte fino alla fine per fare del proprio meglio sia in allenamento che in gara. 

Lo sport è una grande opportunità per mettersi in gioco, per sfidare prima di tutto se stessi e poi amici e avversari. Per puntare all’eccellenza e al successo bisogna faticare e impegnarsi prima di tutto in allenamento, possibilmente seguiti da persone capaci professionalmente e umanamente e poi cercare di dare tutto in gara in qualsiasi condizione di difficoltà e avversità ambientale o atmosferica non mollando soprattutto se si tratta di una gara di squadra dove l’apporto di ogni atleta è fondamentale per il successo della squadra. 

Di seguito Stefano racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 

Cosa ti spinge a fare sport? E’ già da un paio d’anni che il movimento è parte imprescindibile della mia esistenza, precisamente da quando approdai in quel ‘malcapitato’ ma allo stesso tempo fortunato campo di atletica di Caracalla per preparare, ai tempi, il concorso VFP1 esercito; assaporai il piacere della competizione allora ancora sconosciuto, il confronto con gli altri, sfidare le proprie capacità e mettersi alla prova in compiti sempre più difficili per migliorarsi. Questa era la filosofia del mio primo coach Armando Martini, atleta e allenatore a sua volta di grande livello romano, scomparso ormai da 3 anni circa che mi iniettò il desiderio di gareggiare”. 

Si inizia per caso a fare sport, per esempio partecipando a concorsi militari dove sono previste da qualche anno anche le prove fisiche e allora si scopre di essere portati in una disciplina sportiva e con l’aiuto di un allenatore che aiuta a migliorarsi, a vincere un concorso ad appassionarsi si entra a far parte di una squadra con obiettivi comuni e condivisibili per cercare di ottenere piccoli o grandi risultati. 

Familiari o amici ti ostacolano o ti incitano a continuare? In che modo? Vengo da una famiglia sportiva. A questo non mi posso lamentare, non sono mai stato un grande amico del divano! Mio padre ciclista ormai da anni a tempo pieno, si è tolto e spero si toglierà ancora delle belle soddisfazioni con le sue gran fondo! L’incitamento è scontato. Sono ottimista, penso che la maggior parte dei genitori invoglierebbe il proprio figlio a cimentarsi in una disciplina sportiva a piacere e staccare un po’ la spina da questa tecnologia che ci soffoca sempre di più”. 

In effetti sapere che un proprio figlio pratica sport è un’ottima garanzia di benessere in mano ad allenatori consapevoli e preparati che formano non solo dal punto di vista sportivo ma anche umano. 

Ti senti un riferimento per qualcuno? “Innanzitutto per me, a essere motivato, individuando l’obiettivo verso cui dirigere l’azione cercando di dare sempre il meglio che sia allenamento o gara anche nei momenti più difficili”. 

 

Non bisogna mai perdere di vista se stessi, fare qualcosa solo per se stessi perché fa piacere, perché si ha passione, perché aiuta a star bene, esserci sempre prima per se stesi e poi per gli altri è un grande ingrediente per il benessere e il successo nello sport. 
Come hai scelto la tua squadra, che obiettivi hai? “Dopo aver indossato i colori della ‘Campidoglio Palatino’ sono approdato all’Atletica La Sbarra, grazie a uno degli atleti di punta della squadra, anche lui allenato dal grande Armando, cui diventammo subito amici, Fabrizio Spadaro, che ringrazio quotidianamente per i consigli e mi sprona a fare sempre meglio. Qui sto ritrovando la giusta forma fisica grazie al coach Luca Parisi il cui rapporto ormai costruito da un bel po’ di anni per preparare al meglio l’ultima prova dei Campionati Regionali di Cross 10km a Fiumicino il 28 febbraio e chissà riuscire a disputare anche una finale del campionato italiano. 

 

Sono molto contento che Stefano è passato nella mia squadra di cui sono atleta e dirigente, ed essere seguiti da Luca Parisi è anche una grande garanzia di successo per Stefano e per la nostra squadra che quest’anno 2021 ha grandi obiettivi. 
L’evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Ogni gara è un’emozione unica, ha una storia a sé, ma quella più forte è stato attaccare il pettorale al trofeo vitamina 2018 quando esordii per la prima volta in pista sulla distanza dei 1000 metri, alle direttive del coach Armando Martini. Fu un mix di insicurezza, sensazioni d’ansia, di non poter fallire ma se c’è cuore, passione e motivazione non ti preoccupi, ti metti scarpe e completino e dai il massimo di te”. 

 

Il “Trofeo vitamina” è un’ottima gara organizzata da amici corridori che coinvolgono atleti e squadra a mettersi in gioco su una gara di 1.000 metri secchi per capire quanto si vale su questa distanza da molti evitata perché si tratta di correre velocissimi a seguito di una preparazione mirata. Armando Martini è stato un ottimo allenatore riferimento di tanti runner soprattutto romani e laziali ma anche al di fuori della regione.
Una parola o frase che ti aiuta nei momenti più difficili? “Capita spesso che mi senta abbattuto o sconfitto a causa delle più svariate ragioni che ci accompagnano nel nostro quotidiano ma nel mio caso, allenandomi quasi sempre da solo, azzero i pensieri e subentra la solitudine, ormai mia compagna di vita, invogliandomi a correre più forte di prima e questo penso sia per noi atleti un piccolo vantaggio a livello psicologico perciò direi la parola magica è proprio: non mollare e tieni duro!”. 
Cosa stai raccogliendo nello sport? Questa meravigliosa disciplina mi permette di avere più energia sul lavoro, nel rapporto con gli altri, e di limitare l’accumulo di stress. Per me l’atletica è una valvola di sfogo grazie alla giusta calibratura dell‘intensità degli allenamenti da parte del coach Luca”. 

A volte lo sport, soprattutto la corsa diventa una valvola di sfogo, un’opportunità terapeutica per analizzare, elaborare, desensibilizzare pensieri, situazioni, pensieri negativi.
  
Un messaggio per avvicinare ragazzi e adulti allo sport? “Il consiglio che posso dare con quel gruzzoletto di esperienza che sto raccogliendo è quello di poter ritagliare del tempo per voi stessi in modo da poter dedicare anche solo mezz’ora. Non si deve per forza passare da zero a sei volte a settimana, basta avere moderazione e costanza e ci si troverà sulla giusta via”. 

Tanti vogliono dimagrire o cambiare stile di vita ma non iniziano mai, è vero basta poco anche solo pochi minuti da ritagliare nell’arco della giornata, per camminare, correre, fare le scale, ballare, andare in bici e poi il resto viene da solo. 

Nessun commento:

Posta un commento