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sabato 12 ottobre 2024

Martin Perrier terzo al Tor des Géants, 330 km 2024 in 75h35’59”

 Sono un po' deluso di non essere riuscito a vincere la gara 
Matteo SIMONE 
 
Dall'8 al 14 settembre 2024 si è svolto il Tor
des Géants, gara di endurance trail di 330 km e 24.000 m D+. Tempo massimo: 150 ore. Partenza e arrivo: Courmayeur - Valle d’Aosta.
 
Il vincitore è stato il francese François D’Haene, alla prima esperienza in 69h8’32”, precedendo il connazionale Beñat Marmissolle 73h10’18” e lo svizzero Martin Perrier 75h35’59”. Il primo italiano (quarto assoluto) è Andrea Macchi 76h43’19”. 
Tra le donne ha vinto la svizzera Katharina Hartmuth 79h10’40” (settimo posto assoluto), precedendo la britannica Sabrina Verjee 84h03’21” e la francese Claire Bannwarth 85h02’47”. La prima italiana è Lisa Borzani 92h09’34”. 
530 finisher, 555 ritirati e 1 squalificato.  
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Martin Perrier attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Complimenti per il terzo posto al Tor, soddisfatto? Grazie mille, sì, ovviamente sono rimasto soddisfatto perché questo è il mio primo podio al Tor Des Géants, che è la mia gara preferita in assoluto e obiettivo principale della stagione. Tuttavia, a un certo punto, dopo quasi 200 km ero in testa, quindi sono un po' deluso di non essere riuscito a vincere la gara ma, dato che ho avuto un grosso problema e ho quasi rinunciato a metà, sono risalito dall'ottavo posto al podio, è una grande soddisfazione. 
Cosa significa per te un podio al Tor?
Questa gara significa tutto per me dalla prima volta che l'ho corsa nel 2022 e ho intenzione di tornarci ogni anno, indipendentemente dai miei risultati. Voglio correre qui, voglio salire sul podio, voglio vincere questa gara e idealmente voglio provare ad avvicinarmi o battere il record del mio amico Franco Collè. Questo è tutto ciò per cui mi alleno, è la gara più importante della stagione per me e significa semplicemente tutto. Ho la mia famiglia e i miei amici che sono lì, è difficile trovare le parole per descrivere quanto sia importante questa gara per me. 
Quando ti sei sentito un campione nello sport? Non sono nato in una famiglia di campioni sportivi e non ero particolarmente bravo negli sport in giovane età, quindi ho iniziato a fare trail running 10 anni fa e sono migliorato un po' ogni volta e ora sono un ultrarunner d'élite e ho buoni risultati, ma non mi vedo ancora necessariamente come un campione. Quindi penso che ogni volta che vincerò il Tor des Geants, che sia l'anno prossimo, tra 5 anni o tra 10 anni, allora potrò considerarmi un campione. Fino ad allora sono davvero felice e orgoglioso del mio podio, ma non direi ancora di essere un campione. 

Una gara molto lunga e durissima, dove può succedere di tutto e la classifica può cambiare durante le tantissime ore di gara. 
Martin è alla sua terza partecipazione consecutiva al Tor. Nel 2022, a 32 anni d’età, si è classificato tra gli uomini al 6° posto 84h42’51” e nel 2023 al 7° posto 77h1203” e quindi credo che il meglio debba ancora venire per Martin e potrebbe puntare alla vittoria le prossime edizioni. 
Franco Collè ha corso il Tor ben 6 volte, di cui 4 vittorie, la prima volta nel 2012 a 34 anni ottenendo il 5° posto 80h3607”, nel 2013 il 3° posto 75h0523”, nel 2014 la sua prima vittoria 71h4910” e successivamente ha vinto nel 2018in 77h0300, nel 2021 in 66h4357” e 2023 in 66h3916”, tutt’ora record della gara. 
Criticità? Problemi? Difficoltà? Ho avuto due problemi principali con la gara quest'anno: - Il primo è che ho avuto molto freddo la prima notte, soprattutto sul Col du Loson che era sulla neve e nel cuore della notte, e ho fatto un errore con l'attrezzatura che stavo usando (guanti e giacche erano troppo leggeri); - Il secondo problema è una conseguenza del primo, dove i sintomi del raffreddore sono arrivati circa 15 ore dopo e ho iniziato a tossire e non avevo più energie e non riuscivo a respirare, quindi ho dovuto prendermi una pausa molto lunga, forse 7 ore, a Gressoney prima di poter continuare.  
Quali caratteristiche sono state importanti per questa prestazione? Ovviamente l'allenamento fisico è assolutamente essenziale, devi allenarti su salite molto lunghe e per molte ore per essere in grado di affrontare qualcosa come il Tor, ma poi per ottenere un rendimento davvero buono al Tor ed essere tra i primi 10, i primi cinque sul podio o addirittura vincere, ci sono due cose che sono molto importanti per me. La prima è la discesa: correre bene in discesa è più importante al Tor che in qualsiasi altra gara. La seconda è la preparazione mentale, devi essere davvero pronto per qualsiasi cosa ti capiti e assicurarti di rimanere con una mente molto forte quando il tuo corpo inizia a stancarsi. 

