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mercoledì 2 agosto 2023

Roberto Mastrotto vince la 12^ Trans d'Havet 80km trail 2023

 Tornare a vincere la Trans D'Havet per me significa veramente tanto
Matteo SIMONE
 

Il 22 luglio 2023 si è svolta la 12^ Trans d'Havet 80km trail e il vincitore assoluto è stato Roberto Mastrotto in 9h44’37”, precedendo Simone Vigolo 10h02’44” e Luca Zamagni 11h03’01”.

La gara femminile è stata vinta da Cristiana Follador in 12h51’54”, precedendo Giorgia Nichetti 13h12’42” ed Elisabetta Pozza 14h21’30”.
Di seguito approfondiamo la conoscenza del vincitore Roberto (A.S.D. Team KM Sport / Team la Sportiva9 attraverso risposte ad alcune mie domande.
Complimenti per la vittoria, cosa significa per te vincere la Trans d’Havet? Ciao Matteo, grazie mille! Tornare a vincere la Trans d'Havet dopo il 2018 per me significa veramente tanto. In primis perché TdH per me significa sentieri di casa, significa raccordare in una linea perfetta tutte le Piccole Dolomiti da Piovene a Valdagno. Ma anche e soprattutto perché in questi anni ne sono intercorse di cose nel mezzo e dopo tutto non era per niente scontato tornare a tagliare quel nastro in centro a Valdagno, men che meno sotto le 10h. Posso semplicemente dire di essere felice come un bambino per questa cavalcata in Piccole, mi sono divertito dal primo all'ultimo metro.
Te lo aspettavi? Criticità?
Allora diciamo che avevo dichiarato di voler provare a stare attorno alle 10h di gara, magari qualche minuto sotto. Quello era l'intento, ma tra il dire e il fare c'era di mezzo una Trans d'Havet. Nel 2018 chiusi in 9h:37' che di per se era un crono per me impensabile, ma conseguito su un percorso gara modificato qua e la per il temporale e la grandine presa durante la notte in particolare sul Novegno e sulle 52 Gallerie del Pasubio. Quest'anno 9h:44' sul percorso originale e leggermente incattivito dalle crestine di Montefalcone mi lascia veramente contento. La gara è filata più pulita del previsto, ben gestita fino a metà per poi giocare le cartucce buone da Campogrosso in poi. Le temperature hanno aiutato dopo il temporale che ha sfogato giusto prima della partenza, quindi direi che meglio di così non poteva proprio andare. 

Una bella vittoria, bissando la precedente del 21 luglio 2018 quando vinse in 9h37’32”, precedendo Yanez Borella 10h20’02” e Alessio Zambon 10h23’16”. Una bella conferma di uno stato di forma fisica.
A chi la dedichi? Dedico questa vittoria ai miei nonni, che non son più qui con me e a mia nonna che purtroppo da qualche settimana è costretta a letto. La dedico a loro che mi seguono sempre sulle vette di casa.
Cosa porti con te?
Porto con me le farfalle nello stomaco che accompagnano ogni pre TdH, l'immagine delle frontali in lontananza sulle Gallerie del Pasubio, delle prime luci dell'alba che illuminavano il Gruppo del Carega e le decine di manifestanti che mi hanno accolto in quell'ultima striscia di sanpietrini all'arrivo.

Quando si gareggia in casa, le sensazioni e le emozioni sono forti e intense e si fanno viaggi tra sentieri e montagne ma anche viaggi interni tra ricordi piacevoli e commoventi sentendo l’affetto e il calore dei propri cari.
Cosa pensano familiari e amici di questa vittoria? Hanno tutti condiviso con me la gioia di questo traguardo. Mia moglie, i miei genitori, mio fratello all'arrivo e mio zio che mi ha seguito come sempre lungo tutta la notte ai vari ristori. Il merito è in parte anche loro.

Dietro l’atleta c’è uno squadrone di persone che si preoccupa, fa il tifo, sostiene, aiuta l’atleta a fare le cose nel miglior modo possibile, una grande gioia e soddisfazione per tutta la famiglia unita in un giorno festoso e glorioso.
Il momento più difficile? Eventuale crisi?
All'imbocco dell'ultima infinita discesa da Cima Marana mi sono fidato un secondo troppo di una roccia bagnata e sono finito a terra di schiena rovinosamente. Li ho pensato di essermi veramente fatto del male. Per fortuna scossa la paura di dosso, due pacche sul culo e mi sono rifiondato nuovamente giù per i sentieri. Sicuramente questi è stato il momento più delicato della gara.

Gare di ultratrail sono lunghissime e difficilissime per il clima atmosferico che può essere alquanto avverso, per i percorsi che nascondono tante insidie, per la stanchezza che ouò farsi sentire lungo il percorso, bisogna essere sempre focalizzati, attenti, pronti a reagire e ripartire, avere tanta adrenalina che nasconde e oscura eventuali dolori e pensare a chi aspetta al traguardo .
Una parola o una frase che ti ha aiutato a crederci e andare avanti? Ripetevo a me stesso durante tutte le prime fasi della gara: mantieni la calma, la gara è lunga e sai cosa devi fare, la gara inizia a Pian delle Fugazze. Qui e ora, goditi il momento.

Gare lunghissime ma non bisogna pensare a tutto il pacchetto ma a godersi e far bene paso dopo passo, considerando che si può affrontare tutto, passa tutto, fidandosi di se stessi e ricordando quello che di buono si è fatto in precedenza.
Prossimi obiettivi? Ora la testa è proiettata a Chamonix per il 1 Settembre dove voglio nuovamente ributtarmi in quell'ottovolante chiamato UTMB, vediamo un po’ cosa saprà regalare quest'anno!

Roberto ha già corso nel 2018 l’Ultra Trail Tour du Mont Blanc 170km in 24h28’23” e nel 2022 in 24h13’03”.

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
21163@tiscali.it +393804337230

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