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giovedì 4 novembre 2021

Andrea Miro: Ogni singolo giorno che mi alleno (da 40 anni) mi sento un “campione”

 Con la corsa sono rinato sono diventato una persona migliore
Matteo SIMONE 
Psicologo Psicoterapeuta 

Avere obiettivi significa sapere cosa si vuol fare e ottenere e come riuscirci seguendo un programma di allenamento e una pianificazione minuziosa di allenamenti per arrivare in condizione ottimale il giorno della gara e mettersi in gioco raccogliendo un grande frutto grazie a una grande semina di allenamenti mirati.

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Andrea attraverso risposte ad alcune mie domande.
Quando ti sei sentito campione nello sport? Campione è una parola molto importante che ha un certo peso, ma devo dire che ogni singolo giorno della mia vita, ogni singolo giorno che mi alleno (da 40 anni) mi sento un “campione”. Penso seriamente che la medaglia me la merito ogni singolo giorno dedicato all’allenamento, il giorno della gara vado solamente a ritirarla.
 
Fare sport è davvero una grande sfida quotidiana, non solo il giorno della gara ma ogni allenamento che costituisce un mattoncino della prestazione sportiva, tanti giorni, tanti allenamenti, tanti mattoncini fanno sì che si arrivi in gara sicuri e motivati per fare bene la propria prestazione sportiva.
Qual è stato il tuo percorso nello sport?
Ho iniziato da piccolissimo, come gran parte dei bambini con il nuoto, ricordo che non l’avevo presa benissimo e che mi facevo grossi pianti ogni volta che dovevo andare a nuotare.. ma alla fine per 5/6 anni ho praticato nuoto e devo ringraziare mia madre per aver insistito. Successivamente intorno ai 12 anni ho iniziato con il tennis, ma è durato poco, circa 3 anni poi ho praticato pallacanestro per altrettanti anni… successivamente dai 16 anni in poi ho fatto palestra e ginnastica generale, senza alcun scopo o obiettivo… (età adolescenziale dove pensavo solo alla “bellezza del fisico” ahah). Dai 20 anni ho conosciuto uno dei miei migliori amici che mi ha portato in palestra con lui…in un’accademia di arti marziali.. un bel giorno mi dice “vieni con me ti faccio vedere quanto è bello lo sport che faccio io” da quel giorno mi innamorai del full contact… l’ho praticato per circa 10 anni.. successivamente ho provato diverse discipline nel mondo dello sport da contatto.. devo dire che mi hanno formato mentalmente e fisicamente.. una fetta della mia vita veramente importante e costruttiva. 
Per 25 anni, 6 giorni su 7 ero li dentro, con i miei compagni, erano diventati la mia famiglia… ho lottato con migliaia di persone in diverse discipline (pugilato per 5 anni, thai boxe, ed infine brazilian jiu jitsu per più di 10 anni). Ho gareggiato in moltissime competizioni a livello nazionale, ho vinto più volte il titolo di campione italiano ed europeo nel Brazilian Jiu Jitsu, gareggiato ai mondiali di full contact..
Insomma lo sport da contatto è stato predominante nella mia vita.. spero di trasmettere questa passione ai miei due figli.. ma l’importante è che facciano ciò che gli piaccia e con passione. A proposito di figli, ho smesso di fare Brazilian Jiu jitsu (insegnavo anche) 7 anni fa in quanto dopo la nascita della mia prima figlia non avevo più abbastanza tempo da dedicare a questo sport. Allora mi sono avvicinato al Crossfit e l’ho praticato per circa 5 anni.. anche qui gare su gare… sono molto competitivo. Un anno fa (durante il lockdown) mi sono avvicinato alla corsa iniziando a documentarmi, studiare ed assaporare il mondo della corsa e del triathlon. Da un anno e mezzo corro, nuoto e vado in bici.
 
La vita è fatta di periodi, di momenti, di fasi, di priorità. Si può scoprire uno sport da piccoli o da grandi, ci si può sentire portati e predisposte per un certo sport e allora entra in gioco la competizione per cercare di primeggiare, vincere, andare a podio, ottenere risultati prestigiosi oppure si può fare sport semplicemente per sperimentare benessere, aggregazione, divertimento, per uno stile di vita sano che faccia stare bene e in salute.
Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? La condizione mentale è fondamentale. Tutta testa! Quando corro per esempio, voglio pensare che so alle nuvole, ai fiumi, al mare… ma in realtà non penso a niente, semplicemente continuo a correre in un silenzio di cui ho nostalgia, in uno spazio vuoto che mi sono creato.
Un'esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare? Quando intraprendo un percorso, una sfida, o qualsiasi cosa decida di fare, sono fermamente convinto che quello che realmente ti definisce e ti da la carica per andare avanti.. non è se riesci a ottenere o meno ciò che desideri, ma come lavori per ottenerlo.
 
