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domenica 8 maggio 2022

Alex Tucci, UMF Venice 237km: Piano piano ho capito che avrei potuto farcela

 Il sogno azzurro è sempre stato presente nella mia vita da atleta 
Matteo SIMONE   


Dalle ore 09.00 del 30 aprile alle ore 09.00 del 1° maggio ha avuto luogo, al Parco San Giuliano - Mestre VE, la corsa su strada denominata Ultramarathon Festival Venice (Festival dell'Ultramaratona), organizzata dall’UMF Venice Team. 

Il Festival prevedeva gare di 6 - 12 - 24 ore su un circuito di 1,382 km e i vincitori sono stati i seguenti: 6 ore: Mirjana Simek Bilic 73,627km e Francesco Perini 68,226km; 12 ore: Elisa Pivetti 122,830km e Lorenzo Soligo 110,699km. 
Per quanto riguarda la gara di 24 ore, il vincitore è stato Marco Visintini che ha totalizzato 255,693km, precedendo Alex Tucci 237,002km e Hrvoje Vlasic 236km, mentre la gara femminile è stata vinta da Francesca Ferraro 214,572km che ha preceduto Elisa Bellagamba 212,181km e Adrijana Simic 191,305km. 
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Alex Tucci (ASD Gruppo Podistico Il Crampo) attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Congratulazioni per questo traguardo, da quanto tempo ci lavori? Il sogno azzurro è sempre stato presente nella mia vita da atleta, ma sempre visto come l’apice, un qualcosa di lontano e forse inarrivabile. Ho iniziato a pensarci meglio nel 2017 e poi nel 2018 ho iniziato davvero a crederci e a lavorarci sopra.  

Il 5 marzo 2020, alla domanda
Sogni da realizzare? Alex rispose: “Il mio sogno più grande oltre a quello di correre l’UTMB e il Tor Des Geants, è quello di indossare la maglia azzurra”. 
Alex ha ottenuto davvero un grandissimo risultato, la sua prestazione risulta essere la terza migliore al mondo dell'anno 24h uomini 2022 Categoria M23, lo precedono il Rumeno Gabriel Andrei Ailenei 237.364 km ottenuto il 27.02.2022 a Barcelona e il Britannico Daniel Hawkins 257.240 km ottenuto il 20.03.2022 a Sittard (NED). 
L’eccellente prestazione di Alex risulta essere la terza miglior prestazione italiana di sempre 24h uomini Categoria M23, preceduto da Enrico Maggiola 242.391 km ottenuta il 27.05.2018 a Timisoara (ROU) e Adriano Picinali (26.09.1944) 248.918 km ottenuta il 26.11.1977 a Bergamo. 
A chi lo dedichi? Le dediche da fare sarebbero tante, ma sicuramente le persone più importanti che mi hanno portato fino a qui sono la mia famiglia, la mia fidanzata e il mio allenatore Enrico Vedilei. Inoltre sento di dedicarlo anche a me perché non ho mai smesso di crederci, anche nei momenti peggiori e difficili. 
Come hai scelto questa gara? Io ed Enrico cercavano una gara per provare a ottenere il minimo dei 230km per gli Europei. A ottobre abbiamo deciso di puntare tutto a Venezia. 

Tanta fatica per l’atleta raggiungere obiettivi sfidanti, difficili, ma non impossibili se si impegna, ci crede, è determinato ed è supportato e si avvale di familiari, amici e persone competenti come Enrico
Vedilei che oltre ad essere stato un validissimo atleta anche della nazionale italiana, è stato anche un eccellente coordinatore atleti ultratrail e anche un bravissimo allenatore tutt’ora capace di far indossare la maglia azzurra a diversi atleti, oltre ad Alex anche a Gabriele Turroni per quanto riguarda la nazionale 100km e anche a far ottenere record a persone come Francesco Cannito sulla 48 ore.
Qual è stato il prezzo da pagare in termini di impegni? Sicuramente il fatto di avere pochissimo tempo per allenarmi, soprattutto in questo periodo che è per me molto impegnativo. Uscire a correre la sera dopo 12h di lavoro non è semplice, ma quando le motivazioni sono grandi… si può fare di tutto. 

Per ottenere grandi soddisfazioni e risultati eccellenti, bisogna crederci e fare sacrifici, non è per sempre ma per il tempo sufficiente a esprimersi a livelli altissimi e godersi gare confrontandosi con atleti di livello internazionale rappresentando l’Italia. 
È andato tutto come previsto?
 Assolutamente no! Prima di centrare l’obiettivo, ho avuto diversi fallimenti. Ho dovuto assaporare diversi bocconi amari con ritiri importanti anche mentre stavo dominando la gara. Fortunatamente non ho mai smesso di crederci e di arrivare dove volevo. 
Cosa lasci a Venezia e cosa porti a casa? Lascio a Venezia tutte le delusioni sportive e gli inconvenienti degli ultimi due anni e porto a casa il grande insegnamento che però queste delusioni mi hanno lasciato addosso oltre a tutte le belle emozioni vissute nell’arco di quelle 24h. 

