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lunedì 29 aprile 2024

Angela Doni, ultrarunner: Lo sport mi fa sentire viva, fisiologicamente viva

 I miei nonni sono i miei sostenitori numeri uno 
Matteo SIMONE 
 

Lo sport è una grande opportunità per mettersi in gioco, per apprendere dall’esperienza e scoprire se stessi.  

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Angela (UMF Venice Team ASD) attraverso risposte ad alcune mie domande. 

La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? Al momento ho all’attivo solo tre ultramaratone e nessuna maratona; perciò, sono l’ultima arrivata nelle lunghe distanze. Detto ciò, la mia prima ultra ovvero la 100km di Asolo dello scorso anno rimarrà per sempre impressa nella mia mente come una gara intensa e irripetibile. Mi ero iscritta perché volevo sondare il terreno delle lunghe distanze e avere delle conferme personali (che sono arrivate). Una gara che aveva tutto il sapore dell’ignoto mi ha dato la rara possibilità di essere orgogliosa della mia prestazione sportiva. 

Il 1° luglio 2023, Angela ha corso l’Asolo 100 km in 17h20’03”. Il vincitore assoluto fu Massimo Giacopuzzi 7h49’33”, precedendo Marco Visintini 8h26’19” e Christian Hofer 8h30’52”. Tra le donne vinse Annarita Azzolini 10h29’15”, precedendo Monica Affaticati 10h33’49” e la tedesca Julia Fatton 10h43’43”. 
Hai sperimentato il limite nelle tue gare? Ho fatto esperienza dei miei limiti, alcuni non sapevo come superarli. A livello psicologico ho abbastanza strumenti per gestire le crisi, a livello fisico non sempre. Per i limiti a me sconosciuti ho chiesto aiuto ai veterani in gara: come gestire le crisi intestinali? Come smaltire acido lattico inaspettato? Quanto mangiare e idratarsi? In queste situazioni di emergenza ho avuto la fortuna di conoscere gente fantastica della cui lunga esperienza ho fatto tesoro. La peculiarità del limite è l’essere orizzonte: sarà sempre lì davanti a te come un memento di impotenza.  

Le gare di ultramaratone sono davvero dure da preparare, interpretare,
gestire ogni fase ed è importante avvalersi dei consigli e suggerimenti di persone più esperte o professionisti del settore, per far bene, per non farsi male.
 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Non ne ho mai fatto esperienza diretta. Credo sia una figura semi-sconosciuta in Italia, preclusa ai più e sottovalutata. Immagino ci siano degli stati mentali di profonda concentrazione ed estraniazione difficili da auto-indurre per alcuni atleti a causa di background poco ‘sfidanti’, in questo immagino possa essere decisivo il lavoro di questa figura professionale. La mia è un’opinione senza cognizione di causa ma in generale si, per alcuni atleti potrebbe rappresentare una chiave di volta.   
Sogni realizzati e rimasti incompiuti? I miei sogni sono tutti incompiuti e mutevoli. Posso dire che quest’estate Courtney Dauwalter mi ha dato un bello spunto in materia di sogni con quell’incredibile tripletta. Roba da pazzi, una grande.  

In effetti è importante avere persone di riferimento per apprendere da loro, per crederci, per seguire un percorso stimolante e sfidante che faccia sperimentare sia
performance che soprattutto benessere nello sport.
 
Nel 2023, Dauwalter ha vinto la Western States Endurance Run (Western State 100) stabilendo il nuovo record del percorso in 15h 29min 33sec, abbassando di 1 ora e 18 min il tempo precedente. Sempre nel 2023, un mese dopo la vittoria alla Western States Endurance Run, alla Hardrock Hundred Mile Endurance Run (Hardrock 100) ha stabilito un nuovo record di tempo femminile concludendo la gara con un tempo finale di 26 ore, 14 minuti e 8 secondi, conquistando il quarto posto assoluto e nello stesso anno ha vinto per la terza volta l'UTMB in 23h29'15" divenendo il primo atleta in assoluto a vincere le tre maggiori cento miglia mondiali nello stesso anno.  
Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? I prossimi mesi continuerò ad allenarmi tutti i giorni come sempre e farò dei test in vista della Backyard del 26 ottobre a Monselice, vorrei riuscire a completare un numero importante di loop.  
Tre mesi fa ho scoperto la
Muay thai, un’arte marziale con cui è stato amore a primo sparring e nella quale vorrei migliorarmi al massimo delle mie capacità. Mi impegnerò a migliorare in quest’altro sport a 360 gradi al fine di diventare competitiva. L’obiettivo generale è portare avanti gli allenamenti giornalieri di entrambe le discipline senza farle cozzare. Un 2024 con un record sulle 24 ore e alcuni combattimenti ufficiali di Muay thai mi renderebbe felice per dirla tutta.
 