La passione, la motivazione sono alla base del successo, se sei veramente convinto di aver fatto la scelta giusta ti impegni al massimo per ottenere il massimo risultato.
Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? Sinceramente non chiedo il parere a nessuno, non mi lascio influenzare da nulla. Mia moglie è molto contenta quando sa che io sto bene.. e io sto veramente bene facendo sport. Ponendomi obiettivi sportivi.
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro della tua attività sportiva? Migliaia, non saprei da dove partire… dalle gare di brazilian jiu jitsu perse per errori miei, alle grandi conquiste, muri mentali abbattuti… sono veramente tanti.

La pratica di uno sport fa scoprire tante cose, permette di fare tantissima esperienza conoscendo il valore della fatica fisica e mentale e quanto conta la parte fisica, mentale, spirituale, la passione, la motivazione, la fiducia in se stessi.
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? Determinazione, resilienza. Cura maniacale dei dettagli, studio tutto a fondo, movimenti, tecniche, strategie, percorsi.. mi conosco alla perfezione e sono quali sono i miei limiti. Lavoro per superarli e gestirli al meglio. Gestire le emozioni è importante.

Più si studia e più si riesce a far meglio, bisogna documentarsi, provare, sperimentare, fidarsi e affidarsi a persone più esperte, ai vari professionisti che curano i diversi aspetti dello sport per cercare di essere sempre più competitivi per migliorare rispettando se stessi, amici e avversari.
Cosa e chi ti ostacola nella pratica dello sport? Nulla. Ho sempre trovato il modo per potermi allenare, se non ho tempo durante il giorno.. esiste la notte. Nessun problema. Zero scuse se voglio una cosa me la vado a prendere.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Sinceramente non ho mai avuto un supporto da parte di uno psicologo, ma credo faccia la differenza. Soprattutto a certi livelli credo sia fondamentale.
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? Vittoria del campionato europeo di Brazilian jiu jitsu. 100km del passatore lo scorso maggio… fatta in solitaria senza nessun supporto logistico e di altro tipo. (ho pianto molto).

Lo sport mette davanti a tante sfide da portare a termine e fa contattare la fatica e la gioia, l’impegno e la riuscita, facendo commuovere per quello che si riesce a fare passano per momenti anche di difficoltà attraversando tunnel e salite che potrebbero sembrare insormontabili ma poi ci si accorge che con pazienza e resilienza si riesce ad andare avanti fino alla fine, fino al traguardo raccogliendo frutti e risultati prestigiosi.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, covid? Col sorriso. E parlando da solo, sono disposto ad affrontare qualsiasi sfida.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? Tante cose. Le basi solide me le hanno date le arti marziali.. disciplina, rigore, determinazione. Ho imparato a non mollare mai, mai un passo indietro .. non è finita finche non è finita. Con la corsa sono rinato.. sono diventato una persona migliore sotto tanti aspetti.. un uomo migliore. E corro ogni giorno cercando di diventare sempre di più una persona, un marito, una padre migliore.

Da ogni esperienza si prende qualcosa, c’è sempre opportunità per conoscersi meglio, per migliorarsi e lo sport risulta essere un ottimo strumento soprattutto lo sport di endurance dove bisogna mettersi alla prova estrema e andare incontro a crisi e difficoltà da accettare, gestire, risolvere, superare e proseguire fino alla fine con consapevolezza e resilienza.
Utilizzi allenamenti mentali? Metodi di respirazione e/o visualizzazioni? Si mi autogestisco, so come rilassarmi concentrarmi e affrontare il problema. Visualizzo sempre il mio obiettivo e lavoro in quella direzione a 360 gradi.

Visualizzare l’obiettivo è alla base della vita, è importante capire dove ci troviamo e come stiamo, cosa vogliamo fare e raggiungere, in che modo e con quali strumenti, risorse, qualità, capacità, caratteristiche. E tutto ciò lo possiamo immaginare, possiamo farci un nostro film in modo da simulare ciò che vogliamo e capire se siamo in liea, se è fattibile e cosa bisogna potenziare e come.
Un messaggio per invogliare uomini, donne e ragazzi a praticare sport? È la cosa più bella del mondo, emozioni bellissime, energia positiva. Devi pensare che fare sport è un’attività comune come tagliare l’erba del prato di casa, fare la spesa o cucinare, ma se approcciate con consapevolezza e concentrazione, con attenzione al presente e con umiltà, possono illuminarti la strada verso qualcosa che è più grande di noi stessi.
Ti ispiri a qualcuno? Sinceramente a nessuno in particolare.. osservo e studio tutti per apprendere il più possibile da chiunque. C’è sempre da imparare.

