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sabato 24 settembre 2022

Andrea Furlanetto: Non ho mai visto nulla di più bello di una 24h su circuito

 Gioia infinita ho provato a vedere sorgere il sole dopo il freddo della notte 
Matteo SIMONE 
 

Gare di ultramaratona permettono di fare esperienze bizzarre, faticose ma anche mistiche e dense di sensazioni ed emozioni forte come osservare l’alba dopo il buio della notte percorrendo tanti chilometri. 

Di seguito, l’esperienza di Andrea attraverso rispose ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Da ragazzo ho provato molti sport, senza alcun risultato di rilievo. Mi sono riavvicinato, come molti, all'attività sportiva attorno ai 30 anni per riacquistare la forma fisica e per bilanciare una vita altrimenti sedentaria. Da allora, sono circa 25 anni che svolgo attività aerobiche, in particolare corsa a piedi.  
Quando ti sei sentito campione nello sport? Questa è una risposta semplice: mai.  
Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Mi riferisco al benessere, visto che l'aspetto performativo non è mai stato di rilievo. Il migliore regalo che mi ha fatto lo sport è la possibilità di migliorare la mia efficienza fisica, ritardare l'invecchiamento e togliere la normale pressione psicologica che è tipica dell'attuale mondo professionale. 
 
Un bellissimo e utilissimo regalo sembra essere davvero lo sport. Un ottimo rimedio per
contrastare la sedentarietà, l’invecchiamento, per mantenersi in forma.
 
Quale tua esperienza passata ti rende più sicuro di potercela fare? Aver completato una 24 ore. Non a caso, è l'ultima gara a cui ho preso parte, circa nove anni fa.  

Correre una 24 ore non è davvero da tutti, sembra essere non solo un'esperienza sportiva e performante ma anche un’esperienza mistica attraversando vari momenti della giornata in gara e cercando di percorrere più chilometri possibili. Andrea ha corso la sua ultima gara il 14-15 dicembre 2013, la 4a 24 ore di Telethon di San Benedetto del Tronto, vinta da Sonia Lutterotti che ha totalizzato 183.040 km, arrivando prima anche degli atleti maschi e in seconda posizione si è classificato proprio il suo compagno di vita Roldano Marzorati 181.280 km. 
Andrea Furlanetto si è classificato 4° nella classifica assoluta e terzo degli uomini percorrendo un totale di 161.920
km.
 
Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? Sono passato da un lungo matrimonio in cui l'attività sportiva era uno degli elementi di discordia, a una nuova relazione in cui la passione per lo sport è uno degli elementi che rafforzano il legame. I miei figli credo siano lievemente ammirati dalle mie "lunghe passeggiate", quanto agli amici, quelli incontrati attraverso la corsa non fanno una piega, quelli d'infanzia temo pensino che non sia del tutto sano di mente. 
 
Sembra essere un’esperienza comune a tanti ultramaratoneti quella di non essere compresi, considerati un po’ matti e/o bizzarri, a volte compresi, altre volte stimati. 
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro della tua attività sportiva? C'è un episodio che riassume tutti questi aggettivi e risale a oltre dieci anni fa. In una caldissima giornata di agosto mi ero messo in testa di coprire in solitaria la distanza di un triathlon 70.3. Parto con il nuoto, in vasca piccola, mi cambio con calma e inforco la bicicletta. Avevo disegnato un giro di 90 km che era finito un po' corto, mentre lo completavo tra le rotonde di una zona commerciale, un tipo in motorino mi ha tagliato la strada e mi ha buttato a terra. Preda di quello straniamento che ogni tanto prende nella fatica, mi sono tirato su, gli ho detto un paio di cose particolarmente scortesi e me ne sono tornato alla mia personale "zona cambio". Sceso dalla bici, è immediatamente svanita l'adrenalina e una serie di crampi nei primi 500 metri mi hanno segnalato che ero pesantemente in debito di idratazione. Ovviamente, però, sono partito per la mia disastrosa mezza maratona finale. Risultato: circa tre ore, abbigliamento incrostato dal sangue uscito da ginocchia e gomiti e la caviglia toccata dall'improvvido centauro ridotta come un melone. 

Certo ci vuole davvero un grande coraggio, una grande fantasia, organizzare un mezzo
ironman da solo, la le sfide stuzzicano sempre l’essere umano e ognuno fa quello che vuole a modo suo, apprendendo sempre dall’esperienza.
 
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? Lo sport è fatto di talento, tecnica, forza, equilibrio e resistenza. Io sono del tutto mediocre nei primi quattro elementi, ma sono piuttosto resistente.  

Si è capito che ad Andrea piace mettersi in gioco soprattutto in sport di endurance come la 24h o un mezzo triathlon, una sfida con se stesso per capire dove può arrivare, conoscendo sempre più se stesso. 
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Cosa e chi ti ostacola? Oggi come oggi, penso di poter dire che ho la serenità e l'autonomia per praticare tutto lo sport che desidero. I rischi sono quelli connessi alla pratica sportiva all'aria aperta, specie quando si condivide una strada con mezzi a motore.  
Per quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Credo che il supporto psicologico sia un aspetto imprescindibile per gli sportivi d'élite, in particolare negli sport di ultraendurance, visto il ruolo significativo giocato dalla solidità mentale nella prestazione prolungata. 
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle?
Nella mia esperienza di praticante e spettatore, non ho mai visto nulla di più bello di una 24 ore su circuito. Il legame che si crea tra gli atleti, e tra essi e gli spettatori è incredibile. E rimane indimenticabile la gioia infinita che ho provato a vedere sorgere il sole dopo il freddo della notte.  