Più dura è la lotta e più glorioso è il trionfo, per eccellere bisogna sperimentare fallimenti da cui apprendere lezioni importanti conoscendosi meglio e mettendo a punto soluzioni migliori per far meglio. 
I momenti più piacevoli prima, durante e dopo la gara? Prima delle gare sono sempre molto rilassato e con l’entusiasmo di voler correre. Durante la gara i momenti più belli sono stati sicuramente le ultime 10 h dove sono resuscitato dopo una lunga crisi e piano piano ho capito avrei potuto farcela. 
Pensieri, dubbi, crisi, preoccupazioni in gara?
 In una gara così lunga, dubbi e crisi ne fanno inevitabilmente parte. Devi solo provare a reagire e vedere se funziona. Io a metà gara ero in una tenda dell’esercito a dormire per via di una crisi di sonno e quando mi sono svegliato dopo 15’ muovevo tutto il corpo ma i piedi erano fissi a terra senza muoversi. Ancora non so come io abbia potuto fare a reagire e a tornare a correre in quel modo. Da quel momento ho corso nelle ultime 12h (e le più difficili di gara) 113 km. 

Oramai le crisi si mettono in conto, bisogna accettarle, accoglierle, addomesticarle e mettersele dietro per andare avanti a guadagnarsi quanto voluto, sognato, meritato, con sudore, fatica, allenamento, prove ed errori.  
Cosa ti spinge a correre le ultramaratone? Non lo so, è la cosa che mi chiedo da anni. Corro per provare a trovare delle risposte a queste mie domande, ma puntualmente non le trovo. Sinceramente spero di non trovarle mai, altrimenti poi potrei fermarmi.  

Tanti iniziano a correre e non si fermano più, vanno sempre oltre a cercare sempre più gare dure e impegnative, considerati gli ultramaratoneti strani, matti, bizzarri ma comunque un mondo per privilegiati, persone disposte a tutto pur di arrivare fino alla fine felici, stanchi ma soddisfatti, guardandosi indietro tutta la fatica fatta. 
Dove vuoi arrivare?
 Ho sempre detto che se fossi riuscito ad arrivare a indossare la maglia azzurra avrei raggiunto il culmine dei miei desideri sportivi, ma mi sono reso immediatamente conto che non è così e quindi voglio continuare a fissarmi nuovi sogni e obiettivi da raggiungere. 

Quando si è in ballo bisogna continuare a ballare e cercare di fare sempre meglio senza limiti, visto che Alex è giovane, l’esperienza può portarlo ad ottenere risultati ancora migliori su strada, in pista, su trail 
Cosa vuoi dimostrare? Voglio continuare a dimostrare a me stesso di quello che sono capace e continuare a ricordarmi ogni giorno che nella vita se un qualcosa lo si vuole davvero, allora puoi ottenerla.  

Soprattutto se si diventa meno razionali e più passionali, se si usa più il potere della mente accanto al potere del fisico, allenando entrambi. 
Quali sono i tuoi ingredienti per il benessere e la performance? Sicuramente il giusto equilibrio fra la forza mentale che fondamentale nel mondo delle ultra, gli allenamenti e sicuramente l’aspetto alimentare che è di fondamentale importanza. Ogni qualvolta che questi tre macro ingredienti li faccio funzionare bene, ottengo sempre bei risultati. 
Con l'esperienza hai cambiato il modo in cui ti alleni e/o gestisci la gara?
 Assolutamente sì. Oggi sono diverso a ieri mattina e domani sarò sicuramente migliore di oggi. Tutto sta a cercare di capire tutto il meglio dalle cose che vedi e vivi ogni giorno. Solo così cresci davvero. 

Un grande mix grazie all’esperienza e all’aiuto di professionisti per trovare l’equilibrio giusto tra energie da spendere e integrazione adeguata e ottimale.  
Come ti vedi tra 10 anni? Avrei potuto leggere cosa ti avevo risposto nell’altra intervista, almeno per essere coerente, ma non l’ho fatto. Una visione così lunga è difficile averla, ma sicuramente mi auguro di stare ancora qui a parlare della mia vita con la stessa gioia di oggi e appagato dalle cose che starò facendo.  
Cosa diresti a te stesso di 10 anni fa?
 Direi di darsi da fare e di godersi tutto il bello che la vita mi starà per regalare sia nello sport che nella vita privata. 
Ti ispiri ad altri ultrarunnerA tanti e a nessuno. Cerco di prendere il buono dai campioni al vicino che si è alzato dal divano e ambisce a correre una maratona. Tutto sta a filtrare le cose in base a quello che cerchi e a come possa aiutarti a crescere come atleta e come uomo.  
Un messaggio per avvicinare le persone allo sport? Io per la mia esperienza, dico sempre che tutti dovrebbero praticare sport. Lo sport è parte integrante della nostra vita. Ci aiuta a capire e scoprire tante cose di noi stessi.  

Sono davvero contento, per questa maglia azzurra, per Alex e il suo allenatore Enrico. 

Dott. Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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