C’è sempre da imparare da ogni cosa, da ogni esperienza, da ogni situazione, da ogni errore o sconfitta, da ogni persona che sia brava o cattiva, che si debole o forte.
Una parola o una frase che ti aiuta nei momenti difficili? Dai vai dai..
Cosa c'è prima, durante e dopo una gara? Un percorso bellissimo.
Quali sono gli ingredienti del successo? Li devo scoprire ancora, ci sto lavorando.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Prossimo obiettivo: Ironman di Francoforte a giugno 2022. Sogni realizzati: correre una 100 km (Firenze-Faenza). Non smetterò mai di sognare.

So che significa un Ironman e una 100km e a tal proposito segnalo alcuni miei libri che illustrano esperienze di tanti atleti e suggerimenti utili per approcciarsi a tali gare.
La 100km del passatore. Una gara fra coraggio e resilienza 
Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? 
La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. 
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa anzi della corsa di lunga distanza e dalla lettura delle interviste completate dai commenti dell’autore basati sulla sua formazione e competenza in psicologia dello sport, aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. 
Sono trattati diversi aspetti della psicologia dello sport tra i quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell’autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso, fidarsi sempre di più di se stesso attraverso la riuscita graduale di altri impegni sfidanti che si riesce a portare a termine; inoltre è importante saper superare crisi e infortuni che spesso bloccano e preoccupano l’atleta e solo con una preparazione mentale accurata si riesce a sopportare, aspettare periodi più o meno lunghi distraendosi o prendendosi cura di sé e ritornando agli allenamenti e alle gare più convinti, consapevoli, responsabili e con più entusiasmo.
A chi è rivolto:
  
Questo testo cerca di spiegare agli atleti, ai familiari, ai curiosi, agli addetti del settore dello sport quali medici, fisioterapisti, allenatori, psicologi dello sport, mental coach cosa significa pensare di preparare una gara di 100km, cosa significa presentarsi alla partenza di una gara di tale difficoltà per lunghezza di chilometraggio, cosa significa attraversare ore e ore di corsa andando incontro a fame e sete e anche deprivazione del sonno.
Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida. Editore: Psiconline.
La Resilienza e l'Autoefficacia sono concetti importanti nella psicologia dello sport, ma anche nella vita in generale, per raggiungere i propri obiettivi in qualsiasi campo. Il termine Resilienza deriva dalla metallurgia; indica la proprietà di un materiale di resistere a stress, ossia a sollecitazioni e urti, riprendendo la sua forma o posizione iniziale, così come le persone resilienti possono affrontare efficacemente momenti o periodi di stress o disagio. Così come avviene negli sport di endurance, resistere e andare avanti, lottare con il tempo cronologico e atmosferico, con se stessi, con i conflitti interni; a volte sei combattuto e indeciso, tentato a fermarti, a rinunciare. 
Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l'autoefficacia personale nell'ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l'ultracorsa diventa una palestra di vita. Si impara a valutare che per ogni problema c'è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze. 
La pratica dell'ultramaratona permette di conoscere e scoprire delle risorse interne, che in situazioni ordinarie sono insospettabili. L'adattamento graduale a situazioni di estremo stress psicofisico permette di esprimere delle caratteristiche che hanno a che fare con la tenacia, la determinazione, la resilienza, che accrescono la forza mentale per andare avanti, per raggiungere un obiettivo prefissato, per superare eventuali crisi lungo il duro percorso.

Segnalo un’iniziativa di Andrea Miro (Miro a vincere x Sport Senza Frontiere): “Sono Andrea Miro e ho deciso di mettermi in gioco per i bambini e le bambine di Sport Senza Frontiere!  
Da oltre 40 anni, ho affrontato sfide sportive di ogni genere: dal nuoto al tennis, dalla ginnastica alle arti marziali, immergendomi nei cosiddetti sport full contact come il pugilato, il thai boxe e infine il brazilian jiu jitsu per oltre 10 anni. Con l'arrivo della paternità, il tempo è diventato più prezioso, ma ho deciso di abbracciare il crossfit e, con la pandemia, mi sono dedicato al triathlon. 
La scelta di supportare Sport Senza Frontiere è motivata dalla consapevolezza che lo sport trasmette valori che hanno un impatto significativo nella vita di tutti i giorni. Attraverso le mie esperienze, ho imparato quanto lo sport possa insegnare lezioni di vita preziose, e desidero offrire a più bambini possibile l'opportunità di apprendere questi valori. 

Unisciti a me nel sostegno dei ragazzi e delle ragazze di Sport Senza Frontiere. 

Dona ora per consentire a tutti di imparare e divertirsi attraverso lo sport! 

La loro crescita è nelle nostre mani. 

Matteo SIMONE 

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