Trattasi di una gara durissima dal punto di vista del lungo chilometraggio, dall’elevata altimetria ma anche dalle condizioni metereologiche che possono
variare tantissimo nel corso delle 24 ore e dei più giorni di gara e quest’anno le condizioni erano molto avverse, quindi si trattava di gestire tanti aspetti in gara, soprattutto l’abbigliamento e gli alimenti.
 
Comunque conta molto la testa che comanda il corpo e a volte ti obbliga a fermarti per insicurezza, tensione, dubbi e altre volte ti spinge ad andare avanti nonostante tutto verso la fine della gara e per Martin ha avuto ragione nel conquistare comunque il podio dopo un’opportuna sosta di recupero. 
La gara della tua vita, dove hai vissuto le emozioni più belle? Tor, Tor e Tor. Il Tor Des Géants è semplicemente incredibile ogni anno, per motivi diversi, per l'incredibile sforzo che richiede e il viaggio che devi fare tra le montagne ma anche dentro te stesso. Poi c'è il traguardo, con il tuo sogno che si realizza e i tuoi cari qui per condividerlo con te. Semplicemente incredibile. Non c'è posto migliore di un traguardo del Tor.  
Cosa pensano la famiglia e gli amici di questa iniziativa? Ho avuto i miei amici e la mia ragazza con me negli ultimi 2 anni, ma è stata la prima volta che i miei genitori sono stati qui in Valle d'Aosta per la gara e hanno capito davvero quanto significasse per me e quanto siano meravigliose quelle montagne e quanto sia difficile la gara. Quindi è stato fantastico averli qui e ovviamente mi stanno supportando e vogliono già essere lì l'anno prossimo. È davvero un grande aiuto sapere che mi stanno supportando mentalmente e anche fisicamente quando sono presenti durante la gara. 

In gare durissime come il Tor è fondamentale la presenza di amici e familiari, solo il fatto di sapere che sono lì da molto aiuto e coraggio, poi vederle durante i gironi di gara fa star meglio, è un vero sollievo, soprattutto se è possibile trascorrere qualche minuto con loro ai campi base per confrontarsi ed essere supportati e sostenuti per continuare ad andare avanti con più entusiasmo il resto della durissima gara. 
Un curioso, divertente, bizzarro episodio prima, durante e dopo la gara? Dopo così tante ore di corsa e senza dormire tendiamo ad avere allucinazioni visive a volte e quest'anno ero convinto che avvicinandomi a una strada avrei visto due tacchini selvatici fermi lì a guardarmi e quando mi sono avvicinato ho capito che in realtà erano solo una roccia e un idrante, quindi sì, è stata una presa di coscienza piuttosto divertente a metà gara ed è allora che sai che hai bisogno di dormire un po' o almeno di riportare la mente nella realtà. 

In effetti, è usuale avere allucinazioni visive e uditive in gare di ultramaratona molto lunghe, provanti, estenuanti, considerate estreme come il Tor ed è importante tanta esperienza e tanta autoconoscenza di se stessi per capire di cosa si ha bisogno e se è opportuno fare una sosta o alimentarsi. 
Cosa hai portato a casa e cosa hai lasciato lì? Come ogni anno torno con tanti ricordi della gara, soprattutto delle persone che ho incontrato lungo il percorso e dei miei amici, della mia famiglia che erano lì. L'esperienza è ciò che per me ha valore inestimabile e per cui torno sempre e convivere con questo è assolutamente impagabile. 

