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domenica 25 aprile 2021

Mattia Ceccarelli, Triathlon: Quando provi una cosa fallo fino in fondo

 Matteo SIMONE 

Mattia Ceccarelli (Cesena Triathlon) è campione di triathlon medio 2019, titolo vinto a Lovere (BG) sabato 2 giugno in 3h52’23” precedendo Federico Gregorio Incardona (No Limits Friends) 04h02’48” e Bruno Pasqualini (Torino Triathlon) 04h02’50”. 

Di seguito approfondiamo al conoscenza di Mattia attraverso sue risposte ad alcune mie domande. 

Quando ti sei sentito campione nello sport? “Quando ho vinto la mia prima gara internazionale”. 

La gara della tua vita? “Challenge Riccione 2019”. 


Mattia il 5 maggio 2019 ha vinto il Challenge Riccione (1.9K di nuoto, 90K bici e 21.1K corsa) in 3h51’50”, precedendo Thomas Steger 3h53’14” e Frederic Funk 3h53’45”. Mattia sin dall’inizio della sua carriera di triatleta ha sperimentato vittorie individuali e di squadra già dai tempi dell’università e finalmente arriva una vittoria importante. 
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? “Essere sempre uno che attacca, che però a volte diventa un limite”. 

 

Per poter attaccare significa aver tanta fiducia in se stessi e non aver paura degli avversari, e ciò vuol dire tanto, significa uscire allo scoperto con coraggio e determinazione e a volte gli avversari faticano per stare al passo fin da subito. 
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? “Soprattutto la capacità di sapersi gestire”. 

In effetti il triathlon, soprattutto di lunghe distanze, comporta una grande capacità di resilienza e gestione delle varie fasi nelle tre discipline non sottovalutando le transizioni dove si tratta di cambiare disciplina e avere tutto sotto controllo partendo da se stessi, l’ambiente, gli avversari e non sottovalutando l’integrazione adeguata. 

Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi? “Sì, soprattutto per gestire i periodi ‘no’ che inevitabilmente a volte capitano”. 


Nello sport non sempre è tutto facile, lineare, controllabile, a volte bisogna avere a che fare con momenti o periodi di demotivazione, di sfiducia, eventuali infortuni o sconfitte, relazioni con staff e amici di squadra, obiettivi da voler raggiungere e da rimodulare e riprogrammare, tanta consapevolezza delle proprie risorse e un confronto con uno psicologo può aiutare a organizzarsi mentalmente, ad avere sotto controllo pensieri disturbanti, dubbi, indecisioni. 

La gara più difficile? “Ironman Cervia 2019”. 

 

L’Ironman di Cervia 2019 è stata vinta dall’australiano Cameron Wurf in 7h46’54” che ha preceduto Jaroslav Kovacic 8h03’11” e Giulio Molinari 8h08’09” mentre Mattia Ceccarelli arriva 5° in 08h19’59”. L’Ironman è una gara molto impegnativa che prevede una preparazione adeguata ad affrontare tre discipline con distanze notevoli quali 3,8km di nuoto, 180km bici e la maratona di 42,195 km. Ho provato tale provato all’Elbaman nel 2015 impiegando 16h16’. 
Come hai superato crisi, sconfitte, infortuni, COVID? “Ponendomi obiettivi a breve termine”. 

In effetti quando ci sono problemi, difficoltà, avversità, come questo lungo periodo di COVID, è difficile fare programmi a lunga scadenza ma bisogna capire quello che si può fare ora con quello che abbiamo a disposizione e che ci viene permesso, rimodulando piani e programmi e congelando gli obiettivi più ambiziosi. 

Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? “Fare sport è soprattutto una scuola per imparare a vivere, ma non quello sport dove c'è il premio di partecipazione, lo sport competitivo”. 

 

Lo sport competitivo prevede un grande investimento di tempo e di energie per cercare di migliorarsi e sfidare prima di tutto se stessi e poi eventuali amici più forti e anche gli avversari più quotati man mano che si perde e si impara sempre potenziando sempre le criticità e avvalendosi sempre più di strumenti che portano alla performance. 
Ti ispiri a qualcuno? “Onestamente no”. 
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Uscire dal tunnel prestazionale nel quale mi trovo da un anno”. 


Quando si sperimenta un grande successo come la vittoria di una gara internazionale seguito da un titolo italiano che conferma un grande stato di forma, allora si vorrebbe continuare a far ancora meglio pensando che il meglio debba ancora avvenire ma purtroppo qualcosa oltre il nostro controllo ci mette un po’ tutti per terra facendo grandi rinunce con la speranza e la fiducia che si possa ritornare a riprendere in mano le redini delle nostre vite coltivando e rincorrendo sogni ambiziosi. 

Come ti vedi tra 10 anni? “Meglio se non ci penso onestamente, la vita che ho scelto non lascia spazio a pianificazioni così lontane”. 


Focalizzarsi sul “Qui e ora” ha sempre un grande vantaggio, comprendendo e focalizzandoci su quello che possiamo e vogliamo fare ora nel migliore dei modi. 

Quali sono gli ingredienti del successo? “La testa, sopra ogni cosa, e in secondo luogo il talento”. 

 

Bisogna essere sempre consapevole dei propri bisogni ed esigenze, delle nostre potenzialità e criticità e cercare di avere tutto sotto controllo focalizzandoci su quello a cui teniamo prendendo strade e percorsi che ci fanno sperimentare benessere e successo. 
Cosa diresti a Mattia di 10 anni fa? “Ascolta meno quello che vogliono gli altri, e quando provi una cosa fallo fino in fondo”. 


È importante essere sempre più autonomi nelle decisioni e nel mobilitare le energie per soddisfare bisogni ed esigenze personali, e l’impegno costante porta sempre a risultati. 


Matteo SIMONE 

www.psicologiadellosport.net/eventi.htm 

http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html 

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