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giovedì 12 agosto 2021

Maria Sabatti, pattinaggio: Lo sport è la miglior palestra di vita che possa esistere

 Se sbaglia l’atleta lo stomaco che si contorce è quello dell’allenatore
Matteo Simone Psicologo, Psicoterapeuta
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

Lo sport contempla una grande varietà di discipline individuali, di coppia o di squadra, con o senza attrezzi, strumenti, infrastrutture. 

Si impara da ogni sport e da ogni situazione facendo esperienze uniche e intense.

Di seguito Maria racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport?Sin da piccola ho sempre praticato sport: ginnastica artistica, danza moderna, equitazione, pallavolo, nuoto e pattinaggio artistico a rotelle. Quest’ultimo dall’età di 8 fino ai 17 anni e a livello agonistico”.
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle?La preparazione per i campionati nazionali e le gare stesse. Possiedo molti bei ricordi sia a livello sportivo sia per le amicizie. Sono momenti in cui si rafforza il legame con i compagni di squadra e in cui si dà il massimo per la propria preparazione”.
Sogni realizzati? Sono stata molto felice di aver vinto un campionato regionale e di essermi classificata seconda ad un campionato nazionale”.

Dal 19 al 22 novembre 2015 si sono svolti a Roma i Campionati Nazionali Libertas di Pattinaggio. Maria Sabatti (Libertas Pilastro) ha conquistato la medaglia d'argento.
Quali sono stati i tuoi allenamenti più importanti e decisivi? Sono convinta che per ogni atleta gli allenamenti più importanti e decisivi siano quelli prima delle competizioni. Si iniziano a provare sensazioni molto simili a quelle che si avranno il giorno della gara e bisogna innanzitutto capire come poterle gestire al meglio per poter poi riuscire a dare il massimo. Alcuni riescono a gestire le emozioni, le ansie e le insicurezze dopo anni e anni di esperienza e di lavoro, altri invece preferiscono avere un punto di riferimento in questi momenti “critici” come uno psicologo. Ogni gara è differente, e così sarà anche il modo di affrontarla, sia fisicamente che mentalmente.
Ti definisci ancora competitiva? Ora quali sono i tuoi obiettivi? Assolutamente sì. Avendo smesso da pochi anni di praticare il mio sport mi sento ancora molto competitiva, ma posso assicurare che da allenatore ogni sensazione ed emozione è fortemente amplificata. Ogni gesto, consiglio, correzione, pianto e risata che ha fatto parte dell’allenamento potrebbe essere determinante a far sì che l’atleta possa riuscire a dare il meglio. 
C’è una frase che secondo me descrive esattamente cosa si prova: “Se sbaglia l’atleta lo stomaco che si contorce è quello dell’allenatore, sempre”. Però anche i momenti migliori come le vittorie sono doppiamente gratificanti, perché oltre ad aver sicuramente raggiunto l’obiettivo significa che sia l’atleta che l’allenatore sono riusciti a trovare la giusta combinazione per affrontare la competizione al massimo delle loro potenzialità
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Lo sport permette di fare esperienze ricche, dense e intense, tutto passa, cambia, evolve, restano ricordi che hanno contribuito a formare la persona come forte e integrata in un gruppo.
Cosa toglie e cosa dà lo sport? Credo che non possa esistere domanda migliore di questa. Toglie ore e ore di gioco quando si è più piccoli, momenti con gli amici, con la famiglia, talvolta anche allo studio quando si è più grandi. Ma quello che poi si ha indietro conta più di ogni sacrificio. Valori che accompagneranno la persona per tutta la vita, emozioni e sensazioni che difficilmente si dimenticheranno, un’ottima educazione, dedizione al lavoro e al sacrificio per raggiungere ogni obiettivo prefissato.
Per non parlare delle amicizie con i compagni di squadra o di allenamento, che un domani potrebbero rivelarsi tra le più durature, ma soprattutto felicità e divertimento. Sono dell’idea che valga assolutamente la pena rinunciare ad alcune cose per averne indietro altre che saranno indispensabili nella quotidianità di ognuno.
Riesci a sentirti ancora positiva nonostante il covid? Ogni atleta sa che non bisogna abbattersi di fronte alle difficoltà. L’allenatore sa che non deve permettere a nessun atleta di farsi intimorire, ma deve aiutare tutti a superare nel migliore dei modi ogni situazione. Mi sento positiva perché sono sicura che potremo tornare alla normalità e ogni cosa, che abbiamo sempre dato per scontata, sarà ancora più bella e renderà ognuno di noi più felice che mai.