Trattasi di esperienze molto ricche e intense, dove si fatica ma si conoscono altre persone nelle stesse difficoltà ma soprattutto si conosce molto meglio se stessi nella difficoltà e come riesce a gestire e superare tutto, apprendendo sempre dall’esperienza e arricchendosi. 
Ritieni utile lo psicologo nello sport, per quali aspetti e in quali fasi? Nello sport in generale è molto utile lavorare con uno psicologo o un mental coach per prepararsi in base ai propri punti di forza e di debolezza e in base alle esigenze della competizione. Ora con qualcosa come il Tor è ancora più rilevante perché la mente sarà la parte più importante delle tue abilità, molto più importante del tuo corpo. Se hai fatto l'allenamento fisico, il tuo corpo può andare lontano. Tutti sulla linea di partenza sono abbastanza in forma per raggiungere il traguardo, ma la loro mente gli permetterà di arrivarci? Questa è la domanda, ed è qui che la psicologia sportiva è così utile.  
Qual è stata la tua esperienza prima, durante e dopo la gara? Prima della gara è stato molto speciale perché avevo grandi ambizioni. Sapevo che volevo salire sul podio quest'anno se tutto fosse andato bene e guardavo i concorrenti durante la presentazione dei migliori corridori e ho pensato: ‘wow, quei ragazzi sono tutti davvero molto forti, è quasi impossibile immaginare di batterli e provare a vincere la gara o essere tra i primi tre’, quindi è stato molto speciale. Poi durante la gara, è per questo che mi sono allenato, quindi sto solo sperimentando tutto ciò per cui mi sono preparato, gestendo il mio ritmo senza guardare gli altri finché non arriviamo al traguardo. 

Bellissima sensazione prima della gara, soprattutto se si è lavorato bene nei periodi precedenti e si sa di valere e di poter competere con i più forti. Poi tocca correre e capire come sta andando restando sempre focalizzati su se stessi e l’ambiente facendo del proprio meglio e avanzando sempre fino al traguardo. 
Quali capacità fisiche e mentali servono per allenarsi per questa competizione? Ovviamente serve una resistenza enorme che alleni facendo lunghe gare e lunghi allenamenti in montagna, devi essere in grado di salire e scendere risparmiando un po' di energia, non si tratta solo di andare veloce, si tratta di risparmiare davvero l'energia il più possibile. E poi servono anche le capacità mentali per essere in grado di gestire tutto ciò che sta arrivando, per essere preparati per la notte, il freddo, i momenti difficili e sapere che non mollerai, non importa cosa, a meno che tu non ti faccia male, ovviamente, ma la cosa più importante è l'impegno personale che hai verso te stesso, verso la gara e verso il completamento della gara. Se non ce l'hai, se non sai perché sei venuto qui, avrai molte difficoltà a finire il Tor Des Géants. 
Cosa hai scoperto di te stesso in questa esperienza? Ciò che amo di questa esperienza è che non importa quanto pensi di sapere e quanto sei bravo, puoi sempre imparare molto. Ero pronto per fare una grande gara e nel mezzo ho dovuto quasi mollare e fermarmi per 8 ore perché c'era qualcosa che non avevo pianificato correttamente e questo è incredibile. Questo è un progetto per la vita, puoi sempre tornare indietro e imparare a essere migliore e a fare meglio. Quest'anno ho avuto una classifica migliore perché ero sul podio, ma il mio tempo è stato in realtà più lento rispetto all'anno scorso, quindi puoi sempre tornare indietro e prepararti meglio fisicamente e mentalmente.
Ho imparato molte lezioni importanti quest'anno che saranno molto utili per i prossimi anni. Ho imparato che la preparazione mentale è in realtà il mio più grande punto di forza, ma può anche essere la mia più grande debolezza. Se la mia mente è pronta posso fare qualsiasi cosa e posso essere molto veloce senza rallentare affatto, ma nel momento in cui la mia mente vacilla allora tutto diventa una lotta e il mio corpo si spegne, quindi è ancora più importante controllare la mente per assicurarmi di avere sempre un sorriso e di continuare nella giusta direzione con la giusta energia e la giusta mentalità. 

