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domenica 13 novembre 2022

Lorena Savini, runner: Vorrei avere un decimo della tenacia di mio marito!

 La gara della mia vita penso sia e sarà sempre la 50km del Gran Sasso 
Matteo Simone

Bellissima foto di Luca Bonanni

Lorena Salvini ha esordito nell’ultramaratona il 31 luglio 2022 all’Ultramaratona del Gran Sasso 50km.

Successivamente ha vinto due gare di ultramaratona: il 20 agosto 2022, la “6 ore Stop a Mezzanotte”, totalizzando 62km e precedendo Daniela Lara Camerlingo 60km e Sabrina Zammetta 56km e l’8 ottobre 2022, la 50 km delle Alpi in 4h38’05”, precedendo Verena Rossi 4h43’37” e Tiziana Elia Ciocca 4h53’45”. 

Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Lorena, attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? Mah, in verità non mi sento un’atleta. Non ho velleità agonistiche e lo sport ha e avrà sempre il giusto spazio nella mia vita.   
Come sei cambiata attraverso lo sport? Lo sport non mi ha cambiata. Mi ha rafforzata, questo sì. Mi sono sempre prefissata obiettivi raggiungibili con l’allenamento della mente finora e pensavo di non essere proprio capace di raggiungere performances soddisfacenti, per lo meno per me, anche nello sport. Non sono competitiva ma sono molto determinata.    
Nello sport chi e cosa hanno contribuito al tuo benessere o performance? A chi, non cosa. Devo tutto a Fabrizio Samuele.  Ritengo che sia più semplice relazionarsi e allenare sportivi che hanno già buone basi e buoni risultati: si parla la “stessa lingua”, si condividono scelte e obiettivi. Si lavora sulle finiture; si programmano le strategie. Straordinario è, invece, appassionare chi è completamente fuori dal contesto e renderlo gradualmente autonomo nella gestione del sé e farlo con l’entusiasmo di chi ha in mente solo l’obiettivo di appassionare 

Dietro l’atleta c’è sempre qualcuno che sostiene, supporta, aiuta, consiglia per permettere all’atleta di fare del proprio meglio, di appassionarsi e trovare giusta motivazione ad allenarsi e definire obiettivi, sfidanti, difficili ma non impossibili con lavoro costante e impegno.  
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? La gara della mia vita penso sia e sarà sempre la 50 km del Gran Sasso a prescindere dai risultati. Quella gara è una metafora della vita. La distanza giusta per godere intimamente della bellezza dei panorami, imparando a gestire quella giusta fatica che si rende necessaria per raggiungere gli obiettivi.  

Alcune gare di ultramaratona sono davvero molto belle e affascinanti come la 50km del Gran Sasso dove si corre in altitudine superiore ai 1.000 metri partendo e attraversando paesi e paesaggi mozzafiato, respirando un’aria di montagna che compensa qualsiasi fatica e ogni salita da attraversare, A tutto c’è un costo da pagare e questi 50km di viaggio in natura ha il solo costo della fatica e salite che si possono attraversare serenamente.  
Cosa pensano familiari e amici della tua attività̀ sportiva? Non ho mai fatto sport da sola: la piscina con mia sorella, la palestra con i miei figli e ora il podismo con mio marito. La mia famiglia è abituata a condividere.  

Bello condividere lo sport che comporta gioia e fatica, diventando una palestra di vita e apprendendo sempre da qualsiasi esperienza che si di vittoria o sconfitta.  
Hai sperimentato l'esperienza del limite nelle tue gare? Non mi interessano i limiti. Preferisco spostare l’asticella con gradualità, senza necessariamente strafare, restando sempre lucida e consapevole.  

È importante e necessaria la consapevolezza in tutto, soprattutto nello sport di endurance dove bisogna andare avanti fino al traguardo lucidi, conoscendosi bene e capendo il ritmo da tenere e come integrarsi adeguatamente. 
 