Le esperienze nello sport, come nella vita, sono cicliche e diversificate, si sperimenta gioia e sofferenza, fatica e soddisfazione, prestanza fisica e infortuni, vittorie e sconfitte.
Cosa consigli ad atleti e istruttrici per affrontare le competizioni serenamente? Consiglierei di valutare e poi scegliere insieme un obiettivo. E’ importante per l’atleta avere un punto di riferimento e raggiungere un traguardo, mentre per l’allenatore è importante valutare i propri atleti sotto ogni punto di vista, per poi aiutarli a migliorare. In questo modo si potranno notare sia gli aspetti positivi che negativi della strada che insieme hanno deciso di intraprendere, senza dimenticare di dare importanza all’organizzazione degli allenamenti e alle rispettive modalità, lavorare sulla parte fisica senza trascurare quella mentale, ascoltarsi a vicenda e sostenersi reciprocamente. Atleta e allenatore insieme sono una grande squadra, se poi sono in grado di affrontare ogni difficoltà e superare qualsiasi ostacolo, c’è la possibilità che insieme possano diventare imbattibili.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport?Una moltitudine di sensazioni. In primis la determinazione, quella che ti spinge ogni volta a continuare per raggiungere degli obiettivi. L’adrenalina, la fatica, la stanchezza, lo spirito del sacrificio, la soddisfazione, la felicità e soprattutto l’autocontrollo, sia delle emozioni che delle energie fisiche”.

E’ importante capire cosa si può fare, quale sport è più opportuno praticare, quali infrastrutture sono presenti nella propria zona di residenza in modo da dedicarsi con passione, impegno, determinazione cercando di ottenere grandi risultati.
A cosa devi fare attenzione nel tuo sport? Quali sono le difficoltà e i rischi?Nel pattinaggio ci sono molti rischi, derivati soprattutto da una caduta sbagliata. Per questo la prima cosa che si insegna ad un aspirante pattinatore è la caduta. Questa potrebbe essere la conseguenza di una difficoltà eseguita in modo errato ma anche causata da fattori esterni, come la presenza in pista di un sassolino o di uno strass staccatosi da un body”.
Quale esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare?Nello sport, come nella vita, ci sono sia momenti belli che momenti brutti. Crescendo mi sono resa conto che nel pattinaggio si ha in ogni momento una metafora della vita. Si può sbagliare, magari non rendendo una difficoltà perfetta e quindi ‘sporcandola’, come si dice, oppure si può cadere. Ogni volta che si cade, bisogna sempre rialzarsi, sia letteralmente, poiché si ostacolerebbe il lavoro dei compagni di allenamento, sia metaforicamente, perché dopo ogni errore bisogna sempre trovare la giusta forza e determinazione per correggersi, riprovarci e migliorare”.

Interessante quanto afferma Maria, è vero che quando si cade in una performance sportiva bisogna non solo rialzarsi fisicamente ma anche mentalmente, non bisogna far in modo di accusare il colpo ma reagire accettando la situazione e cercando di recuperare il più possibile in quello stesso momento e poi successivamente apprendendo dalla caduta.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?I miei familiari sono sempre stati molto contenti della mia attività sportiva e mi hanno sempre incoraggiata, credo che questo abbia contribuito molto a forgiare la persona che sono ora. Mentre per quanto riguarda gli amici, da piccola molti sembravano non capire i concetti di impegno e sacrificio che il mio impegno con lo sport comportava, poi, crescendo e capendo dopo loro personali esperienze, tutto si è trasformato in sostegno reciproco”.