Importante variare sport che permettono di allenare più distretti muscolari e avere punti di vista più ampi sia dal punto di vista sportivo che nell’affrontare la vita quotidiana, fatta di obiettivi, scontri, confronti, esami. 
Ti ispiri a qualcuno? Mi ispiro a molte figure, non solo atleti e non tutti conosciuti. In cima alla lista però c’è sempre mia nonna: quando sento di non farcela più ripenso a tutta la forza che ha impiegato lei per tenere a bada il cancro a 80 anni. Il ricordo di lei in quella fase della sua vita è di grande ispirazione, mi riporta con i piedi per terra e le mando immediatamente un bacio guardando il cielo.  

Bellissima questa testimonianza di Angela che fa comprendere quanto forti e di esempio possono essere persone a noi vicine che soffrono in silenzio e trasmettono il potere della voglia di vivere. Persone da tenere nei nostri cuori e nella nostra mente per sempre, per ricordare il loro valore e nel bisogno centrarsi e focalizzarsi riportandoli a memoria. 
Cosa dicono di te familiari, amici, colleghi di lavoro, fan?
I miei familiari sono preoccupati e felici allo stesso tempo, i miei colleghi fanno il tifo chiedendosi come sia possibile tutto questo e le mie coinquiline sono delle sante perché ho degli orari da vampiro. Vuol dire molto vivere con persone comprensive quando dormi durante il giorno, ti alleni di notte e ceni alle 2 del mattino.  

In effetti il mondo delle ultramaratone è considerato bizzarro, simpatico, strano. Si sconvolgono tutte le abitudini e le routine ordinarie e si fanno cose impensate per chi non è del settore. 
Cosa dà e cosa toglie lo sport? Lo sport è lo strumento migliore che ho da sempre per fronteggiare le mie patologie croniche ed evitare di ritrovarmi sopraffatta dai mille sintomi. L’attività fisica alza la soglia della fatica e del dolore, mi permette di sentirmi presente. Toglie sicuramente tempo. Arrivi a un punto in cui le ore di attività sono così tante o intense da obbligarti a organizzare la giornata in funzione di esse.  

In effetti lo sport è ritenuto da tanti una grande opportunità per sperimentare benessere e allenarsi alla vita che è alquanto faticosa come lo sport ma stabilendo obiettivi, impegnandosi, credendoci si arriva dove e come si vuole. 
 
Che significato ha per te un podio o personal best? Ogni vittoria va contestualizzata ma in generale è un’ottima cartina tornasole di mesi di allenamenti.   
Quali sono gli ingredienti del successo? Pazienza, costanza, umiltà e tanta fame.  

Bisogna saper fare le cose un passo alla volta, senza fretta, apprendendo da ogni esperienza, alzando l’asticella un po’ per volta e soprattutto sapendosi nutrire per poter consumare energie quando occorrono, soprattutto nelle ultramaratone.  
Gli allenamenti più importanti? Sono tutti importanti ma con mia grande sorpresa ho imparato che senza dieci minuti al giorno di mobilità non vado molto lontano.  

Ogni allenamento che sia di 1 minuto o di 10 ore è una mattonella per incrementare la performance. 
 
Cosa ti spinge a fare sport considerati estremi? Ho capito che la sofferenza fa parte dell’esperienza umana non si può barattare con qualcosa di più piacevole, tanto vale andarci incontro per conviverci meglio.  

La sofferenza può diventare amica perché si riesce a domarla, addomesticarla, si sa che si ottiene qualcosa solo se si è passati per fatica, dolori, sofferenza che non resta ma passa, restano successi personali, soddisfazioni.  
Una parola o frase che ti aiuta nei momenti difficili? Mi ripeto ‘non fa male’ oppure ‘un solo chilometro e poi basta’. Quando la situazione degenera e la testa comincia a seguire il corpo che è in sofferenza, instauro un’auto-dittatura e mi do ordini come se mi vedessi dall’esterno.  

Bisogna conoscersi bene e capire fino a quanto si può spingere, anche un passo alla volta, un km per volta, un po’ più in là, ancora 5’, ancora 1 ora, ancora un giro.  
C'è qualcuno che ti incoraggia o scoraggia nelle tue imprese sportive?
I miei nonni sono i miei sostenitori numeri uno. Mi chiedono tutti i giorni come vanno gli allenamenti e anche se con qualche riserva, mi spingono a portare a termine tutti i progetti che mi balenano per la testa.  

Ottimi alleati, sanno che se una persona ha qualcosa in testa è perché gli piace, la passione è forte, è motivata e allora tanto vale sostenerla, supportarla.  
In che modo lo sport ti aiuta nella vita quotidiana? Lo sport mi fa sentire viva, fisiologicamente viva. Rafforza la mia capacità di sopportazione ogni giorno di più ed è fondamentale per me.  

La pratica di una disciplina sportiva aiuta a prendersi cura sempre di più del proprio corpo, ad approfondire la sua conoscenza, a occuparsene, forgiandolo, nutrendolo, coccolandolo quando c’è bisogno.  
Cosa hai scoperto del tuo carattere facendo sport? Ho scoperto che so essere molto paziente e folle. 

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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