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sabato 4 marzo 2023

Bruno Santachiara: La maratona, il mio vero campo di battaglia

 Il poter dare il 100% delle nostre capacità risiede nella mente 
Matteo Simone 
 

La maratona è il sogno di tanti, prima di tutto per portarla a temine e se poi si è in grado di correre ad alti livelli il sogno è quello di vincerla e il passo successivo è poi eventualmente cercare di indossare la maglia azzurra. 

Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Bruno attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Come sei cambiato attraverso lo sport? Lo sport mi ha cambiato in meglio, dandomi la possibilità di dialogare continuamente con il mio corpo, facendo scelte importanti e dando l'importanza alle priorità. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Provengo da una famiglia che mi ha sempre spinto nello sport. Calcio dagli 8 ai 14 anni e da 14 in poi atletica leggera. Fino ad arrivare alle corse su strada e alla maratona, il mio vero campo di battaglia. 

È importante avere qualcuno che spinge a fare sport, che sia un familiare, amico, insegnante e poi si può scegliere di continuare o cambiare sport cercando di sperimentare sia benessere che performance. 
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? Resistenza, dedizione, passione. 
Che significato ha per te una vittoria o sconfitta? La vittoria (soprattutto con se stessi e i propri obbiettivi) è l'obbiettivo da inseguire, la sconfitta ci mette alla prova e ci insegna che comunque possiamo sbagliare e non tutto è controllabile.  

Bruno nella sua carriera di atleta ha vinto diverse gare, tra le quali la 1^ edizione della Maratona dei Luoghi Verdiani il 15 febbraio 1998 in 2h16’042, mentre la gara femminile è stata vinta da Antonella Benatti. 
Bruno ha avuto prestazioni eccellenti, tra le quali: 10.000m in 29’50.60 a Verbania il 26 aprile 1998; 10km 29’30” a Conegliano il 7 settembre 1997; maratona 1h05’55” a Prato il 12 aprile 1998, 30km in 1h41’24” a Castelletto Monferrato il 18 marzo 2001, Maratona in 2h16’16” a Torino l’11 maggio 1997.
 
Quali sensazioni sperimenti prima, durante e dopo una gara? In sintesi: tensione, concentrazione, paura prima della gara, che poi si trasformano in concentrazione e basta durante la gara. Dopo gara possiamo passare dalla frustrazione per il risultato non ottenuto all'esaltazione per un buon risultato. 
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? I rischi di farsi male, di vanificare il proprio lavoro con un allenamento non giusto, di non entrare in forma al momento giusto, di trovare il giorno della gara una giornata non ideale. 
 

Purtroppo, ci può stare è possibile calibrare bene una serie di allenamenti in un periodo determinato per arrivare pronti in gara, c’è bisogno di tanta attenzione e contatto con le proprie sensazioni corporee, capire quanto si può osare in allenamento per ricercare la forma ottimale e quanto poi scaricare in prossimità della gara per non compromettere la prestazione e vanificare un lungo periodo di preparazione.
Quali abilità fisiche e/o mentali bisogna allenare? Fisiche: resistenza, velocità e potenza aerobica. Mentali: resistenza alle varie intensità e alle pressioni (soprattutto esterne). 

Un grande lavoro è sia quello fisico che mentale, bisogna curare forza e resistenza, esplosività ma anche la forza mentale sia in gara nel cercare di non mollare e focalizzarsi per il risultato, per l’obiettivo prossimo e sia tenendo a bada sabotatori esterni ed interni, eventuali giudizi e/o pressioni da parte di altri. 
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Sì, è la nuova frontiera. Il poter dare il 100% delle nostre capacità risiede nella mente. 
La tua gara più difficile? Ce ne sono troppe. 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Con la ricerca dell'equilibrio costante e con la consapevolezza che comunque amo questo sport. 
Un messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport? Fate lo sport che vi piace, fino a quando ciò vi diverte. 
C'è stato il rischio di incorrere nel doping? Ho dribblato qualche volta la bruttura del doping.  
Un messaggio per sconsigliarne l'uso? Ragazzi con il doping si può solo perdere. 
Hai un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno? Prendo una o più caratteristiche da ogni atleta che vedo. 
Una parola e/o frase che ti aiutava a crederci e impegnarti? Cuore lasciati battere, piedi lasciatevi correre. 
Sogni realizzati e lasciati in sospeso? Vincere delle maratone, correre su tempi importanti. Mai realizzati invece la maglia azzurra in un evento importante. 

Certo per fare ancora il salto di qualità bisognava fare un pochino meglio in maratona, qualche minuto in meno per aspirare alla maglia azzurra, alla fine degli anni ‘90 c’erano tanti maratoneti italiani sotto le 2h13’. 
In che modo ti senti un riferimento per gli altri atleti? Sicuramente i risultati che ho fatto sono buoni, e ciò mi serve per comunicare con tanta gente per far capire la mia visione di Atletica. 

Direi ottimi i risultati di Bruno e quindi può trasmettere buone prassi e consigli ad altre persone che si affacciano al mondo dell’atletica o che vogliono cercare di migliorare alla ricerca della propria performance soddisfacente. 
Cosa c’è dietro un successo? Lavoro e dedizione, non parlo di sacrifici perché comunque facciamo una cosa che ci piace. 
Cosa toglie e cosa dà lo sport? Toglie sicuramente tempo ad altre attività e forse una visione più spensierata della vita. Ci dà però consapevolezza, un rapporto con il nostro corpo e gioie non descrivibili. 
Quali erano i tuoi allenamenti più importanti e decisivi?
Quelli improntati sulla potenza aerobica, la resistenza alla velocità, mentalmente e fisicamente più impegnativi. Più riesci a dare e più verrai ricompensato. 

Vero, più si riesce a dare in allenamento e più si è ricompensati in gara, quindi non bisogna scansare la fatica ma farsela amica, perché si può fare, passa la fatica, resta la consapevolezza di avercela fatta e di essere un passo avanti verso l’obiettivo da raggiungere. 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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