In effetti, l’impegno e il sacrificio nello sport diventa un investimento redditizio nel forgiare una persona forte, resistente, fiduciosa, resiliente.
Che significa per te praticare sport?E’ il modo migliore per star bene con se stessi. Può dare molte soddisfazioni, ma prima, per ottenerle, bisogna lavorare e non poco. Ci si può spingere fino a superare i propri limiti o può aiutare a riconoscerli. Fare sport per molti versi potrebbe essere paragonato ad un ‘do ut des’, si dà molto, si fanno sacrifici, ma alla fine si riceve altrettanto indietro, ritrovandoti in un certo senso anche arricchito”.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Una volta durante l’allenamento stavo provando un salto e sono caduta. Non vedendo le mie compagne provare nulla nella mia direzione sono rimasta a terra a pancia in sotto. Dopo pochi secondi mi sono ritrovata sopra la schiena tutte le mie compagne di allenamento che ridevano a crepapelle”.

Nello sport di squadra c’è possibilità di sperimentare lo spirito di gruppo che sostiene e supporta anche nei momenti critici, bui, difficili.
Cosa diresti ad atleti e allenatori per non mollare e continuare a crederci? Ad atleti ed allenatori posso solamente dire che questa è solamente un’ulteriore dimostrazione di quanto lo sport sia imbattibile. Per quanto sia difficile e tutto questo sembri non finire mai, arriverà sicuramente il momento in cui tutti noi potremo tornare alla normalità e riprendere ad allenarci e ad insegnare come abbiamo sempre fatto. Bisogna solamente rimanere uniti ed aspettare che quel momento arrivi, perché arriverà, ne sono sicura.
Quali capacità, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport?Sono sempre stata molto sciolta fisicamente e questo ha contribuito a mettere in pratica nel migliore dei modi e anche con una certa facilità gli insegnamenti. A livello caratteriale sono sempre stata determinata e sicura, in seguito ho imparato a ricevere ed apprezzare le critiche in maniera positiva affinché potessi migliorare e questo ha contribuito a far sì che potessi correggermi più velocemente (come ad esempio la velocità di chiusura delle braccia durante un salto)”.

Si può tendere alla perfezione conoscendosi sempre meglio e accogliendo qualsiasi feedback da parte di altri che a volte diventano regali preziosi.
Cosa consigli alle bambine e alle istruttrici in questo periodo di pandemia? Consiglio a tutti di non arrendersi e non abbattersi, ma soprattutto di non abbandonare mai la speranza che presto si potrà tornare alla normalità e che tutto questo diventerà soltanto un brutto capitolo da archiviare. Nel frattempo però bisogna ottimizzare al meglio questo periodo e mantenere l’allenamento, anche se con metodi alternativi, magari cercando di curare aspetti che solitamente si mantengono secondari.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti ostacolano nella pratica dello sport?Le condizioni fisiche che spesso ostacolano gli atleti che praticano pattinaggio sono il sovraccarico dovuto ai troppi allenamenti, problemi alle ginocchia o alla schiena (molto sollecitate dai salti). Molti non hanno la possibilità di avere un impianto che fornisca loro una pista al chiuso, perciò la pioggia o addirittura la neve spesso non consentono lo svolgimento degli allenamenti con regolarità”.

Se c’è passione, motivazione, determinazione si supera tutto, si riesce a comprendere come far meglio per non infortunarsi, come ottenere la performance con un programma di allenamento mirato senza strafare ma impegnandosi costantemente.
Come stai affrontando, gestendo, superando il periodo covid? E’ un periodo molto difficile per tutti gli atleti e/o sportivi in generale, la maggior parte delle competizioni sono sospese e molti non hanno nemmeno la possibilità di potersi allenare. A volte sembra inutile dover effettuare delle sessioni di allenamento alternative o che siano propedeutiche sotto alcuni punti di vista per il proprio sport, anche se rappresentano solo una parte di quello che è l’allenamento specifico, ma la voglia di continuare a coltivare la propria passione sembra in grado di poter superare qualsiasi ostacolo, e di certo non si fermerà di fronte ad una pandemia.
Quale è stata la situazione sportiva più difficile?Non andare d’accordo con l’allenatore”.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Credo che sia una figura quasi essenziale nel pattinaggio. E’ d’aiuto sia per l’allenamento che nella preparazione di una gara. Prima di una gara gli atleti si trovano in una condizione di stress molto elevata. Ore e ore di allenamento che si risolvono in una performance di pochi minuti. Penso che la figura dello psicologo sia utile per l’atleta proprio per aiutarlo a gestire questi momenti, ad affrontare poi una vittoria ma soprattutto una sconfitta”.