Per affrontare, gestire e portare a termine gare durissime per elevato chilometraggio ed elevata altitudine come il Tor bisogna allenarsi in ambienti simili e difficoltà simili e quindi tantissime corse in salite molto lunghe e discese molto lunghe negli orari più diversi ma soprattutto bisogna allenare la mente, cercare dentro di se la motivazione giusta, il perché si vuol faticare tanto per partecipare a questa gara, cosa si vuole ottenere veramente, un gran lavoro mentale per evitare di mollare alle prime difficoltà in gara. 
La tua gara più estrema o difficile e quale non faresti mai? Avendo fatto il Tor e altre gare in cui devi correre per centinaia di chilometri per decine di ore con pochissimo sonno, sento che non c'è quasi nulla che non potrei fare fisicamente o mentalmente. Tuttavia conosco la mia debolezza con le temperature molto molto fredde come abbiamo visto quest'anno, quindi qualsiasi gara che si svolga al Polo Nord o al Polo Sud o in questo tipo di posti dove fa estremamente freddo è qualcosa che sarebbe un po' difficile per me e che probabilmente non farei perché quando a un certo punto non riesco più a sentire le mani, allora non posso mangiare e bere ecc.… quindi sarebbe molto dura per me. 
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi?
Il sogno è vincere il Tor. E poi una volta vinto, sarà vincerlo ancora e ancora e ancora. Amo così tanto questa gara, è a questo che si riduce tutto. Farò molte altre gare nella stagione, alcune delle quali mi piacciono molto, ma sono tutte per preparare il Tor a settembre, quindi ci vediamo a Courmayeur nel 2025. Grazie per il tuo interesse e per tutto il tuo lavoro sul tema della corsa e dell'ultra resistenza! 

Grazie davvero a Martin per la sua disponibilità a raccontare di questa sua avventura e grandissima passione spiegando tanti aspetti misteriosi dell'ultramaratona molto dura e provante ma affascinante e non vedo l’ora che arrivi il prossimo Tor. 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
 
Martin Perrier terzo al Tor des Géants, 330 km 2024 in 75h35’59” 
I'm a bit disappointed that I couldn't win the race 
Matteo SIMONE 
 