Quali sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara)? L’inizio di un allenamento mi stimola sempre sensazioni conflittuali: dipende dalla giornata, dal percorso e dal lavoro da fare. I giorni precedenti una gara mi sento quasi sempre non pronta: la differenza sta nella libertà di scelta di partecipare o meno. Il post-gara dura sempre poco, troppo poco.   
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? Beh, i pensieri mi accompagnano sempre e variano a seconda del mio stato emotivo. Se non ci fossero i pensieri sentirei la fatica in maniera costante e non sarebbe una sensazione motivante.   
La tua gara più̀ estrema o più̀ difficile?
La gara più difficile: considerando che ho iniziato a fine luglio di quest’anno non avrei molta esperienza per poter stabilire quale corsa è stata più difficile. Certo la 50 Km delle Alpi a Torino non è stata facile per me.   
Cosa ti ha fatto mollare e/o cosa ti fa continuare a fare sport? Fare sport è soprattutto salute, benessere, condivisione. L’importante è variare, però. Guai se facessi solo uno sport: caratterialmente vado da 1 a 1000 in un secondo ma con la stessa velocità mi ritrovo senza stimoli. È un difetto, lo so benissimo.  

È importante avere sempre stimoli per continuare a continuare una passione, per continuare a trovare spazi e tempi per allenarsi da soli o in compagnia e avere progetti di gare o eventi a cui partecipare per mettersi in gioco, confrontarsi con altri, condividere momenti e situazioni.  
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
Le crisi molte: gestite con la determinazione di chi si auto convince che anche un obiettivo non raggiunto è sempre meglio di un divano. Gli infortuni fanno parte dello sport considerando anche che non sono una ragazzina e non ho molta esperienza. Curiosità sì, invece.  

Questa mi piace: “Anche un obiettivo non raggiunto è sempre meglio di un divano”. In effetti ognuno cerca di fare del proprio meglio e se poi non riesce, si può riprovare in modo diverso, ma importante è fare esperienza cercando di uscire fuori da una zona di troppo confort, ordinaria, routinaria.  
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? I ragazzi osservano gli adulti. Non serve dire. Serve fare.  

Concordo, poche parole ma fatti concreti, altri vedono, sentono e vogliono provare, sperimentare, apprendere, imparare e poi tanti proseguono, alcuni si arrendono. 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? Lo psicologo nello sport: l’utilità di questa figura nello sport dipende dai livelli e dall’età del soggetto. Lo psicologo è un motivatore e una guida nella gestione dell’ansia da prestazione. Lo consiglierei sia per i ragazzi con scarso livello di autostima ma soprattutto per gli adulti …che ne hanno troppa!   

Vero, troppa autostima può far perdere di vista il piano di realtà, si può osare ma attenti a strafare, provare con consapevolezza, silenzio, umiltà, modestia arricchisce interiormente e non fa stressare quando non si riesce in qualcosa, evitando frustrazione, giudizi, pressioni. 
 
Quali sogni hai realizzato e quali incompiuti? Sono una donna molto con i piedi per terra. I miei sogni sono sempre calibrati sulle mie possibilità. Questo mi aiuta a muovermi nella progressione dei miei obiettivi con consapevolezza.   
Prossimi obiettivi? Una frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà? Mi piace fissare i miei obiettivi a sensazione. Mi piace scegliere le competizioni per il percorso, per il luogo. Pensare di allenarmi solo per il risultato mi svilisce. La frase che mi ripeto sempre quando sono in crisi, o sono stanca o mi sento il cuore in gola e sono solo all’inizio è: “ce la puoi fare. Calma. Senza fretta 

Sembra essere un ottimo approccio allo sport, all’ultramaratona, alla vita. Godere ogni momento in ogni situazione sia l’evento che la preparazione e/o il percorso per arrivarci, serenamente senza stress andando avanti con fiducia e consapevolezza. 
Ti ispiri a qualcuno?
Ah certamente! Vorrei avere un decimo della tenacia di mio marito! Ma ci provo.  

Questa è una cosa bella, avere il proprio coniuge come riferimento e ispirazione è una grande garanzia di benessere e successo nello sport e nella vita.  
Come ti vedi tra 10 anni? Fra 10 anni mi vedo come ora. Vivo molto il presente che è la sfida più grande. “Del doman non c’è certezza”: mi adatterò, di certo, fissando nuovi progetti di vita e di sport. 

Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

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