A volte l’atleta può aver bisogno di una figura professionale come lo psicologo che lo aiuta a centrarsi, a focalizzarsi per un compito o allenamento specifico, per affrontare la gara con determinazione, serenità e sicurezza, per gestire periodi o momenti difficili quali carichi di lavoro elevati, sconfitte, cadute, infortuni, pressioni, giudizi.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Ho sempre cercato di trarne tutto ciò che di positivo potesse esserci e di imparare poi in seguito a affrontare eventuali crisi, sconfitte e infortuni nel modo migliore”.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per farli avvicinare allo sport? “Lo sport è la migliore palestra di vita che possa esistere. Provare per credere!”.

Lo sport è una palestra di vita, un’opportunità per conoscere e farsi conoscere.
Nello sport cosa e/o chi ha contribuito al benessere e/o performance?Sicuramente l’attrezzatura e l’ottimo impianto sportivo, per quanto riguarda chi, i miei genitori, gli allenatori e la presidente della società”.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare sport?Ho scoperto che posso essere davvero me stessa, esprimermi al meglio, non preoccupandomi di nascondere sia pregi che difetti”.

Praticando sport si scopre, si conosce, si apprezza sempre più se stesso accettando e migliorando pregi e difetti.
Cosa consigli a chi predilige ancora il divano?
Sicuramente consiglio in primis di alzarsi, fare delle esperienze sportive, poi scegliere quello sport che ha lasciato qualcosa di speciale in loro, inizialmente senza badare ai risultati, poiché quelli arriveranno solo in seguito, con tanto impegno, sacrificio, determinazione e passione. Dopo aver provato tutto questo, il divano sarà solo e soltanto un lontano ricordo.
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? Hai rischiato di mollare? Ci sono sensazioni o emozioni che solo con lo sport si possono provare. Ci sono momenti no in cui vorresti solo abbandonare tutto e rinunciare, ma non bisogna mai dimenticare il motivo per cui si ha iniziato e continuare a ricordare gli obiettivi per cui ogni giorno si continua a lavorare”.
Una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?Perdere insegna a vincere”.
Quanto credi in te stessa?Abbastanza da sapere quali traguardi sono in grado di raggiungere”.

Ogni sconfitta è un punto di partenza per cercare di far meglio con più entusiasmo, grinta, determinazione. Ogni successo contribuisce a incrementare autoefficacia e autostima.
Quali sensazioni ti mancano del pattinaggio artistico? Mi manca ogni singola sensazione. Dall’adrenalina che si scatenava negli ultimi allenamenti prima delle competizioni fino a raggiungere il culmine pochi attimi prima di entrare in gara, la felicità che provavo semplicemente indossando i pattini, i momenti di divertimento con le mie compagne di allenamento, la soddisfazione nell’imparare nuove difficoltà sempre più difficili, ma anche i momenti di sconforto durante le giornate no, la tristezza e il dispiacere per una gara non andata come avrei desiderato, perché proprio questi momenti mi hanno insegnato ad affrontare le difficoltà e a superarle. Rifarei ogni singolo sacrificio senza cambiare nulla.
Come ti vedi a 50 anni?Spero di essere felice e soddisfatta della mia vita”.
Come hai scelto la tua squadra e che intenzioni hai?Ho scelto la mia società con l’aiuto dei miei genitori sapendo che avrebbero dato importanza alla mia persona sia a livello sportivo che educativo. La ringrazio per l'opportunità, è stato un bel modo per rivivere e ricordare la mia carriera sportiva”.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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