Congratulations for third place at the Tor, satisfied? Thank you very much yes I was obviously satisfied because this is my first Podium on Tor Des Géants, which is my absolute favorite race and main goal of the season. However I was in the lead at some point after almost 200 km so I'm a bit disappointed that I couldn't win the race but given that I had a big problem and almost gave up in the middle, coming back from 8th place to the podium is a great satisfaction. 
Critical issues? Problems? Difficulty? I had two main problems with the race this year: - The first one is I got very cold on the first night especially on Col du Loson which was in the snow and in the middle of the night and I made a mistake with the gear I was using (gloves and jackets were too light); - The second problem is a consequence of the first one where the symptoms of the cold actually arrived around 15 hours later and I started coughing and I had no energy at all and I couldn't breathe at all so I had to take a very long break for maybe 7 hours in Gressoney before I could keep going. 
What does a podium at the Tor mean to you? This race means everything to me since the first time I ran it in 2022 and I plan on being back here every year no matter my results. I want to race here, I want to be on the podium, I want to win this race and ideally I want to try to get close or beat the record of my friend Franco Collè. This is everything I train for, it is the biggest race of the season for me and it just means everything. I have my family and my friends who are there, it's hard to find the words to describe how important this race is for me. 
What characteristics of yours were important for this performance? Of course the physical training is absolutely essential you need to train on very long climbs and for many hours to be able to tackle something like TOR but then to perform really well on TOR and be among the top 10 top five on the podium or even to win, there are two things that are very important for me. First one is going down: running well downhill is more important in TOR than in any other race. The second one is the mental preparation, you need to be really ready for anything that comes your way and make sure that you're going to stay with a very strong mind when your body starts to get tired. 
What do family and friends think of this venture? I had my friends and my girlfriend with me the past 2 years but it was the first time that my parents were here in the Aosta Valley for the race and they really understood how much it meant to me and how amazing those mountains are and how difficult the race is. So it was great to have them here and obviously they're supporting me and they already want to be there next year. That is actually a big help to know that they are supporting me mentally and even physically when they are present during the race. 
A curious, funny, bizarre episode before, during and after the race? After so many hours racing and not sleeping we tend to have visual hallucinations sometimes and this year I was convinced coming up next to a road to see two wild turkeys just standing there and looking at me and when I got closer I realized it was actually just a rock and a fire hydrant so yeah that was kind of a funny realization in the middle of the race and that's when you know that you need a bit of sleep or at least to get your mind back in the in the reality. 
What did you bring home and what did you leave there? Like every year I come back with so many memories of the race especially of the people that I met along the way and my friends family who were there just the souvenir the experience is what Priceless value to me and that I'm always coming back for and and living with and that's just absolutely priceless. 
What was your experience before, during and after the race? Before the race it was quite special because I had big ambitions. I knew I wanted to be on the podium for this year if everything was going well and I was looking at the competitors during the top Runner presentation and I felt like wow those guys are all really really strong it's almost impossible to imagine beating them and trying to win the race or being top three so that was quite special. Then during the race it starts and that's what I've trained for so I'm just experiencing everything that I've been preparing for handling my own pace not looking at other people until we get to the finish line. 
What physical and mental skills do you need to train for this competition? Obviously you need massive endurance that you train by doing long races and Long training in the mountains you need to be able to go up and down while saving some energy it's not about just going fast it's about really saving the energy as much as possible. And then you need the mental skills as well to be able to handle everything that's coming to be prepared for the night the cold the tough moments and and knowing that you will not quit no matter what unless you get injured of course but the most important is the personal commitment that you have to yourself and to the race and to finishing the race. If you don't have that, if you don't know why you're coming here, you're going to have a very difficult time to finish Tor Des Géants. 
What did you discover about yourself in this experience? What I love about this experience is that no matter how much you think you know and how good you are you can always learn a lot. I was ready to have a great race and in the middle of it I had to almost quit and stop for 8 hours because there was something that I did not plan correctly and this is amazing. This is a project for life you can always come back and learn to be better and to do better.
This year I had a better ranking as I was on the podium but my time was actually slower than last year so you can always come back and prepare better physically and mentally. I have learned many important lessons this year that will be very useful for the next few years. I have learned that the mental preparation is actually my biggest strength but can also be my biggest weakness. If my mind is ready I can do anything and I can be really fast without slowing down at all, but the minute that my mind falters then everything becomes a struggle and my body shuts down so it's even more important to control the mind to make sure that I will always stay with a smile and keep going in the right direction with the right energy and the right mindset. 
When did you feel like a champion in sport? I was not born in a family of sports champions and I was not particularly good in sports at an early age so I started trail running 10 years ago and I got a little bit better and better every time and now I'm an elite ultra Runner and I have good results but I still don't necessarily see myself as a champion. So I think whenever I win Tor Des Geants, if it's next year, in 5 years or in 10 years, then I can consider myself a champion. Until then I'm really happy and proud of my Podium but I wouldn't say I'm a champion yet. 
The race of your life, where did you experience the most beautiful emotions? Tor, Tor and Tor. Tor des Géants is just incredible every year, for different reasons, because of the incredible effort it requires and the journey you have to take around the mountains but also within yourself. Then you have the finish line, with your dream coming true and your loved ones here to share it with you. Just incredible. There is no better place than a Tor finish line. 
Your most extreme or difficult race and which one would you never do? Having done Tor and other races where you have to run for hundreds of kilometers for dozens of hours with very little sleep I feel like there is almost nothing that I couldn't do physically or mentally. However I know my weakness with the very very cold temperature as we have seen this year so any race that happens in the North Pole or the South Pole or this kind of places where it's extremely cold is something that would be a bit difficult for me and that I probably wouldn't do because when I can no longer feel my hands at some point, then  I can't be eating and drinking etc… so it would be very hard for me. 
Do you consider the psychologist useful in sport, for what aspects and in what phases? In sports in general it is very useful to work with a psychologist or a mental coach to prepare according to your strengths and your weaknesses and based on the demands of the competition. Now with something like Tor it's even more relevant because the mind is going to be the most important part of your skills, much more important than your body. If you've done the physical training your body can go the distance. Everybody on the start line is fit enough to reach the finish line, but will their mind allow them to get there? that's the question, and that’s where sports psychology is so useful. 
Dreams
realized and to be realized? Next goals?
The dream is to win Tor. And then once I have won it, it will be to win it again and again and again. I love this race so much, this is what everything comes down to. I'm doing a lot of other races in the season, some of them I really love, but all of them are to prepare for Tor in September, so I'll see you in Courmayeur in 2025. Thanks for your interest and for all your work on the topic of running and ultra endurance! 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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