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venerdì 3 febbraio 2023

Andrea Cinelli: Il mio sogno iniziale era diventare un cestista professionista

 Il basket è diventato lo sport agonistico per me
Matteo SIMONE
 

La pratica di uno sport fin da ragazzo aiuta a porsi obiettivi, a sognare e cercare di mobilitare energie sufficienti e necessarie per cercare di trasformare sogni in realtà.

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Andrea attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato a circa 10 anni a giocare a mini-basket. Il basket è diventato lo sport agonistico per me e a tempo perso giocavo anche a calcetto tra gli amici. A basket ho giocato nelle giovanili della Viola Reggio Calabria (all'epoca presidente Gianni Versace) e poi nelle giovanili del Basket Cosenza. In prima squadra ho partecipato a un paio di Campionati di serie C con altre formazioni cosentine. Il mio ruolo Playmaker (forte tecnicamente, elevata elevazione ma altezza non eccessiva per questo sport).
 
Lo sport permette di fare esperienza, mettersi in gioco, essere protagonista, aspirare al successo e considerare proprie risorse limite per capire cosa si può fare e ambire.
Quando ti sei sentito campione nello sport?
Quando giocavo nelle giovanili perché mi allenavo anche in prima squadra, di tutti quanti ero il più piccolo, mi sentivo e mi facevano sentire, società e tecnico, come una futura promessa.

La pratica di uno sport permette di conoscersi bene, capire cosa si potrebbe fare in futuro migliorando e allenandosi sempre meglio con il sostegno di figure esperte e professionali che aiutano e consigliano.
Nello sport cosa e chi contribuisce alla tua performance? L'allenamento continuo e la cura del corpo (astemio e non fumatore).
Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? La mia famiglia mi ha supportato. Con gli amici si parlava il più delle volte del calcio ma non della mia attività.
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro della tua attività sportiva? Giocavamo a pallacanestro anche per strada e senza canestro utilizzando le insegne dei negozi come tabellone.

In passato i ragazzi avevano più opportunità si sviluppare resilienza, adattandosi e giocando per strada con poco e trovando strategie per divertirsi a costo zero.
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? Per compensare l'altezza (178 cm per il Basket sei basso) ero molto veloce tecnico (stile giocoliere!) e con una buona elevazione circa 80 cm.

I limiti possono essere superati attraverso modalità diverse di agire, utilizzando altre caratteristiche e qualità che compensano mancanze.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Difficoltà conciliare i risultati scolastici che comunque dovevano essere alti con il quotidiano.
Per quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Sempre post allenamento, post partita e pre partita.
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle?
La vittoria a Roma contro le giovanili del Messaggero Roma nel Campionato juniores.

Le vittorie sono sempre ben accolte e ricaricano gli atleti che attraversano momenti e periodi di fatica in allenamento per poter raggiungere risultati notevoli e prestigiosi.
La tua situazione sportiva più difficile? Prima distorsione caviglia destra.
Come hai affrontato, gestito, superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Con la consapevolezza che ne sarei uscito più forte di prima.
Cosa hai scoperto di te stesso e degli altri nella pratica dello sport? Di me stesso la capacità di organizzarmi e di conciliare lo studio con l'attività sportiva e lo stare con la propria ragazza.

Si può fare tutto nonostante le sconfitte, gli infortuni e gli impegni familiari e lavorativi. Se c’è forte passione e motivazione si riesce a ricavarsi momenti e spazi per allenarsi.
Quali allenamenti mentali utilizzi?
Ho sempre utilizzato algoritmi mentali personalizzati.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Il mio sogno iniziale era diventare un cestista professionista, giocare in serie A.
Come vivi il pre-gara, la gara e il post-gara? Dipende dalle partite, i giovani come me che giocavano anche in prima squadra preparavano la partita a seconda dell'evento. Se giochi in prima squadra con i grandi, partivi dalla panchina, a volte giocavi pochissimi minuti pertanto dovevi sfruttare al massimo le tue potenzialità. Cosa diversa se giocavi con i tuoi coetanei nella tua categoria, ti era permesso anche sbagliare e comunque avevi molto più tempo per metterti in mostra.
Quali sono gli ingredienti del successo? Allenamento continuo senza fermarsi mai, ma rimanere sempre umili e non vantarsi di quello che si fa o si è.

La pratica di uno sport aiuta a cresce, a maturare, a evolversi apprendendo sempre dall’esperienza, facendo parte di un gruppo.
Cosa diresti a te stesso quando eri più giovane? Continua cosi.
A quale personaggio ti ispiri?
Al mio professore di educazione Fisica al Liceo. Quando ci vedeva nelle sue ore diceva sempre a tutta la classe "Ricordatevi che gli ingredienti nella vita sono tre: studio - sport - amore", le tre chiavi di successo.

Psicologo, Psicoterapeuta
380-4337230 - 21163@tiscali.it

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