Pagine

Pagine

lunedì 23 settembre 2024

Levente Polgar: Sono la prima persona con handicap che finisce questo ‘Gigante’

 Sono felice di essere riuscito a superare qualcosa di impossibile! 
Matteo Simone 
 

Dall'8 al 14 settembre 2024 si è svolto il TOR330 - Tor des Géants, gara di endurance trail di 330 km e 24.000 m D+. Tempo massimo: 150 ore. Partenza e arrivo: Courmayeur - Valle d’Aosta. 

Il vincitore è stato il francese François D’Haene, alla prima esperienza in 69h8’32”, precedendo il connazionale Beñat Marmissolle 73h10’18” e lo svizzero Martin Perrier 75h35’59”. Il primo italiano (quarto assoluto) è Andrea Macchi 76h43’19”.
Tra le donne ha vinto la svizzera Katharina Hartmuth 79h10’40” (settimo posto assoluto), precedendo la britannica Sabrina Verjee 84h03’21” e la francese Claire Bannwarth 85h02’47”. La prima italiana è Lisa Borzani 92h09’34”. 
530 finisher, 555 ritirati e 1 squalificato. Tra gli arrivati anche il rumeno Levente Ioan Polgar (Csm unirea Alba Iulia / invictus), posizione 395 in 145h59’35”. 
Di seguito approfondiamo la sua esperienza attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Complimenti per aver concluso il Tor per la seconda volta, soddisfatto? Grazie mille per tutti i pensieri belli! Se sono soddisfatto? Sono felice di essere riuscito a superare qualcosa di impossibile! Ho visto di tutto, dai sorrisi alle lacrime, sul percorso del Tor des Geants di 330 km, ho visto atleti che lottavano con i propri demoni, come avrei potuto altrimenti! 
Criticità? Problemi? Difficoltà?
Mi si è spezzato il cuore quando ho visto le previsioni del tempo secondo cui saremmo dovuti partire sotto la pioggia e sapendo che la prima parte del percorso era estremamente difficile! Avevo un piano ben definito da casa, ma purtroppo la pioggia, il vento, la neve, nello specifico, il ciclone Boris ha stravolto tutto e ho dovuto ripensare tutto durante la competizione, cosa che ha richiesto molte energie al punto che sentivo che non potevo più farcela. 

Una gara già difficilissima di per sé con 330km da percorrere con elevato dislivello altimetrico positivo di 24.000 metri, inoltre si aggiungono le condizioni climatiche molto avverse, pioggia e soprattutto neve. Ed è da considerare che Levente ha un arto superiore amputato, quindi davvero una grande impresa, quasi impossibile a pensarci. 
Che significa per te portare a termine il Tor per la seconda volta?
Per me, il fatto di aver concluso il Tor des Géants 330 km per la seconda volta è una conferma che l'anno scorso non è stata una fortuna se ho finito la competizione! Così divento una leggenda di questa competizione poiché sono la prima persona con un handicap/menomazione a cui manca la mano destra che prende il via due volte consecutive e finisce questo ‘Gigante’! 

Una grande prova di forza fisica e mentale, qualcosa di impossibile solo a pensarci, una leggenda del tor per averlo portato a termine in condizioni davvero estreme dal punto di vista della fatica, le difficoltà lungo il percorso e il clima altamente avverso e pericoloso. 
Quali tue caratteristiche sono state importanti per questa performance? Caratteristiche? Avevo il vantaggio di conoscere il percorso dell'anno scorso e sapevo come affrontarlo, ma il ciclone Boris e il clima estremo hanno sconvolto tutto!  
Cosa pensano familiari e amici di questa impresa?
La mia famiglia è rimasta seduta con il cuore in bocca finché non ho annunciato che avevo finito e che stavo bene, hanno vissuto la competizione con la mia stessa intensità, mi dispiace tanto di aver provocato emozioni di sofferenza. I miei amici si sono congratulati con me ed erano contenti che non avessi sofferto nulla! 
Un episodio curioso, divertente, bizzarro prima, durante e dopo la gara? Cercavo di essere ‘lucido’, ripetendo ossessivamente: Dio non ora! Avevo una specie di paura…
Una parola o frase che ti ha aiutato a crederci fino al termine della gara? Ripetevo ossessivamente: ‘Dio, adesso no’... Ho visto volontari davvero meravigliosi! Sempre sorridenti, pronti ad aiutare, meravigliosi! Mando loro un messaggio: ‘Grazie mille! 

Una prova davvero durissima, dove non bisogna perdere la calma, bisogna capire come andare avanti e cosa si può fare, organizzarsi bene ed essere sempre fiduciosi in
se stessi e se si ha fede l’aiuto di un Dio che protegga e salva da pericoli e paure. Fondamentale la presenza, l’aiuto, il sostegno di tanti volontari, un vero gesto d’amore.
 
Cosa hai portato a casa e cosa hai lasciato lì? Ho portato a casa la speranza e la fiducia in Dio. Non avevo una squadra né uno staff né l'anno scorso né quest'anno, ma avevo comunque la squadra migliore: io e Dio! Ho lasciato lì lungo il percorso tutto ciò che ho visto tra lacrime e singhiozzi! 

Bellissime parole di Levente che si affida a se stesso ma anche alla volontà di un Dio che protegga e lo assista lungo i suoi ardui percorsi e le durissime imprese. 
Quali abilità, fisiche e mentali, bisogna allenare per tale gara? Occorre innanzitutto una buona salute, non avere infortuni, trattare ogni allenamento e gara con la massima serietà! 
Un messaggio per avvicinare atleti al Tor des Geants? Non saprei quale messaggio potrei dire a un atleta che non è pronto ad affrontare i propri demoni e la propria sofferenza! Tor des Géants è un viaggio nel proprio ‘inferno’: ‘entraci, vai, non fermarti! 

Si tratta davvero di un viaggio molto difficile da pensare di partecipare, avere coraggio a partire e cercare di arrivare fino alla
fine senza mollare.
 
Cosa hai scoperto di te stesso in questa esperienza? Ho capito che sono un ‘Gigante’ e che posso affrontare sfide estreme! 
Prossimi obiettivi e sogni da realizzare? Vorrei partecipare a tante gare, ma sono una persona disabile, desidero poter partecipare a quante più competizioni possibile, lavoro nell'edilizia per assicurarmi la partecipazione alle gare, volevo avere un minimo di sostegno da parte dello sponsor ma.…

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

Nessun commento:

Posta un commento