Davvero una grandissima esperienza di condivisione di fatica e di momenti critici e delicati, dove si sta un po’ con se stessi e un po’ con gli altri sullo stesso percorso di gara, conoscendosi e aiutandosi a vicenda. 
La tua situazione sportiva più difficile? Forse una volta mi sono perso in montagna e ho dovuto allungare di parecchio il percorso per ritrovare la via, ma - insomma - nulla di significativo. 
Come hai affrontato, gestito, superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
Le crisi e le sconfitte sono state la regola, mi resta la curiosità di capire come avrei gestito la vittoria. Scherzi a parte, i momenti più grigi sono quelli in cui il corpo dice "stop". Purtroppo, con l'età diventano più frequenti, ma è anche questa un'evoluzione a cui abituarsi. 

La pratica di uno sport aiuta a prendere consapevolezza delle proprie capacità e limiti, dei rischi a cui si può andare incontro e alla fiducia che bisogna sempre avere per non mollare e ritrovare sempre la via giusta e la via della corretta pratica senza illusioni e senza scorciatoie. 
Cosa hai scoperto di te stesso e degli altri nella pratica dello sport? Ho scoperto parecchie cose di me, in particolare una buona capacità di rimanere lucido anche da stanco, che mi è risultata utile anche in ambito professionale. Degli altri, ho scoperto che la fatica rende tutti più gentili.  

Bella questa affermazione di Andrea: “
La fatica rende tutti più gentili”. In effetti chi lavora sodo, chi si impegna, chi si guadagna da vivere o si guadagna una performance ha rispetto per se stesso e per gli altri, rispetta quello che fa lui per guadagnarselo e ottenerlo e quello che fanno gli altri senza scorciatoie, senza pretese, ma con umiltà e modestia come sanno essere i veri e grandi campioni. 
Quali allenamenti mentali utilizzi? Niente di particolarmente originale: tantissima aritmetica per capire che percentuale di strada resta da fare, previsioni sull'orario di arrivo, frazionamento della distanza (quanto manca al prossimo panino che ho nello zainetto?), spostare l'attenzione dalla parte del corpo che duole, immaginare la birra che mi aspetta in frigo. 

Ognuno ha le sue strategie per non mollare, per avanzare, per distrarsi, per concentrarsi e focalizzarsi. 
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?
Ora mi piace fare delle uscite molto lunghe in autonomia, partendo da Firenze, dove abito. Durante il periodo in cui ho gareggiato, desideravo correre una maratona sotto le 4 ore, poi completare il Passatore, poi una 24 ore. Sogni che non si realizzeranno, perché non ho le doti giuste: Nove Colli Running e Spartathlon 

Mai dire mai, intanto è sempre importante e utile stare su un treno qualsiasi dello sport, allontanarsi da divani e da zone troppo confortevoli e poi si vedrà. 
Quale domanda avrei dovuto farti? Qual è la cosa più stancante che hai fatto? Risposta: nuotare 2 ore in piscina. Ma come fanno i nuotatori veri? Io dopo solo 5 km avevo la netta sensazione che lo scheletro si fosse spostato tutto nei piedi…

Comunque 5km di nuoto in due ore per me sembra tanta roba, ci sono i presupposti per provare un
ironman dove il cancello per i 3,8km di nuoto è di 2h15’.
 
Come vivi il pre-gara, la gara e il post-gara? Prima delle poche gare che ho fatto da bambino ero tesissimo, da adulto estremamente rilassato prima, durante e dopo, perché avevo scelto io di stare là. 
Quali sono gli ingredienti del successo? Questo lo farei dire a chi ne ha avuto, ma con una battuta direi 50% talento e 90% disciplina. E sì, lo so che il totale è 140%. 

In effetti il talento da solo non basta per il successo e per le conferme, è necessario e indispensabile applicarsi con continuità e sì è vero con disciplina facendo le cose fate bene, E a volte si può lasciare a casa anche un po’ di razionalità e calcolatrici per vivere l’esperienza e lasciarsi un po’ andare dalle sensazioni percepite. 
Cosa diresti a te stesso quando eri più giovane? Gli sport con la palla non fanno per te, vatti a fare una corsa.  
A quale personaggio ti ispiri? Da grande voglio essere Ivan Cudin. Ovviamente Ivan è più giovane di me, ma la battuta è un tributo a una persona che stimo profondamente. 

Grande uomo e atleta Ivan che ha detenuto il record italiano di 24 ore di corsa su strada fino alla scorsa domenica 18 settembre 2022, battuto ai campionati europei da Marco Visintini. 
Per approfondimento del mondo degli ultramaratoneti segnalo i seguenti mei libri:
 
"Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida", Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019. 
La 100km del passatore. Una gara fra coraggio e resilienza. 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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